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Autore: Amrlide    10/12/2008    2 recensioni
A volte altri con le loro parole influenzano le nostre scelte. A volte le aspettative di chi ci circonda dettano le nostre azioni. A volte ci sentiamo come foglie sospinte dove soffiano altri... e a volte ci sentiamo di dover ringraziare chi ci sospinge dove altrimenti noi non avremmo il coraggio di andare.
[cap. 9]“Gaara… Tu che pensi di Hinata Hyuuga?”
Gaara ci rifletté per qualche secondo “È buffa.”
Suo fratello sbatté le palpebre un paio di volte “Come?”
Gaara ripensò alla prima volta che l’aveva incontrata, a come avesse assurdamente cercato di restituirgli un sasso che le stava regalando… “Buffa, sì.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao

Innanzitutto, grazie mille a Arwen88: sono contenta che quella scena ti sia piaciuta ^^ io la trovavo piuttosto scontata, quindi il tuo commento mi ha fatto proprio piacere! Spero ti piaccia anche questo capitolo.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno letto, spero continuino a farlo.

Mi rendo conto che la storia procede molto lentamente, ma per me Gaara e Hinata non sono proprio i tipi da innamorarsi perdutamente all'improvviso... e poi a Hinata piace Naruto ^^

.

Gaara passeggiava per le più deserte strade inspirando profondamente l’aria leggera e fresca di Konoha. Odori inusuali colpivano il suo olfatto catturando il suo pensiero. Era rilassante associare odori ed oggetti, pensieri leggeri e disimpegnati. Come i fiori: i maggiori responsabili di quell’aria così odorosa.
Si fermò: un profumo più concentrato lo raggiunse e gli aleggiò intorno; c’era qualcuno dietro l’angolo e sembrava lo stesse aspettando.

Ino non riusciva a credere alla propria fortuna: incontrare il Kazekage così all’improvviso da solo e su una strada praticamente deserta! Non aveva pianificato niente di specifico, ma non poteva lasciarsi scappare un’occasione così perfetta. Si sistemò meglio il vestito e la coda di cavallo e con aria trionfante svoltò l’angolo. Lo individuò subito con la coda dell’occhio, lui la stava già fissando.
Sorrise; calcolò velocemente le distanza che li separavano e, con una recitazione perfetta, finse di inciampare. Un “oh” di finta sorpresa e finì per aggrapparsi esattamente al petto del ragazzo, non troppo distante dal suo volto inespressivo.
“Sono veramente spiacente.” Pronunciò le parole quasi sussurrando mentre con fare suadente si era alzata avvicinando ulteriormente i loro visi.
Lui non batté ciglio.
“Spero di non averle fatto male.” Ancora più vicino, stretta più salda sulle spalle del Kazekage.
Ancora nessuna reazione.
“Posso fare qualcosa per ripagarla del disturbo?” socchiuse gli occhi inclinando il capo. Le loro labbra si stavano per sfiorare.
Ino sentì una presa serrarle i fianchi ed esultò: era riuscita a innescare una reazione. Il suo fascino aveva mosso perfino quel ragazzo impassibile! Protese le labbra; in fondo Gaara si meritava un piccolo bacio per averle fatto vincere la scommessa.
Ma non riuscì a toccarlo. Anzi, sentì le sue spalle scivolargli sotto i palmi.
Aprì gli occhi, quasi divertita, possibile che stesse indietreggiando imbarazzato?
Invece no, lui era rimasto assolutamente immobile con la stessa espressione, la mano destra leggermente più scostata rispetto a prima. Era lei che indietreggiava, sospinta da una presa di sabbia che le circondava la vita.
Ino si ricordava piuttosto bene i racconti che circolavano su Gaara e la sua sabbia e sebbene fosse passato molto tempo e sapesse che lui era cambiato da quando era diventato Kazekage, non poté non spaventarsi. Gridò. E tenne il fiato sospeso finché la sabbia non la lasciò qualche metro più in là. Si appoggiò al muro ansimando. Ma si ricompose velocemente appena si accorse che il suo obiettivo si stava allontanando.
“Aspetta!”
Gaara si voltò appena nella sua direzione fermandosi.
“Verresti a bere qualcosa con me?” Ino si tenne più a distanza questa volta: era meglio provare con una tattica più indiretta.
“Ehi, Gaara-kun!” Sakura si avvicinò lesta: aveva sentito il grido di Ino e si era precipitata, intuendo a ragione, che l’altra ragazza fosse già in compagnia dell’obiettivo.
Gaara si voltò a fissare la nuova venuta; un certo senso di disagio, quasi un sospetto, si stava facendo strada dentro di lui.
“Che sorpresa trovarti qui! E’ un po’ che non ci vediamo!” stava dicendo intanto Sakura “Posso offrirti qualcosa da bere?
Il ragazzo cominciò seriamente a chiedersi se non ci fosse una sorta di gara per portarlo fuori a bere. Magari quelle ragazze facevano tutte parte di un comitato di benvenuto a Konoha.
“L’ho invitato prima io, cara la mia Sakura.” Ino si era fatta avanti con sguardo seccato.
“Non mi sembra che muoia dalla voglia di venire con te, Ino.” Sakura aveva ribattuto malignamente.
“Questo lo dici tu.” si rivolse verso il ragazzo sorridendo affabile appoggiando una mano sul suo gomito “Andiamo?”
Contemporaneamente Sakura lo invitò accennando però alla direzione opposta “Vieni, Gaara-kun! Al chiostro di ramen troveremo senz’altro anche Naruto.”
Gaara soppesò entrambe; non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi stiracchiato per le braccia in direzioni opposte come le due contendenti minacciavano di fare. Le due ragazze tuttavia non lo lasciarono replicare: intuendo che il ragazzo non aveva intenzione di accompagnarle in nessun tipo di bar, cambiarono le loro offerte.
“Che ne diresti invece di una passeggiata? I ciliegi in fiore sono uno spettacolo bellissimo …”
“Credo troveresti più interessante fare il giro alto di Konoha, da lì si può ammirare tutto il Villaggio.”
Gaara assottigliò lo sguardo su entrambe: gli stavano dando fastidio almeno quanto quelle ragazzine che gli sospiravano dietro ogni volta che si muoveva per Suna. Ma qui, a differenza dal suo Villaggio, avrebbe potuto distrarle gettando loro della sabbia negli occhi senza farsi troppe remore. Ed era seriamente tentato di farlo.
“Ah! Signor Kazekage!” una terza voce femminile si aggiunse al cicaleccio intorno a lui. “Vi siete allontanato senza dire una parola, ci avete spaventato.”
Il ragazzo disse mentalmente addio alla sua passeggiata solitaria: quella era il braccio destro dell’Hokage. Di certo era venuta a chiamarlo per un incontro ufficiale o per guidarlo a qualche giro programmato.
“Sono contenta di averla trovata,” stava intanto spiegando Shizune “Visto che manca ancora del tempo prima degli incontri ufficiali, mi chiedevo se volesse bere o mangiare qualcosa in qualche locale tipico di Konoha…”
Il viso di Gaara non mutò; non batté ciglio né mosse muscolo. Quattro inviti a bere qualcosa nel giro di pochi minuti… doveva essere uno scherzo.
“L’ho appena invitato io.” intervenne Sakura.
“L’avevo invitato io per prima.” la interruppe Ino.
Le due ragazze si guardarono di sottecchi, nessuna delle due era intenzionata a cedere; Shizune sorrise imbarazzata mentre pensava velocemente a una via di comodo che soddisfacesse entrambe.
Gaara si astrasse facendo scivolare i suoi occhi azzurri per i viottoli intorno a lui scorgendo la soluzione per andarsene. “Lei mi ha invitato per prima.”
Sakura e Ino puntarono la testa di scatto verso la persona che stava indicando il Kazekage, curiose di vedere chi le aveva battute sul tempo. Shizune parve sorpresa, ma per lei non era affatto un problema non dover stare appresso al Kazekage “Si ricordi di non fare tardi all’appuntamento di questo pomeriggio. Verrò a prenderla nella sua stanza.”
Con un cenno del capo che voleva essere al contempo un cenno di saluto e di assenso, Gaara si allontanò discretamente nella direzione in cui aveva visto dirigersi la ragazza che parlava con i sassi.

Hinata teneva gli occhi a terra: l’esaltazione per la sua piccola vittoria non era stata sufficiente per esimersi dopo soli pochi minuti dal rimproverarsi per la sua timidezza e per la sua goffaggine. Non riusciva a non tormentarsi sul fatto di aver disonorato il suo clan davanti agli occhi di una personalità come il Kazekage; nella sua mente si figurava suo padre a una cena di gala con gli amministratori di Suna nell’attimo di dire al Kazekage “Ho una figlia della vostra età” e lui rispondere “Sì, l’ho incontrata mentre invitava i sassi a bere”.
Cavolo, suo padre non l’avrebbe presa affatto bene. Forse avrebbe dovuto confessargli la figuraccia prima che lo venisse a sapere per altre vie. Così magari era ancora in tempo per disconoscerla.
Altrimenti poteva rincorrere il Kazekage e pregarlo di dimenticare di averla vista.
La ragazza sbuffò. Se aveva fatto tutta quella fatica solo per invitarlo a bere, figurarsi per supplicarlo! Avrebbe sicuramente peggiorato le cose. No, le conveniva lasciar perdere e tornarsene a casa e sperare che il Kazekage fosse abbastanza diplomatico da fingere di non conoscerla.
Inspirò e guardò il cielo. Era una bella giornata; sarebbe stato davvero un peccato rinchiudersi a casa e compiangersi. Se proprio doveva sorbirsi l’ennesima ramanzina da suo padre, era meglio prima fare qualcosa per tirarsi su di morale.
Con passo più spedito percorse le vie deserte fino al boschetto che delimitava i vari campi di allenamento. Avrebbe potuto esercitarsi con i kunai fino alla sera, almeno per portare la sua concentrazione altrove, ma un altro pensiero ebbe la meglio. Si diresse verso il ruscello, nel punto in cui l’acqua invadeva le rive e piccoli sassi bianchi emergevano per permettere di passare senza bagnarsi. Era un angolo nascosto, non troppo distante da casa sua, dove veniva spesso quando aveva voglia di stare da sola al fresco. Il suo rifugio fuori casa; da piccola ci aveva fantasticato molto.
Con un sorriso finalmente rilassato saltò sui primi sassi, piroettando sui successivi e tornando indietro, mentre il rumore dell’acqua la riempiva completamente sommergendo i suoi pesanti pensieri.

Gaara si appoggiò a un albero pensando che forse sarebbe stato cortese da parte sua palesare la sua presenza alla ragazza. Non che si fosse particolarmente impegnato a nascondersi, ma si era tenuto accuratamente indietro, la misura giusta per essere ignorato da chi stava inseguendo e per ingannare le altre ragazze che gli avevano offerto da bere.
In questo modo aveva potuto farsi una passeggiata in silenzio e godersi il fresco del bosco in pace.
Forse avrebbe potuto ringraziare quella ragazza accettando veramente il suo invito a bere. Se davvero c’era una sfida tra le ragazze di Konoha per invitarlo, avrebbe volentieri dato la vittoria a qualcuno che sapeva stare cinque minuti in silenzio. Deciso dunque, si scostò tre alberi più avanti.

Hinata stava girando su se stessa sull’ultimo sasso prima della riva: doveva ripercorrere il guado e voleva farlo velocemente saltellando su tutti i sassi presenti. Una piccola sfida che faceva per se stessa. Il difficile era spostarsi tanto velocemente da non bagnarsi i piedi sui sassi mobili. Prese fiato e si buttò nella corsa. Le sue orecchie registrarono appena un rumore di qualcuno che si avvicinava e i suoi occhi si alzarono per accertarsene dopo aver assicurato ai piedi il cammino da seguire. Vedendo i capelli rossi del nuovo venuto però le sue gambe cedettero e le sue scarpe finirono in acqua, a meno di un passo dalla riva.
Si morse le labbra: di nuovo il Kazekage la stava fissando a braccia conserte mentre faceva cose imbarazzanti.
“Sa, ho una figlia della vostra stessa età.” Hinata sentì di nuovo la voce di suo padre nella sua testa “Sì, l’ho incontrata mentre si bagnava le scarpe nel ruscello…”
Con una balzo la ragazza si portò all’asciutto. Si fissò sconsolata i piedi bagnati; impossibile che lui non se ne fosse accorto.
Gaara si avvicinò ancora, fermandosi a meno di un passo da lei. “Ora ho sete.” Osservò i suoi occhi guardarlo stupito, la sua bocca muoversi nel tentativo di dire qualcosa di inudibile e poi annuire riportando lo sguardo a terra. Seguì i suoi passi incerti fuori dal bosco fino al villaggio.

  
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