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Autore: youhavesavedme    07/03/2015    9 recensioni
Scarlett, la mia ossessione.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Part three.

Il mio sguardo era rivolto verso il basso, verso i miei piedi ricoperti da un paio di calzettoni grigi, posti sul pavimento gelido. Mi passarono per la mente le immagini di Harry che mi spogliava per mettermi un pigiama più comodo. Arrossii immediatamente portandomi le mani sul viso imbarazzata e con la voglia irrefrenabile di aver voluto assistere alla scena con i miei stessi occhi. Poteva sembrare strano, ma l’unica cosa che desideravo in quel momento era essere sfiorata dal suo tocco gentile e tranquillo. Harry era ancora lì dinanzi a me, che mi fissava in attesa di una mia reazione, o che semplicemente dicessi qualcosa. Così cercai di mettere in fila qualche parola per ottenere una frase sensata.
“Harry, per favore non sono niente, preferirei vestirmi e basta”
Lui guardò i lividi e le ferite sulle mie piccole gambe con un sguardo triste e disgustato, come se già sapesse tutto di me. Voleva assolutamente sapere come me li ero procurati, ma questi non ero affari suoi e io non gli avrei mai detto niente. O almeno credo. Alzò lo sguardo per incatenare i nostri occhi, e io volli solo abbandonarmi a lui e raccontargli tutto, raccontargli tutta la mia stupida storia, il mio insulso passato, ma non potevo. Mi ero promessa di non farne parola con nessuno che non fosse Dom, e avevo intenzione di rispettare questa mia decisione.
“Sono più che sicuro che il tuo ‘niente’ sia un qualcosa”
“Ma per qualche motivo ti devi impicciare dei miei affari?”
Harry sembrò pensarci su, come se non si aspettasse  una domanda del genere. Ma chi si credeva di essere? era convinto che avrei condiviso con il primo che passasse il mio passato, le mie sofferenze e i miei dolori? Perché se ne era convinto, si sbagliava di grosso. Avevo lottato con quei mostri per fin troppo tempo. Da un anno a questa parte avevo dovuto combattere con una vita troppo impegnativa e che non faceva per me. L’amore a volte poteva essere un orrore,come una spada conficcata proprio sulla schiena, una ferita che non ti aspetti di ricevere, imprevista, ingiusta.
“Sono solo curioso”
Harry scrollò le spalle senza preoccuparsi delle fitte di dolore che lentamente si stavano ricreando nella mia mente e nel mio petto. I ricordi cominciarono  riaffiorare e il mio corpo si sentii immediatamente debole e insignificante.
“Solo curioso?”-feci una piccola risata amara-“Ti credi di essere talmente speciale da poter sapere tutto su di me? Ma chi sei? Che vuoi da me?”
Il riccio mi guardò sorpreso, incapace di spiegarsi dove avessi trovato tutto quel coraggio. E ne rimasi stupita anche io, non mi ero arrabbiata e non avevo alzato così tanto la voce da troppo tempo. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, gl’occhi uscire leggermente fuori  dalle orbite e le labbra tremare dalla rabbia.
“Ei calmati ragazzina!”
“Non ti permettere di chiamarmi ragazzina va bene?”
Gli diedi uno spintone abbastanza forte e continuai a spingerlo per almeno tre o quattro volte. Volevo prendergli quel suo bel faccino e schiaffeggiarlo finche non sarebbe diventato rosso come il sedere di un babbuino. In quel momento lo odiavo, lo odiavo con tutto il cuore.
“Scarlett fermati!”
Harry strillò con tutto il fiato che aveva in gola e per un attimo ebbi paura di lui. Poggiò  le mani sulle mie spalle e cercò di tranquillizzarti.
“Non credere che dopo questa sceneggiata non voglia più sapere perché hai tutte queste ferite.”
“Ma ti senti? Io so a mala pena il tuo nome e tu vorresti sapere tutto di me? Ma sei letteralmente matto o cosa?”
Harry si allontanato lasciando dentro di me una strana morsa al petto, che mi portò a riavvicinarmi a lui. Harry mi trasmetteva degli strani sentimenti, inspiegabili. Qualche attimo prima lo volevo uccidere, ora lo volevo riempire di baci, cosa che non mi capitava da tempo con un ragazzo. Lo vidi che guardava fuori dalla finestrella della cucina. Mi misi dietro di lui facendolo girare verso di me, incitandolo a darmi una risposta, dato che sembrava preso da tutt’altra cosa.
“Harry mi risponderesti?”
“Senti sto facendo di tutto pur di non strillarti contro okay!?”
“Tutto questo è ridicolo. Ti conosco da qualche ora e tu vuoi sapere le mie cose?”
Harry mi guardava intensamente, deciso a non rispondere alla mia ennesima e identica domanda.
“Santo Dio Harry!”
Feci per salire di sopra per andare a prendere la mia roba ma la sua voce bassa e roca mi fermò.
“Scarlett?”
Mi voltai verso di lui, mantenendo comunque le distanze. Mi avrebbe fatto realmente impazzire quel ragazzo.
“Non sono un poliziotto.”
A quella affermazione sgranai gli occhi decisa ad andarmene una volta per tutte da questa casa.
“ Ho confermato le mie idee, tu sei malato!”
Stava ridendo sotto i baffi, come se sapesse che questa sarebbe stata la mia reazione. Non aveva intenzione di parlare e questo mi fece saltare i nervi uno ad uno. Era capace di tirare fuori la peggior parte di me, e il fatto che mi avesse mentito su una cosa del genere mi fece andare su tutte le furie. Mi diressi definitivamente al piano superiore con la certa intenzione di cambiarmi andarmene via da lui.
“Dove stai andando?”
Harry agganciò la sua mano al mio polso costringendomi a voltarmi verso di lui.
“Lasciami per favore.”
Stranamente lo fece e io mi andai cambiare. Una volta fatto ripiegai i vestiti che mi aveva dato gentilmente Harry e li poggiai sul letto. Sentii il moro parlare con qualcuno al piano di sotto e curiosa scesi. Con calma attraversai il corridoio per poi scendere tranquillamente le scale. Vidi Harry parlare al telefono, ma mi meravigliai quando capii che stava parlando con il mio cellulare con chissà chi. Questo Harry non era una persona normale. Corsi verso di lui togliendogli l’oggetto dalle mani. Attaccai senza nemmeno vedere chi fosse.
“Ma te gli affari tuoi proprio non te li sai fare?”
Il riccio mi sorrise e scosse la testa. Non so il perché ma quella visione provocò un sorriso anche a me.
“Chi era?”
Harry si guardò in torno prima di rispondere e questo mi fece agitare ancora di più.
“Era tua madre.”
Sentii le gambe cedere e il respiro farsi sempre più affannoso. Non avevo altro appoggio che le spalle di Harry alle quali mi aggrappai, in assenza di forza nei miei arti inferiori. Cominciai a respirare a stento e a tratti, vedendo il volto di Harry agitarsi, proprio come ero io. Mi prese uno dei soliti attacchi di panico che erano soliti impossessarmi di me.
“Mi-mia madre?”
“Sì ha detto che sta andando nel tuo appartamento. Ma stai bene Scarlett?”
“Harry devi assolutamente accompagnarmi a casa.”
Alzi lo sguardo per pregare il ragazzo dagli occhi verdi di farmi questo enorme favore. Sentii il naso pizzicarmi e le guancie andare a fuoco sentii la preoccupazione invadere le mie vene e le palpebre farsi pesanti e bagnate. Cercai con tutta me stessa di non sembrare debole agli occhi di Harry, prendendogli la mano e portandolo fuori.
“Scarlett aspetta, fammi mettere qualcosa in dosso.”
“Oh sì scusa.”
Abbassai la testa nervosamente torturandomi le unghie tra i denti. Non potevo più reggere un situazione del genere ero esausta. Perché proprio a me doveva capitarmi questa vita? Io non ero abbastanza forte per affrontarla. Mi venivano i brividi al solo pensiero che mia madre scoprisse il mio piccolo segreto, anche se chiamarlo piccolo segreto era un eufemismo.  Notai Harry aprire la porta invitandomi a dirigersi verso la sua macchina. In poco tempo eravamo arrivati a casa mia, grazie alle mie attente e specifiche indicazioni.
“Scarlett non credere che ogni volta che ti serva io ti darò un passaggio.”
Guardai Harry parcheggiare e io non potetti fare altro che guardarlo e sorridergli, capendo che si stava riferendo alla notte scorsa.
“Non ti preoccupare dopo oggi non mi farò più viva.”
“Oh ma io non ho detto questo.”
Il riccio ricambiò il sorriso e io lo incitai a scendere, proprio come feci io. Mi accompagnò davanti alla porta e salì le scale dietro di me. Fui felice del fatto che Harry non mi avesse fatto domande sul mio strano comportamento, ma ora doveva fermarsi e lasciare che risolvessi i miei problemi di sola.
“Harry dovresti  aspettarmi qui fuori.”
“Va bene zuccherino.”
Lo guardai divertita, con le sopracciglia inarcate, e gli occhi sorridenti.
“Zuccherino?”
“Sì. Credo che ‘zuccherino’ sarà il tuo nuovo soprannome.”
Scossi la testa alzando gli occhi al cielo e mi diressi verso la porta di casa mia. Tutta la tranquillità e la serenità che mi aveva dato Harry scomparse quando sentii qualcuno strillare dentro casa mia. L’ansia padroneggiò dentro di me e io non seppi come agire. Con un colpo secco di chiave entrai notando mia madre furiosa mentre teneva in mano la bambina. Vidi Harry curiosare da fuori con uno sguardo indagatore e confuso. Mia madre mi guardò sorpresa e arrabbiata, alzando in aria la ‘poppante’, come sicuramente l’avrebbe chiamata la giovane donna dinanzi a me. Sentii un tuffo al cuore e tutto quello che riuscii a dire furono due stupide parole.
“Ciao mamma.”


Erica's corner.
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