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Autore: Jenny Ramone    05/03/2015    5 recensioni
STORIA SOSPESA.
U.S.A, anni Sessanta.
Infuria la guerra nel Sud-Est asiatico,contemporaneamente alle proteste giovanili e il movimento Hippy.
Delilah è una ragazza ribelle e pacifista che combatte per i diritti civili, David è un giovane uomo molto "inquadrato", proviene da una famiglia della middle-class benestante con alle spalle una lunga tradizione militare, basata sul senso del dovere e l'amore per la patria.
I loro destini si incroceranno, in quegli anni unici, drammaticamente divisi tra gli U.S.A e il Vietnam.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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Aeroporto militare di Da Nang
I  giovani marines erano finalmente arrivati in Vietnam, dopo un lungo viaggio.
David era stato destinato ad un plotone di stanza in una zona particolarmente pericolosa, nei pressi del fiume Mekong, una zona circondata da risaie e giungla, il luogo ideale per gli attacchi nemici.
Inizialmente la vita militare  lo aveva conquistato, era proprio come se l’era aspettata.
Un’avventura, sempre in marcia,agli ordini del comandante.
Certo, l’ambiente in cui agivano era molto diverso dagli U.S.A, il Vietnam era un Paese davvero arretrato, ancora peggio di come se lo immaginasse, si trovavano ogni giorno a dover percorrere miglia lungo strade sterrate, attraversare fiumi,affrontare condizioni di vita difficili e la popolazione ostile.
Però lui continuava a ripetersi che era stata la cosa giusta da fare, che lo faceva per il suo Paese.
E intanto marciava, con lo sguardo fisso davanti a sé; sembrava non vedere il terrore negli occhi dei bambini quando le case di bambù bruciavano, quando guardavano scioccati gli americani uccidere i loro genitori, quando lui stesso ne aveva dovuti uccidere.
La prima volta che aveva sparato di persona a un Vietcong per lui era stata esaltante, un’esperienza che riassumeva tutto ciò per cui era stato educato e ciò in cui credeva:distruggere i nemici degli U.S.A .
Stava attraversando la giungla in perlustrazione con dei compagni quando uno di loro era caduto in una trappola di bambù, ferendosi le gambe.
Le urla del militare erano immediatamente state coperte dai Vietcong che erano usciti dai nascondigli che si erano costruiti e avevano cominciato a sparare contro gli americani.
David aveva puntato il mitra e aveva fatto fuoco, urlando con tutta la forza che aveva nei polmoni:”Vietcong figli di puttana!”e ridendo esaltato mentre i nemici cadevano in un lago di sangue.
Non gli era nemmeno passato per la mente che stava uccidendo un essere umano, che non aveva il diritto di porre fine a un’altra vita…aveva sparato e basta.
                                                **********
“Scusa, dove siamo?”-aveva chiesto Marylou, tutta eccitata, al conducente dell’auto che aveva dato loro un passaggio.
“Kentucky. E devo lasciarvi qui, non posso andare oltre. Scendete, su!-accostò su una strada di campagna-“e buona fortuna!”-dichiarò prima che l’auto scomparisse in una nuvola di polvere.
“Ma è pazzo! Guarda un po’ sto stronzo, ci ha mollate in mezzo al nulla!”-Delilah lanciò la propria borsa sulla strada e vi si sedette sopra, con la testa fra le mani.
Si accese una sigaretta e iniziò a fumare freneticamente, con uno sguardo veramente infuriato,osservando la strada deserta.
“Hey hey, Del! Stai calma, adesso facciamo qualcosa.
Già che siamo in campagna facciamoci una passeggiata, stavo guardando la cartina e la prima città è a molti chilometri di distanza da qua.
Dovremmo andarci a piedi per un pezzo mi sa”.
Delilah si dimostrò ben disposta a una camminata nonostante tutto, non la spaventava di certo,almeno si sarebbe sentita più vicina a David e alle marce che il suo amore stava facendo in quel momento, molto probabilmente.
“Cerca di non pensarci, almeno finchè non arriverà una sua lettera.
Ascolta, vuoi fare colazione?-chiese,cercando di distrarla.
Mi sono procurata del cibo prima di partire, andiamo in quel prato laggiù, sembra tranquillo”.
Le due si sistemarono nel prato e Marylou tirò fuori muffins, un thermos di caffè e una torta, a suo dire preparati da lei.
“Uhm, buoni!-commentava Delilah con la bocca piena, mentre si rimpinzava-“mi insegni a cucinare?”
“Grazie ma vedi di non finirli che poi non ne abbiamo più per dopo se non troviamo un posto dove mangiare.
Marylou si avvicinò all’amica e le diede un buffetto affettuoso:”Tu però mi devi insegnare a suonare la chitarra se non il nostro accordo non vale!
Ah, a proposito di musica, lo sai che forse vengono i Beatles in America? Andiamo ad un concerto se troviamo i soldi?”.
“I Beatles? Davvero? Certo che ci andiamo! Anche se personalmente preferisco i Rolling Stones”.
Marylou sospirò:”Anche io però sai,sono un fenomeno appena scoppiato, non credo che vengano già negli U.S.A, non so come verrebbero accolti”.
“Ma?...”
“Ma cosa?”
“Lou, devi dire:”Ma quando verranno negli U.S.A noi sapremo accogliere Mick e Keith degnamente, andremo al loro concerto e li rincorreremo come assatanate, poi ci divideremo Brian, nemmeno lui è da scartare.
Questo dovevi dire”-Delilah rideva come una pazza.
“Era ovvio! Non si libereranno più di noi!”.
Le due rimasero un po’ a rilassarsi nel prato, visto che non avevano chiuso occhio tutta la notte poi dopo alcune ore si misero nuovamente in cammino…
 *******
“Paul come stai? Quei bastardi ci volevano far fuori, tu sei svenuto e non te ne sei accorto ma li abbiamo sterminati.
Vietcong maledetti, ci tendono delle trappole!”.
Il soldato ferito annuì alle parole di David e aggiunse:”Grazie amico mio per avermi salvato.
Ti devo la vita”
“Ho fatto il mio dovere,per fortuna non sono ferite molto gravi e tra un paio di settimane potrai tornare a combattere anche tu.
 Sono felice di poter essere utile.
Non hai idea di quanto sia stato soddisfacente vedere il sangue di quel muso giallo per terra e vederlo soffrire e cadere.
Se ci fosse la mia ragazza, lei mi odierebbe per questo”.
Paul cercò di alzare la testa dal cuscino e domandò interessato:”La tua ragazza? Perché ti odierebbe? La mia non vede l’ora che io ritorni, dice che sono il suo eroe.
Quando saprà che sono anche stato ferito brillerò ancora di più ai suoi occhi”.
David spiegò il punto di vista di Delilah all’amico…
“Un’Hippie. Hai avuto coraggio a metterti con lei! Sono così strane, secondo me le donne dovrebbero solo stare buone, al loro posto”.
David uscì dalla tenda-ospedale del campo e si sedette accanto ad un falò dove alcuni commilitoni stavano preparando delle bistecche per cena.
Tirò fuori carta e penna e iniziò a scrivere una lettera alla ragazza:
Cara Delilah, come stai? Mi auguro che tu stia bene amore mio.
Sai, ho una notizia che non ti renderà molto felice però mi rende fiero di me stesso:ieri ho ucciso il mio primo Vietcong.
E’ stato il primo passo verso tutti gli ideali in cui credo, ora sto davvero dando il mio contributo ad aiutare il mio Paese.
Un mio amico purtroppo è stato ferito ma niente di grave, si riprenderà.
Tu dove sei? Come vanno le tue manifestazioni pacifiste? Voglio proprio vedere se vinciamo prima noi o voi piccola hippie!
Sei con la tua amica Marylou? Sono sicuro che si prenderà cura di te e ti saprà sostenere.
Oh, Delilah, è quasi novembre, è quasi un mese che ci siamo incontrati.
Sappi che anche se siamo lontani mi manchi ogni giorno e ti penso sempre, aspetto con ansia il momento in cui ci revedremo.
Mentre ti sto scrivendo il sole sta tramontando qui in Vietnam e i bombardamenti sembrano placarsi un po’.
Vorrei che tu fossi qui con me, vorrei poterti stringere a me, non puoi immaginare quando sia bello questo sole infuocato, quanto sia bello vedere le stelle che spuntano in cielo una dopo l’altra.
L’unica cosa che mi consola è il fatto di sapere che tu stai guardando lo stesso cielo, che quando il sole tramonta in America tu possa godere dello stesso panorama e pensare a me.
Non vedo l’ora di ricevere una tua risposta,
ti mando un bacio,
a presto!
Ti amo.
David

 ********
Ormai era sera, le due ragazze si erano fatte dare un altro passaggio ma erano riuscite solamente ad arrivare ad un locale country, dove avevano deciso di passare la serata.
Avevano ordinato delle birre e se ne stavano al bancone a parlare quando erano state avvicinate da due ragazzi mezzi ubriachi che si atteggiavano da cowboys.
“Hey, belle pupe,vi va di divertirvi un po’ con noi?”-aveva iniziato uno, accarezzando Marylou.
“Si,stanotte ci divertiamo e domani vi portiamo ad un rodeo”-il secondo stava tentando di baciare Delilah, che lo respingeva disgustata.
“Guarda, mi dispiace ma non apprezzo gli uomini come te, siete troppo brutali e non credo di esserne degna”-lo prendeva in giro lei, cercando di levarselo di torno.
“Uffi, ma tu mi piaci…”-il cowboy biascicava parole incomprensibili e allungava sempre di più le mani sul corpo della giovane, cercando di convincerla a lasciarsi andare.
Delilah spazientita gli tirò in faccia il bicchiere di birra che stava bevendo e corse nella stanza che avrebbe diviso quella notte con la sua amica, dato che il locale faceva anche da pessimo hotel.
“Ah, andatevene a fanculo tutte e due!”-sbraitavano i ragazzi mentre Marylou rincorreva l’amica su per le scale scricchiolanti.
“Abbiamo già fatto un bell’incontro al primo giorno di viaggio”
“Già. Però io tutto sommato mi sto divertendo un sacco ed è anche merito tuo Marylou”
Quando finalmente, a notte fonda, le luci si spensero, Delilah prima di coricarsi rimase per un po’ a guardare le stelle fuori dalla finestra.
Erano le stesse.
Le stesse che vedeva il suo amore.
E David era lì, con lei,quella notte.

ANGOLO AUTRICE:Ciao! :) Finalmente sono tornata, c’è qualcuno che segue ancora la storia?
Questo è un primo assaggio di cosa stanno vivendo i nostri protagonisti, ditemi se vi piace!
Una precisazione:il linguaggio che usa David nei confronti dei Vietcong ovviamente non rappresenta per nulla il mio parere personale sulla guerra ed è stato utilizzato solo per rendere più realistico e caratterizzare meglio il personaggio.
Grazie a tutti e alla prossima!
Jenny
  
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