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Autore: Midnight__    08/03/2015    0 recensioni
Alexandra J. Douglas, adolescente che frequenta la Middelton High School, ha solo un problema: è pazza.
Parla con Luke Hemmings, ma lui non c'è.
Cosa potrebbe succedere se un giorno, invece, Luke sarà proprio lì, davanti a lei?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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0.1


"non so se è pazzia o genialità."
"Impressionante quanto spesso questi due tratti coincidono..."
- Pirati dei Caraibi (la maledizione della prima luna).


«Alexandra! Ma sei pronta? E' da venti minuti che ti aspetto! Dobbiamo andare dallo psicologo!» mia madre urla dal piano di sotto, ma io faccio finta di non averla sentita, non voglio andare da uno stupido strizza cervelli per farmi dire che sono pazza.
Non lo sono. Luke dice che non lo sono.
«La smetti di tirarti i capelli? Ti fai male, stupida.»
Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna: il biondino è seduto sul mio letto che mi fissa.
Sospiro leggermente e mi volto verso di lui, accarezzando piano i poveri capelli che ho torturato fino ad ora.
«Almeno non penso a quella stronza di mia madre che vuole mandarmi da un coglione patentato a farmi dire che tu non esisti! Che sei frutto della mia immaginazione!» lo vedo storcere la bocca alle mie parole e così mi vado a sedere accanto a lui, vorrei sfiorarlo, toccarlo, abbracciarlo, ma è difficile, impossibile.
Appena allungo una mano lui sparisce, oppure, lo trapasso completamente, come fosse un fantasma!
«E se sono frutto della tua immaginazione, fa qualche problema, Alex?» sussurra piano sfiorandomi i capelli con le sue dita.
Perché lui può toccarmi e io non posso?
Scuoto piano la testa e lui mi alza il viso, facendo incontrare i nostri occhi.
«Io esisto, fidati di me, lo fai da anni, non smettere ora.»
Annuisco e lui, come per magia, svanisce nel più completo nulla.
Prendo la cartella con le cose di musica e corro giù dalle scale, come se stessi facendo ritardo ad un appuntamento con Robert.
Mia madre sbuffa sollevata e mi afferra per il polso trascinandomi in auto.
Picchietto nervosamente le dita sul finestrino prima di slacciare le cuffie e attaccarle al cellulare, per ascoltare la mia musica e non quella merda che passa la radio.
Sospiro non appena mamma si ferma davanti ad un grande edificio azzurrino.
"Alex, calmati, un'oretta passerà veloce, sei forte, tieni la testa alta a tutti."
Penso, mentre entro nell'edificio a passo svelto: prima quella tortura sarebbe finita, prima sarei andata a musica.

«Alexandra, vieni pure» lo psicologo mi sorride mentre spalanca la porta per farmi entrare, io non ricambio.
«J. Douglas e mi dia del lei, non siamo amici, o conoscenti, e non mi sta simpatico» dico decisa mentre mi siedo.
Sento la risata di Luke farsi viva nella stanza e ridacchio anche io senza accorgermene.
«Come mai ride?» chiede l'uomo venendo a sedersi difronte a me.
«Nulla, pensavo ad una vecchia cosa» sussurro stringendomi nelle spalle.
Luke viene a sedersi accanto a me, e mi accarezza dolcemente la mano, rassicurandomi.
«Stai tranquilla, è solo un coglione, okay? Io sono qui» mormora piano prima di lasciare un bacio sulla mia guancia.
Sorrido e socchiudo gli occhi, cercando di non badare al biondo, perché seriamente, mi avrebbe mandato in un ospedale psichiatrico se avessi continuato a rispondergli.
«Mi racconti un po' di lei, signorina.»
Sbuffo.
«Non c'è molto da sapere.»
È così, spero di aver chiuso il discorso, ma no.
«Chi è Luke?» mi chiede, e io sospiro.
«Digli che sono... Nessuno! Non dirgli di me Alex, stai attenta!» mormora il biondino e io alzo lo sguardo verso lo psicologo.
«Luke?» chiedo allora, facendo finta di non aver mai sentito quel nome.
«Luke» ripete allora lui e io scuoto le spalle a segno di 'non lo so'.
«Alexandra... Sai vero che è solo frutto della tua immaginazione, che non esiste?»
Mi mordo con forza il labbro, si facesse i cazzi suoi e non si intromettesse nella mia vita.
Non rispondo.
«Io esisto!» urla allora Luke e io sussulto, alzando lo sguardo nella sua direzione: davanti alle finestre.
«Guarda Luke? Ma Luke non c'è J. Douglas.»
Stringo le mani in pugni e sono tenta dall'andarmene via.
Socchiudo gli occhi e c'è solo casino...
Lo psicologo vuole convincermi che Luke non c'è, continua a sussurrare cose senza senso e Luke continua ad urlare e urlare che non è vero.
Sto impazzendo.
Mi porto le mani fra i capelli e scuoto velocemente la testa, nessuno sembra darmi retta, nessuno sembra capire.
«FINITELA!»





NdA:
Questa è la prima parte, noiosa direi, lo ammetto, è come sempre era meglio nella mia testa... Spero che comunque possa piacervi e boh, mi lasciate un commentino con ciò che pensate? Vi prego cc

xx

(Tanti baci dal mio tigrotto che non so se visualizzate... -» 🐯)



   
 
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