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Autore: CassidyBlack    08/03/2015    1 recensioni
"Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona."
1977. Ultimo anno per il malandrini. Ultimo anno per James e Lily, per Sirius, per Remus, per Minus, Per Alice e Frank. Ultimo anno per Leticia, per scoprire se stessa e cosa vuol dire stare accanto ad un uomo dai mille volti, fragile e forte allo stesso tempo, dal costante sorriso da buffone, ma un cuore d'oro nascosto sotto un cumulo di macerie, invisibile oltre quegli occhi argentei da sognatore.
Ultimo anno prima di affrontare il mondo reale, con le sue paure, i suoi tormenti e le sue tragedie, per strare insieme mano. Perche l'amore non si sceglie e non si comanda, ma perdona colui che non viene ricambiato e ne rende puro il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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4. Una buona ragione per odiare S. Black.

Il sole autunnale che batteva insistenze oltre la superficie vetrata e andava gentile a scaldare la pelle delle mie gambe rannicchiate contro il mio petto coperto da una maglietta a maniche corte ma decisamente troppo grande per me tanto da arrivarmi alle ginocchia, spendeva silente oltre il vetro del dormitorio delle ragazze del settimo anno, li nella torre dei Grifondoro che aveva fatto da scenario a tanti segreti bisbigliati fra cioccolate e caramelle tutti i gusti più uno. Per chi come noi conosceva il freddo della Scozia e il suo tempo variabile e altalenante almeno quanto il mio carattere, svegliarsi con una giornata di sole era qualcosa di speciale, o almeno fuori dall’ ordinario. Sentivo i raggi che, gentilmente mi accarezzavano i capelli, e mi perdevo in quel paesaggio sconfinato che si estendeva sotto i miei occhi, oltre quella finestra appena aperta. I miei sensi si erano amplificati durante il corso della notte, anche perche non ero riuscita a prendere sonno e, pur di non perdere tempo, ne avevo approfittato per fare un giro notturno, senza uscire però dalla sala comune, sebbene fossi rimasta tutta la notte con orecchie, baffi e coda. Era stato un consiglio dello stesso Silente, una delle prime volte che ipoteticamente aveva notato una mia certa capacità. Sarebbe stato meglio, secondo il suo ipotetico punto di vista, che evitassi di scorrazzare per il castello in quella forma, anche perche, secondo lui occhi attenti potevano sapere dove mi trovassi. Ho sempre pensato che parlasse dei quadri, anche perche oltre a loro, nessuno poteva sapere di quello che facevo o non facevo. Chiaro, il tutto era diverso quando si trattava di assicurarmi che le notti di luna piena trascorressero tranquille, allora, dopo che i ragazzi uscivano, era mio compito seguirli e spiarli da oltre un vetro di quella casa sgangherata. Non fraintendete, non era mancanza di fiducia, o paura che le situazioni sarebbero potute evolvere in maniera ehm… pericolosa. In fondo nella mia forma felina non avrei potuto fare granché. Ma, secondo il preside, era meglio che quei quattro avessero un piccolo angelo custode a…. parargli il culo. E io avevo già dato il mio contributo, anche la settimana scorsa. Di fatti nel giro di qualche sera Peter era tornato come nuovo, ossia il solito scassa boccini senza il minimo ritegno, tanto che non si era preoccupato nemmeno di ringraziarmi. A quello ci avevano pensato gli altri tre. Anche Sirius era stato educato, o meglio, ci aveva provato prima di passare una mano sul mio fianco ed essere schiantato da Lily. Invece James ci aveva messo davvero impegno, soprattutto con la rossa che, sebbene non lo ammettesse, aveva apprezzato quelle parole gentili. Ma giustamente lui era stato snobbato con il solito “Potter” e il tutto si era concluso li. E io e Sirius non ci eravamo più parlati, se non chiaro, per offenderci a vicenda.

I pedini scalzi stavano a contatto con il tappeto che posava sulla nicchia sotto la finestra, mentre osservavo l’esterno cercando di schiarirmi le idee. C’era qualcosa che non andava in me. Per forza, non potevano esserci altre spiegazioni che non includessero una qualsiasi pozione d’amore.  Forse dovevo aver picchiato forte la testa senza rendermene conto, o aver sbattuto contro uno dei quattro pilastri in legno del letto a baldacchino e di colpo ero diventata cretina. Si, poteva essere una buona spiegazione, quanto meno accettabile dalla parte più razionale di me. Senza rendermene conto mi ritrovai a mordicchiarmi il labbro e a passare le dita fra i capelli proprio dove qualche giorno prima il suo naso aveva ben pensato di annusarmi. Cane. Il suo lato animale stava prendendo il sopravvento senza che se ne rendesse, anche perche annusare le persone non è normale, almeno non per me. Forse avrei dovuto parlarne con la McGranitt. Lei di certo era la persona più competente in materia e ipoteticamente, era stata anche la donna che mi aveva consigliato di leggere questo piuttosto che quel libro, quando avevo iniziato il processo di mutazione. Spesso, quando non ricopriva il ruolo di docente, prendeva le sfumature di una mentore, capace di spalleggiarmi nelle situazioni di difficoltà. Questo non toglie che, quando ci fosse da dare punizioni, fosse gentile. Dura come un sergente dell’ esercito, ma anche materna. Le sue vittime preferite erano di certo i Malandrini e loro avevano di certo una passione per quella stanza delle punizioni. Mi ritrovai a sorridere fra me e me, pensando all’ ultima volta che li vidi abbandonati sui quei banchetti da scolari del secondo anno, decisamente troppo stetti perche si trovassero a loro agio e osservati da occhidilinceMcgranitt. E di nuovo la mia testa tornò a Sirius, o meglio ai suoi occhi.
-Ma che!?- feci, scotendo la testa, sconvolta da me stessa, scendendo di colpo da quella mia posizione privilegiata e andando ad infilarmi nel letto di Lily che, ignara, dormiva serenamente. O almeno faceva credere. I miei piedi freddi trovarono presto i suoi caldi, mentre i miei capelli neri si mescolavano ai suoi boccoli rossi. Me l’ero trovata un sacco di volte infilata nel mio letto, ogni qual volta qualche cretino desideroso di morte provava a sedurla in maniere poco galanti o James le dava da pensare. Forse fu il contatto con le mie lastre di ghiaccio che la fecero mugugnare, battere assonata le lunghe ciglie ramate e volgere il capo verso di me. Potevo contare con esattezza il numero delle sue lentigini.
 
-Mmm… Leti che c’è? - mi fece, trattenendo uno sbadiglio. –Oggi abbiamo solo lezione dopo le dieci, perche non dormi?- chiese ancora, tentando di riappisolarsi.
-Mi chiedevo perche non siamo ancora in biblioteca a studiare.- le risposi, affossando maggiormente la testa nel cuscino. Parlare con Lily in questo stato aveva sua un pregio che un difetto. Il difetto era che, principalmente, non era cosciente di quello che diceva. Il pregio invece era che non si ricordava mai niente di tale conversazione. Ma sapevo che con le mie ultime parole, l’avrei di certo svegliata, anche perche al solo nominare la biblioteca una lucina dentro di lei si accendeva. E di fatti scattò sull’ attenti, mettendosi a sedere. Portava una comune camicia da notte, decisamente troppo femminile per me, ma magari vedermi con quella cosa sarebbe piaciuto a Sir…?! Di nuovo!!!
-Si effettivamente dovremmo andare in biblioteca… meglio sfruttare tutte le ore a nostra disposizione. Ci vestiamo?- il bradipo che si era impossessato di lei era stato velocemente soppresso, mentre io rientravo nel tunnel della mia crisi esistenziale. E forse la mia amica notò quel mio momento di disorientamento, o meglio, le mie pesanti occhiaie sotto gli occhi, perche ritornò a coricarsi e ci tirò sopra la coperta.
-Va tutto bene? - mi chiese cautamente, studiando la mia espressione con quei grandi smeraldi che mi studiavano.
-Si, credo solo di aver fatto indigestione… -dissi abbassando lo sguardo e grattandomi un poco la tempia.
-Ieri ho passato tutta la notte in giro, perche non riuscivo a prendere sonno. – Le spiegai, ammutolendo.
Lei annui appena, stropicciandosi gli occhi. –Sai, Potter mi ha chiesto se, dopo questa luna, mi va di andare ad Hogsmeade con lui… - mi fece disarmandomi totalmente. Il modo in cui diceva questo genere di novità con tale semplicità era preoccupante. Io invece scattai sull’attenti come una molla. Pensare ai casini di Lily era meglio che pensare ai miei, ovviamente.
-E tu che gli hai detto?- chiesi, puntandola con le miei iridi castane.
-No, ovviamente-
-Ma Lily, quel ragazzo è disperato. Lui...- tentai prima di venire interrotta.
-E’ solo un pallone gonfiato, tutto qui. Un arrogante ragazzino che crede di poter incantare il mondo. Un bambino troppo cresciuto che non vuole accettare il fatto che dall’anno prossima sarà un adulto e che non si rende conto di quello che gli succede intorno…- sapevo che era molto categorica e risoluta quando si parlava di lui e io non ero ancora riuscita a farla schiodare da quell’ idea.
-Però se consideriamo il suo atteggiamento nei confronti di Rem… quanti avrebbero fatto una cosa cosi per un loro amico?- e nel mio profondo non mi riferivo solo a James, benche lui fosse il lider di quella combriccola.
-Non vuol dire niente… anche tu sei diventata come loro per aiutarli.-
-Lily sta cercando di mettere la testa a posto, dai… ieri abbiamo parlato dello scorso numero della Gazzetta. Era molto concentrato. E poi l’hai visto anche tu, sta smettendo di fare scherzi a tutti quanti e aiuta pure quegli degli anni più piccoli.- dovevo dare una mano a quella povera anima pia di James Potter. Era mio dovere come amica.  –Secondo me dovresti dargli una opportunità…- le feci, prima di portare fuori la testa da quella coperta.
- Forse. Sai quanti problemi mi ha dato quando ero amica di… Severus.- Era da tanto che non sentivo quel nome pronunciato dalla sua voce. Forse due anni erano passati dall’ ultima volta, quando aveva avuto il coraggio di chiamarla “sudica mezzosangue” e se allora non lo schiantai fu perche venni preceduta dalla bacchetta di James. I suoi occhi per un momento si erano incupiti e non potei che sentirmi in colpa per aver portato la nostra conversazione ad toni che non avrei dovuto toccare. Comunque presto lei si affrettò ad aggiungere -Ma anche tu dovresti pensare a Sirius.- I miei occhi si spalancarono di botto. Che cosa stava dicendo? Com’era possibile che la mia amica pensasse queste stupidaggini? Coff.
-Non so di cosa tu stia parlando. Io Black non lo sopporto… è un pallone gonfiato e…- mi resi conto che mi ritrovavo a dire tutte le cose che in precedenza la stessa Lily mi aveva propinato per scollarsi Potter di torno.
Ma io a differenza sua avevo qualche asso nella manica. - Lui si diverte ancora a fare scherzi, e per di più… è andato a letto con tutta la scuola. - non so perche dire queste ultime parole mi fece per un momento stringere lo stomaco e mi costrinse a voltarmi verso la finestra, scendendo definitivamente da quel letto e andando a frugare nel mio baule per cercare la mia divisa.
-Ah si, quello è vero… si dice che ultimamente stia con quella ragazza dei serpeverde. Come si chiama… Magdalene?- mi fece lei, seguendomi fuori dal materasso e cercando il pettine per districare quella matassa di capelli rossi.
Io non aggiunsi altro ma mi limitai a cercare la mia divisa scolastica.
 
Magdalene Periwinkle. Il suo alterego in gonnella. Una facile, ma di classe. O almeno cosi veniva definita dalle voci che giungevano nel dormitorio femminile. Non so perche, ripensando a quel succhiotto non pensai a lei quella sera. Di certo era passata prima di me e aveva lasciato un marchio indelebile. Ma sinceramente non volevo che me ne importasse molto, o meglio lui era libero di fare quello che gli pareva e quello che era successo fra di noi, o che sarebbe successo se Peter non si fosse fatto male, non sarebbe stato niente in confronto, e magari anche dovuto al fatto che lui aveva bevuto un po di più.
Mi infilai una gonna, sotto i collant, abbottonandomi la camicia e sistemando sulle spalle una giacchina. Ritirando poi i capelli in una coda alta.
-Credo sia lei.- mi ricordai di rispondere dopo una decina di minuti mentre Lily come me, finiva di sistemarsi, mettendosi meglio le trecce che in fretta e furia era riuscita a comporre.
-Mmm…- non approfondimmo più di tanto quella conversazione, anche perche per quanto mi riguarda ero già andata troppo affondo. In ogni caso, posai lo sguardo sul calendario, notando che durante questa settimana, esattamente questo mercoledì, ci sarebbe stata la luna piena. Meno di due giorni per prepararci psicologicamente al tutto. – Fra poco ci sarà il periodo di luna piena…- feci notare anche all’altra, indicando il calendario.
-Si, Rem mi pare gia abbastanza provato, ha due occhiaie pesanti ed è diventato più pallido. Sembra come al solito malaticcio. Pensi stia gia passando le notti nella Stamberga Strillante?- mi chiese lei, sedendosi sul materasso e riallacciandosi gli stivaletti.
-Probabile. Normalmente va li qualche sera prima, per sistemare alcune cose. Ricordi quando li scoprimmo? - le feci, imitandone le movenze.
-Gia… quella sera rischiammo di brutto, non tanto perche si era dimenticato di prendere l’antidoto che il professore stava testando, ma perche i ragazzi erano davvero infuriati. Mi dispiacque un sacco, anche perche poi, parlando con lui scoprii che non voleva coinvolgere nessuno. Mi chiedo come ancora oggi non abbiamo capito che la notte li segui.- mi fece lei, scuotendo il capo. Avevo affinato le mie tecniche con il tempo, ma ormai mi ci ero abituata.
-In ogni caso Alice non è ancora tornata!- le dissi ridacchiando e indicando il letto intatto della nostra compagna di stanza. E proprio in quel momento un esemplare di Alice selvatica fece la sua comparsa, con uno sguardo sognate, e gli occhietti appagati, con quella zazzera corta e il visetto ovale che la rendeva più simile ad un folletto che altro.
-Parli del diavolo…- fece Lily, andandole incontro con le mani stette a pugno sui fianchi. –Alice ti sembra questa l’ora di tornare?- disse serissima, facendo scoppiare me e la moretta in una risata divertita.  Il modo in cui Lily imitava Minerva McGranitt era magistrale, e avere una compagna di stanza che passasse la maggior parte delle notti con il suo ragazzo piuttosto che con noi, ci rendeva più semplice parlare di certe cose. Frank poi, per quanto sembrasse uno scapestrato con quei capelli a spazzola che più di una volta avevo minacciato di rasare, era un bravo ragazzo e sapevamo che trattava Ali con i guanti, e mai e poi mai l’avrebbe fatta stare male. Era un po l’esemplare di uomo in età da moglie che tutte desideravamo, o quasi.
-Ragazze è stato fantastico… Frank mi ha portato nell’aula di divinazione e li…- gia si stava mettendo a raccontarci delle sue avventure.
-Ferma ferma ferma… non raccontare niente, non voglio sapere quello che fate tu e Frank li, soprattutto perche poi abbiamo lezione.- le dissi, arricciando il naso scherzosamente, contenta comunque che la mia amica avesse una buona persona al suo fianco.
-Ah ok… allora tutto quello che ti serve sapere è di non sedersi al tavolino numero tre.- commento lei, prima di sparire oltre la porta del bagno.
Io e Lily ci guardammo esterrefatte e solo una manciata di secondi dopo scoppiammo a ridere. Alice aveva il raro dono di mettere un po di vivacità e brio dove non c’era. Anche per questo stava simpatica a molti, e molti apprezzavano la sua compagnia. Soprattutto noi due che stavamo diventando dei mollicci musoni.
Infilai la bacchetta dentro il cinturino e dopo aver avvisato Ali che saremmo scese a fare colazione, ci incamminammo lungo la scalinata, arrivando cosi in una sala comune, gremita di studenti del quinto e stesso anno che, chiassosamente si affollava intorno ad una figura tutta intenta a raccontare qualcosa. Prima che potessi avvicinarmi mi sentii afferrare per un braccio e voltandomi incontrai le iridi color miele di Remus.
 
Era vero, aveva un’aria particolarmente provata. Scavato sotto gli occhi e con un leggero accenno di barba che non aveva rasato. Mi guardò per un momento con un’allarmante serietà, per poi lasciare che il suo viso si distendesse in uno stanco sorriso e che la mano che prima era stretta intorno al mio avambraccio, scese a cercare la mia mano. Questo suo atteggiamento per un momento mi allarmò, tanto che dolcemente andai ad accarezzare i suoi ciuffi castani. Molti nel castello credevano che fra me e Remus ci fosse di più di quell’amicizia speciale che ci distingueva dalla massa, perche spesso eravamo l’uno l’appoggio dell’altro. Ma lo avevo visto sempre come un amico, sebbene, forse, mi sarebbe convenuto innamorarmi di uno come lui.
-Passata una pessima nottata?- gli chiesi, ricevendo semplicemente un grugnito che mi fece sorridere.
-Non mi posso lamentare, per ora… -parlavamo a bassa voce in modo tale che non ci potessero sentire, vicini al punto tale che mi toccava volgere il capo verso l’alto per guardarlo in viso. Ma non era alto come Sirius. Non ci arrivava nemmeno per sbaglio.
-Come mai c’è tanto chiasso cosi di mattina?- Lo vidi storcere le labbra, spostando lo sguardo verso quel cerchio che si era andato a formare e nascondeva due figure a me note. Da dietro le spalle di Rem intravidi la figura di James.
-Buongiorno Lunastorta… - lo salutò, dandogli una pacca sulla spalla, beccandosi un’occhiataccia da parte mia.
-Ah Leti… non ti avevo visto, scusa. Sai dov’è Lily?- lo osservai esterrefatta, scuotendo un poco il capo.
-Non demordi mai te! E’ la giù a parlare con dei primini su come affrontare le lezioni di pozioni. – gli risposi indicando con il mento la rossa che, per Merlino che i miei occhi diventino storti, stava guardando proprio James e vedendosi scoperta aveva di colpo voltato il capo.
Avvertii la risata gutturale di Remus farsi largo vicino al mio orecchio, mentre lanciava un’occhiata complice all’amico.
-Ehm… allora io vado.- disse Ramoso, avviandosi verso Lily e prendendo in braccio qualche libro di quello che lei leggeva, beccandosi cosi qualche insulto e forse, forse un grazie.
-Dici che ce la faranno ad arrivare a fine anno illesi? – domandai a lui, lasciando la presa della mano. Remus alzò impercettibilmente la linea delle spalle scuotendo appena il capo.
- Chi lo sa... magari si -  mi rispose, ritornando ad osservare la calca che nel mentre era cresciuta di numero e si dilettava in “OOOOH” d’ammirazione. Incuriosita mi feci largo fra la folla, seguita fedelmente dall’ ombra di Lupin, mentre sgomitando a destra e a manca mi ricavai un cantuccio fra due del quinto anno. E allora lo vidi.
 
Seduto su una poltrona in pelle,  con una gamba poggiata sul bracciolo e l’altra a penzoloni, altamente senza camicia e con un aria di soddisfazione. Sirius Black. Non potei che non notare il fisico marmoreo ma non esagerato, tonico al punto tale da esaltare i bicipiti, i pettorali, la leggera ombra di addominali e quella leggera peluria che partiva dall’ ombelico sfiorando i pantaloni. Ma non era di certo questo quello a cui dovevo pensare, perche dopo una seconda occhiata potei notare il perche di tanta esaltazione da parte di quei cretini degli altri anni. Buona parte del suo corpo era cosparso da chiazze rosse e violacee e piccoli morsi che mostrava con soddisfazione ai presenti, acclamato da un Peter Minus che esaltava la folla.
Il mio sopracciglio destro si inarcò al punto tale che avrebbe potuto scavare un solco nel soffitto, mentre coglievo qualche pezzo di quel racconto.
-… e poi siamo andati nella stanza delle necessità, perche lei aveva proprio bisogno di farmi tutte queste cose. Non vedeva l’ora ragazzi, letteralmente, che iniziassi a giocare con quella pelle deliziosa… certo se si fosse fatta la ceretta prima… - fui l’unica a non ridere, insieme a Remus sui suoi commenti riguardo all’ ultima conquista del bastardo che ci stava davanti.
-Ricordami perche sei amico suo Rem…- gli feci cercando di resistere dal schiantarlo.
-Vorrei saperlo anche io.- mi rispose lui, proprio quando Peter notò il licantropo accanto a me.
-RemusRemusRemus! Hai sentito vero, hai sentito cosa ha fatto Sir? Quella del quinto anno non vedeva l’ora… e…- lo fulminai con uno sguardo e probabilmente fece effetto perche si zitti di colpo. Sirius notandoci pensò bene di rimettersi composto e rifilarsi la camicia, per poi alzarsi e venirci in contro.
-Ragazzi, vi stavate divertendo? - fece lui, lasciando quella camicia aperta, passandosi una mano fra i capelli e sorridendomi provocatore. Io di mio non dissi niente, anche perche tutto quello che mi veniva in mente erano parole poco carine che volentieri avrei evitato di dire in pubblico.
-Sirius sai che certe cose non si dicono vero?- lo canzonò Lupin, scuotendo il capo e dandogli una spintarella. –Fai certe bravate mentre io sono via.- aggiunse passandosi una mano fra i capelli.
-Scusa amico, la prossima volta ti avvertirò.- rispose lui, tornando a guardarmi come faceva di solito. – Non dici niente Leticia? Ti ho tolto il respiro? – cazzo, ma voleva davvero essere lanciato fuori dalla finestra? Togliere il respiro a me?! Si ok, forse in una circostanza diversa ci sarebbe anche riuscito, ma non oggi.
-Stavo pensando a quanto tu sia porco Black. –sputai cosi la mia dose di veleno mattutino, alzando appena l’angolo del labbro sinistro, leggermente schifata.
-Ah, sai che ogni cosa che dici è un complimento per me?- mi fece ancora, beandosi di quel pubblico che ci ammirava. Un animale da palcoscenico, ecco cos’era. Se aveva tutti gli occhi puntati addosso lui era la persona più felice del mondo.
-Vai a farti fottere.- sentenziai, prima di allontanarmi a grandi passi, seguita da Lily che, vedendomi andare via cosi torva ebbe la brillante idea di seguirmi, lasciando James con un’espressione esterrefatta.
Il ragazzo di colpo si voltò a fissare l’amico ancora mezzo nudo che osservava il punto dal quale eravamo uscite. –Ma bravo Felpato, bravo. Ero a un tanto cosi da convincerla a studiare insieme. E tu mandi all’ aria tutto. Mi spieghi come fai, per le mutande di Merlino? Dannazione!- disse l’occhialuto, muovendosi a grandi falcate verso l’amico.
-E rivestiti per piacere, che non serve a niente. Tanto Leti è andata via.- lo rimproverò ancora il cervo.
-Avete visto come mi ha guardato? Mi sbavava addosso… -rispose quello, prendendo ad abbottonarsi la camicia.
-Si, certo.- rispose Remus, dando una pacca sulla spalla ad entrambi. –Non lo capite che cosi con loro non funziona?- fece ai due, scuotendo il capo, stanco e provato. – Questa di certo non è una tecnica che puoi usare con Leticia, Sirius. – lo rimproverò il licantropo.
-Sarà Lunastorta; so solo che quando mi manda la diavolo mi fa impazzire. -rispose lui beffardo, sfoderando uno dei suoi ghigni malefici - In ogni caso la scommessa e ancora valida, e io non ho intenzione di ritirarmi. Ricordati che dovrai offrire da bere a tutti per un mese. E dovrai far felice una mia amica dei Corvonero… intesi?- disse quello, prima di prendersi una gomitata nello stomaco da Rem. –Intesi.- rispose lui, con un’espressione seria e preoccupata, mentre risalivano le scale del loro dormitorio per andare a cambiarsi.
-Pronti per mercoledì?- chiese James mettendo una mano intorno al collo grassoccio e giallino di Peter, mentre dall’ altro lato della scuola io pensavo a come far cadere Sirius dalla scopa.

Angolo dell’ autrice.
Non so cosa dire di questo capitolo se non che faccio il tifo per Lily e James e una idea malsana sta nascendo riguardo a Remus, che ho tanto adorato stendendo questo pezzo della storia. Ditemi se è piaciuta pure a voi o se invece non vi è piaciuta per niente, o se avere qualche idea o cose cosi <3 a me fa sempre piacere <3 Baciozzi.
-CB
  
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