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Autore: Alixy_    11/03/2015    4 recensioni
'Draco Malfoy, famoso cantante diciassettenne, è stato chiaro. “Voglio essere un ragazzo normale”ha detto ad una conferenza stampa. “Penso di trasferirmi e ricominciare il liceo”. Le fan distrutte dalla notizia.'
E se il Mondo Magico non esistesse?
Hermione Granger è una normale adolescente alle prese con una migliore amica pazza, due amici stupidi e i normali problemi di tutte le teenager.
Draco Malfoy è un famoso cantante che però decide di abbandonare la musica e si trasferisce a Londra. Incontrerà Hermione, una strana e simpatica ragazza che lo tratta come fosse una persona normale e non una celebrità.
Tra sguardi colmi di significato, parole non pronunciate e baci rubati, una storia di amicizia, dolore, famiglia e amore.
[AU School Dramione]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1
Draco Malfoy, famoso cantante diciassettenne, è stato chiaro. “Voglio essere un ragazzo normale”ha detto ad una conferenza stampa. “Penso di trasferirmi e ricominciare il liceo”. Le fan distrutte dalla notizia.
Questo strillava la prima pagina del giornale che aveva in mano il signor Granger mentre mangiava le sue uova. “Non era quello che piaceva alle tue amiche?” chiese alla figlia.
Lei annuì alzando gli occhi al cielo. “Le fan distrutte. Dio, che esagerazione.” Girò pagina del suo libro, bevendo un sorso di succo d’arancia. “Probabilmente è solo per farsi pubblicità, tra qualche giorno annuncerà che le sue fan gli mancano troppo e organizzerà un tour mondiale” scrollò le spalle.
Sapeva che tra circa dieci minuti – il tempo di svegliarsi e accendere il computer – la sua migliore amica l’avrebbe chiamata urlando.
Sorrise divertita pensando ad una Ginny urlante. Era una fan sfegatata di Malfoy e probabilmente avrebbe versato ogni liquido del suo corpo.
Guardò l’orologio. Cinque, quattro, tre, due, uno…
DRIIIN

Con un sorrisetto prese il suo cellulare e premette il tasto di risposta. “Gin?”
“AAAAAAAAH!”
Hermione ridacchiò. “Senti, non disperarti…”
“Disperarmi? Disperarmi?!” la voce di Ginny suonava attutita e, conoscendola, probabilmente si stava mordendo i capelli. Non sapeva perché, ma aveva questa brutta abitudine. “Sto pensando di tentare il suicidio!”
“Aspetta, Gin, non pensarci nemmeno!” La Granger aggrottò le sopracciglia allarmata.
“Lo so, Herm, ma ti rendi conto?! Sono disperata!” la rossa stava praticamente urlando.
“Mi dispiace, Ginny” Hermione era sinceramente preoccupata.
“Uff, è la fine della mia vita!” E con quest’ultima frase chiuse la telefonata.
La ragazza continuò a guardare il telefono stordita. Sperava che l’amica stesse solo scherzando sul fatto del suicidio.
Scosse la testa rimettendo l’apparecchio in tasca. “Io vado, papà” annunciò. “Una signora si è trasferita alla vecchia villetta dei Parkinson, magari ha bisogno di una baby sitter”. Hermione aveva assolutamente bisogno di un lavoro, e visto che se la cavava bene coi bambini, aveva deciso di provare a fare la baby sitter. Peccato, che anche il resto delle ragazze della scuola aveva deciso così.
Sospirò, dando un bacio sulla guancia al padre che non pareva averla sentita e mandando un bacio volante alla madre sul divano. Prese la borsa, il suo libro e uscì di casa.

Draco fece un sospiro soddisfatto.
La sua nuova casa, era proprio ciò che desiderava. Verde a due piani con infissi bianchi, una grande porta d’ingresso, anch’essa bianca, un piccolo giardino ed un vialetto di pietra. Non troppo esagerata, come l’ultima, ma molto accogliente.
Sorrise vedendo la madre cercare nella sua borsa le chiavi. La sua sorellina, Rastaban stava correndo intorno a lei.
Secondo Draco, era iperattiva, ma il pediatra, diceva solamente che le piaceva correre e giocare in continuazione, che non riusciva a stare ferma. In poche parole, iperattiva.
“Ban stai ferma, per l’amor del Cielo” esclamò prendendola in braccio.
“No!” esclamò lei dibattendosi. “Voglio giocare!”
“Potrai giocare quando ci saremo sistemati” le disse. “Magari andiamo a vedere se c’è un parco da queste parti, che ne dici?” le fece l’occhiolino e lei rise.
“Siii!”
“Però devi fare la brava, altrimenti niente”.
Rastaban annuì e gli fece un sorriso sdentato. Aveva 5 anni e le era appena caduto il suo primo dente.
Draco ricordò che quando era nata, aveva pensato che Rastaban fosse un nome strano, ma d’altronde nemmeno Draco era poi così comune. E comunque, i suoi genitori avevano voluto chiamarla così, perchè Rastaban era la terza stella più luminosa della costellazione del Dragone, da cui lui prendeva il nome.
Le sorrise a sua volta scompigliandole i capelli biondo platino, come i suoi.
Sua madre intanto, aveva trovato le chiavi e si era avvicinata alla porta.
Il biondo la seguì, con Ban in braccio. Da quando suo padre li aveva abbandonati, qualche anno prima, quando Draco ancora non era famoso, sua madre doveva gestire due figli tutta da sola. Per fortuna, lui era abbastanza grande e poteva tranquillamente badare a sé stesso e a Rastaban. E poi, i soldi non mancavano grazie al suo lavoro.
Entrarono in casa e Draco sorrise. Era completamente vuota, ma c’era molta luce naturale, proveniente dalla grande finestra alla sua destra e della cucina.
“Dra” Narcissa posò a terra la borsa e sospirò alzando gli occhi su di lui. Sembrava molto stanca, ma sorrideva. Era stata davvero contenta della decisione del figlio. “Io vado a comprare subito qualcosa, così facciamo mangiare Ban” e rivolse uno sguardo amorevole alla bambina. “Torno tra una mezz’ora d’accordo? Tu porta dentro le valigie”.
Quando Draco annuì, sorrise afferrando di nuovo la borsa. Fece un cenno con la mano e uscì di casa, entrando nell’auto.
Il ragazzo posò a terrà la sorellina e corse a portare dentro le valigie, rimaste fuori.
Quando rientrò, Rastaban stava correndo per tutta la stanza. Lui scosse la testa esasperato e tirò fuori dalla borsa dei giochi una pallina.
“Giochiamo?”
Lei osservò la palla inclinando la testa, poi la scosse. “Voglio giocare con le Barbie!”
“Ban, vuoi che giochi con te?”
Quella annuì senza esitazione.
“Allora giochiamo con la palla, sennò non se ne fa niente”.
Ban sbuffò in una sua perfetta imitazione di quando Draco era annoiato.
“Va bene” acconsentì.
Draco cominciò a palleggiare e dopo pochi secondi lei saltellava. “Dammela! Tocca me!”
Lui gliela tirò ridendo e lei la prese al volo. Cominciò a tirarla in aria e a riprenderla ridacchiando e urlando: “Dra, guarda quanto sono brava!”
“Vediamo se sei tanto brava” allargò le braccia fino a farne un cerchio. “Se fai canestro, sei una campionessa”.
Le sue risate si spensero, e la sua aria divertita sfumò, sostituita da un’aria di sfida. “Io sono una campionessa!” tirò e la palla finì proprio in mezzo al canestro improvvisato, cadendo a terra rimbalzando.
“Campionessa del mondo!” Esclamò Draco prendendola tra le braccia, facendola girare e mettendosela sulle spalle. “Signori e signori, Rastaban Malfoy!”
In quel momento qualcuno suonò. Draco sbuffò, assumendo un’espressione scocciata.
Mentre Ban si reggeva ai suoi capelli, andò ad aprire, sicuro che fosse qualche fotografo o giornalista. Invece trovò una ragazza.
Aveva lunghi capelli sciolti in morbidi ricci, occhi ambrati e lucenti. Indossava delle Converse scarlatte, una canottiera rosso scuro e dei pantaloncini di jeans. Quando lo vide sgranò gli occhi. Lui sospirò, anche se divertito dalla cosa.
“Niente autografi o foto, mi dispiace”.
Ma nello stesso momento lei aveva esclamato: “Oh mio Dio, che carina!” guardando Ban. Poi lo aveva fissato. “Uhm… cosa?”
“So perché sei qui, ma mi sono preso una pausa. Mi spiace”.
“Ehm… una pausa?” lo fissò confusa poi si illuminò. “Ah, tu sei Draco Malfoy”.
Draco assottigliò gli occhi squadrandola. Non aveva detto. “Oh cazzo, sei Draco Malfoy, ti prego fammi un autografo in fronte!” né “Oddio, posso farti una foto?” “Sei bellissimo! Sei ancora più figo da vicino!” per poi svenire. Solo “Ah tu sei Draco Malfoy”, come se fosse una persona qualunque.
“Già” le rivolse un piccolo ghigno. Solitamente alle ragazze piaceva quando lo faceva, ma lei alzò un sopracciglio come per dire: ‘Che diavolo stai facendo?’
“Cavolo, Gin sverrà quando saprà chi ho incontrato!” alzò gli occhi al cielo come se per lei fosse una reazione esagerata e allungò una mano. “Comunque, Mr Superstar, sono Hermione Granger”.

Ciao a tutti ^^
Questa storia è una specie di esperimento. L’avevo pubblicata su un altro sito anni fa, ma non era piaciuta molto e non l’avevo più continuata.
Qualche giorno fa, cercando tra i più remoti documenti sul mio computer, l’ho ritrovata e mi sono detta: “Perché non ripubblicarla e vedere se andrà meglio?”
Così eccomi qui xD
I personaggi sono un po’ OOC, forse ve ne sarete accorti, ma spero vi piaccia comunque.
Commentate, commentate, commentate.
Alixy


 
   
 
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