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Autore: colinred_    07/03/2015    1 recensioni
[ElijahxElena] [Accenni Klaroline]
Elena si trasferisce in Italia intenta a staccare un po' dalla vita frenetica di Mystic Falls, ma una visita inaspettata le cambierà tutti i piani.
Dovrà ancora fare i conti con il suo passato, tra nuovi cacciatori pronti ad ucciderla, proposte di viaggi oltreoceano e un vampiro con l'interruttore spento capace di uccidere un'intera Mystic Falls.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Klaus
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TRE

Elena non si aspettava la visita di qualcuno a casa sua, ma soprattutto non si aspettava quella di Elijah.
Alla vista del ragazzo, chinato verso il suo cagnolino, il respiro le era rimasto bloccato in gola e qualcosa simile al venticello che provocavano le farfalle quando battevano le proprie ali le  aveva inondato lo stomaco.
Provava stima per quel vampiro, dal momento in cui aveva consegnato a lui il pugnale che lei stessa aveva conficcato nel suo cuore, nella casa al lago dei Gilbert e che rappresentava la sua parola e la sua piena fiducia nei confronti di Elijah.
Un certo feeling era sorto tra i due mentre si confidavano i più oscuri segreti delle proprie famiglie.
Erano pronti ad ascoltarsi a vicenda ogni qualvolta ne avessero avuto bisogno. 
Restava soltanto una domanda alla quale Elena non era riuscita a fare chiarezza, una domanda che girovagava per la sua mente dal secondo in cui Elijah aveva fatto il suo ingresso in casa: cosa stava facendo in Italia?

Il vampiro si era felicemente intrattenuto a cena e mentre fuori dalla finestra si riusciva a scorgere nient'altro che buio, lui e Elena si davano da fare pulendo i piatti che avevano usato per cenare; Bo scodinzolava tranquillo, in giro per la casa.
"Abbiamo davvero mangiato quelle schifezze che tenevi in frigo?" rise lui.
"C'era cibo migliore in cui potevamo contare?" rispose lei sorridendo.
"Potevamo sempre ordinare qualcosa" si sistemó i capelli mentre lavava i piatti e Elena li asciugava.
Accidentalmente un po' di schiuma gli finì tra i capelli e Elena cominciò a ridere.
"Cosa c'é ora?" 
"Hai della schiuma tra i capelli, aspetta te la tolgo!"  si avvicinò al corpo di Elijah, si alzò in punta di piedi
Mentre scompigliava i suoi capelli, l'originale non poté fare a meno di guardare i suoi occhi e i lineamenti del suo viso che conosceva a memoria ormai da secoli. 
Cosa sentiva precisamente quando stava con lei? 
Un misto di emozioni colorate di rosso, arancione e giallo scoppiò dentro la sua testa e fu un movimento dettato dai sensi quello di appoggiare la sua mano sul fianco della ragazza. Elena sussultò al contatto e incatenò il suo sguardo dentro quello di Elijah.
Alzò la sua mano per accarezzare il viso della ragazza, portò una sua ciocca di capelli dietro l'orecchio e con il pollice si ritrovò ad accarezzarle le labbra.

"Allora" si distanzió Elena "quanto tempo starai e dove?"
Elijah si passò una mano fra i capelli, si destò e con calma rispose "Non so ancora quanto mi fermerò, ma intanto starò in un hotel qua vicino." 
"Un hotel? Scherzi? Ho una stanza in più, potresti sempre restare qua per alcuni giorni" Elena evitava il suo sguardo, aveva in testa una moltitudine di pensieri contrastanti riguardo l'uomo accanto a sé. 
"No davvero, non ho niente con me. È tutto nella mia stanza d'albergo."
"Insisto!"
"D'accordo" sorrise l'uomo.
"Dovrei avere delle felpe di mio fratello dietro e qualche pantalone da tuta" corse di sopra e in un batter d'occhio si ritrovò fra le mani i vestiti che consegnò all'originale.

Conciato in quel modo, tutta la sua serietà e elegantezza si erano dissolte in un attimo.
Uscì dal bagno cercando di non farsi notare da Elena che purtroppo, appena lo vide scoppiò in una fragorosa risata.
La felpa di Jeremy gli stava stretta dalla vita e la leggera pancetta che sembrava non esserci mai stata comparì dal nulla, i pantaloni da tuta invece gli arrivavano alle caviglie.
"Non.dire.una.parola." scandí.
"Stai molto bene, complimenti! Forse dovresti uscire più spesso così che con i tuoi vestiti eleganti!"
"Elena?" cotinuò.
"Sì,Signor Mikaelson?" 
"Inizia a correre!"

Quello che successe nei secondi successivi, visto dagli occhi spaesati di Bo, erano soltanto delle irrefrenabili sagome di due ombre che veloci si muovevano da una parte all'altra della casa.

"Pensi che io non sappia divertirmi?" chiese Elijah riuscendo ad afferare per un braccio la vampira.
"Okay, hai vinto!" si arrese Elena "Ti faccio vedere la stanza."
Aprì una delle porte del corridoio e entrò dentro insieme all'uomo, con il cagnolino alle calcagna.
"Allora...buonanotte." si congedò la ragazza, non prima che Elijah le avesse lasciato un dolce bacio sulla guancia.
Giurò di averla sentita bruciare dopo che le labbra del vampiro si staccarono da essa.
Andò in camera sua dove, sul letto, aveva già tranquillamente preso posto Bo e pensò alla strana giornata che aveva appena trascorso.
Elijah l'originale si trovava a pochi metri di distanza da lei, in casa sua.
Dormire non era ancora facile per lei, causa jet-leg e poteva sentire la smania di Elijah anche dalla sua camera.
Il suo cellulare cominciò a vibrare, forse per l'ennesima volta in quei due giorni, e il nome di Stefan apparì sullo schermo.

Elijah continuava a rigirarsi nel letto, tormentato dai pensieri su Elena che gli frullavano per la mente.
Poi lo sentì, un singhiozzo, quasi un pianto proveniente dalla camera accanto.
Aveva sentito tutta la chiamata. 
Elena non si meritava di dover sopportare un peso così grande sopra le spalle, non si meritava di dover sopportare l'egoismo di qualcuno.
"Ehi" si appoggiò allo stipite della porta.
"Non posso crederci Elijah! L'ha fatto veramente, ha spento i suoi sentimenti... la sua umanità... quella parte di lui che valeva la pena amare!" 
"Non è colpa tua Elena." 
"Non merito di essere amata, faccio del male a tutti." 
Avrebbe voluto dirle che si meritava tutto l'amore e l'affetto di questo mondo ma quello che fece fu limitarsi a stringerla in un altro abbraccio pieno di sincerità e conforto.

Elena era nel suo letto insieme a Elijah che alla fine aveva deciso di restare in camera della ragazza e ora le accarezzava leggermente i capelli.
"Sei sveglia?" domandò.
Qualcosa simile a un brontolio uscì dalla bocca di Elena. "Dove andrai dopo l'Italia?" chiese Elena.
"Avrei intenzione di andare negli Emirati Arabi: Dubai, Abudhabi..."
"Deve essere magnifico lì..." 
"Potrei sempre avere una compagna di viaggio..." 
"Elijah, mi sono appena trasferita." 
"Non parto mica domani Elena. Starò qui ancora per un po'... Potrai pensarci su."
"Perché sei qui, in Italia?" ancora quella domanda.
L'uomo ci pensò qualche secondo prima di rispondere un flebile per te che alle orecchie di Elena non scappò.

  
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