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Autore: blackings    08/03/2015    1 recensioni
Dal capitolo 8:
«Scorpius, sconvolto dal racconto, non sapeva che fare: non aveva mai visto il padre così apparentemente fragile e impotente, e penava per lui come per le ragazze.
“Cosa possiamo fare?” chiese quando l’uomo si fu ripreso e, rindossata la sua maschera di padre autorevole e imperturbabile Malfoy, si andò a versare il terzo cicchetto di whisky.
“Non possiamo fare nulla, Scorpius”
“Ma ci dev’essere qualcosa che risolva tutto! Padre, dovete aiutarle! Dobbiamo aiutarle!” gridò scattando in piedi e afferrando il braccio del padre. Draco, sconvolto, gli tirò uno schiaffò in pieno viso, facendolo retrocedere. Il ragazzo stava quasi per barcollare e cadere a terra, quando il padre lo afferrò e lo strinse a sé. Che cosa stava facendo? Allontanava persino suo figlio, che gli chiedeva aiuto non per sé, ma per le sue sorelle? L’immagine di una Hermione Granger torturata gli attraversò la mente, e non riuscì a reprimere le lacrime. Reprimeva persino suo figlio, pur sapendo che presto gli sarebbe rimasto solo lui.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 16: I Malfoy non chiedono pietà.
 
 
 
 
Intanto, al Manor
 
Ron camminava su e giù per la stanza che gli era stata assegnata, accecato dall’odio, lanciando schiantesimi a destra e a manca sordo alle urla della sorella Ginny, accorsa sotto richiesta della figlia.
“Ron, apri questa porta, cazzo, parliamone! Mi spieghi che diamine è successo?”
“HO SPOSATO UNA LURIDA SQUILLO, ECCO CHE SUCCEDE!” urlava il Grifondoro oltre la porta con rabbia.
“Ron, ti prego, apri! Apri o chiamo George, e vediamo come ti fa uscire in quattro e quattr’otto!”
L’uscio si schiuse con stizza e ne emerse una montagna d’uomo di un metro e novantacinque di muscoli, una cespugliosa zazzera rossa appena brizzolata, un paio di occhi azzurro slavato e un viso contratto dalla rabbia e dal dolore. Ginny riusciva a ricordare solo un’altra volta in cui l’aveva visto così arrabbiato, ed era stato quando il nome di Harry era stato estratto dal Calice di Fuoco. Suo fratello non era un tipo iracondo, testardo sì, e anche possessivo, ma non capace di provare odio per qualcuno. O almeno così credeva, prima di allora.
“Posso entrare?” chiese con tono permaloso. Ron si allontanò dalla porta per farla passare e la guardò riparare i danni fatti alla camera con un colpo di bacchetta. Ginny si sedette sul bordo del letto a baldacchino e gli fece segno di accostarla; il fratello le andò vicino e, sedendosi con sgarbo, cominciò ad armeggiare con un sigaro che aveva in tasca.
“Ora puoi dirmi che succede?”
“Rose è posseduta da quella lorda troia della Lestrange perché è stata stuprata da Malfoy”
Ginny, che aveva ricevuto una descrizione decisamente più attendibile dalla figlia, sorrise bonaria, come si farebbe con un bambino testardo alla materna, e chiese calma “Non ti passa nemmeno per l’anticamera che forse Rose non è stata stuprata, che forse ama quel ragazzo, vero?”
“E come sarebbe possibile? È una Weasley, una Grifondoro! Quello è un lurido conservatore Serpeverde, odiante dei Mezzosangue!”
“Ti ricordo che è già successo, in passato, Ron” lo riprese con un sorriso carico di malinconici sottintesi.
 
Hogwarts, Stanza delle Necessità
 
“Ci serve un catalizzatore, e l’unico posto dove possiamo trovarlo è qui” disse Harry, che, arrivato da poco con una buona idea, stava spalancando le ante del portone impolverato che era comparso davanti a lui sul muro del corridoio.
“La Stanza della Necessità?” chiese Draco perplesso, entrando nella camera buia e carica di oggetti ammassati che non vedeva dal suo settimo anno.
“Esatto” annuì Harry facendo spazio e appellando un tavolo e tre sedie “Madame” disse galante a Hermione avvicinandogliene una. La donna si sedette e, estasiata, continuò a guardarsi intorno: erano passati tantissimi anni, ma il fascino di quel luogo suscitava in lei le stesse emozioni.
“Parla, Potter: che cosa cerchiamo?” chiese pragmatico Draco.
“Dobbiamo evocare un incantesimo di localizzazione, e Merlino solo sa quanto è difficile localizzare i fantasmi: serve un oggetto magico che faccia come catalizzatore della magia e la forza di più di un mago. Dal catalizzatore si leverà un fascio di luce che, in notturna, ci porterà da Bellatrix”
“Perfetto, cosa usiamo?” domandò Malfoy stiracchiandosi sulla sedia.
“Non ho idea… Hermione?” chiese Harry prima che l’amica estraesse dalla fantomatica borsa a perline il medaglione di R.A.B.
“Tu sei completamente pazza!” inveì Harry per niente ironico “Sai cosa significa? Quel maledetto coso potrebbe succhiarci via tutta l’energia magica e creare Dio solo sa quali allucinazioni! Non ricordi cos’è successo l’ultima volta? Ron stava per morire, per Merlino!”
“Harry, è l’unico modo!” rispose Hermione in punto di lacrime.
“Alt alt alt, qualcuno vuol spiegarmi cos’è quel ciondolo?” sbottò Draco.
Quel ciondolo” rimarcò Hermione “È uno dei sette horcrux di Lord Voldemort da noi distrutto”
 
La mente di Rose
 
“Non resisterai a lungo, lurida bastarda!” urlò Scorpius dall’angolo in cui era legato “Tu sei morta!”
Una risata malefica precedette le parole taglienti “Si darebbe il caso, Scorpius, che io stia prendendo la forza proprio dalle vostre menti elette… voi non resisterete per molto!”
“Tu sai che non è vero!” urlò Scorpius privato delle sue convinzioni fissando la Rose stesa, sempre più blu, davanti a lui.
“Ahahahahah, mio piccolo nipote… io so che è vero, ma tu, tu sai che non lo è?”
Scorpius si sottrasse dalla mano gelida della zia che si chiudeva sul suo mento. Ringhiò come un cane e morse quelle dita sottili e adunche, ricevendo uno schiaffo in pieno viso.
“Ahah, Scorpius, non si fa… sai come dev’essere, sei un Malfoy, ne hai avute di punizioni”
“No, zia Bella, vi prego, non nella mente di Rose… ne morirà!” piagnucolò il ragazzo terrorizzato.
“Ahhh, vedo che sei stato attento ad incantesimi, Scorpius… stai tranquillo, non morirà… non potrei mai ucciderla prima di assorbire tutto il suo potere… ma sono abbastanza forte da punirti come meriti” Bellatrix impugnò la bacchetta e la puntò al cuore del nipote “Crucio!
 
Hogwarts, Stanza delle Necessità
 
“Trovato qualcosa, Herm?” chiese Harry alla Granger che stava rientrando dalla biblioteca con una decina di volumi polverosi sulle braccia affaticate.
“Abbiamo due opzioni: o un semplice incantesimo di localizzazione, come un incantesimo di appello, o l’incantesimo radius loci, un raggio che ci indicherà la direzione. Secondo me è il più indicante, un appello potrebbe far sì che Bellatrix si accorga che la stiamo cercando: lei non si aspetta niente.”
“Perfetto, cosa aspettiamo?” domandò Malfoy.
“Che scenda la notte” rispose Harry.
 
La mente di Rose
 
Crucio!” urlò per l’ultima volta Bellatrix, respirando a fatica per lo sforzo ma comunque sghignazzando. Scorpius si accartocciò come una foglia. Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua, e l’essere cruciati davanti a una Rose priva di sensi era ancora più doloroso, ancora più devastante. Un paio di secondi, un ultimo grido represso, e svenne.
I Malfoy non piangono.
I Malfoy non urlano.
I Malfoy non chiedono pietà.
   
 
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