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Autore: RedEco    08/03/2015    0 recensioni
7 colori, 7 opere d'arte, 7 modelle ed un'unica artista.
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Cap.2: Era dipinto utilizzando varie sfumature di arancione, dal marroncino fin quasi al giallo, solo la pelle del viso concedeva un accenno di rosa al dipinto. L’acrilico sembrava fondersi con la tavola, dando un gran senso di lucentezza e trasparenza, quasi il quadro fosse stato dipinto in aria.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Verde - Tatuaggio
799 parole, rating giallo.


«Ahi!» dalle labbra di Jamila sfuggì un gemito, e tutto il suo corpo si irrigidì per un momento.
Per tutta risposta Yuki sollevò di scatto la macchina per tatuaggi, allontanandone l’ago dalla pelle dell’amica «Ti ha fatto male» le chiese preoccupata, anche se già conosceva la risposta.
«Non è niente, tranquilla» rispose infatti lei, facendo un gesto noncurante con la mano «Continua pure».
Le due ragazze si trovavano a casa di Jamila, quest’ultima era seduta sul pavimento e chinata in avanti, con la schiena nuda e solamente un reggiseno a coprirle il torace, mentre Yuki, inginocchiata alle sue spalle, era intenta a terminare un lungo e laborioso tatuaggio sulla sua pelle olivastra della sua ospite. Si trattava di una poesia in arabo, che partendo dall’anulare sinistro saliva lungo il braccio fino a raggiungere la nuca e terminare poco sotto l’attaccatura dei capelli; il tatuaggio era realizzato principalmente con inchiostro nero, con alcune sfumature verdi-dorate che risaltavano in modo particolare sulla pelle dell’araba, lo stesso verde che colorava anche la zazzera disordinata dei capelli di Jamila, in quel momento costretti da elastici e forcine, in modo da lasciare scoperta la nuca.
Inizialmente Yuki si era detta contraria a realizzare quel tatuaggio, avvertendo Jamila che sarebbe stato un lavoro lungo e probabilmente doloroso, data la sensibilità di alcune zone che andava ad interessare, ma l’altra era stata irremovibile, e a furia di preghiere l’albina si era lasciata convincere.
Yuki aveva già tatuato Jamila in precedenza, alcuni mesi prima, ma in quel caso si trattava di una semplice mezzaluna attorno all’ombelico, un lavoro breve in una zona relativamente poco sensibile. Quella poesia invece stava impegnando Yuki già da alcuni giorno, e, come da lei previsto, una volta raggiunta la nuca l’irremovibile Jamila era esplosa in un acuto gemito di dolore. Yuki fu tentata di rinfacciarle la cosa, ma si trattenne. «Dunque» disse invece «posso finalmente sapere cosa ti sto scrivendo addosso?» chiese, riprendendo il lavoro.
Jamila parve soppesare la sua risposta per alcuni secondi «Una poesia» disse infine, con tono ovvio.
Yuki non si scompose «Ti ricordo che ho in mano un grosso ago, puoi essere un po’ più precisa? Anzi, puoi essere molto più precisa?» si corresse.
Jamila ridacchiò, per nulla intimorita dalla velata minaccia «Amor c’ha nullo amato amar perdona...» cominciò a recitare, in una lingua che a Yuki ricordò lo spagnolo «...e poi qualcos’altro che al momento non ricordo» concluse poi con noncuranza.
Yuki fece un mezzo sorriso e sospirò rassegnata; Jamila sapeva essere pronta ed affidabile, quando voleva, ma sapeva anche essere straordinariamente pigra. «Non sono un’esperta, ma quello non mi sembra esattamente arabo. È italiano?» ipotizzò la giapponese, più che altro per esclusione: la madre di Jamila era italiana, ed era quella la lingua che Jamila considerava più sua, anche se non aveva problemi a parlare inglese o spagnolo per comunicare con Yuki, o con altri non-italofoni.
Da dietro i suoi capelli verdi, Jamila annuì «L’inferno di Dante, canto quinto. È quando parla di Paolo e Francesca» disse cercando di essere abbastanza esaustiva «Conosci Paolo e Francesca?»
«Ho letto qualcosa a riguardo» la rassicurò Yuki «Sono due amanti... dunque è per questo che il tatuaggio parte dall’anulare sinistro. Ma perché scrivere una poesia italiana in arabo? È come una sorta di modo per unire le culture dei tuoi genitori?»
L’altra parve pensarci per un momento «No, è solo che preferisco l’alfabeto arabo a quello latino, ma in arabo so a malapena salutare» disse poi semplicemente «Inoltre credo che questo passo un po’ mi rappresenti».
Yuki alzò un sopracciglio «Davvero?» chiese perplessa «Non parla di due amanti che vengono uccisi per la loro relazione?»
«Sbagliato» la corresse Jamila «parla di due che leggono un libro e finiscono col fare sesso!»
A Yuki sfuggi una risatina «Ah beh, in tal caso devo darti ragione: una rappresentazione perfetta» ammise, per poi spegnere la macchina per tatuaggi e riporla al suo fianco «Per oggi basta così: ho completato il testo, ormai mancano solo le ultime rifiniture; per domani dovrei riuscire a finirlo».
«Ottimo!» esclamò Jamila stiracchiandosi, quindi si voltò verso Yuki «A proposito, quanto ti devo?»
A quella domanda Yuki trasalì «Stai scherzando?» quasi le urlò contro «Sei la mia migliore amica Jamila, non posso farti pagare!» aggiunse, offesa.
«Anche tu sei la mia migliore amica Yuki» replicò calma Jamila «e proprio per questo non voglio sfruttare il tuo talento senza darti nulla in cambio».
L’espressione di Yuki si ammorbidì leggermente «Capisco, ma ugualmente non intendo accettare dei soldi da te» disse con convinzione.
A quella risposta le labbra dell’italiana si assottigliarono in un sorriso malizioso e beffardo «Come vuoi, se proprio non accetti dei soldi...» Jamila si sfilò il reggiseno e lo lanciò da parte con nonchalance, per poi sporgersi verso Yuki «...che ne dici di un pagamento in natura?»







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Riuscirà Jamila a "pagare" Yuki? Questo lo lascio alla vostra immaginazione. Intanto ne approfitto per fare gli auguri a tutte le donne, e alle mie lettrici in particolare.

Ecco il terzo capitolo della raccolta, che in realtà dovrebbe essere il quarto; mi scuso con Craimy e chiunque si aspettasse il giallo, ma come (forse) ho accennato in precedenza, col giallo sono ancora indietro. Comunque l’ordine di lettura dei capitoli non è rilevante.
Ho provato ad essere più descrittivo, ma non so se mi è riuscito molto bene; ho l'impressione che il titolo abbia perso rilevanza.


Approfitto del capitolo per una comunicazione di servizio: l’universo in qui si muovono i personaggi di questa raccolta (e quasi tutti gli altri) ha connotazioni sovrannaturali (per dirla in soldoni, è "magico"). Non ho ancora inserito riferimenti a questo contesto (tranne forse i capelli di Jamila), perché per ora non è di fondamentale importanza, e se non spiegato adeguatamente fa solo confusione; prima o poi comunque vedrò di integrarlo.


Inoltre vi lascio un piccolo bonus: una mini-scheda informativa sul personaggio di Jamila. Nel caso vi interessi posso aggiungerle anche per gli altri personaggi.
Se invece non vi interessa, fate a meno di leggerla. ù_ù

Nome: Jamila Al-Bashir-Falcone
Sesso: Femmina
Età: ca. 15-17 anni (in questo capitolo)
Nazionalità: Italo-egiziana
Lingua: Italiano (Inglese, spagnolo, portoghese)
Altezza: 167 cm (adulta)
Aspetto: occhi e capelli verdi, snella, coppa B, tatuaggi sopracitati.
Abilità sovrannaturali: pirocinesi, mutazione (ma su questo ci ritorneremo più avanti)
Background del personaggio: Jamila nasce all’interno di un vecchio Gdr come una sorta di ragazza-arpia dal piumaggio verde. Una volta terminato il Gdr viene “riciclata” in una storia-minestrone assieme ad altri pg (tendo ad affezionarmi ai miei personaggi), in cui diventa una ragazza trasformata in arpia a causa di una maledizione, ed in seguito riottiene forma umana e abilità legate al fuoco.
L’aspetto umano di Jamila è vagamente ispirato a quello di Gumi Megpoid (principalmente nel taglio di capelli, mentre il colore è antecedente). Il nome Jamila significa “bella” in arabo; il suo cognome italiano deriva da Giovanni Falcone, mentre quello arabo da... sinceramente non me lo ricordo più XD.
   
 
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