Capitolo
II – Segreti
Sousuke e
Hayame rimasero immobili davanti a quello spettacolo agghiacciante.
Sulla
parete opposta, nella sinistra, scaffali di metallo contenevano organi
in
sottovuoto in barattoli, accuratamente catalogati. Cuori, polmoni, reni
e organi
di vario genere e tanti, tanti, tantissimi occhi. Occhi di varie forme
e
colori, appartenuti a tantissime specie animali ed esseri umani. Dal
centro
della parete fino all’angolo destro, invece, 5 enormi cabine
d’incubazione
riempite d’acqua con persone rinchiuse in stato vegetativo.
Tubi e sistemi di
controllo esaminavano continuamente lo stato di salute delle 5 persone
imprigionate. 3 bambini e 2 bambine in tutto. Il primo bambino,
partendo dalla
sinistra, aveva 8 anni all’incirca, capelli castani e
completamente nudo
all’interno della vasca. Il secondo, una bambina, aveva
invece 12 anni circa,
come Sousuke e Hayame, dagli splendidi capelli biondi che nuotavano
sinuosi
nell’acqua. Il terzo, un altro bambino, aveva circa 10 anni,
o forse più,
capelli corvinei. Il quarto, un altro bambino ancora, era forse il
più piccolo
e gracile degli altri, probabilmente di 5-6 anni, in posizione fetale
nell’acqua. L’ultima invece era una ragazza, la
più grande e più intubata, di
circa 15 anni e dai lunghissimi capelli rosso fuoco. Tutti erano
addormentati e
respiravano tramite dei tubi di respirazione posizionati sulla bocca,
mentre il
resto del corpo – braccia, gambe e dorso – erano
controllati da piccole prese,
collegate ad un'unica centrale di controllo, sulla parete destra.
Hayame
sfilò davanti alle vasche d’incubazione,
accarezzando il vetro freddo e
osservando il candore dei bambini imprigionati. Si fermò
all’ultima cabina,
quella della ragazza rossa e la osservò ammirata da una
bellezza tanto candida.
Le lacrime scesero calde sulle guance della bambina, appoggiando la
fronte sul
freddo vetro. Intanto Sousuke, alle sue spalle, cominciò a
guardarsi attorno,
raggiungendo alcuni archivi. Osservava le etichette esterne e leggeva
alcuni
documenti. Aprì uno scaffale e scorreva le varie cartelle,
cercando qualcosa di
interessante fino a quando…
– Hayame, vieni
qui !! – disse Sousuke, con
voce preoccupata – Ho trovato qualcosa di strano –.
Hayame si risvegliò dalle
sue turbe interiori e raggiunse il gemello – Cosa hai trovato
? – chiese,
prendendo alcuni documenti che Sousuke le porse. I documenti erano
riposti in
ordine alfabetico negli archivi, secondo precisi schemi di
catalogazione. Tra
questi, la maggior parte dei documenti riguardavano informazioni e
verbali “top
secret” su sperimentazioni ignote:
Hitomi Syndrome –
Caso n° 291: Takami Sousuke
e Takami Hayame.
Le cavie n° 97A-97B,
nati da un parto
gemellare eterozigote dalla cavia n°63, sono state denominate
Sousuke e Hayame
Takami. Requisite alla madre il giorno dopo lo svezzamento, sono
entrati a far
parte della ricerca “Hitomi Syndrome”. Il
ricercatore a cui sono affidati i
gemelli è la dottoressa Hidachi Yuumi, laureata
all’università Taiyo in
Medicina Genetica e membro del Centro di Ricerca sullo Sviluppo di
Nuove
Chimere, bandito dall’ONU ma che tuttora agisce
clandestinamente in tutto il
Giappone e nel resto dei Paesi Industrializzati.
I due bambini sono di buona
salute e
il loro fisico è predisposto alle sperimentazioni genetiche
sul mutamento
fisico-oculare. Il Consiglio Generale ha predisposto le seguenti
istruzioni:
Takami Sousuke:
-Sesso Maschile
-Peso: 7,0 kg
Procedura di Sperimentazione: Alterazione
Psichica della Personalità attraverso scariche di
impulsi elettromagnetici
esterni al sistema nervoso centrale e impianto di microchip per il
controllo
delle fasi di alterazione e mutamento nelle cornee degli occhi.
Fine Ultimo: Creazione
di Duplici
Personalità Controllate al
fine di
raggiungere nuovi traguardi scientifici nel campo di malattie mentali e
utilizzo
secondario come armi da guerra.
Fisionomia Oculare: Bicromia
Takami Hayame:
-Sesso Femminile
-Peso: 7,2 kg
Procedura di Sperimentazione:
Attraverso l’impianto di ormoni geneticamente modificati e
impulsi
elettromagnetici di ampia frequenza, si ricerca uno Sviluppo
e Potenziamento
delle Capacità Fisiche, Sensoriali, Psichiche e Cerebrali
oltre i Limiti delle
Capacità Umane.
Fine Ultimo: Raggiungimento
di Un
Essere Umano con Proprietà Psico-Fisiche Superiori alla
Sfera Concepita
dall’Uomo per l’utilizzo come macchine da
guerra per i Paesi Interessati
alle sperimentazioni
Fisionomia Oculare: Occhi Rossi
Sousuke
rimase immobile, tenendo a malapena i fogli di carta in mano. Gli occhi
fissi
ed inespressivi e la bocca semiaperta, nel tentativo di dire qualcosa,
fare un
urlo, sfogarsi il più possibile il suo dolore represso.
Hayame abbassò lo
sguardo, trattenendo il più possibile le lacrime agli occhi
– Hayame… Com’è
possibile… ?? Noi… – Un filo di voce
uscì dalle labbra del gemello, colmo di
disperazione. La ragazza strinse i pugni e con un attacco improvviso
fece
cadere a terra i fogli che aveva in mane Sousuke – Adesso
basta !!! Non voglio
più vedere queste assurdità !! Andiamocene prima
che possa fare qualche pazzia…
– Prese la mano del fratello e corsero fuori dal laboratorio,
che si face
trasportare senza minima resistenza. La loro vite erano cambiate di
punto in
bianco, con la scoperta di un mistero più di grande di loro
stessi. Un segreto
che custodivano e che non sapevano nemmeno l’esistenza. Chi
erano ? Cos’era l’Hitomi
Syndrome ? E soprattutto… Loro
erano umani ?
Usciti dal
laboratorio, l’allarme della sicurezza iniziò a
trillare assordante, segno che
qualcuno aveva notato il disordine causato prima. I due scapparono
veloci,
nella direzione opposta; i corridoi iniziarono ad animarsi delle
guardie e la
via della fuga si fece sempre più lontana. Scesi lungo le
scale, giunsero in
un’ala dell’edificio completamente deserta, quasi
abbandonata. Un cartello
impolverato illustrava la via verso l’uscita e indicava il
piano: Centro di
Ricerca Biologica. Mano nella mano, proseguirono lungo il corridoio. Un
macabro
silenzio aleggiava nel corridoio deserto e abbandonato; alcune porte
erano
chiuse, altre semi aperte, mentre le lampade erano spente e alcune in
procinto
di fulminarsi da un momento all’altro.
– Hayame, ho
paura… – disse Sousuke
spaventato. La sorelle strinse la sua mano e proseguì
silenziosa nel tragitto.
Ancora pochi minuti e sarebbero stati salvi.
Il lungo
corridoio deserto concludeva con una porta chiusa con un cartello
appeso: Exit.
Uscita. Sousuke, alla vista quasi miracolosa della fine del loro
travaglio,
lasciò la ferrea presa della sorella e si lanciò
verso la porta ricolmo di
gioia. Dietro di lui Hayame sorrise alla gioia crescente del fratellino
ma
qualcosa turbò la sua speranza. Un presentimento fulmineo si
insinuò nei suoi
pensieri, bloccandola del tutto. – Sousuke !!!!!!!! NON FARLO
!!!!!!!!!! – urlò
lei, ma fu troppo tardi. Il fratello prese la maniglia fredda e
aprì la porta
della loro luce… O della loro rovina. Una forza immensa fece
scaraventare la
porta dall’altra parte, schiantandosi contro Sousuke, che
cadde a terra ferito
e privo di sensi. – Oh mio Dio !!!! – Hayame si
gettò a soccorrere il fratello
steso a terra, scoppiando a piangere. Alla porta Milady accompagnata da
un
numero indefinito di guardie e soldati aspettavano impazienti i due
bambini. La
donna alla tenera vista sorrise diabolica e si avvicinò
cauta. – Catturate la
ragazzina. Il bambino è innocuo –
ordinò severa la donna a braccia conserte. Le
guardi presero lesti Hayame, bloccandola completamente; la ragazza
cercò invano
di liberarsi e tornare dal fratello ferito. La donna si
avvicinò a passi lenti
e tranquilli, le braccia conserte e la voglia insana di vendetta
dipinta sul
volto.
– Allora
Principessina dei miei stivali, hai
finito di giocare ?? – cominciò la donna con voce
cantilenante – Principessina,
Principessina… Come potevi sperare tu, misera bambina, di
poter sfuggire al
potere di noi adulti ?? Noi siamo coloro che ti abbiamo creato,
cresciuto e
permesso di vivere in salute e nella gioia. Così ci ripaghi
? Fuggendo insieme
al tuo amatissimo fratello verso l’ignoto ? Non si fa
così Principessina, non
si fa ! – uno schiaffo sul volto della bambina concluse la
patetica cantilena.
Hayame non rispose: continuava solo a piangere e osservare il fratello
privo di
sensi a terra. Milady guardò con uno squallido sorriso il
bambino a terra e
iniziò ad accarezzare i capelli e il volto candido.
– Non toccarlo !!
– tuonò furiosa Hayame,
mentre gli occhi ardevano infuocati. Milady osservò di nuovo
incredula il
misterioso cambiamento delle iridi della ragazza. Gli occhi prima di un
rosso
opaco e spento si erano illuminati e pareva ardessero di un fuoco
interiore. Il
liquido scarlatto del sangue caldo sembrava fluisse rapido nelle iridi.
Questo
accompagnato da un repentino cambiamento di umore e ira che scorreva
nelle sue
vene.
–
Chimaira… – sussurrò
Milady
sconvolta.
“Mmhm…
Sembra che
Hayame si sia fatta viva per davvero. È ora quindi della mia
apparizione
geniale !”
La porta
caduta che ora copriva in parte le gambe di Sousuke fu scaraventata sul
soffitto e si frantumò in mille pezzi. Con uno scatto rapido
il ragazzo si alzò
in piedi e si scostò la fuliggine e la segatura della porta
dai pantaloni.
Milady e le guardie con Hayame compresa guardarono la scena atterriti.
Sousuke
si stiracchiò gli arti e distese i muscoli fischiettando
allegramente, di
spalle agli altri. Con una mano si scostò un poco i capelli
e finalmente si voltò
ai presenti, destando in loro lo stupore più incredulo. Come
se avessero
cambiato di parte, l’occhio smeraldo del ragazzo divenne
opaco mentre l’occhio
vermiglio si accese di nuova vita. Hayame rimase sconvolta davanti alla
vista
del fratello che stentava a riconoscere –
Sou…Suke… ? – sibilò
balbettando e
insicura. Il ragazzo sorrise sensuale, con un espressione mai vista sul
volto
del ragazzo. Avevo uno sguardo serio e determinato, ma anche
visibilmente
malizioso e sensuale. Schiuse le labbra e, con la sua stessa voce ma
ora più
sensuale e intensa, disse:
– Buonasera,
madamigelle… Il vostro cavaliere
è qui ! –
Tutto
sembrava, tranne un timido e insicuro undicenne.