- « I can't remember a thing, it wasn't until later,
- when i was washing the blood off my hands,
- I even knew they were dead. »
- « Conobbi mio marito in un modo non proprio... casto. Io ero una ballerina in uno strip-club, uno dei più famosi del mondo magico, e Blaise era un cliente abituale: veniva lì tutti i sabati sera, lanciava un po' di monete sul palco, ordinava da bere e poi mi pagava per seguirlo nel privè. "Sei la mia preferita", diceva quando finivamo. "Troverò un modo per farti uscire da qui", ripeteva, dando per scontato che odiassi il mio lavoro. Comunque, un modo lo trovò: sposandomi.
- « Lui era un ricco figlio di papà, io un arrampicatrice sociale: mai esistita coppia meglio assortita! Cercai di convincerlo a mettere i soldi per un progetto che mi svolazzava in testa da un po' di tempo, e, con molta difficoltà, riuscii a farmi finanziare. Così io e mia sorella Daphne partimmo per una tournèe nei migliori teatri, Babbani e non, mettendo in scena uno spettacolino acrobatico, e lui venne con noi.
- « Facevamo venti numeri acrobatici di fila: uno, due, tre, quattro, cinque, spaccata, aquila ad ali spiegate, doppio salto mortale, flip-flop uno dietro l'altro. Eravamo perfettamente sincronizzate e ci mettemmo poco ad essere conosciute in tutta Inghilterra. Avevamo spettacoli ogni sera, con incassi record e un pubblico che ci adorava.
- « Non andava tutto perfettamente, però, tra di noi. Io e mia sorella litigavamo spesso per decidere chi dovesse fare questo o quel numero, entrambe vogliose di essere l'unica al centro dell'attenzione del pubblico, e mio marito sembrava aver ripreso il vizietto che lo spinse a sposarmi. O, più probabilmente, non l'aveva mai abbandonato.
- « Una notte prima dello show ci trovavamo al Cicero, un hotel lussuosissimo poco distante dal teatro dove ci saremmo esibite il giorno dopo. Eravamo solo noi tre, bevendo e divertendoci come non accadeva quasi mai. Finimmo il ghiaccio, e io scesi alla reception per prenderne dell'altro. Quando tornai su, trovai Daphne e Blaise che facevano il numero diciassette sul mio letto: l'aquila ad ali spiegate. Lanciai loro un Sectumsempra, solo per ferirli, e poi ci fu un blackout totale nella mia mente.
- « Ecco, ero in uno stato di shock totale che non riesco a ricordare niente. Solo mentre mi stavo lavando il sangue dalle mani, capii che erano morti. »
Astoria: Cicero