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Autore: Mikoru    04/03/2015    0 recensioni
Le storie narrano che in tempi di sventura, quando tutto sembra perduto, nasce sempre un eroe per riportare la speranza alla gente. Le storie sbagliano, poiché gli eroi non nascono, bensì vengono plasmati dagli eventi. E affinché ciò avvenga, devono prima essere designati e spinti lungo il giusto percorso.
Un grazie di cuore a Shainareth per il betaggio e l'incoraggiamento, e a chiunque di voi leggerà e (spero) apprezzerà questa storia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Custode, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 12

Di nuovo insieme

«Dimmi una cosa, templarucolo. Se, come pare piuttosto assodato, questa Torre è ormai ricettacolo di Demoni e se i maghi fossero tutti morti, come pensi che ce la caveremo noi cinque?»

Alistair rivolse a Morrigan uno sguardo quasi infastidito. «Come avete detto voi stessa, sono maghi, non bambini col moccio al naso. Inoltre, mi rifiuto di credere che Nevan non ce l'abbia fatta. È sopravvissuto a Ostagar, deve essere ancora vivo. Lui... lui...»

«Alistair» s'intrufolò Luniel. «Cos'è di preciso questo Diritto di Annullamento?»

Il giovane strinse i pugni. «Serve a distruggere interamente un Circolo e solo una Gran Sacerdotessa, o tutt'al più una Reverenda Madre, può invocarlo materialmente. Fu concesso da una Divina nel... nel...»

«2:83 Era della Gloria, dalla Divina Galatea» intervenne sommessamente Leliana.

«Sì, giusto, grazie» mormorò il Custode. «Successe dopo che un Abominio massacrò tutti i maghi e i templari del Circolo di Nevarra.»

«Un solo Abominio?» ripeté l'elfa, sbalordita. E lì ce n'era ben più d'uno... Oh, Numi, in che maledetto ginepraio ci siamo andati ad infilare?

Morrigan le riservò un'occhiataccia, rinfacciandole palesemente la sua decisione. «E noi siamo bloccati qui dentro, dato che i templari non ci faranno mai uscire. E quando giungeranno i rinforzi per esercitare questo Annullamento, noi saremo morti, in ogni caso.»

Luniel si pentì di aver accettato, ma d'altra parte non se l'era sentita di voltare le spalle ad Alistair, un gesto dettato da un impulso che non sapeva spiegare. Mettere a rischio la vita per dar retta a uno shemlen e salvarne degli altri per i quali era forse già troppo tardi... Brava, Luniel, complimenti. Aveva ragione Fenarel a dirti che hai una considerevole propensione per i guai. Che i Numi ci proteggano.

Iniziarono a percorrere il corridoio curvo e poco illuminato, sul cui lato destro si affacciavano alcune stanze. Già dopo pochi passi incapparono nei primi indizi della lotta che si era scatenata nella Torre: sia sul pavimento sia sulle pareti si trovavano chiazze di sangue ormai secco, nonché tracce di bruciature e segni simili a graffi di artigli o scheggiature. Tuttavia nel corridoio non c'era alcun cadavere.

Alistair deglutì, pallido e agitato, forse non più così convinto della bontà della propria idea o della speranza di trovare Nevan ancora vivo. «Questi sono i Quartieri degli Apprendisti» spiegò il giovane con voce esitante. «E quelli sono i loro dormitori.»

Si affacciarono con prudenza da una delle porte, ma l'ambiente – una vasta e lunga sala piena di letti a castello, cassapanche, scrittoi e mobili vari – era vuoto e in ordine.

Proseguirono, dando un'occhiata anche oltre le successive porte. Scoprirono che l'altro dormitorio, al contrario del primo, era completamente a soqquadro e saturo di un odore acre, pungente, che aggredì loro naso e gola facendoli tossire. Nell'angolo più estremo della stanza c'era un grosso cumulo di cenere scura in cui s'intravedevano frammenti di qualcosa dal colore biancastro; a poca distanza si trovava una catasta di armature da templare ammaccate e sporche.

Nessuno, nemmeno la cinica Morrigan, si prese la briga di palesare a voce l'evidente collegamento dei fatti. Alistair, ancor più pallido di prima, fece segno di uscire con un gesto brusco, poi richiuse la porta e riprese ad avanzare; aveva la mascella serrata e uno sguardo tanto serio da mettere apprensione.

Dopo una sessantina di passi, videro al termine del corridoio un'altra arcata che pareva affacciarsi sul buio. Le ante erano aperte e dall'altra parte giunse un vago rumorio di voci sommesse.

Alistair rallentò l'andatura, osservando per qualche attimo Luniel con un'espressione che le parve di ansioso timore, poi tornò a camminare più rapidamente. Dato che Ascher, di fianco a lei, non dava segni di allarme, anche l'elfa accelerò per seguire il collega Custode.

Quando oltrepassarono la soglia si trovarono in un'ampia sala dalla forma rotonda. Nella luce bassa e soffusa che la riempiva poterono scorgere un certo numero di persone, fra cui diversi bambini seduti con aria spaventata che una giovane maga cercava di rassicurare e, più oltre, tre maghi che sembravano impegnati a creare o mantenere una barriera al posto di una grossa porta scardinata. C'erano anche altri individui, seminascosti nelle mezze ombre dell'ambiente, ma sul momento non vi badarono, anche se una delle figure si mosse lentamente verso di loro.

L'attenzione di Luniel, e indubbiamente quella di Alistair, era concentrata su uno dei tre maghi della barriera. Quella figura snella dai capelli ricciuti era inconfondibile, malgrado la lunga tunica simile alle vesti indossate dalle persone che gli stavano accanto.

«È ancora vivo» mormorò l'ex templare, quasi incredulo. «Nevan!» chiamò poi.

Il mago si voltò di colpo; sul suo viso passarono lo sconvolgimento, lo stupore e infine una gioia indescrivibile. Abbandonò il suo posto e corse verso il ritrovato amico, quasi inciampando nella lunga veste. Un istante dopo i due si stavano abbracciando con forza.

La figura mossasi poco prima si rivelò essere Rhianan, che fissava la scena con gli occhi neri sgranati e un'espressione di assoluta incredulità. Accanto a lei stava il suo mabari.

«Per lo spirito del Creatore» esalò Alistair. «Avevo creduto fossi morto.»

«E io l'ho creduto di voi due.» Con un sorriso molto più ampio del solito, Nevan si tirò indietro, squadrando l'amico con occhi lucidi. «Per la misericordia di Andraste...» disse, mentre se li sfregava col palmo della mano. Non riuscì ad aggiungere altro. Si girò di scatto verso Luniel, che assisteva con un mezzo sorriso, e le andò incontro.

La ragazza si fece perplessa e, quando lui l'abbracciò con energia, s'irrigidì come un pezzo di legno, spalancando gli occhi per la sorpresa. Incrociò lo sguardo di Alistair e lo vide trattenere a stento una risatina alla vista del suo disagio.

«Sono così felice di rivedervi entrambi!» esclamò Nevan.

«D'accordo» concesse Luniel, parlando rigidamente. «Però adesso lasciami andare.»

Il mago si voltò verso l'amico, mentre scioglieva la stretta. «Hai iniziato ad addomesticarla?» scherzò. «Mi aspettavo che mi avrebbe morso, o quantomeno ringhiato.»

Lei lo accontentò, emettendo un verso di gola.

«Ah, ecco, ora ti riconosco» rise Nevan, scompigliandole i capelli come se fosse una bambina – cosa che la lasciò oltremodo sbalordita – e poi dedicando una vigorosa carezza ad Ascher, avvicinatosi per annusarlo avendone riconosciuto l'odore. «Ma come avete fatto a salvarvi?»

Alistair aprì bocca, si fermò un istante, lanciò un'occhiata fugace verso Morrigan, in disparte nell'ombra, e infine rispose: «Storia un po' lunga, comunque ci hanno pensato lei e sua madre.»

Nevan dimostrò la sua intelligenza limitandosi ad annuire e cambiando subito discorso. «Noi ci siamo semplicemente ritirati. Be', non proprio "semplicemente", ma dopo che...» Si morse il labbro. «Dopo il tradimento di Loghain non c'è stato molto da fare, l'esercito è andato in rotta e anche noi non abbiamo potuto far altro che scappare.»

«Ma, dimmi, non è possibile che...» Alistair tentennò, cercando le parole. «Se tu ce l'hai fatta, forse anche qualcuno degli altri... magari Duncan...»

Nevan scosse la testa, una smorfia d'amarezza sul viso. «Nessuno, Al. Duncan... L'ho visto morire... Lui, il Re, i nostri confratelli... Li ho visti massacrare sotto i miei occhi...» Strinse i pugni, tremando probabilmente a causa del dolore per la perdita, della collera per il tradimento e della frustrazione per non aver potuto fare alcunché per aiutarli.

Alistair serrò gli occhi e vi portò la mano sopra, per asciugare un principio di lacrime. «Che Loghain sia maledetto» sussurrò tra i denti serrati.

Luniel, incurvando le labbra con tristezza, posò una mano sulla testa di Ascher. Per quanto fosse furiosa nei confronti di Duncan, avere la conferma della sua morte l'addolorò profondamente.

«Perdonate» disse una voce di donna. Una maga, una di quelle che si occupavano della barriera con Nevan, aveva abbandonato a sua volta il suo posto. Pur non essendo più giovane, forse sulla sessantina, avanzava diritta e a passo sicuro, senza ricorrere al suo bastone per appoggiarsi; solo il viso tirato tradiva la stanchezza, lasciato scoperto dai corti capelli bianco-cenere raccolti in una piccola coda. «Mi rincresce interrompervi, tuttavia credo sia il caso di domandare ai vostri amici cosa stia succedendo all'esterno e in che modo siano riusciti ad entrare, dal momento che Greagoir aveva fatto sprangare le porte.»

Nevan annuì. «Giusto, Wynne, avete ragione. Voi sapete cosa sta accadendo qui, vero?»

«Più o meno» rispose Alistair. «Il Cavaliere-Comandante ci ha accennato ad un'invasione di Demoni e... Ah! Ha inviato a Denerim la richiesta per il Diritto di Annullamento!»

L'anziana donna impallidì e Nevan guardò l'amico con sconcerto. «Sei sempre il solito. Ce lo dici solo ora?» Poi scosse il capo, mordendosi un labbro. «Maledizione, questa non ci voleva...»

«Van!» pigolò una vocina sottile. Una maga elfa minuta ed esile, con un viso smagrito in cui spiccavano i grandi occhi di un insolito rosso chiaro, si accostò a lui e lo afferrò ansiosamente per un braccio. La sua chioma era di un candore niveo, eppure non era di sicuro più vecchia di Luniel.

Il mago Custode usò la mano libera per stringerle una spalla. «Sta' tranquilla, Ely, andrà tutto bene. In qualche modo risolveremo questa situazione.»

Il suo sconcertante ottimismo non si era perso, a quanto pareva. L'ultima volta che Luniel gli aveva sentito fare un'affermazione del genere era seguita la disfatta di Ostagar. Però, in effetti, loro se l'erano cavata. Con un sospiro, la dalish si augurò che andasse così anche questa volta.

«Quando ha inviato la richiesta?» volle sapere Wynne.

Alistair abbassò lo sguardo. «Tre giorni fa.»

«Allora fra un paio di giorni potrebbero già...» La maga sospirò angosciata. «Temevo che potesse succedere. Che altro potevano fare, del resto? Se Greagoir ritiene che il Circolo non abbia più speranze e ci considera tutti morti...»

«Se invocano il Diritto non saremo in grado di opporci» intervenne una seconda maga, mentre un'altra da qualche parte nella sala strillava che era giusto così, che se lo meritavano, e qualche bambino iniziava a piagnucolare.

«Lo so, Petra, lo so.» Wynne emise un altro profondo sospiro. «Eppure, anche se ci hanno abbandonati al nostro destino, anche intrappolati qui, noi siamo rimasti in vita.»

«E intendo rimanerlo» commentò Nevan. «Non ho proprio voglia di lasciarmi macellare.»

«Ma cosa potremmo fare?» domandò l'elfa dai capelli bianchi, sempre aggrappata a lui.

«Noi siamo venuti allo scopo di portarvi in salvo» spiegò Alistair. «Eravamo certi che qualcuno fosse sopravvissuto. Per questo il Cavaliere-Comandante ci ha permesso di entrare, ma non aprirà le porte se non avrà conferma della sicurezza della Torre.»

«Allora basterà ripulirla» stabilì Nevan, risoluto. «O quantomeno eliminare un po' di Demoni e Abomini per cercare altri sopravvissuti. Col vostro aiuto possiamo farcela. Greagoir è un gran testardo, ma non è irragionevole.»

Wynne annuì, concordando. «Quando vedrà che abbiamo reso sicura la Torre, confido che dirà ai suoi uomini di ritirarsi.»

Alistair scosse la testa. «Su questo accetterà soltanto la parola del Primo Incantatore.»

«Allora il nostro percorso è deciso» disse l'anziana maga. «Dobbiamo salvare Irving.»

L'ex templare annuì. «E dobbiamo farlo in fretta, se vogliamo evitare un inutile massacro.»

Luniel si sentì strattonare indietro per un braccio e si trovò a fronteggiare lo sguardo allibito di Morrigan. «Vuoi davvero che sprechiamo energie per aiutare queste patetiche ombre di maghi?» sibilò la Strega sottovoce. «Si sono lasciati imprigionare passivamente come stupido bestiame, e se i loro padroni hanno scelto di condannarli a morte, io dico di lasciarli fare.»

La dalish sospirò, già stanca alla prospettiva di discutere con la compagna apostata. La tirò un po' più in là e rispose, anche lei in un sussurro: «I maghi ci servono.» Vedendo che l'altra si mostrava scettica, cercò rapidamente una motivazione che non ne provocasse il fin troppo facile disappunto. «Se proprio devono morire» aggiunse quindi, «che lo facciano aiutandoci contro il Flagello, no?»

La Strega fece una smorfia. «Quanto meno dimostrerebbero un'utilità» accondiscese.

«Appunto.» Sospirando interiormente di sollievo per essere riuscita a convincerla, Luniel tornò presso gli altri, che stavano discutendo sul piano d'azione.

«Come facciamo con i bambini?» domandò la maga chiamata Petra all'incantatrice più anziana. «Per andare nel resto della Torre dovrete abbattere la barriera...»

«Se uccideremo tutti i demoni che incontreremo lungo la strada, nessuno potrà minacciare i piccoli» le rispose Nevan.

«In ogni caso» aggiunse Wynne, «non andremo tutti. Voi e Kinnon rimarrete a vegliare su di loro insieme a qualcun altro.»

La maga più giovane si accigliò, preoccupata. «Ne siete sicura? Siete stata ferita gravemente, l'altro ieri. Forse dovrei venire con voi.»

La donna anziana fece cenno di no. «Gli altri hanno più bisogno della vostra protezione. Starò bene. Restate qui con loro, teneteli al sicuro e calmi.»

Rhianan si fece avanti e prese parola per la prima volta da che Luniel e compagnia erano entrati. «Sono dei vostri. Non rimarrò ad attendere nell'inerzia mentre altri rischiano la vita combattendo» stabilì, e nessuno ebbe da obiettare. Anche perché probabilmente sarebbe stato inutile.

«Io vorrei venire con voi» disse l'elfa dai capelli bianchi.

Wynne la scrutò per qualche istante, quasi valutandola. «D'accordo, Surana. Le tue abilità negli incantesimi difensivi potrebbero esserci di molto aiuto.»

Nevan fece per protestare, ma poi rinunciò e si limitò a dire rassegnato: «Vedi di stare dietro di me.» Si guardò intorno ed esclamò: «Sten, cosa vuoi fare? Vieni con noi o resti qui?»

«Ti seguirò, Custode» rispose una voce dura e profonda. Dall'ombra di una colonna emerse una sagoma alta almeno sette piedi e incredibilmente massiccia, dalla pelle bronzea e bianchi capelli raccolti indietro in fittissime treccine. Il mento era coperto da una corta barba bianca e gli occhi, al di sotto della fronte prominente, erano di un vivido e inquietante color violetto.

Luniel trattenne a stento l'impulso di arretrare.

«Ma quello...!» iniziò ad esclamare Leliana.

Nevan sembrò notarla solo in quel momento. «Oh, io vi conosco. Siete la Sorella di Lothering.»

«Anch'io mi ricordo di voi, il mago che ha litigato con i soldati di Loghain. Siete davvero un Custode Grigio. Perché mi avete mentito, allora?»

«Domando scusa, ma vista la situazione non mi pareva proprio il caso di sbandierare chi io fossi realmente dentro la locanda» rispose lui, con un affabile sorriso che pareva in grado di garantirgli un perdono istantaneo.

«Vi siete già incontrati?» domandò Luniel.

«Be', sì» rispose Nevan. «Quando arrivammo a Lothering, ci recammo nella locanda in modo da prendere alloggio per la notte, solo che lì c'erano alcuni soldati di Loghain. Dotati di buona memoria, purtroppo, visto che mi riconobbero. Ovviamente cercai di farmi passare per un semplice mago, ma quelli non volevano lasciarsi convincere facilmente. E mentre... uh, discutevamo... sul fatto se io fossi davvero soltanto un mago, la buona Sorella intervenne per impedire che la controversia degenerasse in una rissa.» Sorrise a Leliana. «La prospettiva di mettersi contro otto maghi alla fine fu l'argomento decisivo per farli desistere. E poi... be', mi chiese se fossi un Custode Grigio, ma data la situazione io preferii mentirle, benché a malincuore.»

«Quindi» intervenne Morrigan, con un tono che avrebbe fatto cagliare all'istante il latte fresco, «è colpa tua se questa invasata cianciante del Creatore ce la siamo dovuta sopportare noi?»

Nevan si strinse nelle spalle e fece una vaga smorfia come a dire: "A quanto pare…"

«Ti odio.»

Leliana, come di consueto, parve accogliere con indulgente benevolenza l'ennesimo insulto da parte dell'apostata. «Questo è il qunari che si trovava imprigionato a Lothering» disse invece. «Cosa ci fa con voi?»

«Ho convinto la Reverenda Madre a liberarlo e porlo sotto la mia custodia» rispose Nevan.

La Sorella spalancò gli occhi azzurri. «Come ci siete riuscito? Era assolutamente intenzionata a lasciarlo lì a...»

«Oh, ho solo minacciato di far esplodere la chiesa.» Agli sguardi disorientati o di rimprovero di chi gli stava intorno, il mago aggiunse subito: «Sto scherzando, naturalmente. L'ho persuasa dicendole che in quanto unico Custode Grigio rimasto avrei avuto bisogno di aiuto e che quel qunari avrebbe potuto fare al caso mio.»

«L'hai presa per sfinimento, immagino» commentò Alistair, divertito.

«All'incirca» sogghignò l'altro. «Ad ogni modo, lei ha ceduto e Sten è potuto venire con me, per... ripagare il suo debito nei miei confronti.» Sembrò correggere il tiro all'ultimo momento.

Morrigan sbuffò. «Tutto molto interessante, ma vediamo di darci una mossa. Se proprio dobbiamo fare questa cosa, almeno facciamola in fretta.»

Wynne la osservò con sospetto. «Posso domandare chi è questa giovane?»

Vi fu il silenzio, a parte il blaterare alle loro spalle di una tizia che continuava a invocare l'attacco dei templari e il piagnucolio di qualche bimbo.

Alistair, nel panico, guardò alternativamente Nevan e Luniel in cerca di aiuto. Fu il mago a tentare di rappezzare la situazione.

«È una chasind che ci aiutò quando ci recammo nelle Selve in cerca dei Trattati» disse, in tono calmo e perfettamente credibile. «È stata lei a soccorrervi quando siete scampati alla strage di Ostagar, giusto?» domandò poi rivolto a Luniel, la quale si premurò di confermare con quanta più sicurezza le riuscì. Del resto, quella parte corrispondeva a verità.

Wynne, però, doveva essere una vecchia volpe e non si lasciò convincere tanto facilmente. Continuò a scrutare Morrigan e il suo bizzarro vestiario – dalla gonna fatta di cinte di pelle che le copriva i pantaloni alla "maglietta" che le lasciava abbondantemente scoperto il petto fino al grosso ramo che stringeva in pugno – con sguardo accigliato. «Una chasind, eh?» ripeté. «E allora perché avverto dell'energia magica provenire dai suoi abiti e dal suo bastone?»

Nevan imprecò sottovoce e Luniel si trovò sulla stessa linea di pensiero.

«Qualche problema, vecchia?» le domandò aggressiva la giovane Strega.

«Parecchi, qualora voi foste un'apostata.» Wynne aumentò la presa sul suo bastone. «Nel qual caso dovrete passare sul mio cadavere prima di entrare in questa Torre!»

«Esaudirò volentieri il tuo desiderio, se proprio ci tieni!» ribatté l'altra.

E, mentre Alistair e Nevan si muovevano per porsi in mezzo ed evitare lo scontro, Luniel raccolse il fiato e strillò: «ADESSO BASTA!! SMETTETELA SUBITO!!»

La sua voce riecheggiò nella sala, facendo voltare verso di lei tutti i presenti e, soprattutto, facendo fermare le due maghe avversarie.

«Abbiamo già perso fin troppo tempo!» continuò la dalish, a voce alta. «Nel giro di due giorni quei dannati templari entreranno qui per massacrarci tutti. Vogliamo sprecare tempo ed energie preziose in idiozie del genere?! Perché giuro che se sarete tanto imbecilli da farlo vi ammazzo prima io dei templari!!»

«Luniel ha ragione» fu lesto ad intervenire Nevan. «Ci penseremo una volta risolto questo disastro, adesso dobbiamo occuparci soltanto di trovare Irving. È l'unico modo per salvare i bambini, Wynne!»

«La vostra diplomazia è sempre così amabile» sussurrò allegramente Alistair alla dalish.

La donna, frattanto, riabbassò il bastone. «Giusto, avete ragione. Noi–»

«Lasciateli venire!» strillò una voce femminile. «Lasciate che i templari ci uccidano e ci purifichino! Tutto questo è colpa nostra!»

Wynne si girò all'istante verso la maga che sragionava. «Keili, ve ne prego» le disse gentilmente. «Calmatevi.»

«E ci risiamo» bofonchiò Nevan.

Petra andò accanto all'invasata e le posò una mano sulla spalla. «Spaventi i bambini, smettila!» la implorò accorata, mentre Elyria accorreva presso i giovanissimi apprendisti.

«No... no... Non capite? Tutto questo è la giusta punizione per il nostro crimine» insistette Keili. «Il Creatore ci odia, siamo delle aberrazioni... L'Annullamento è l'unica soluzione! Dobbiamo morire! Dobbiamo morire tutti! Dobbiamo lasciare che i templari vengano da noi, solo allora potremo essere purificati dalla nostra immoralità. Che ci sia concesso così di lasciare i nostri corpi corrotti, per trovare la pace nel Creatore.»

Due dei bimbi più piccoli iniziarono a piangere disperatamente, aggrappandosi alla tunica di Elyria che subito si accovacciò a stringerli fra le braccia per consolarli.

«Oh, fantastico» borbottò Nevan. «Keili, per favore! Falla finita!»

Quella, però, continuò con le sue farneticazioni e Luniel decise di averne abbastanza. Raggiunse la pazza a passo svelto e le sferrò un pugno sulla mandibola con tutta la forza che aveva. Keili si accasciò con un unico lamento fra le braccia di Petra, la quale sollevò sulla dalish uno sguardo esterrefatto.

«Lu... Luniel...» balbettò Alistair. «Era proprio necessario?»

Massaggiandosi le nocche, lei scrollò le spalle. «Almeno adesso starà un po' zitta.»

Nevan soffocò una risata e disse: «Possiamo andare, direi. Se Keili sbrocca di nuovo, usate il metodo di Luniel. È funzionale.»

Petra, che aveva appena adagiato la pazza a terra, lo guardò dal basso con aria vagamente dubbiosa. «Voi non l'avete mai fatto.»

«Oh, solo perché non reputo cortese colpire una ragazza indifesa, tanto più così palesemente minorata di testa.»

«Quanta premura» sospirò Wynne, passandogli accanto. «Quando siete pronti, ditemelo e toglierò la barriera.»

Mentre si avvicinavano ad essa, Luniel notò che Ascher non arrivava e si voltò, trovandolo fermo presso i bambini, con uno di loro aggrappato alla pelliccia, uno scricciolo di a malapena cinque anni. Le sfuggì un sorriso, notando l'istinto di protezione del lupo verso quei cuccioli a due zampe. Lo raggiunse e si accovacciò dinanzi a lui, carezzandogli il muso e osservando per un attimo il piccolo shemlen, che la scrutava a sua volta con grandi occhioni lucidi di lacrime. Con un sospiro quasi rassegnato, mormorò: «Vuoi restare a difenderli?»

Ascher emise una specie di brontolio in risposta.

«D'accordo, bestiaccia sleale» gli disse con un sorrisetto, e gli tirò piano un baffo. «Te li affido. Ci vediamo dopo.» Arricciò il naso divertita quando il lupo le diede una poderosa leccata in volto, poi si alzò, osservandolo mentre si accoccolava in mezzo ai bambini e lasciava che gli si accalcassero intorno, incredibilmente fiduciosi. Dopodiché si voltò e raggiunse di corsa i compagni, vecchi e nuovi, che stavano aspettando solo lei.

«Preparatevi a tutto» li avvertì Wynne. «Non so quale razza di bestie ci attendano oltre questa barriera.» Alzò le braccia, puntandole verso quel muro luminescente, e mormorò qualcosa.

Pochi istanti dopo, la barriera si frantumò in una pioggia di scintillanti frammenti incorporei.


Visto che ho mantenuto la promessa? Stasera però non mi dilungherò nei miei consueti papiri deliranti post-capitolo perché mi sono presa qualcosa e ora mi sento cotta come un toast; per fortuna avevo già preparato l'altra volta l'impaginazione con l'HTML.
Tra l'altro, naturalmente, mi pare giusto ammalarmi quando l'indomani devo alzarmi alle 6.30 per andare a lavorare. Quindi vi saluto, lancio ringraziamenti generici, bacin bacetti e alla prossima. Quando sarà.


P.S. Rosheen, contenta? Ecco il tuo adorato Sten ;)
  
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