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Autore: I_choose_books    11/03/2015    0 recensioni
Questa ff parla di cosa è successo a Newt durante gli anni passati nel labirinto prima e durante l'arrivo di Thomas
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L' accoglienza non era stata delle migliori. Dovette abituarsi subito alla luce accecante e al vento tiepido che portava con sé un'aria pulita, insieme ad una brezza dolce, che sapeva anche di marcio e letame, tutte fragranze che insieme davano sfogo a qualcosa di piacevole, ben diverso dall' odore di chiuso e di vomito dell'ascensore. Anche se quel vento gli metteva i brividi, era perfetto per il luogo in cui si trovava ora. Era un enorme cortile circondato da giganteschi muri di pietra che arrivavano, così pareva, più in alto dello sguardo di chiunque li ammirasse. L' unico colore che spezzava la monotonia del grigio su quella muraglia era il verde di qualche pianta di edera cresciuta qua e là. Solo dopo aver compiuto diversi giri su di sé, Newt notò che al centro di ogni muro che li rinchiudeva c' era una spaccatura, che, da quanto riusciva a vedere, proseguiva fino in cima. Si girò dall'altra parte e notò dei recinti adibiti a decine di animali che mangiavano erba e fieno, che, sicuramente, non erano stati messi lì per caso. Di fianco ai recinti,nell'angolo, si trovavano gli orti: si potevano notare i più svariati ortaggi e alberi da frutto. Dall'altro lato un edificio di legno, strano ma ben solido, si ergeva sopra gli orti per fargli ombra e occupava metà di un lato. Nell'angolo opposto c'era un boschetto di alberi verdi, ben allineati e disposti in massa, senza lasciar passare la luce. Solo dopo aver guardato attentamente, si accorse che il cielo era azzurro, senza nuvole, ma non c'era nessuna traccia del sole e non si riusciva bene a capire che ora fosse. Anche se Newt aveva già osservato tutto, c'erano altri venti o trenta ragazzi che continuavano a fissare punti inesatti dell'immenso cortile, ma tutti quanti con la paura e lo shock dipinti in volto. Dove siamo finiti? Cos' è questo posto? Perché non ricordo nulla? Chi sono questi ragazzi? Le domande che Newt e gli altri si stavano facendo erano le stesse e, in una frazione di secondo, rimasero tutti immobili a guardarsi negli occhi, ripetendosi nella mente le stesse identiche parole. Un ragazzo dalla pere scura era al centro del cerchio che, avvicinandosi lentamente gli uni agli altri, i ragazzi avevano formato; evidentemente quello al centro doveva essere il primo arrivato, notando la sicurezza con cui si imponeva ed aveva le braccia alzate, come in segno di raduno, e stava cercando di azzittire quelli che pensavano ad alta voce. "Ascoltatemi" aveva una voce roca, leggermente gracchiante, che faceva capire la gravità della situazione. "Io non so chi siate voi. Voi non sapete chi sono e nemmeno io credo di saperlo. Non ricordo nulla e immagino che anche voi siate nella mia stessa situazione". Questo ragazzo non aveva peli sulla lingua e diceva le cose come stavano. Ottimo. "Sono arrivato qui con altri due ragazzi, poi ne sono arrivati altri dieci, poi ancora dieci. Ora siamo in ventidue" Stavo calcolando nella mia mente quando un ragazzo moro e asiatico mi precedette. "Non dovremmo essere ventitré?!" C'era un accenno sarcastico nella voce, appena percettibile, ma non sembrava fatto apposta ma più una caratteristica della voce. Il ragazzo nero si limitò solamente a voltarsi e a indicare un punto non lontano da noi. Nel punto indicato c'era il corpo di un ragazzo, un ragazzo alto, biondo, che avrà avuto poco più di 16 anni. Ora che Newt ci pensava, non aveva idea di quanti anni avesse. Forse era una cosa un po' egoista pensare a quanti anni avesse in quel momento traumatico, ma gli sembrò una cosa tremenda... Sopra i suoi pensieri una voce diceva forte e chiaro " Non sappiamo chi fosse, né come sia morto. Lo abbiamo visto soltanto contorcersi e cadere a terra". Si vedeva la tristezza dentro i suoi occhi, ma la voce era fredda e anemica, distante. Un brivido partito dai piedi lo scosse e di colpo si propagò in tutto il corpo. Se non fosse stato abbastanza attento sarebbe impazzito. Sarebbe morto di paura o peggio, uno dei suoi "compagni" avrebbe potuto non seguire le regole, che prima o poi qualcuno avrebbe dettato. Non era sicuro del perché, ma la faccenda delle regole lo metteva a disagio... E se fosse stato proprio lui a non seguirle?
   
 
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