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Autore: VirgyIzzy93    03/03/2015    4 recensioni
Magnus ed Alec, ormai fidanzati da tempo, convivono in un bellissimo attico a New York. E hanno deciso di dare una grandissima svolta alle loro vite, adottare una splendida creatura del mondo invisibile e sposarsi. Ma vogliono prima adottare il loro futuro genito, in modo che possa assistere al loro matrimonio. Tra mille avventure da Nephilim ed ingaggi da Stregoni, quest'amore vi farà battere forte il cuore.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec e Magnus, ritornati il giorno dopo aver firmato i fogli d’adozione, stavano attendendo l’arrivo delle loro future figlie nell’ufficio della direttrice dell’Istituto. Magnus era incantato a giocherellare con un pendaglio che aveva al collo, distrattamente. Mentre Alec era un concentrato di preoccupazione, desiderio e ansietà. Continuava a battere a ritmo velocissimo il piede sul pavimento. E ascoltava impaziente il ticchettare del grande orologio da parete nella stanza. Ogni secondo che avanzava, l’ansia negli occhi e nel cuore di Alec aumentava.
-Pensi che sia successo qualcosa? – chiese preoccupato Alec a Magnus, che nel frattempo teneva fermo il pendaglio con una mano e con l’altra lo faceva roteare magicamente.
-No, Alec. Arriveranno – rispose lo stregone, smettendo di giocare e guardando il suo compagno. Sapeva che solo il suo sguardo tranquillo, poteva calmare il cuore ansioso di Alec. E infatti, come aveva previsto Alec aveva smesso di battere il piede.
-Solo il tuo sguardo, così calmo e tranquillo riesce a farmi rilassare – affermò Alec dolcemente. Lo stregone si avvicinò al compagno e lo baciò delicatamente sulle labbra. Alec ricambiò il bacio con più energia e passione.
-Ti amo – sussurrò il cacciatore di demoni. A Magnus spuntò sul viso il sorriso malizioso e dolce che faceva esclusivamente quando Alec gli diceva di amarlo.
In quel momento entrarono la direttrice e due splendide bambine. Avevano i capelli neri corvini, con delle ciocche blu metallico sui lati. La carnagione era olivastra e avevano due grandi occhi color prato e la pupilla color pervinca, le ciglia molto lunghe e color della pece. Un viso dolce e teppista al contempo. Le si poteva distinguere solo dalla capigliatura e dal vestiario.
La prima aveva i capelli sciolti e indossava una magliettina multicolore con un unicorno disegnato sopra e un paio di pantaloncini rosa chiaro e sembrava sfacciata e a suo agio. L’altra aveva due deliziose treccine e un carinissimo vestitino violetto ma si nascondeva dietro la sorellina. Erano due splendide bambine di tre anni.
Alec si inginocchiò con calma e disse alla più timida:

-Ciao piccola. Come ti chiami? – sfoderando il sorriso più dolce che aveva. La bimba aprì un timido sorriso e rispose:
-Leyla –
-Che nome bellissimo che hai. Sai Leyla, da oggi tu e tua sorella avrete due papà che vi vorranno tanto bene –
La bimba corse verso Alec e lo abbracciò:
-Sei il più bel papà del mondo –
Ad Alec vennero gli occhi lucidi e la prese in braccio. Poi si rivolse all’altra.
-E tu, come ti chiami? –
-Io sono Maggie e voi sarete anche i miei papà? –
Magnus la prese in braccio con estrema dolcezza e le disse:
-Certo che sì. Saremo i vostri papà e voi sarete le nostre piccole canaglie –
Le bimbe risero e a quel punto i giovani papà, firmarono gli ultimi fogli, salutarono la direttrice e assieme alle loro bambine andarono a casa.
Nel tratto di strada i neo papà si fermarono a comprare il gelato alle loro figlie, a comprare loro un regalo e poi tornarono a casa. Dove avevano già sistemato la stanza con alcuni giochi.
 
Ma la casa di Magnus e Alec non era priva di vita quel giorno, infatti ad attenderli c’era quasi tutta la famiglia.
Isabelle continuava a riordinare la cameretta impaziente, nell’attesa dell’arrivo delle sue due nuove nipotine, cosa che non era da lei.
-Iz, da quando tu riordini una stanza con tale precisione? – le ricordò Jace sogghignando. Ma appena finì la frase gli piombò in testa un mini peluches, ma non era stata Isabelle a tirarglielo. Ma Clary.
-Clary! Non mettere in disordine, rimetti quel peluches a posto, per favore! – pregò Izzy implorante. Clary la guardò sbalordita, in genere avrebbe riso o le avrebbe dato corda tirandogli un altro peluches.
-O.. okay. Ehm, Iz, sicura che vada tutto bene? – le chiese la minuta Shadowhunter. Isabelle che stava continuando ad agitarsi come un gatto rinchiuso in una trappola che cerca una via d’uscita, si lasciò cadere su una sedia.
-È tutto a posto. Perché se metto in ordine dovrebbe andare storto qualcosa? D’accordo non sono una persona molto ordinata, lo ammetto, ma voglio il meglio per le mie nipotine e non voglio essere la zia Izzy la disastrosa, voglio essere la zia Izzy, esempio da seguire –
Clary si alzò dalla sua sedia e raccolse il peluches che aveva lanciato a Jace, rimettendolo a posto poi andò verso Isabelle.
-Isabelle Lightwood, tu non potresti essere vista disastrosa da nessuno. Sei anche per me, un esempio da seguire e sei un’amica fantastica. Sono contenta che tu sia la mia migliore ed unica amica femmina –
Isabelle si alzò e abbracciò con tutta la forza che aveva la piccola Clary.
-Grazie Clary, grazie. Per merito tuo ho Simon al mio fianco, Jace è felice e ho un’amica dolce, forte e coraggiosa. La più straordinaria e unica amica che potessi trovare –
Jace dalla sua poltroncina, le guardava esterrefatto. Sapeva che il rapporto tra Isabelle e Clary, da quando si erano conosciute ad ora era maturato, cambiato e che ora si volevano davvero bene come due sorelle, ma a volte era ancora incredulo che fossero migliori amiche, quando all’inizio si davano quelle rispostacce acide che solo le ragazze sanno darsi.
-A proposito del tuo ragazzo, Iz. Dov’è? – domandò Jace, col solito tono d’indifferenza. Come se facesse la domanda solo per curiosità e non perché gli importasse davvero di Simon.
Izzy lo guardò sorridendo maliziosa.

-Te lo dirò solo se ammetti che gli vuoi bene –
Clary scoppiò in una risatina sommessa e guardò Jace attentamente. Sapevano tutti che voleva bene a Simon. Ora era il momento che lo ammettesse.
-Diciamo che mi è più simpatico ora che sta con te, che non quando aveva occhi solo per Clary –
-Jace! – lo ripresero le ragazze per tutti i motivi che c’erano dietro a quell’affermazione.
-Oh, d’accordo. Gli voglio bene, è un bravo ragazzo e sono contenta che tu ti sia innamorata di uno come lui piuttosto che di un farabutto. Contente? – disse Jace sorridendo suo malgrado.
Clary lo andò a baciare e Isabelle ridacchiava allegra.
-Comunque mi sembra che tu mi debba una risposta, donzella –
-Sta arrivando, è un pochino in ritardo. E a casa sua con sua mamma e Rebecca. V ricordate quando era un vampiro e sua mamma lo scoprì? Lo cacciò via. Ne era distrutto poverino. Fortunatamente ora nessuno dei due lo ricorda. Soprattutto lui. E invece ora lui.. beh lui ora è uno di noi. È un Nephilim. Certo sua madre non vede e non sa delle rune o che va in giro ad ammazzare demoni, o che si alleni in un Accademia apposta per farlo, ma lo ha riaccolto a braccia aperte in quanto non ha ricordi di lui vampiro. E con sua sorella va d’accordissimo. Insomma la sua vita familiare è tornata alla normalità e ne sono contenta –
Era difficile sentire Isabelle esternare i suoi sentimenti. Come lo era sentire Jace. Entrambi lo facevano soltanto con chi amavano davvero e con le persone a cui erano rivolti i sentimenti. Ma anche in quei casi a piccole dosi. Piccole ma efficaci. E Clary li adorava anche per quello. Lei era l’esatto opposto. Lei gridava a gran voce ogni piccolo sentimento che provava. Bello o brutto, dolce o amaro, freddo o caldo. Lei era un libro aperto.
Qualche minuto più tardi sentirono suonare al campanello, così Clary, andò ad aprire la porta. Simon era sul ciglio della porta. Le cose tra lui e il resto dei suoi amici erano quasi tornate alla normalità. Aveva riacquisito la maggior parte dei ricordi, ma aveva ancora molte lacune. Per esempio ricordava che era stato innamorato di Clary, ma non ricordava come avesse accettato l’amore tra lei e Jace, o che era stato un vampiro ma non come era tornato umano, ricordava il volto di una ragazza bellissima, con i capelli ricci, la carnagione scura, con cui si era frequentato ma non ricordava ne il nome ne chi fosse o dove l’avesse conosciuta, ricordava Jordan senza sapere di averlo perso o che fosse un lupo mannaro, ricordava che Clary era la sua migliore amica, ma non di esserci stato insieme anche se per poco, ricordava di essersi innamorato di Isabelle, ma non di aver scordato Clary. Quei vuoti dentro la sua mente erano lacune che tornavano a piccoli brandelli in modo doloroso e sofferto, pian piano che diventava un vero Cacciatore di demoni.
-Ciao Simon – disse Clary. Aveva fatto tanto affinché lui recuperasse la memoria. Aveva lottato con anima e corpo. Per lui, per Isabelle e anche per se stessa. Sapeva di avere una vita a metà senza Simon, di non essere completa, di perdere una parte fondamentale della sua vita, l’appoggio essenziale, la spalla su cui tenersi e l’amico più straordinario che potesse avere. Lei ricordava tutto. E ogni volta che lei provava a ricordare a lui qualche loro ricordo, era una gioia vedere il ricordo vivere negli occhi di Simon, ma era un pugno nello stomaco ogni volta che in lui viveva uno spettro nero al posto del ricordo.

-Ciao Clary. Sono in estremo ritardo? –
-No, sei arrivato in tempo. Entra –
I due ragazzi entrarono nella cameretta delle bambine.
-Oh, wow. In un giorno è diventata la stanza dei balocchi per bambine –
Isabelle corse in contro al suo ragazzo. Erano due settimane che non lo vedeva per via dei suoi impegni all’Accademia.
-Ti piace? – disse Izzy speranzosa. Simon la guardò. Accarezzò con lo sguardò i suoi capelli neri e lisci, il suo viso perfetto e quei suoi grandi occhi grandi vivi di speranza, amore e passione. E fu lì che a Simon riaffiorò un ricordo nella mente.
-AHH! – urlò accasciandosi in terra.
-Simon! – disse Isabelle in preda al panico.
-Si sta ricordando di qualcosa – disse Clary. Jace era schizzato in cucina a prendere un panno con dell’acqua fredda. Magnus aveva detto loro che ogni volta che succedeva dovevano mettergli un panno di acqua fredda sulla fronte e disegnare una Runa Antidolore sulla spalla.
-Clary prendi il mio stilo – disse Izzy passandoglielo. La mano le tremava talmente tanto che Clary fece fatica a prendere lo stilo senza farlo cadere.
Appena arrivò Jace con il panno bagnato, Clary iniziò a tracciare la Runa.
Simon era sdraiato a pancia su un fianco, con la testa sulle gambe di Isabelle che lo accarezzava per tranquillizzarlo.
Appena si fu ripreso dallo stato di indolenzimento e dolore, aprì gli occhi e sussurrò:
-Ricordo.. io.. ricordo come mi sono innamorato di te Isabelle –
Izzy aveva gli occhi lucidi e sorrise appena.
-Tu mi sei entrata nella pelle piano piano, mi hai trafitto il cuore e ci sei restata. Sei tu la donna che fa per me Isabelle Lightwood. E ora lo ricordo alla perfezione –
Isabelle guardò Clary, che sorrideva allegra e rilassata. Il peggio era passato. Il povero Simon subiva torture di questo tipo molto spesso.
-Ti amo, Simon – sussurrò Izzy baciando delicatamente le labbra del suo ragazzo.
 
Magnus e Alec erano sulle scale del pianerottolo del loro appartamento che parlavano con le loro bimbe, entrarono in casa e posarono la spesa.
-E ora vi porteremo a vedere la vostra meravigliosa cameretta – disse Magnus.
Le due bimbe seguirono correndo piano piano il loro papà glitterato.
Magnus aprì la porta della cameretta e vi trovò Jace, Clary, Izzy e Simon, comodamente seduti in attesa delle bambine.
-E voi cosa ci fate qui? –chiese sorridendo.
La prima ad alzarsi fu Isabelle, che avendo sentito le chiavi nella serratura aveva messo Simon sulla poltroncina per non far preoccupare nessuno. Anche se il ragazzo era ancora piuttosto pallido.
-Ciao piccoline. Io sono la vostra zia. Mi chiamo Isabelle. Ma per voi sarò zia Izzy  e sono la sorella del vostro papà, Alec –
-Io sono Clary –
-Zia Clary? – chiese Maggie.
Clary guardò Izzy e Jace, che annuirono.
-Sì. Zia Clary –
-Io sono lo zio Jace, ovviamente sono lo zio più straordinario di tutti e.. –
-Jace! – dissero ridendo Isabelle e Clary.
-Okay, scherzavo, bambine. Sono lo zio Jace. E voi, come vi chiamate? –
-Io sono Maggie e lei è la mia gemellina Leyla –
-Ma che bei nomi che avete – disse Jace sorridendo.
-Simon? – disse Isabelle avvicinandosi a lui –Stai bene? –
-Sì – disse il ragazzo leggermente affaticato.
-Allora presentati anche tu. Sei il loro zio pure tu, infondo. Sei il fidanzato di Isabelle e fai parte della famiglia, ormai – disse Alec entrando nella stanzetta. Simon rimase un po’ sorpreso, ma si alzò e disse:

-Io sono lo zio Simon –
Le bambine cominciarono a giocare con i loro giochi e gli adulti le lasciarono ambientarsi.
-Sono splendide – disse Isabelle ad Alec.
-Grazie sorellina. Sono davvero felice –
Izzy diede un bacio sulla guancia a suo fratello e poi andò da Magnus.
-Complimenti cognato. Hai scelto l’uomo giusto e avete adottato due splendide bambine. Hai fatto bingo –
Magnus ridacchiò e si avviò verso Alec che sorrideva a tutti con una gioia mai vista nei suoi occhi.
   
 
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