Seconda parte dell’inferno. Atto finale o no?
Chiusa in camera mia, chiusa in me stessa. Braccia e viso travolti dai tagli, capelli costantemente corti vittime della mia ira implacabile.
La calma non apparteneva più a me, ero sempre nervosa, pronta ad accusare tutti (i miei genitori) di odiarmi.
Non infliggevo male solo a me, ma anche a loro.
Tutti questi anni di alti e bassi. Ho cercato di uscire, andare a scuola ma niente…
La depressione ha preso il totale controllo di me.
Sono piena di odio, verso me e verso tutti voi bastardi che avete una vita felice. Io vi odio. Odio i vostri sorrisi, odio le vostre vittorie.
Sì, quando sono arrabbiata, sono così e quei pochi momenti che ritrovo la serenità (che parola strana) mi sento come su una nuvola, lontana da me stessa e lontana dal nero.
Sono divisa in due, da una parte voglio vivere, dall’altra voglio solo infliggermi sempre più dolore.
A volte sembro incoerente, vero? Non so più cosa pensare.
C’è ancora futuro per me? Non lo so. L’unica cosa certa è che io sto diventando incontenibile. Sono violenta.
Mi vergogno tantissimo ma ho alzato le mani a mia madre, a mio fratello. Ho sputato parole piene di cattiveria verso di loro.
Ho chiamato mia madre ‘’troia’’, ho chiamato mio fratello ‘’stronzo’’.
Li ho terrorizzati, ogni volta che ho le mie crisi io vedo il terrore nei loro occhi.
Io ci tengo a loro, anche se non sono perfetti, loro hanno sempre cercato di aiutarmi.
Ho paura di me stessa. Sono un pericolo per loro, per tutti.
Voglio smetterla di essere quello che sono e ritrovare la pace.
Voglio cambiare.
Ho bisogno d’aiuto.
Caro compagno del liceo, guarda cosa mi hai fatto.