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Autore: Thebooksfeeling    04/03/2015    1 recensioni
Pensavo che la mia vita fosse normale, ma con l'avvicinarsi del mio diciassettesimo compleanno mi sono iniziate a succedere cose...beh non del tutto normali. Mi trovo al centro di una guerra che va avanti da millenni, a quanto pare demoni e streghe esistono e io faccio parte di queste ultime. Mi chiamo Katherine Blackwood e questa è la mia storia.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pelle di Emily è bianca come la porcellana e le vene del suo corpo sono così visibili che sembra quasi che gliele abbiano disegnate; i vestiti sono squarciati e zuppi di sangue.
Cerco di scuotere il corpo di mia zia, nella speranza di suscitare una reazione che tuttavia non ricevo. Sento qualcosa rompersi dentro di me e mi concedo di far cadere le lacrime che ho trattenuto per troppo tempo. Ciò che inizia come un pianto silenzioso si trasforma presto in dei singhiozzi soffocanti, non riesco a respirare, mi gira la testa.
Mi sento scoppiare il petto, mi ero quasi dimenticata quanto facesse male questo tipo di dolore. Speravo di non sperimentarlo di nuovo. Cerco di asciugare le lacrime dal mio viso e prendo il telefono dalla tasca, digito il numero della polizia e aspetto una risposta << 911, qual'è la sua emergenza ? >>.
<< Mia zia, mia zia è stata assassinata >> balbetto cercando di ingoiare il groppo che sento in gola.
<< Mi può dire il suo indirizzo? >>.
<< Bell Street 9 >>.
<< Una pattuglia arriverà fra pochissimo >>.
Metto giù il telefono e mi rannicchio contro il muro. Fisso un punto lontano della stanza, in una specie di trance, fino a quando arriva la polizia.
Un agente si inginocchia davanti a me, riportandomi alla realtà << hey, tesoro. Sai dirmi cosa è successo? >> sulla sua targhetta c'è scritto Landon.
<< No, quando sono arrivata qui l'ho trovata già morta >> rispondo fissando le piccole lettere nere scritte sulla piastrina metallica, posta sul taschino della sua camicia blu.
<< Mi puoi dire il tuo nome, per favore? >>.
<< Katherine Blackwood >>.
<< Sei la figlia di Jenna e Roger Blackwood ? >> alzo lo sguardo verso il viso dell'agente, è giovane, deve essere uno nuovo. Annuisco.
<< Mi dispiace. Ti prometto che troverò il bastardo che ha fatto questo >>.
<< Grazie >> farfuglio.
<< Hai un posto dove andare? Un parente che vive in zona ? >> quest'uomo mi guarda come se dovessi rompermi da un momento all'altro. Scommetto che ho gli occhi rossi e gonfi, e che sembro una bambina piccola, rannicchiata contro la parete con le gambe strette al petto.
<< Lei era tutto quello che mi rimaneva >> sussurro,cercando di non far cadere le lacrime che mi stanno inumidendo gli occhi, << comunque penso di sapere dove andare >> continuo, alzandomi e dirigendomi verso la mia camera.
Prendo una borsa da ginnastica, ci butto dentro il minimo indispensabile per passare la notte fuori di casa. Quando ritorno in soggiorno, mi viene incontro lo sceriffo Tompson, il padre di Max << ciao Katherine, mi dispiace davvero per ciò che è successo a Emily. Sei troppo giovane,per soffrire così tanto >>.
<< Grazie, sceriffo >>.
<< Vuoi che ti accompagni da qualche parte? posso lasciare gli altri da soli per un po', se ne hai bisogno >>.
Scuoto la testa << no. La ringrazio, ma preferisco fare una passeggiata >> lui mi guarda per un po' e poi annuisce.
<< Se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi >>.
Lo saluto ed esco di casa, lasciando gli agenti occuparsi di ricavare delle prove dalla scena del crimine.
Appena sono sul marciapiede davanti al mio palazzo, chiamo Mary. Il telefono squilla tre volte,prima che lei risponda con la voce impastata dal sonno << pronto >>.
<< Mary, posso passare la notte a casa tua? >>.
<< Kat? Certo che puoi, tesoro. È successo qualcosa? >>.
Una lacrima mi scende sulla guancia e io la asciugo subito con il dorso della mano << Emily è morta >>.
Per un attimo sento solo silenzio, dall'altro lato del telefono << Kat...io...mi dispiace >>.
<< Mi hanno portato via tutto, Mary. Tu sei tutto ciò che mi rimane >> sento di nuovo un groppo in gola.
<< Vieni qui. River Street 51 >>.
Metto giù il telefono e inizio ad incamminarmi verso casa di Mary.
 
Arrivo davanti ad uno dei palazzi che sono stati costruiti di recente, suono il citofono e la voce di Mary risponde << Settimo piano >>.
Il cancello si apre e io salgo sull'ascensore,quando esco mi trovo Mary davanti e non posso fare a meno di buttarmi fra le sue braccia, lei mi da un bacio sulla fronte e mi stringe forte << Dio, Kat. Mi dispiace da morire, non doveva andare i n questo modo >>. Rimaniamo abbracciate per un tempo che mi sembra infinito, poi lei mi lascia andare.
Mi accompagna dentro al suo appartamento << è stata assassinata. Il suo corpo sembra uno di quelli che si vedono nei film horror >> mi si rivolta lo stomaco, al solo pensiero.
<< Ne parliamo domani mattina, hai bisogno di riposarti. Vieni con me >> dice conducendomi in una stanza dalle pareti color crema, arredata solo da un letto in ferro battuto nero coperto da un piumone rosso, un armadio in legno laccato dello stesso colore delle pareti e da una scrivania dello stesso materiale ornata solo da un vaso di rose rosse. Sul pavimento è steso un tappeto dello stesso colore del piumone.
Appollaiato sul letto vedo un gatto nero << quella è Tabata, non ti darà fastidio. Tranquilla >> dice Mary vedendomi fissare il felino.
Accennò un mezzo sorriso che sicuramente assomiglierà di più ad una smorfia e mi siedo sul letto morbido.
<< Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi. Buonanotte >>.
Annuisco e Mary chiude la porta, lasciandomi sola con i miei pensieri. 
Mi metto il pigiama e mi sdraio sotto il piumone, Tabata si avvicina a me e mi lecca il viso. Sorrido << grazie del conforto >> dico, coccolandole la testolina. Il gatto inizia a fare le fusa e dopo poco si addormenta accanto a me.
Fisso il soffitto color crema della stanza e in pochi secondi la stanchezza ha il sopravvento.
 
È buio, non vedo niente. Tutto ciò che mi circonda è l'oscurità << mi dispiace >> sento una voce maschile in lontananza ma non capisco da dove proviene.
<< Mi dispiace >> ripete la stessa voce.
<< Chi sei? >> chiedo guardandomi intorno, senza vedere niente se non il buio.
<< Mi dispiace tanto >>.
All'improvviso iniziano a piovere foglie rosse che iniziano ad accumularsi sul pavimento nero. Una folata di vento sferza il mio viso << mi dispiace >>.
 
Mi risveglio in lacrime, asciugo gli occhi e mi alzo a fatica dal letto.
Quando arrivo nel soggiorno,trovo Mary seduta sul divano con una tazza bianca in mano << ciao, Kat >>.
<< Buongiorno >> farfugli strofinandomi gli occhi.
<< Vieni qui >> dice lei, toccando con la mano il posto accanto a lei.
Mi avvicino a lei e mi siedo << devo dirti una cosa >> il suo sguardo è serio,come la volta in cui mi ha detto che era una strega.
Trattengo il respiro, preparandomi per il peggio.
<< È stato un demone ad uccidere Emily >>.
Le sue parole sono chiare e semplici, proprio come quando mi ha detto cosa è successo davvero a mia mamma. 
Questa volta, però, il dolore si trasforma in rabbia e il mio sguardo si acciglia.
<< I ricordi della polizia devono essere stati modificati, perché sul loro rapporto c'è scritto che si è trattato di una rapina finita male. Sappiamo entrambe che ciò che è successo a tua zia non può essere stata opera di un umano >>.
<< Come fai a sapere queste cose? >> chiedo arrabbiata.
<< Trasposizione. Sono entrata nel corpo di un'agente di polizia e ho letto il rapporto. Kat questo è un avvertimento, significa che sanno dove sei e come colpirti. Sei in pericolo e con te anche l'Avalon >>.
Scatto in piedi, mentre sento un'energia crescermi dentro << tu sai chi è stato ? >>.
Mary mi fissa, sembra preoccupata << rispondimi! >> grido. Sento l'energia crescere sempre di più, alimentata dalla mia rabbia.
<< Kat, forse è meglio se ti calmi un attimo >>.
<< Non mi voglio calmare! Voglio sapere chi cazzo ha ucciso Emily ! >> l'energia che ho dentro mi sembra sul punto di esplodere,il pavimento inizia a tremare.
<< Se non ti calmi finirai per far crollare l'intero palazzo >> dice Mary afferrandomi il braccio e rimettendomi a sedere.
<< Per prima cosa respira lentamente >> faccio come mi dice e il pavimento trema sempre meno fino ad assestarsi << perfetto. Ora posso rispondere alla tua domanda, non conosco il demone che ha ucciso tua zia e non conosco nemmeno la strega che può averlo indotto ad attaccarla. Gira voce che i demoni ormai non si facciano più controllare, il che li rende più pericolosi, sia per noi che per le streghe oscure >>.
<< Voglio che mi insegni ad usare i miei poteri. Non ho ancora capito cosa sono in grado di fare e prima inizio a capirlo prima sarò in grado di uccidere il demone che ha assassinato Emily >> dico con determinazione.
<< Kat, è pericoloso. Non sei pronta per combattere >>.
<< È per questo che voglio imparare ad usare i poteri, Mary. Se sono in pericolo è meglio che io sappia come difendermi, giusto? >>.
Lei annuisce lievemente << diventerò la tua tutrice legale, così non andrai in affidamento ad una famiglia che non conosci,va bene? >>.
<< Si, certo. Ma da domani mi insegni ad usare i poteri oppure imparerò da sola >> non aspetto una sua risposta, mi dirigo verso la camera da letto e mi chiudo la porta alle spalle.
Non posso più permettermi di starmene con le mani in mano, aspettando che altre persone a cui tengo vengano uccise. È arrivato il momento di reagire, devo trovare il demone che ha ucciso Emily, e una volta trovato mi assicurerò che si penta di averle fatto del male. 
È arrivato il momento di reagire e di prendermi le mie responsabilità.
 
   
 
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