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Autore: Prince Lev Swann    07/03/2015    0 recensioni
"Avete
presente quella caratteristica della comunità magica di
essere piuttosto
tradizionalista e arretrata rispetto al mondo Babbano? Del tipo
“mi vesto come
nei secoli passati perché fa figo” e
“anche se sono in un luogo totalmente
privo di magia nell’aria non mi azzardo a toccare il
telefono, potrebbe
mordermi! Meglio aspettare per una settimana il gufo che va e
torna… Sì sì, più
sicuro”. Ecco, non è cambiato niente."
 
Ecco a voi la storia demenziale di un gruppo di ragazzi
moderni e un po' fuori di testa nel tipico contesto di Hogwarts. Cosa
combineranno insieme? E quale sarà il loro rapporto con gli
insegnanti e con i figli di Harry Potter?  
Genere: Demenziale, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Racconto dei racconti'
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Il vento soffiava leggero sui visi di Nick, Claire, Charlie e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i primi tre erano tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di affrontare le selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in realtà era stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in quello sport. «Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt e Andy avevano giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo da Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli unici che già facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche Agnes e Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima rispettivamente nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era più bravo come cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero ancora di cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le selezioni dei Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di cercatore e, con la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione, messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e Giorgio sareste perfetti. Siete perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un po’ intrigata dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse… hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo la riccia, stavolta con un’aperta risata: Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità di essere continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere, chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte le risa. «Non sono un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al cielo ho un cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono stanca di stare sicura nell’angolo, mi voglio mettere in gioco, una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad ogni modo non mi prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai di chi stiamo parlando, nessuno di ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se davvero lo farà, si pensi sia perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore prima. Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che voleva “mettersi in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava Nick, faceva più danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in basso mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due più piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della propria casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl , un ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi un po’ invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero che passava più tempo con Alice da quando la sua omonima migliore amica si era trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente reso conto, quel ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante persone –chiunque- che l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di cercatore e di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma quest’anno la nostra squadra sembra promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a sperare che anche Giorgio faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta» rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
 

 

*


«Voglio una statua! » esclamò Agnes un’ora dopo.  «Cioè, sono bravissima, davvero! Gli altri facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E quanta sicurezza!»
«Sì, Agnes! Sono fiera di te» disse Claire.
In quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con alcuni ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo della sala comune vicino alla finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si buttò sulla poltrona dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi, ragazzi» disse.
«George, fatti più in là, per favore» gli disse Agnes. La ragazza era stretta tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro aveva un’aria rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici? »
«Sposta il culo! » esclamò l’altra. Qualcuno, tra cui Ashley, si voltò con aria indignata verso di loro. «Cazzo volete? » ringhiò Nick.
«Mah, che gente…» disse Claire a voce alta, scuotendo la testa con aria di indignazione.
«Schifosi Duemilatre…» borbottò George, alzandosi. «Ti volevo dire che gli allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una strategia».
«Va bene» rispose Agnes, nascondendo a stento l’entusiasmo.

*
Durante le settimane seguenti, con l’arrivo di ottobre,  il tempo s’incupì. Quel sabato, in particolare, pioveva forte e i tuoni ruggivano facendo quasi tremare le finestre del castello.
Charlie e Alice erano accasciate sui divani vicino alla libreria della loro sala comune, senza fare nulla in particolare.
«Che scatole, questo tempo di merda ha rotto i coglioni, e non ho più voglia di leggere» disse la più piccola, posando un grosso libro sul tavolino lì accanto, vicino a un Settimanale delle streghe.
«Già…»
«Ho deciso, dormo un po’. Anche se non ho voglia di salire in dormitorio…»
«Dormi qui» rispose semplicemente l’altra, cominciando a sfogliare il Settimanale delle Streghe.
«Dici che non ci fanno caso? »
«Probabilmente sì, ma fa niente, se arriva qualcuno ti sveglio io prima che possano dire qualcosa»
«Grazie! Allora buonanotte…» disse sdraiandosi e sbadigliando. Ma in quel momento arrivò Andy e si sedette sul tavolino in mezzo alle due. «Vi fate un giro? »
«Ma come....? Io stavo per dormire…» disse Alice, rigirandosi sul divano e guardando il bruno.
«Se non vuoi…» cominciò quello.
«No, vabé – vengo. Tanto non riesco a dormire. Charlie, vieni anche tu, vero? »
«Ovvio» rispose l’altra, senza tuttavia alzarsi. «Fatemi solo finire di leggere questa intervista. Luna Lovegood mi fa morire»
«Hai detto LUNA LOVEGOOD?!» esclamò Alice, strappando all’amica la rivista di mano. «Cioè, io la stimo troppo quella donna… Ma che ci fa su quella rivista stupida? »
«Perché dici che è stupida? Ci sono molte cose interessanti» rispose Charlie.
«Ah, cose, eh? Mlml» ridacchiò Makks, sedendosi vicino alle altre due, che si erano accucciate per leggere insieme l’intervista.
«Ah, ecco perché. Si è sposata, me n’ero scordata» bisbigliò Alice, con immensa sorpresa.
«Da un pezzo» specificò l’altra.
«Ah sì, ha partorito due gemelli» disse Andy. «Ma pff… la vera notizia è che ha dovuto ammettere che i Ricciocorni Schiattosi non esistano».  Tutti e tre risero, poi finalmente si alzarono. Alice si rivolse a Makks. «Ma Iris che fine ha fatto? »
Andy fece spallucce. «Non ne ho idea, ma non è qui in sala comune. Dai, probabilmente la incontreremo in giro. 
«Andiamo a vedere cosa fanno Nick e gli altri?» propose Charlie quando furono usciti dalla torre.
«Sì» annuì Alice, e i tre si avviarono lungo il corridoio; il temporale sembrava essersi calmato.

*

Hajar Dubois fu svegliata da un tuono spaventoso. Quella notte non era riuscita a dormire per niente e voleva rimediare di pomeriggio, ma il tempo fuori non era proprio a suo favore, così rinunciò. Si alzò e si vestì, poi scese di sotto, in sala comune; avrebbe potuto unirsi a Sarah Patil e andare al Club di Pozioni (o di qualche altra cosa), di cui avevano parlato pochi giorni prima. Tuttavia la sua amica non c’era, però individuò subito il gruppo dei “vips”: vicino alla bacheca c’erano infatti Claire, Nick e George, e parlavano animatamente. Sorrise quando George iniziò a insultare gente a cavolo, come suo solito, e si avvicinò a loro.
«Ciao Hajar! » l’accolse allegramente Claire.
Hajar Dubois era una ragazza simpatica e allegra dell’ultimo anno, di origini francesi e dalla carnagione scura. Spesso si trovava in compagnia dei vipz.
«Come va? » fece Nick.  «Stavamo pensando di indire una riunione, ora, visto che è una giornata di merda e nessuno sembra concludere alcunché».
«Mi sembra una buona idea! » esclamò Hajar. «Intendete Dei vip, vero? »
«Sì, e di chi se no? » brontolò George. «Noi persone importanti e storiche, ovviamente… »
«Ma dove? E chi viene? »
«Non è ovvio? » disse Claire. «Nella stanza delle Necessità, naturalmente».

*

«Su su, sbrigatevi. Camminate più in frettaaa…»
«Aliceee…» disse Andy, imitando il tono dell’amica. «Perché dobbiamo correre? Vedi per caso qualche capibara mutante che c’insegue? »
«Capibara, hihi» ridacchiò l’altra. «Capibara».
«Sì. Capibara. Problemi? Capibaraaa».
«La droga, Alice,» mormorò Charlie, da dietro, «la droga».
«Sì! Funghetti, taaanti funghetti» annuì Alice.
«Ehi, funghetta» soggiunse una nuova voce, quella di Isabel. «Che fate? Io ero dalla McGranitt».
«Ciao, Isabel! » esclamò Alice, agitando allegramente la mano.
«Dalla McGranitt a fare che? » chiese Andy.
«Oh, niente di che. Mi ha parlato di alcune cose. Un po’ di questo, un po’ di quello… »
«AMORE MIO» la salutò Charlie, correndole incontro. «Dov’è l’altro nostro amore? »
«In sala comune, andiamo a rapirla» rispose Isabel .
«Subito! »
«Ah» fece Alice. «Grazie per la considerazione» disse rivolta a Isabel, con aria offesa.
«ALICIAH! » urlò poi l’altra. «Forza, vieni, andiamo a funghettarci. Makks lascialo pure lì. Oppure fallo venire, è uguale».
«Forza Andy, su su» lo chiamò Alice. «Andiamo, dai, cosa aspetti? »
«No, sai» cominciò il ragazzo. «Non vorrei imbattermi in qualche altro cagnolino drogatello».
«Come? » domandò Isabel, disorientata. «Di cosa parli? Cagnolino…? »
«Ma come…» iniziò Alice, perplessa. «Nessuno te l’ha detto? A proposito del lupo che ci ha attaccati dopo la festa di Luma…»
«No! » esclamò l’altra, scioccata.
«Ma perché questa reazione esagerata? » chiese Andy, e Isabel si ricompose, tuttavia era ovvio che c’era qualcosa di particolare a turbarla.
Alice si fermò e guardò Isabel negli occhi. «Isabel, c’è qualcosa che non ci vuoi dire? Sei stata attaccata anche tu?»
La giovane Grifondoro esitò prima dimormorare, con aria poco convincente: «No, io… no».
«Non ci freghi» disse Charlie.
«No, davvero, va tutto bene».
I tre Corvonero si scambiarono uno sguardo d’intesa.
«Isabel»  disse Charlie, seria, «sei davvero stata dalla McGranitt? Ti ha parlato del lupo? Isabel, non mentire».
«No, davvero» rispose Isabel, sorridendo nuovamente. «Mi ha parlato dei miei voti bassi e mi ha detto che, se non mi metto a studiare seriamente, riuscirò a ottenere pochissimi G.U.F.O. »
«Va bene» concesse Charlie.
 «Andiamo alla torre dei Cazzodoro, su» disse Andy, tentando di allentare la tensione, e i tre si diressero al settimo piano senza parlare troppo. Mentre Charlie e Isabel svoltavano nel corridoio a destra, Alice prese da parte Andy. «Tu sei convinto? » chiese sottovoce. «No» rispose l’altro. «Non è da Isabel fare così e, inoltre, quando qualcuno dice che è stato convocato dalla preside per parlare di voti, non è mai vero».

*

Nick e gli altri vipz che avevano trovato in giro –tra cui Agnes e Bandit- incontrarono Isabel, Charlie, Makks e Alice a metà strada.
«Riunione, forza, vieni e stai zitto» disse Claire rivolta all’unico ragazzo vipz dei Corvonero. «Ma ci sono anche LE AMORE MIE! » esclamò poi, correndo incontro a Charlie e Isabel.
Dopo vari saluti e aggiornamenti, i ragazzi si diressero verso l’entrata della Sala Comune, davanti all’arazzo di djndhk.
«Chi crea la Stanza? » chiese Hajar, quando furono giunti a destinazione.
«Lo facesse Nick» disse Claire. «Visto che sa “articolare bene il pensiero”, o quello che è» aggiunse ironicamente.
«Ah ah» disse Nick. «Per me è uguale».
 Ad ogni modo, quando gli altri esitarono, cominciò a camminare avanti e indietro per tre volte davanti alla parete, con gli occhi chiusi e pensando: una sala accogliente, calda e piacevole per fare una riunione. Fa che possano trovarla solo i vipz.
Nick sapeva che la Stanza avrebbe capito chi intendeva con “vipz”, perché ci aveva lasciato, l’anno prima, una lista incantata con i nomi delle persone classificate così e aveva sempre funzionato.
Subito apparve una grande porta ornamentale, e i ragazzi – Nick, Claire, Charlie, Isabel, Alice, Andy, Agnes, George, Hajar e Bandit- varcarono la soglia.

   
 
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