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Autore: DefyingGravity    07/03/2015    2 recensioni
[Dalla storia: “Tieni la tua fottuta roba e vai. Corri!” disse Mickey lanciando a Kurt lo zaino.
“Cosa?” domandò Kurt confuso notando che nello zaino c'erano alcune delle sue cose.
“Vuoi che ti faccio uscire a suon di calci? Vai da Blaine. È l'amore della tua vita e sai quanto odio queste stronzate... ma è la tua persona. Lo sai e io lo so.” disse Mickey aprendo la porta di casa per Kurt e spingendolo fuori.]
[Klaine/Gallavich]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo, buona lettura! :)



 



Ned alla fine lo aveva raggiunto con il fiatone e il cono gelato gocciolante nelle mani.

Probabilmente avrebbe dovuto buttarlo via visto che metà era caduto a terra.

 

“Grazie... di cuore.” disse Kurt riconoscente a Ned per averlo salvato dalla situazione con Blaine.

 

Stavano camminando verso un parco e quando trovarono una panchina decisero di sedersi. Ned riprese a respirare normalmente accomodandosi sul metallo.

 

“Ah, figurati, di niente. Ho visto che eri un po' in difficoltà... non parlavi.” fece Ned, cercando di far sfogare Kurt sull'intera situazione.

 

“Già... non so cosa mi sia successo, ma hai visto, mi sono un po' bloccato e lui-beh, stava prendendo del gelato da dividere con Dave. Li immagino sul divano, una coperta, un solo cucchiaio... potrei vomitare.” sputò fuori Kurt cercando di mantenere la calma.

 

“Comunque ho finalmente conosciuto il famoso Blaine... lo facevo più alto sai? È alquanto basso, non ti facevo da tipi bassi.” disse Ned in tono divertito.

 

“Non ho mai pensato davvero all'altezza di Blaine, immagino che non si possa definire alto ma... era diverso con lui.” disse Kurt prendendo un bel respiro.

 

“Sai mi sembrava che al nostro primo appuntamento pensassi meno a lui. O forse riuscivi a fingere meglio. È cambiato qualcosa da allora?” domandò Ned incuriosito.

 

Kurt si lasciò sfuggire una risata. Era cambiato qualcosa? Beh, avevano solo passato un giorno intero in un ascensore, uno spazio così piccolo che a stento si respirava, tante ore da soli a stretto contatto, a parlare, ridere, giocare, a vedersi dormire a vicenda. E poi il bacio. No, non era cambiato proprio nulla.

 

“Voglio essere sincero. C'è stato un bacio tra me e Blaine... qualche giorno fa. Ma è stato del tutto non voluto, siamo stati costretti dalla nostra preside che ci aveva rinchiusi in un ascensore. Lo so, sembra un film di fantascienza ma è vero.” disse Kurt incredibilmente serio.

 

“Ed è una cosa legale qui in Ohio?” sorrise Ned sconvolto.

 

“Penso che la nostra preside sarebbe in grado di farlo passare come legale.” disse Kurt e sorrise a sua volta.

 

“Quindi c'è stato un bacio... non voglio chiederti se per te ha significato qualcosa, ma vorrei dirti che non sei il solo ad avere dei sentimenti. Blaine tiene ancora a te...” fece Ned, stringendosi poi di più nella sua giacca.

 

“Sarebbe strano il contrario visto che stavamo per sposarci. Ma non tiene a me in quel modo ora...” rispose Kurt sospirando.

 

“Hai visto come ti guardava? È preoccupato per te... e l'abbraccio? Kurt non sei il solo a provare determinate cose.” disse Ned che pensava di essere davvero ottimo nei panni dell'amico.

 

“Non lo so... è tutto troppo complicato e non voglio pensarci... ti va di accompagnarmi alla macchina?” chiese Kurt.

 

Ned chiaramente acconsentì, fecero la strada verso le macchine in silenzio. Poi arrivati al parcheggio si salutarono e Kurt filò dritto a casa.

 

***

Era ancora piuttosto presto quando rincasò, infatti trovò suo padre e Carole sul divano a vedere un film.

 

“Tutto bene figliolo?” chiese Burt mentre salutava con la mano.

 

“Tutto tranquillo...” rispose Kurt con un sorriso, andando a dare un bacio sulla guancia a Carole.

 

“Sei congelato tesoro! Perché non ti vai a fare una bella doccia calda?” propose Carole premurosa.

 

“In effetti potrei...” rispose Kurt pensieroso.

 

Poi realizzò che era un'ottima idea e che ne aveva bisogno, ma mentre stava per entrare nella doccia gli arrivò un nuovo sms.

 

(23.57)

Ehi ragazzo dei quartieri alti scusami per stamattina, so essere davvero un coglione a volte. Devo parlare con qualcuno perché ho fatto una cazzata, credo. Non ricordo bene ma sono piuttosto sicuro di aver messo le corna al mio ragazzo.

 

Kurt poggiò la testa contro il muro e fissò mentalmente un promemoria, quello di ricordarsi di lasciare il cellulare in camera la prossima volta che aveva intenzione di farsi una doccia.

 

Comunque prese l'accappatoio e se lo infilò, poi decise di rispondere, perché nonostante tutto era elettrizzante preoccuparsi per problemi che non lo riguardavano in prima persona.

 

(00.01)

Non vengo dai quartieri alti. Comunque piacere sono Kurt. Ti va di spiegarmi cosa è successo?

 

Dopo questo finalmente si concesse la doccia tanto voluta, calda e vellutata, ma anche in un momento così rilassante la sua testa andava a finire a Blaine e Dave. Kurt si rendeva conto che stava sforando qualsiasi limite umano, si sentiva ridicolo, doveva essere forte e smetterla di preoccuparsi per Blaine.

 

Allora pensò al ragazzo di Chicago, Ian. E non era strano che chiedesse aiuto proprio a lui, che era uno sconosciuto? Lui avrebbe chiesto consiglio a Rachel probabilmente, o comunque ad una persona che lo conoscesse davvero. La cosa non aveva alcun senso per lui.

 

Uscito dalla doccia si aspettava di trovare un messaggio di risposta, ma invece lo schermo del suo cellulare non segnava nulla di nuovo.

 

***

 

Durante la notte, non poteva affermare con certezza che ore fossero, il suo cellulare suonò, e si maledisse perché anche quella sera si era dimenticato di mettere il silenzioso al suo iphone. Ancora nel mondo dei sogni, afferrò il cellulare dal comodino e si rese conto che innanzitutto erano le 02.30, e che poi c'era un sms ad attenderlo ed, inaspettatamente curioso, aprì subito la cartella dei messaggi ricevuti.

 

(02.28)

Prima c'era Mickey e non potevo rispondere. Mi chiamo Ian... ah, è complicato da spiegare. A volte mi sembra di avere dei vuoti di memoria e quando torno a ragionare so di aver commesso qualcosa di assurdo.

 

Kurt si fece un po' più in su e poggiò la schiena alla spalliera del letto. Non sapeva come aiutare davvero questo Ian, probabilmente questo suo problema aveva a che vedere con dottori e psichiatri e lui non era nessuno dei due.

 

 

(02.35)

Ne hai parlato con qualcuno che ti conosce davvero? Credo che ti sarebbe utile parlarne con qualche amico stretto o familiare.

 

La risposta arrivò praticamente subito.

 

(02.36)

Sei sveglio quindi? Non posso parlarne con nessuno. Forse potrei accennarlo a Lip ma anche lui ha i suoi casini...

 

Kurt lesse attentamente il messaggio, e tralasciando il fatto che non sapeva chi fosse questo Lip, gli sembrava che Ian vivesse in una realtà completamente diversa dalla sua. Come poteva non avere amici con cui sfogarsi liberamente?

Rispose:

 

(02.38)

Dormivo, il tuo messaggio mi ha svegliato. Non capisco come io possa aiutarti in qualunque modo. Chi è Lip?

 

E Ian rispose di nuovo molto in fretta. Kurt stava lentamente perdendo il sonno, ma doveva sforzarsi di dormire, dato che la mattina seguente doveva andare in officina da suo padre.

 

(02.39)

Lip è mio fratello, uno dei mie fratelli. Siamo tanti in famiglia. Ne parlo con te perché non mi conosci e non puoi giudicarmi.

 

Kurt tornò ad accoccolarsi nel letto e rispose un'ultima volta a Ian prima di tornare nel mondo dei sogni:

 

(02.45)

Non ti giudico infatti, promesso. Anzi non lo farei mai! Solo che... è tardi devo dormire. Ci sentiamo Ian!

 

***

La mattina si alzò presto, fece una bella colazione e si preparò ad andare a lavoro dal padre. A quanto pare Burt aveva bisogno di aiuto in officina e Kurt non si era tirato indietro. Indossò alcuni tra i vestiti più rovinati del suo armadio e uscì di casa coperto dal cappotto.

 

In officina le giornate passavano sempre veloci perché c'era costantemente da fare, poi in quel periodo sembrava che tutti avessero problemi con le proprie automobili. Ottimo per gli affari, un po' meno per loro che faticavano davvero molto. Aveva imparato il mestiere da piccolo, perché quando era morta sua madre, Burt aveva iniziato a portarlo con sé a lavoro per non lasciarlo solo a casa.

 

“Ehi figliolo?” chiamò Burt con voce grave verso le 11.30.

 

“Sì?” fece Kurt da sotto una macchina, cercando di pulirsi quel po' di grasso che gli era finito sulla guancia.

 

“Ehm c'è qualcuno per te. Vogliono parlarti.” disse Burt e Kurt avvertì qualcosa di strano nella sua voce.

 

Allora uscì da sotto la macchina e si alzò in piedi per fronteggiare suo padre che lo guardava in modo molto insolito.

 

“E... chi è?” domandò Kurt curioso.

 

Suo padre sembrava davvero in difficoltà per qualche strano motivo.

 

“Oh... non lo conosco. Credo sia un ragazzo di quel Glee club che gestisci con Rachel...” disse Burt, ma i suoi occhi tradivano ben altro, visto che lanciava occhiate in fondo vicino l'ingresso.

 

“Va bene... ok, ma non me la racconti giusta e non capisco cosa possano volere da me-” fece Kurt al padre, mentre si affacciava per vedere chi lo stava realmente cercando.

 

All'entrata dell'officina c'era Blaine con i suoi capelli perfettamente gellati e il suo bowtie al collo.

 

Fece uno scatto rapido e tornò indietro nascondendosi dallo sguardo di Blaine.

 

“Davvero papà?” chiese Kurt sarcastico incrociando le braccia al petto.

 

“Figliolo... penso che voi due dobbiate risolvere prima o poi. È ridicolo quello che state facendo.” rispose Burt comprensivo.

 

“Io non voglio vederlo.” disse allora Kurt, dirigendosi di nuovo verso l'auto che stava aggiustando.

 

“Credo che dovresti almeno sentire cosa ha da dire...sei sempre stato un ragazzo comprensivo Kurt. E tu e Blaine... beh, sai che vi appartenete.” disse Burt con ovvietà.

 

Kurt scosse la testa con rassegnazione. Si appartenevano davvero? A lui non sembrava più. Comunque fece contento suo padre e si fece avanti. Così com'era, vestito male e sporco di grasso di auto.

 

Blaine stava facendo dei giri in tondo mentre aspettava e quando vide arrivare Kurt sorrise come sorrideva sempre quando si trattava di Kurt.

 

“Stavi lavorando?” chiese Blaine sorridendo.

 

“Sì... come puoi vedere dal mio abbigliamento all'ultima moda.” rispose Kurt con una scrollata di spalle.

 

“Mi piace quando ti vesti così.” fece Blaine, ma rendendosi subito conto di quello che aveva appena detto, riprese: “Passavo in zona e allora ho fatto un salto...”

 

Kurt pensava che quella fosse una delle peggiori scuse di sempre.

 

“Passavi in zona? E come sapevi che ero qui?” chiese allora il ragazzo indagando.

 

Blaine sembrava imbarazzato nel rispondere ma disse: “Ok, non passavo di qua... io- ti cercavo. Sono andato a casa tua e fortunatamente ho trovato Carole che mi ha fatto un tè e mi ha detto che eri in officina”.

 

“Ovviamente. Carole oggi ha il turno pomeridiano. Bene... mi hai trovato, cosa volevi?” chiese Kurt facendo di tutto per mantenere il distacco.

 

Blaine si mise le mani in tasca e poi domandò: “Voglio solo sapere come stai.”

 

Kurt ridacchiò e rispose: “Scusami ma te l'ho detto ieri sera Blaine. Sto bene.”

 

Blaine provò a cercare lo sguardo di Kurt ma quest'ultimo faceva di tutto per evitarlo.

 

“Kurt... pensi davvero che io mi beva questa cosa?” domandò Blaine con calma.

 

Kurt ovviamente non aveva calcolato che Blaine poteva leggerlo come un libro aperto.

 

“Non mi interessa quello che pensi. Questa è l'unica risposta che avrai da me a quella domanda. Abbiamo finito?” domandò allora Kurt spazientito.

 

“Kurt ci siamo baciati pochi giorni fa e non mi sembravi così arrabbiato. Perché ora mi eviti? Devo ricordarti che è colpa tua se stiamo in questa situazione? Vuoi davvero che io ti ricordi come mi hai fatto sentire, come hai rovinato tutto?” sbottò Blaine, adesso irritato facendo un passo verso Kurt.

 

“Wow. Io- non me lo merito Blaine. Dovresti smetterla perché non sei in diritto di parlarmi così... E sai che ti dico? Perché non torni dall'amore della tua vita con una vaschetta di gelato?” fece Kurt guardando fisso Blaine negli occhi.

Aveva bisogno che il messaggio gli arrivasse.

 

“Oh, pensa che sciocco che sono, pensavo di esserci proprio adesso dall'amore della mia vita. Evidentemente mi sbagliavo.” tagliò corto Blaine e andò via di corsa, evitando di far vedere a Kurt quelle lacrime che scendevano copiose sulle sue guance.

 

Kurt lanciò con forza l'attrezzo che aveva in mano dall'altra parte della stanza, l'impatto causò un po' di rumore tanto che Burt si affacciò.

 

“Che sta succedendo figliolo?” domandò Burt preoccupato.

Forse aveva sbagliato a farli parlare.

 

“Lasciami in pace. Ti prego.” disse Kurt e si lasciò cadere a terra con il viso tra le mani.

 

***

 

Kurt pensava sarcastico che quella giornata non potesse andare peggio.

C'era qualcosa che non quadrava però, a Kurt sembrava che lui e Blaine tenessero ancora molto l'un l'altro, ma che non sarebbero mai stati in grado di mettere da parte l'orgoglio e i dissapori.

Blaine lo aveva detto, Kurt lo aveva sentito, lo aveva chiamato l'amore della sua vita. Provava un brivido solo a risentire nella sua mente quelle parole... e allora perché non l'aveva aspettato e si era fidanzato con Dave? Quello più di tutto gli procurava rancore, non poteva evitarlo.

 

Decise di chiamare Rachel perché aveva bisogno di lei. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare necessariamente e poi con Rachel potevano sempre fermarsi anche al centro commerciale per fare shopping.

 

Arrivò da lei nel pomeriggio, si fecero delle popcorn e si misero sdraiati sul letto in camera sua, rilassati e tranquilli.

 

“Quindi fammi capire ha detto proprio -amore della mia vita-?” chiese Rachel portandosi una manciata di popcorn alla bocca.

 

“Già, credo che Blaine mi odi adesso... lo so, non mi sono comportato bene, ma finché sarà fidanzato con Dave non penso che riuscirò a comportarmi bene con lui. Per me un rapporto, una relazione d'amore, deve basarsi su un completo ed incondizionato trasporto emotivo. Blaine si è messo con un altro e quindi non può corrispondere questo mio pensiero. È che in amore o si ha tutto o si preferisce accontentarsi del niente... Ha senso?” domandò Kurt stiracchiandosi leggermente.

 

“Ha molto senso... in fin dei conti tu pensavi che Blaine ti aspettasse, non che trovasse un sostituto così in fretta... ma sai, lui ha ancora quello sguardo quando ci sei tu...” fece Rachel con voce sognante.

 

“E il sorriso? Non so se è una mia impressione, ma il sorriso che ha Blaine quando mi vede... mi fa stare bene.” rispose Kurt cercando nella sua mente dei bei ricordi al riguardo.

 

“Il Kurt-sorriso! Quanto vorrei che qualcuno lo rivolgesse a me... comunque Blaine ti ama e tu ami lui... dovete solo trovare il modo di mantenere la calma e risolvere.” disse Rachel accoccolandosi a Kurt.

 

“E che mi dici di Sam?” domandò allora Kurt divertito.

 

“Kurt! Lo sai che lui è innamorato di Mercedes... credo che si senta solo ecco perché fa il carino con me...” disse Rachel mangiando altre popcorn.

 

“Non lo so, per me è proprio interessato a te. E penso che stareste bene insieme... sai dopo Finn credo che Sam potrebbe andare davvero bene.” rispose Kurt toccandole i capelli.

 

“Tu saresti dovuto essere il mio fidanzato. Saremmo stati perfetti in un'altra vita, ti immagini?” ridacchiò Rachel.

 

“Non lo so probabilmente avremmo litigato per gli assoli...” Kurt rise a sua volta e si sentiva bene perché aveva qualcuno con cui confidarsi.

 

In quel momento gli tornava in mente Ian e pensava che anche quel ragazzo di Chicago si sarebbe meritato un'amica come Rachel Berry.

 

***

 

La sera la passò tranquillamente in casa, aveva promesso a suo padre di rimanere per la serata in famiglia, ma tutti e tre sapevano bene che da quando non c'era più Finn la serata in famiglia non era più la stessa.

 

Mangiarono comunque, conversando amabilmente, Kurt evitò categoricamente di far trapelare qualsiasi informazione su quello che era successo con Blaine e poi dopo cena guardarono un film.

 

Decise di salire in camera prima della fine del film, aveva voglia di stendersi a letto e sentire un po' di musica e magari recuperare un po' di quelle ore di sonno perse.

 

Sul letto trovò il suo cellulare e lesse subito il messaggio che gli era arrivato, era Ned:

 

 

(22.30)

Come stai? Hai fatto colpo su Ian!

 

Colpo su Ian, la cosa lo divertiva perché parlare con Ian in fin dei conti non gli dava più così fastidio ed avrebbe voluto contattarlo di più, solo che non pensava dovesse. Era Ian quello in difficoltà, quindi lo avrebbe cercato lui in caso di bisogno.

 

(22.33)

Ho passato una giornata d'inferno. Ti racconterò quando ci vediamo. Che ha detto Ian?

 

Kurt andò fino al suo stereo e fece partire una compilation che Blaine gli aveva regalato poco prima di prendere il diploma.

La traccia iniziale era Perfect e la canzone era così viva che gli faceva tornare alla mente tanti ricordi, tutte le volte in cui lui e Blaine avevano duettato su quella canzone, cantandosi a vicenda quanto perfettamente imperfetti erano.

Ned rispose:

 

(22.37)

Quando vogliamo vederci? Oh, dice che sei un tipo a posto.

 

Kurt sorrise e rispose subito a Ned:

 

(22.38)

Domani? Immagino che dovrei prenderlo come un complimento.

 

Kurt voleva bene a Ned era una brava persona ed era vero che non ci aveva mai provato con lui, erano solo amici.

 

(22.40)

Più che un complimento! Domani ti chiamo.

 

E poi, proprio mentre la sua compilation era su Come What May e Kurt si lasciava cullare da quella melodia e quasi chiudeva gli occhi, sperando di addormentarsi in un sogno d'amore, gli arrivò un nuovo messaggio.

 

 

(23.30)

Ian: Hai avuto una buona giornata?

(23.33)

Kurt: Pessima... la tua?

(23.34)

Ian: Buona. Non ho avuto momenti strani. Abbiamo cercato di convincere Mandy a rimanere a Chicago ma a quanto pare non c'è niente che la trattenga qui.

(23.34)

Ian: Mandy è la mia migliore amica, diciamo. La sorella di Mickey.

(23.36)

Kurt: Mi dispiace. Come no? E gli amici? La famiglia?

(23.38)

Ian: Da noi non funziona così, quando non ce la fai più te ne vai e basta. Solo Lip avrebbe potuto fermarla... ma ormai sta con Amanda. Lo capisco, soldi e bella vita, tutti vogliamo scappare da qui.

(23.40)

Kurt: Oh... non riesco ad immaginarmi come sia da voi.

(23.44)

Ian: Io non riesco ad immaginarmi come sia la tua di vita. Dimmi qualcosa di te. Sei fidanzato?

(23.46)

Kurt: Io... no. Ci siamo lasciati e stavamo per sposarci.

(23.47)

Ian: Cazzo amico, bella sfiga. Come è successo?

(23.49)

Kurt: Ho rovinato tutto. Ho un problema con l'amore, non riesco mai a lasciarmi andare. Comunque ora lui sta con un altro e odio questa cosa.

(23.51)

Ian: Già ti ha rimpiazzato? Se io e Mickey fossimo delle tue parti lo avremmo sistemato per le feste.

 

Kurt si prese un momento per pensare prima di rispondere. Ian sembrava vivere una vita lontana da quella che lui faceva a Lima, in che posto si “conciava per le feste” un ex solo perché dopo qualche mese si era fidanzato con qualcun altro? Va bene tenere il broncio, va bene tutto, ma non avrebbe mai voluto fare del male a Blaine, non in quel senso comunque.

 

(23.55)

Kurt: Non penso che la violenza sia la soluzione migliore.

(23.57)

Ian: A volte bisogna farsi giustizia da soli nella vita.

(0.00)

Kurt: A volte forse... ma non è questo il caso. Non vorrei mai che qualcuno facesse del male a Blaine. Pensaci, se Mickey ti lasciasse e si mettesse con qualche vostro conoscente... vorresti fargliela pagare?

(0.02)

Ian: Gli spaccherei la faccia. No non è vero. Lotterei per riprendermelo, quello sì, e spaccherei la faccia all'altro. Blaine eh?

(0.05)

Kurt: Nel mio caso 'l'altro' è un orso di dimensioni giganti, non sarebbe possibile. Credo che dovrò aspettare che le cose cambino. Blaine sì.

(0.06)

Ian: Che nome strano, Blaine. Credo che dovresti riprendertelo comunque.

 

Kurt rimase a fissare quelle ultime parole. Certo che doveva riprenderselo, una volta finite le fasi di depressione, rabbia e di orgoglio, se lo sarebbe ripreso in qualche modo.

 

(0.09)

Kurt: E' un bellissimo nome! Già credo anche io... ma per adesso ti saluto, è tardi.

(0.10)

Ian: Siete strani voi dell'Ohio. Notte Kurt.

 

E Kurt si fece scappare una piccola risata perché stava pensando esattamente la stessa cosa di quelli che abitavano a Chicago.




*********

Allora, le cose progrediscono poco alla volta XD 
Kurt e Blaine non riescono davvero a concedersi un po' di tempo insieme senza discutere... ma arriveranno tempi migliori, promesso :D 
Invece la conoscenza tramite sms tra Kurt e Ian prosegue nel modo migliore. Sono entrambi straniti dal fatto che sembrano vivere in due mondi così diversi, ma alla fine non è davvero così, si troveranno bene!

Ned in questa storia è solo un amico di Kurt e penso che questo sia stato anche in Glee, una persona che poteva consigliarlo.
Burt, io amo Burt, e ovviamente non poteva non cercare di aiutare Kurt e Blaine a tornare insieme!
Ho inserito la scena Hummelberry perché a me piace molto la loro amicizia, penso che al di là di tutto Kurt e Rachel si sostengano sempre a vicenda.

Ah, giusto, il titolo è preso da una puntata di Glee ma il capitolo non è ispirato alla puntata! Il titolo mi serviva solo perché riprende le parole di Kurt nel testo e il concetto di fondo, ossia che lui non può riavvicinarsi a Blaine se non è sicuro di riaverlo tutto per se.


E con questo vi saluto! Non prima di ringraziare DoumekiChikara per avermi fatto sapere il suo parere sul primo capitolo, grazie di cuore :D
Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite!
Alla prossima.


 

   
 
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