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Autore: papavero radioattivo    07/03/2015    8 recensioni
DAL CAP. 1 «Teme…» lo chiamò picchiettando sul vetro con la punta dell’indice, «credo che Ramen abbia la febbre», ma l’altro non si scompose più di tanto, nemmeno si girò a guardarlo.
«Non credo che i pesci rossi abbiano la febbre» la voce di Sasuke era disinteressata e distante, così Naruto si alzò con il piccolo acquario e si diresse verso la porta chiusa della stanza accanto alla loro. «Shika, tu che sei intelligente e sai sempre tutto…» incominciò mentre il ragazzo, seduto davanti al computer, era intento a cliccare tasti in modo isterico con una concentrazione che di certo non aveva quando frequentava le lezioni. «Secondo te che cos’ha Ramen?» gli chiese, mostrandogli la boccia nella quale galleggiava il pesce, riverso a pancia in su
.
!!! ATTENZIONE, la seguente storia contiene linguaggio volgare, scene forti e riferimenti sessuali dall'inizio alla fine. !!!
AU universitaria con gioie, dolori e perlopiù cavolate quotidiane. Per non creare troppo disordine, ambientata in una città dei giorni nostri del Giappone che prendere il nome di Konoha. Prevalentemente romantica ♥.
|| COPPIE CANON + NEJITEN; nuovi personaggi; non tiene in considerazione la morte di Neji e Itachi ||
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C A P I T O L O

dodici

 

 

 

 

 

Ino alzò le braccia passandone uno attorno alle spalle di Hinata, seduta accanto a lei nella vasca dell’onsen, «Quindi sono qui anche i ragazzi?!» domandò retorica, un sorriso raggiante le colorava il volto, già arrossato dal vapore.

Tenten annuì affondando fino al mento nell’acqua, poggiando la nuca al bordo del legno, «Neji ha detto che Kiba li ha trascinati tutti qui» spiegò, mentre Hinata guardava Ino, a metà fra la disperazione e l’esaltazione.

«Quindi c’è anche Sai!» affermò raddrizzando la schiena, liberando l’amica dall’abbraccio, «Ed io sono senza trucchi!» aggiunse mentre Sakura rideva nell’angolo opposto del bagno.

«Non è una tragedia, Ino» le disse con un sorriso, «dici sempre che è l’uomo della tua vita, no? Quindi vi sposerete, e quando vi sposerete non potrai girare sempre truccata» le fece notare, immergendosi poi fino al naso, facendo delle piccole bolle d’aria con la bocca.

«Ma lui sarà già mio e non dovrò più conquistarlo» rispose Ino soddisfatta, seguita da Tenten che sospirava, scuotendo il capo.

Non era sano che Ino facesse così, certo, tutte le ragazze si truccano per sentirsi più carine, ma lei era completamente ossessionata dai cosmetici e i vestiti.

Soffriva di shopping compulsivo, e la sua teoria era dimostrata dall’armadio di scarpe che aveva nella sua stanza.

«Possiamo anche non vederli, se volete» propose Tenten, tanto sarebbe comunque uscita con Neji il giorno dopo, di certo non era lei a perderci.

Sakura fece spallucce, anche se sapevano tutte che avrebbe voluto vedere Sasuke – soprattutto ora che aveva scoperto che lui non era fidanzato.

Ino sembrò pensarci un attimo, e poi si sistemò i capelli, legati sopra la testa con un mollettone azzurro «Va bene, quando usciamo dì a Neji che li aspettiamo fuori» borbottò, come se lo avesse fatto più per le sue amiche, ché per lei. «Ma adesso facciamo quello che si fa nelle giornate fra donne…» continuò in tono categorico, come se la sua parola fosse legge.

Avrebbe dovuto fare l’avvocato, Ino. Sarebbe stata bravissima.

«Hina-chan, come va lo studio con Naruto?» domandò sfiorando la spalla dell’amica che, in gesto di protezione ed imbarazzo, si strinse nelle spalle come una chiocciola offesa, nascondendosi dalla curiosità di Ino.

«Bene, non è poi così imbranato» mormorò, rivolgendo un sorriso a Sakura che le si avvicinò, sedendosi accanto a lei, «Va solo…».

«Stimolato?» suggerì Ino ammiccando, facendola diventare rossa come un pomodoro.

«Ino, smettila!» la rimproverò Tenten, che da quando si erano trasferite assieme si era auto-proclamata difensore della pace e del rispetto fra di loro. Era come avere un fucile puntato alla tempia ventiquattr’ore su ventiquattro, se ne stava lì, pronta ad intervenire per rimbeccarle e dividerle – soprattutto quando si trattava di Ino e Sakura. Quelle due erano come due uragani, e tenerle a bada era assai complicato.

«Invogliato» parlò Hinata, ed Ino ammiccò di nuovo guardando altrove, evitando di commentare.

Faceva così, insultava Sakura per essere lo zerbino di Sasuke, prendeva in giro Hinata con le sue battutine, ma non appena le vedeva in difficoltà non esitava ad aiutarle. Si trasformava in un secondo, dal niente, diventando protettiva ed estremamente dolce. Tenten l’aveva vista con Sakura qualche sera prima, il modo in cui le aveva pettinato i capelli ed asciugato le lacrime mentre piangeva, cercando di farla ragionare, abbracciandola e proponendo quella giornata alle terme.

Faceva tanto la diva, ma nel profondo non era così.

«Beh, io lo picchiavo…» commentò Sakura, svelando il suo personalissimo modo di invogliare Naruto allo studio, certa che Hinata usasse metodi più gentili che, con grandi probabilità, funzionavano di certo più delle testate sulla scrivania.

Hinata sorrise, incrociando il suo sguardo, «Me lo ha detto…» le rispose con una leggera risata, «Io gli preparo la merenda!».

Il cibo era decisamente un metodo intelligente ed efficiente.

Sakura era felice che parlassero e studiassero assieme, soprattutto da soli, dove Hinata riusciva ad essere a proprio agio, senza nessuno che la mettesse in imbarazzo più di quanto non lo facesse già la presenza di Naruto.

Restarono ammollo per una buona mezz’ora, e poi uscirono, cambiandosi ed avvisando i ragazzi che li avrebbero aspettati fuori, così da poter andare a fare qualcosa assieme.

 

― ♦ ―

 

Kiba sbuffò guardandosi attorno, amareggiato, «Non potevamo andare in quelle miste?» domandò, interrompendo Choji, intento a raccontare qualcosa a Shikamaru e Neji.

«Così trovavamo qualche vecchietta nuda?» commentò Naruto, seduto sull’orlo della vasca con l’asciugamano sulla vita, accanto a Sasuke e Sai che, al suo commento, accennarono ad una smorfia.

Non era una bella immagine, no.

Kiba lo guardò male, «Sì, ma siamo…» incominciò, fermandosi poi a contare, «nove piselli, se continuiamo ad uscire solo fra di noi diventeremo tutti gay!» continuò, sistemandosi meglio con il gomito sull’orlo della piscina.

«Tranne Neji» gli fece notare Rock Lee.

«E Sai» puntualizzò Naruto.

«Perché sono già gay?!» domandò confuso Kiba, come se il fatto che fossero entrambi impegnati non fosse rilevante, «Già Shikamaru ha una sottospecie di relazione con un tipo che lo batte al suo stupido gioco» disse, ed il ragazzo sembrò risvegliarsi dal  suo stato di coma.

«Non ho una relazione con nessuno!» affermò affondando poi nell’acqua fino al naso, ma Kiba sembrò ignorarlo.

«Naruto si ammazza di seghe con Lee, Choji è fidanzato con il cibo, e Sas’ke non ho mai capito se sia gay o faccia finta» concluse – finalmente – la sua complessa analisi, risparmiando solo se stesso e il suo amico Shino.

Naruto si tolse l’asciugamano entrando in acqua, seguito da Lee che, urlando, tentava di fare le sue mosse di Judo mentre Neji lo teneva fermo per un braccio.

Sasuke sospirò, allungando il piede e tirando un piccolo colpo al polpaccio di Naruto, facendolo cascare e andare a fondo.

Chissà perché soltanto a quei due importava  di quello che quel coglione di Kiba avesse da dire.

Riuscirono a separare la rissa ancora prima che iniziasse, e poi uscirono dalla vasca, andando a cambiarsi.

Naruto continuava a lanciare occhiatacce a Kiba, ma la brutta aria che tirava migliorò nel giro di un secondo quando Neji lesse il messaggio di Tenten ad alta voce.

«Happy hour con le ragazze!» urlò Kiba, fiondandosi fuori dallo spogliatoio per raggiungerle.

 

― ♦ ―

 

«Volete ordinare?» chiese la cameriera, preparandosi già alla confusione che ci sarebbe stata.

Per fortuna, Sakura era stata previdente e aveva fatto scrivere su un foglio tutti i vari drink, in modo da poterli dettare velocemente, «allora» iniziò, seguendo con il dito la lista, «tre heartland, un azzurra cup, un arcobaleno, un sotto le lenzuola» e Sakura arrossì, morendo di vergogna nel dire il nome del drink, probabilmente di Kiba, «poi… un japanese ice tea, un purple rain, miami ice, tequila sunrise e un analcolico alla frutta» poi guardò alla sua destra, dove Sasuke stava seduto appoggiato al bracciolo senza interesse per il casino che stavano combinando gli altri, «e tu?» gli sorrise.

Sembrò che lui la stesse guardando per la prima volta, e quegli occhi le fecero una tenerezza assurda. «Bloody Mary» borbottò poi, ritorno appollaiato sul bracciolo, esattamente come faceva Tempura.

«Variante giapponese?» domandò la cameriera, «c’è il sake e il wasabi».

«Va bene».

La donna finì di segnare tutto nel suo blocchetto e se ne andò a preparare tutto l’occorrente. Sakura si sedette al suo posto, tra Sasuke e Naruto, «lo hai mai provato? Con il wasabi, intendo» gli chiese, riferendosi al cocktail.

«No» mormorò lui, rimettendosi dritto con la schiena, «ma lo provo adesso» continuò, passandosi una mano tra i capelli, «quindi non è un problema. E poi è fatto con il pomodoro, quindi sarà buono a prescindere».

Sakura ridacchiò, «quindi potrei darti da mangiare… non lo so, una pera marcia intinta nel pomodoro e tu la mangeresti comunque?».

«Se ne andasse della mia sopravvivenza direi proprio di sì» rispose, accennando ad uno di quei sorrisi nascosti che lei era diventata brava a vedere. C’era un’aria diversa, tra loro due, Sakura la percepiva, come se la storia di Asami avesse bloccato la comunicazione che c’era tra loro – ma ora lei sapeva la verità, e quindi poteva ancora sperare.

«Senti, Sas’ke» iniziò, lisciandosi i pantaloni sulle ginocchia, appoggiandosi allo schienale morbido del divanetto nero, «chi era quella ragazza che ti ha portato via all’università?» domandò tutto d’un fiato. Non sapeva perché era così nervosa a chiederglielo, dato che conosceva già la risposta. Voleva evitare di dirgli che sapeva tutta la storia di Asami ed Itachi e il matrimonio – eppure ora si sentiva una specie di stalker nell’avergli fatto la domanda. «Aspetta, non rispondere, ho sbagliato a farti la domanda» mormorò poi, «Naruto mi ha detto che è arrivata la fidanzata di tuo fratello da Londra» iniziò, facendo un bel respiro per affrontare il suo sguardo, «è quella che ti ha rapito all’università?».

«Già»  disse lui, sembrava rilassato, «si sposano, erano venuti a dirmi questo».

«Davvero?» Sakura sorrise, mentre una gomitata di Naruto la colpiva al fianco.

«Ehi, dobe, sta attento!» lo rimproverò Sasuke, allungandosi a scuotergli la spalla, ricevendo un mugolio infastidito e un “non rompere, teme”. Sasuke le era praticamente addosso, da quella distanza riusciva a sentire distintamente il suo profumo più maturo – e inglese, non sapeva come spiegarlo – mischiato a quello del dopobarba.

«Congratulazioni» continuò, spostandosi un ciuffo dietro l’orecchio e dando la schiena a Naruto, per girarsi verso Sasuke, «e quando si sposano?».

«In primavera».

«A Londra?».

«Sì».

Quindi lui sarebbe tornato di nuovo a Londra per il matrimonio. Sakura sospirò, simulando poi un sorriso. Era felice per molti aspetti: una famiglia che si riformava attorno a Sasuke, il fatto che Sasuke non stesse con Asami, che suo fratello stesse bene… ma non era mai stata tanto felice all’idea di lasciare andare via Sasuke, in Inghilterra poi.

Sasuke le sfiorò la mano, «guarda che poi torno»  le disse, ritirandosi subito dopo, svelto.

Lui non lo sapeva, ma aveva appena stretto il cuore di Sakura tra le mani e gli aveva impedito di battere regolarmente. L’aveva stregata, assolutamente. Era morta e risorta sulle punte delle sue dita. La frase, il gesto, perfino il taglio degli occhi stranamente dolci e il tono della voce sembravano gridare verso ogni angolo della terra che sarebbe tornato davvero. Prima che lei potesse reagire, la cameriera ritornò iniziando a distribuire alcuni dei drink già pronti.

 

 

«“Erano delle pannocchie imburrate buonissime!”» gridò Kiba, alzandosi in piedi e agitando il suo bicchiere mentre un’altra cameriera – più giovane della precedente – serviva la seconda ondata di drink. Tra le risate degli altri, Kiba allungò la mano a toccare la spalla della dipendente, «scusa, non è che potresti portarmi anche un kamasutra?» domandò, allungandosi poi verso la cannuccia, senza bere. La poveretta diventò rossa come un pomodoro e scappò via con il vassoio stretto sul petto.

«Certo che tu il rispetto non sai proprio cosa sia» brontolò Shikamaru.

«Sta zitto, vecchia pentola di fagioli» rimbeccò il ragazzo, sedendosi sulla poltrona singola con fare da re, guardandosi attorno, «certo che le ragazze carine scarseggiano oggi, eh Shino?» domandò all’amico, seduto sul divanetto alla sua sinistra, il quale annuì senza proferire parola.

«Certo che tu e le tue barzellette fate schifo» commentò Ino, appoggiandosi allo schienale e passando un braccio sotto quello di Sai, «non pensi a nient’altro che al sesso, tu?».

«Perché, tu pensi a qualcosa di diverso, dolcezza?» rise, pensando di essere divertente, portandosi in una risata anche Naruto e Rock Lee, che si batterono il cinque. 

«Io almeno ho un lavoro!» borbottò lei.

«Anche io, sai? E mi piace il mio lavoro» commentò, poggiando il bicchiere sul tavolino, annuendo vigorosamente.

«Certo, raccogliere la merda dei cani» commentò il biondo, ridacchiando, e anche Shino sembrò sorridere.

«Ha parlato quello che gira per tutta Konoha a portare il cibo d’asporto e viene maltrattato dal suo capo!».

Anche la terza e ultima ondata di cocktails arrivarono, assieme al sushi per accompagnarle. Alzarono tutti assieme i propri bicchieri e gridarono all’unisono «kanpai!», bevendo il primo sorso assieme. Ino estrasse il telefono dalla borsa, impostando la telecamera interna per farsi una selfie con Sai, che le baciò la guanci al momento della foto.

«Certo che farsi foto è il passatempo preferito di Ino» borbottò Tenten, mescolando il suo tequila sunrise con la cannuccia, sorridendo a Neji ed Hinata, seduti accanto a lei. Era il divano più normale, il loro.

«Lasciala fare» commentò Hinata, appoggiando il bicchiere sul tavolo, «non sta facendo nulla di male» sorrise, buttando un altro sguardo verso la bionda, la quale si faceva imboccare dal quasi-fidanzato, come l’aveva definito.

Neji sospirò, «non vi volevo rovinare la serata» borbottò, «Kiba ha origliato la nostra conversazione, e quindi ora siete bloccate qua con lui e questa mandria di idioti» si spiegò, e Tenten sorrise allungandosi a lasciargli un bacio sulle labbra.

«Non preoccuparti, va bene così»  lo rassicurò, «vero Hinata?».

La ragazza annuì, «era da un po’ che non uscivamo a bere qualcosa, anche se siamo in compagnia con Kiba e gli altri va bene».

Nel frattempo, Naruto e Rock Lee iniziarono a canticchiare una canzone dell’asilo, alzandosi in piedi e passandosi le braccia sulle spalle, dondolando a destra e a sinistra. Kiba sorrise, additandoli con una mano, mentre con l’altra afferrava un pezzo di sushi con le bacchette, «certo che siete due cretini» disse, finendo il primo drink.

«Ha parlato l’intelligente» borbottò il biondo, afferrando la propria lager e superando il divano in cui era seduto, andando ad accomodarsi sul bracciolo di quello di Hinata, «ehi» la chiamò, picchiettandole la spalla, facendola girare, «come va?».

Hinata si sentì improvvisamente rossa, forse era colpa del purple rain, forse era la vicinanza assurda a Naruto, ma si sforzò di sorridere e di sembrare disinvolta, «tutto bene, Naruto-kun» gli rispose, «tu? Tutto bene?».

L’altro si grattò la testa, bevendo un sorso di birra prima di appoggiarla al tavolino, «non lo so, in realtà» e fissò un punto non determinato della parete, «mi alleno, mangio un sacco, dormo e studio con te» riassunse la sua vita così, semplicemente, «quindi direi che va piuttosto bene, anche se il teme è insopportabile».

Hinata sorrise, coprendosi le labbra con una mano, «davvero? A me Sas’ke-kun pare piuttosto tranquillo» confessò.

«Oh, no!» ribatté, alzandosi e alzando le braccia, «quello è peggio di Yamata no Orochi» urlò, prevedendo già un insulto da parte di Sasuke, ma quando si girò a controllare quanto fosse arrabbiato, notò il divano vuoto e i drink suo e di Sakura abbandonati per metà sul tavolino. «Dove sono andati?» chiese, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

 

 

«Tu pensavi che Asami fosse la mia fidanzata, vero?».

La domanda le arrivò in modo talmente improvviso che le sembrò fatta d’aria, una corrente così forte da farle perdere l’equilibrio e cadere. Si appoggiò al muro del locale, stringendosi il cappotto, «beh, era arrivata e ti aveva abbracciato e…» le parole le morirono in bocca.

«E lo pensavi» concluse lui, lanciando poco lontano un sassolino con un calcio, dandole le spalle.

A Sakura non piaceva che Sasuke le parlasse così, senza guardarla, senza nemmeno rivolgersi a lei. Si sentiva una cameriera, una non degna della sua presenza, una ragazzina qualunque. E lei non voleva essere una qualunque per Sasuke, e le faceva male essere trattata così.

Cos’è, siamo tornati a prima del periodo Edo, adesso?

Sakura chiuse gli occhi, ricacciando indietro le lacrime. L’aria fredda trasportò fino alle sue narici quel profumo da occidentale e di dopobarba di Sasuke – l’universo ce l’aveva con lei, apparentemente. Più cercava di non pensare agli aspetti positivi di Sasuke, a quelli di cui era innamorata, più intorno a lei le cose sembravano ricordarle il suo profumo, la sua voce, la sua pelle bianca e quegli occhi scuri.

Quando riaprì le palpebre, lui era davanti a lei, nemmeno mezzo metro a separarli. Vicinissimo. Assurdamente vicino. Quando respirava, si rendeva conto che dentro di lei entrava l’odore di Sasuke e anche parte del respiro che lui liberava. Poteva allungare una mano, senza nemmeno piegare totalmente il gomito, ed avrebbe incontrato il suo braccio, avvolto in quel giubbino di pelle che gli donava terribilmente.

«Eri gelosa?».

Da morire.

«No» mentì.

«Allora eri arrabbiata».

Non sai quanto.

«Mi dispiaceva» confessò, abbassando lo sguardo.

Non successe niente. Sakura sapeva che dentro di sé la fine di quella conversazione avrebbe segnato in modo indelebile il loro già precario rapporto. Come se qualcuno stesse cercando di disfare la corda che li collegava, sfregando forsennatamente la lama di una mannaia sulla fune che lei tanto aveva custodito. Ricacciò indietro le lacrime e l’ansia, alzando lo sguardo, cercando di prevedere la sua reazione.

«Quanto sei noiosa» le sussurrò.

Fine dei giochi, Sakura. Si disse, preparandosi già a chiudersi in bagno per tutta la notte e piangere, raccontare tutto ad Ino e beccarsi la ramanzina da nonna. Sospirò, ripetendosi  mille volte che lo sapeva, che lei era la stupida delle stupide, la noiosa delle noiose. Evidentemente troppo noiosa per Sasuke, se continuava a trattarla come se lei potesse aspettarlo per sempre, come se potesse fare sempre i suoi comodi.

«Forse è meglio tornare di là» suggerì lei, respirando un’ultima volta il suo profumo prima di scivolare via per ritornare dentro.

Ma non successe, perché Sasuke le aveva stretto il polso con quella tenerezza che lei non sapeva avesse. Sakura si bloccò, sentendo il freddo diffondersi dalle dita di lui ed abbracciarle tutto il corpo in una morsa dolorosa, che la rendeva fragile – un soffio di vento e si sarebbe spezzata. Una parola sbagliata da parte di Sasuke e lei sarebbe caduta come cristallo a terra senza mai potersi ricomporre.

Non ebbe il tempo di pensare, e non provò nemmeno a farlo mentre lui le sfiorava il braccio e la spalla con quella mano che l’aveva bloccata. L’attirò a sé con delicatezza, sfiorandole la schiena con lo stesso tocco che le aveva riservato dentro il locale. Si sentiva presa in giro, ma non poteva dirgli di smettere, anche se era una tortura. Ogni centimetro di pelle nascosta sotto ai vestiti che Sasuke sfiorava si bruciava e veniva sostituita da un lembo nuovo, che aveva qualcosa di lui.

«Odio essere presa in giro» trovò la forza di sussurrarlo, sentendosi la più grande contraddizione del mondo. Certo, e guarda come mi sto facendo prendere in giro da te, Sasuke.

Lui non rispose. Smise di toccarla e sospirò, allontanò la mano. «Lo so» disse, e la sua voce le sembrava incredibilmente diversa.

Quelle parole non fecero nemmeno in tempo ad essere assimilate completamente che le labbra di Sasuke premettero contro le sue, con una forza e una dolcezza tale che le sembrò impossibile che i ciliegi fiorissero durante l’inverno, che il sapore di Sasuke fosse così buono nonostante avesse bevuto quella specie di passato di verdura piccante, che i suoi capelli fossero così morbidi sotto il suo tocco, e che lei dovesse stare sulle punte per baciarlo, senza raggiungerlo totalmente.

          

 

 

 

 

 

 

N O T E D ‘ A U T R I C I ; siamo in missione per conto del Signore.

 

 

Boom babies. ~

Non eravamo certe di aver detto che ci sarebbero state svolte, ma ci sono state, e quindi eccole qua. -3-

Non abbiamo nulla di particolare da dire, in realtà, speriamo come sempre che vi sia piaciuto, e nada.

Speriamo sia chiaro che Sasuke fosse già innamorato di Sakura, e che non si è svegliato fuori in una frazione di secondo, ma nei prossimi capitoli avrete modo di vederlo per bene dal suo pov, in modo tale che tutto risulti più chiaro.

Per chi fosse interessato allo Spin-Off sui fratelli Uchiha e Asami a Londra, sappiate che sarà fatto, ma vorremo portarci ancora un po’ avanti con i capitoli, prima di pubblicarlo, quindi fra un po’ arriverà, vi terremo aggiornati!

Per il resto è tutto come sempre, abbiamo trovato una briciola di spazio per rispondere alle vostre recensioni, e ne approfittiamo per ringraziarvi di cuore per questo seguito che non scema nemmeno un po’. Siete un po’ i nostri adepti, mettiamola così.

Il prossimo aggiornamento sarà sabato 14!

Buon fine settimana, e auguri in anticipo a tutte le donne che ci seguono.

 

papavero radioattivo





   
 
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