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Autore: Andreatorinista    13/12/2008    5 recensioni
la morte di una persona, sconvolgerà la vita di Hinata Hyuga, spingendola a compiere un viaggio ai confini del mondo.
Genere: Triste, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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15
15° Capitolo-Quando non si avvera il sogno…

“Mh? Ah ciao Hina, ti sei svegliata finalmente. Hai bisogno di qualcosa?”
“(N-Non è possibile.)”
“Ah che stupido, vorrai fare colazione. Dai siediti, ho appena finito di preparare la colazione.”
Ci fu un interminabile minuto di silenzio, rotto solo dai singhiozzi della ragazza…
“Mh? Hinata che ti pren…WHA.”
…e alla fine non riuscì a trattenersi.
“NARUTOOOOOO.”
Non ci pensò due volte.
Corse subito ad abbracciarlo.
Da quanto non lo faceva.
Gli mancava da morire.
Gli era mancato da morire.
“Amore mio…sigh. C-Credevo di non rivederti più…sigh.”
“Rivedermi più? Hinata ma che stai dicendo? Non ci vediamo da ieri notte.”
“Eh?”
“Devi aver fatto un brutto sogno. Guarda come sei sudata.” Disse asciugandogli la fronte con la mano.
Non poteva sbagliarsi.
La sua mano, l’odore della sua casa.
Quel clima familiare.
Non c’erano dubbi, era tutto vero.
Possibile però che si fosse trattato solo di un sogno?
Sasuke, Sakura, il naufragio, Shikamaru, Neji e gli altri.
La scalata all’Everest.
Possibile che tutto questo fosse stato solo un sogno?
Eppure lo ricordava perfettamente.
Come se fosse successo veramente.
Ma Hinata non ci fece troppo caso.
Ora quello che più importava per lei, era stare vicino a Naruto.
Abbracciarlo.
Tenerlo stretto a se, sentire il suo respiro sul suo collo.
Il suo odore.
Accarezzargli i capelli biondi e arruffati di prima mattina.
“Si. Forse era…solo un brutto sogno.” Disse sorridendo e accoccolandosi tra le braccia del suo amato.
Ma il suono del telefonino rovinò l’atmosfera, riportando entrambi alla realtà.
“Ah accidenti, squilla già a quest’ora del mattino. Scusa Hinata.” Disse il biondo allontanandosi.
“Si pronto? Ah buongiorno capo mi dica…COSA? STA SCHERZANDO VERO? EVVAI A-AH…si sono sicuro che ne sarà felicissima. Ok allora a domani, la ringrazio ancora.”
Riattaccò il telefono, e si girò verso Hinata con un sorriso a 32 denti, uno dei più belli che abbia mai fatto.
“Hinata è fantastico.”
“Cosa?”
“Oggi il datore di lavoro mi ha dato il giorno di riposo come premio mensile. Saremo soli, io e te.” Disse baciandola sulle labbra.
“Vediamo che giorno è oggi…”
Non l’aveva mai visto così indaffarato e frettoloso.
Ma questo lato di Naruto a Hinata piaceva.
Anzi a lei piacevano tutti i suoi lati.
A lei piaceva e basta.
Guardarlo così su di giri e contento le metteva allegria, e un sorriso comparve sul suo viso quando lo vide indaffarato a cercare sul calendario la giornata di oggi, come se fosse un bambino che cerca un biscotto dentro un barattolo.
“Hinata, oggi è il 30 Novembre. Sai che significa vero?”
“Mh? No cosa?” Chiese curiosa.
“Eeeeeeh? Come? Non lo sai? Mi deludi cara. In tutti e 5 i nostri anni di fidanzamento eri sempre tu a ricordarmelo, e ora si sono invertite le parti?”
“S-Scusa è che mi sono svegliata da poco.”
“Fa nulla, te lo dico io. Eh ehm, oggi è il nostro anniversario di matrimonio. Siamo fidanzati da 6 anni ora.”
“Aaaaaah è verooo. Come ho fatto a scordarmene?”
“Quindi per festeggiare questo traguardo, mi è venuta un’idea.”
“Ah si? E quale?”
Era ritornato tutto come prima, anche se dentro di se, Hinata sentiva come una piccola nota di tristezza e di nostalgia.
Come se ci fosse qualcosa di diverso dal solito.
“Non ti dico nullaaaaaaaaaa.” Disse facendo la linguaccia.
“Ih ih sarà una sorpresa. Io sono già pronto, quindi esco e vado a comprarmi un po’ di roba per rinnovare il guardaroba, tu preparati e fatti trovare alle 16 davanti al cinema giù in città.”
“E come mai devo andare lì?”
“Ma quante domande mi fa il mio amore.” Sorrise dandogli un altro bacio.
“A dopo, e mi raccomando, sii puntuale.”
“Ah o-ok.”
E così Naruto uscì di casa lasciando Hinata sola in piedi di fronte alla porta della cucina, immobile come una statua.
Eppure se l’avesse voluto avrebbe strapazzato il cuscino per ore.
Faceva fatica a tenere dentro di se quell’incredibile e infinita felicità, che non provava ormai da tanto, tanto tempo.
La prima cosa che le venne in mente fu di chiamare Sakura e di fare quattro chiacchiere con lei.
Ma appena prese la cornetta, la rimise delicatamente giù.
E se Sakura e gli altri non fossero mai esistiti?
Se fossero solo immagini della mente?
L’unico modo per scoprirlo era di chiamargli.
TUUUU…TUUUU.
“Pronto?”
“Ehm, c-ciao Sakura, sono Hinata.”
“Chi?”
“H-Hinata, Hyuga Hinata. Ti ricordi di me?”
“Oddea non ci posso credere, sei davvero tu? Come stai? Da quant’è che non ci sentiamo?”
“Da un po’.” Disse sorridendo di nuovo, e tirando un sospiro di sollievo.
“Come mai questa chiamata improvvisa?”
“Eh? Ah no nulla, era solo per sapere come stavi. Ho saputo che hai perso tuo figlio Nakama in seguito ad un emorragia. mi dispiace.”
“Cosa? Scusa e chi te l’ha detto?”
“L’ho saputo da Sasuke, tuo marito.”
“…Hinata ma che stai dicendo? non ti ho mai presentato Sasuke in vita mia. e poi come fai a sapere il nome che darò a mio figlio?”
“!”
“Però è incredibile come tu abbia indovinato che Sasuke fosse mio marito. Non è che mi mette le corna con te?”
“Eeeeh? Ma che idee ti saltano in mente, ah ah ah.” Rispose un po’ agitata.
“Mmmh sarà. Comunque è stato un piacere risentirti, magari un giorno facciamo una bella rimpatriata tutti insieme. Ti va?”
“Eccome. Mi farebbe piacere.”
“Allora è deciso. Guarda che ci conto eh? Ciao a presto.”
Detto questo, Sakura riattaccò.
Fu in quel momento che nella testa della Hyuga cominciarono a venire strani dubbi.
C’erano alcune cose che coincidevano in modo incredibile.
Ma molte altre invece non combaciavano.
Sakura non aveva mai perso il bambino, e questa è una prova che tutto ciò che ricordava era un sogno.
Ma lei non aveva mai conosciuto Sasuke Uchiha, e tanto meno era venuta a conoscenza dl nome del figlio.
E guardacaso nel sogno lo aveva incontrato, anzi lui stesso era diventato una sua guardia del corpo dopo la morte di Naruto.
Tutto ciò non quadrava affatto.
E più ci pensava, più venivano fuori altri dubbi.
“Aaaah la mia testa scoppia. Basta per ora, ci rifletterò su in un altro momento. Andiamo a prepararci, non vedo l’ora di vedere che cosa sta architettando Naruto, mh mh mh.”

Correva a perdifiato per arrivare il più in fretta possibile.
I suoi passi erano sempre più lunghi e veloci.
Il suo respiro più veloce e affannoso.
“Anf, anf…accidenti, devo essermi addormentata mentre…anf…anf…mi vestivo seduta sul letto…anf…anf…Naruto non, non me lo perdonerà mai.”
Ed infine eccola.
La meta designata.
Più si avvicinava ad essa, e più i ricordi cominciavano a riaffiorare.
Solo 3 passi e l’avrebbe raggiunta.

8 anni fa
“Ecco fatto, adesso cerca di stare a riposo.”
“Ma dottoressa, la flebo mi fa male.” Disse un ragazzino dai capelli neri con una benda in testa e con indosso solo la tutina azzurra tipica dei pazienti di un ospedale.
“Lo so, ma cerca di resistere ok?”
Gli diede un piccolo bacio sulla fronte e uscì dalla stanza lasciando quindi Konohamaru a riposare.
“Accidenti, quel ragazzino ne combina sempre di tutti i colori. La prima volta è caduto dal primo piano mentre faceva l’equilibrista e si è fratturato una gamba, la settimana dopo ha perso il controllo della bici e si è schiantato contro un cipresso, e ora ha ripreso a fare il giocoliere con lo Skateboard, finendo così per sbattere violentante la testa. Mi chiedo se non lo faccia per dispetto.”
“HINATA PRESTO VIENI C’E’ BISOGNO DI TE.”
“Che cosa è successo?” chiese allarmata a Shiho, una sua ex-compagna di università e ora collega di lavoro.
“Vieni ti prego.”

“C-Come ha fatto…a ridursi così?” Chiese incredula, mentre osservava un ragazzo dai capelli biondi con la maschera per l’ossigeno sulla bocca.
“Incidente in periferia. Hai presente quella strada dove il comune doveva provvedere a montare i nuovi lampioni?”
“M-mh.”
“Ecco, ancora non sono stati messi. E tutt’ora è l’unica strada della periferia di Roma ad essere buia la notte.”
“Ad ogni modo gli abbaglianti non gli hanno montati sulle auto per bellezza. Non credo sia solo questo il motivo dell’incidente.”
“Comunque il ragazzo guidava una fiat panda color marrone cuoio, e ad una curva si è scontrato con un tir da trasporto proveniente da Salerno.”
“O mio dio.”
“Il guidatore del Tir, un certo Jiraya è a posto, ha riportato solo un bernoccolo in testa dovuto al fatto che, non portando le cinture di sicurezza, ha sbattuto la testa contro il volante del mezzo, e quindi l’abbiamo dimesso subito senza problemi. Quello che ci ha rimesso di più è lui.”
“…”
“Frattura multipla della caviglia sinistra, della spina dorsale e delle costole di destra numero 1 e 3. si presume ci sia un emorragia interna dovuta allo scoppio della milza, e un principio di trauma cranico, ma non è tutto.”
“C-C’è addirittura dell’altro?”
“Esatto, ed è proprio per questo ‘altro’ che ti ho fatto chiamare. Gli abbiamo fatto il test del sangue e abbiamo riscontrato una positività alla cocaina e all’alcool. Noi cercheremo di tenerlo segreto, ma tu devi aiutarlo ad uscire dalla sua dipendenza. In fondo lavori nel reparto di psichiatria, non ti dovrebbe essere difficile.”
“No tranquilla Shiho. Mi affido io la responsabilità di guarirlo del tutto.”
Da quel momento, mai si sarebbe aspettata che la sua vita sarebbe cambiata completamente.

Solo 2 passi e l’avrebbe raggiunta.

“Sorpresa.”
“Mh.”
Dopo essere stato sottoposto a numerosi interventi, il ragazzo fu portato in una piccola camera areata dalle pareti di un colore azzurro chiaro.
Hinata entrò dentro, continuando a fissare quella figura immobile che, seduta sul materasso scomodo del letto, guardava le tendine della finestra, bianche e trasparenti, ondeggiare col vento.
“Non ti aspettavi una mia visita eh?”
“Che vuoi?” Disse girandosi infastidito.
La Hyuga sgranò gli occhi.
Per un attimo il viso del ragazzo gli era parso molto familiare.
“S-Scusa, ma noi ci conosciamo?”
“MA OVVIAMENTE no.” Disse tutto contento, scandendo quel no con tono serio e ancora più infastidito.
“Mmmh…ah non hai più bisogno di questi. Te li tolgo.”
Allungò la mano e delicatamente strappò via i cerotti che i medici dopo l’intervento avevano messo sulle sue guance, scoprendo così dei segni buffi simili a dei baffi felini.
Il cuore perse un battito.
Rimase pietrificata.
Stupita.
Incredula.
“Na-Naruto?”
“Ma va? Come te la passi Hinata?” Disse abbozzando un sorriso senza riuscirci.
“N-Non ci posso credere. Come hai fatto a ridurti in questo stato?” Gli chiese con aria triste.
Lei lo conosceva benissimo quel ragazzo.
Naruto Uzumaki.
L’aveva conosciuto a scuola, durante il secondo anno delle medie.
Per tutto l’anno non aveva fatto altro che andargli dietro, sperando di trovare la forza per dichiararsi a lui.
Ma il suo trasferimento improvviso in un’altra scuola, stravolse i suoi piani, e da allora i due non avevano più avuto contatti.
Tant’è che le loro vite seguirono in modo naturale dei percorsi diversi.
E Hinata l’aveva quasi dimenticato.
Fino a che non gli ricomparve inaspettatamente davanti.
Seduto sul lettino d’ospedale, con una flebo al braccio e il gesso che gli copriva la gamba e tutto il busto.
“Non dovresti stare seduto. La tua schiena non è ancora guarita del tutto.”
“Sai che me ne importa a me.”
La cosa che gli dispiaceva più di tutte, e che in lui non c’era più quel particolare che fece scoccare la scintilla nel cuore della Hyuga.
In lui non c’era più quel sorriso e quella spensieratezza di un tempo.
Il Naruto di fronte a lei, era un altro.
“Perché ti comporti così? Ti ho fatto qualcosa?”
“Ah n-no non mi hai fatto nulla. Scusa purtroppo stare senza…senza…”
“Ho capito, non puoi resistere senza drogarti. Questo è puro caso di dipendenza.”
“NON SONO DIPENDENTE.”
“!”
“…Non lo sono…credo.”
Quell’urlo era la prova che non era più quello di prima.
Hinata non sapeva per quale motivo Naruto fosse caduto così in basso, ma il suo dovere era di farlo tornare sulla buona strada.
E lo avrebbe fatto.
Costi quel che costi.

Solo 1 passo e l’avrebbe raggiunta.

3 anni dopo.
Esattamente il 30 Novembre.
“Buongiorno Hinata.”
“Ah buongiorno Shiho.”
“Come va con quel ragazzo? Si è ripreso?”
“Si alla fine ha riacquistato l’uso della gamba sinistra, e sembra sia ritornato tutto alla normalità.”
“Meno male.”
“Come mai me lo chiedi?”
“No perché ultimamente tu e lui vi sentite spesso al telefono. Non è che ci stai provando eh? confessa.”
“M-Ma che vai dicendo?” Disse completamente rossa in viso, dandogli uno spintone.
“E’ solo che non ha ancora vinto la lotta contro la dipendenza da droghe e alcol, quindi il mio compito non è ancora finito.”
“Mmmh sarà. Per me c’è qualcos’altro sotto.”
“P-Piantala.”
“Oh parli del diavolo…eccolo lì.”
“HINATA.”
Alla Hyuga gli bastarono 3 anni.
3 soli anni per far tornare Naruto quello di un tempo.
E a poco a poco, sentiva di essersi di nuovo innamorata di lui.
“N-Naruto, che ci fai qui?”
“Ih ih ih sono venuto per dirti che ho trovato finalmente lavoro. Da domani sarò un agente immobiliare.”
“Whaaa ma è favoloso, congratulazioni.”
“E il terzo incomodo se ne va.” Disse sottovoce Shiho, che non voleva assolutamente intromettersi di fronte ad una futura svolta.
“Ho parlato anche col datore di lavoro. Mi sembra una persona simpatica, anche se è mooolto esigente.” Concluse il suo discorso sbuffando scocciato solo a pensare con chi dovrà lavorare.
“Mh mh mh mh mh.”
“Comunque sono venuto qui per chiederti un favore.”
“Dimmi tutto ti ascolto.”
“Devi aiutarmi ad uscire dalla dipendenza della droga. Non ce la faccio più. All’inizio pensavo fosse un modo per dimenticare le brutte esperienze del passato, ma ora sento di non averne più bisogno.”
“Naruto, non c’era bisogno che me lo dicessi, perché in questi 3 anni non ho fatto altro che questo.”
“Ma io non mi sono mai impegnato del tutto.”
“ah?”
“Cioè, insomma non ero ancora del tutto convinto. Scusa, ti ho fatto buttare 3 anni del tuo lavoro nel cesso.”
“Non ti abbattere per così poco, mica potevo pretendere che guarissi del tutto in un lampo. Roma non fu costruita in 100 giorni, ricordatelo.”
“Comunque adesso voglio provare davvero, anzi voglio riuscirci.”
“Ehm t-toglimi una curiosità, p-per quale motivo tutto d’un botto hai cambiato ide…”
Fu un attimo.
Un istante.
E Hinata non potè più parlare.
Naruto si era avvicinato a lei e di sorpresa l’aveva baciata.
Sgranò gli occhi, ma solo per poco, giusto il tempo di capire la situazione, e di lasciarsi trasportare dal momento.
Poco dopo i due si separarono, ancora imbarazzati e rossi in volto.
Sembrava che nessuno dei due dovesse parlare, ma alla fine fu il biondino a rompere il silenzio.
“Ti basta questo come motivo?”
“S…s-si, c-certo.” Rispose ancora imbarazzata.
“Ehm, h-ho del lavoro da sbrigare, c-ci vediamo.”
“Ehi no aspetta.”
Naruto tentò di fermarla ma fu tutto inutile.
“Accidenti, mi sa che sono stato scaricato in pieno.”
“Si vede che non conosci Hinata.”
Quando sentì una voce provenire dalle sue spalle si girò di scatto.
“WAH e-e tu chi sei?” Chiese un po’ spaventato.
“Piacere. Shiho, collega di lavoro di Hinata.”
“Ah molto piacere.” La salutò stringendole la mano.
“Vedo che non hai perso tempo eh?”
“Eh già.”
“Da quanto?”
“Cosa?”
“No dico, da quant’è che ti sei innamorata di lei?”
“Beh è da un bel po’.” Rispose portandosi una mano dietro alla nuca, visibilmente imbarazzato.
“Comunque non hai nulla da temere. Non è scappata perché non gli piaci.”
“Allora perché l’ha fatto?”
“La timidezza è tipica di lei, e poi sotto sotto è un po’ portinaia.”
“Portinaia o.O?Iin che senso?”
“Nel senso che quando le succede qualcosa di bello, non resiste alla tentazione di raccontarlo a qualcuno.”
“…”
“Scommetto che sta andando in ufficio a chiamare suo cugino. Lei si confida sempre con lui.”
“Ah capisco.”
Intanto nell’ufficio.
TUUUU…TUUUU.
“Si?”
“Ciao Neji, indovina? Mi è successo qualcosa di fantastico. Aspettami una mia visita stasera, voglio raccontarti tutto dal vivo.”

“Scusa il ritardo Naruto ma vedi io…”
“ETCIUUUUUUUUUU’.”
Il biondo starnutì senza coprirsi la bocca, sputando quindi in faccia alla ragazza.
“Ah oh scusa non ti avevo visto arrivare. Aspetta che ti asciugo io.”
“Sei sempre il solito.”
“Eh no, in questo punto dicesti ‘Oh ma sta tranquillo, mi ci voleva una bella doccia’ facendomi così sdraiare a terra dalle risate.”
“Di cosa stai parlando?”
“Ma come non ti ricordi? Questo è il nostro primo appuntamento.”
In quel momento tutto gli fu chiaro.
Ecco la sorpresa che gli aveva preparato il fidanzato.
Un remake del primo appuntamento.
Come 6 anni fa.
“Ti piace l’idea? Visiteremo tutti i posti di una volta non è fichissimo?”
Hinata lo baciò.
“Grazie amore, questo è il regalo più bello che potessi farmi.”
“Ih ih ih ih eh si il tuo amore ha sempre delle cartucce da sparare. Allora che ne dici? Si va?”
“Si.”

“Bene eccoci arrivati. Ti va di mangiare un Hamb…URGH.”
“Non si portano le ragazze al primo appuntamento a mangiare degli hamburger. Sei proprio negato su ste cose.” Disse Hinata dandogli un buffetto sulla testa.
“Beh allora…ehm…allora…andiamo lì?”
“CALLA, BELLA CALLA, PREZZI STRACCIATI E CARNE BONA, VENITE A MAGNA’ NA BELLA PORCHETTA.”
“Naruto…”
“Ok Ok tranquilla adesso ci azzecco eh.”
“Ti ricordo che sei stato tu a chiedermi di uscire con te, se non sapevi dove portarmi potevi anche stilarti una lista di posti da visit…”
“Ci sono ci sono, andiamo lì.”

“Mmmmhhh che buono.”
“Ti piace?”
“E’ delizioso. Così cremoso e fresco.”
“I gelati di Gino sono i migliori, EHI GINO TUTTO A POSTO?”
“Tutto a posto a ferragosto, tutto a posto a ferragosto…”
“Ma che gli prende?”
“Sai com’è, lui sogna di fare il DJ.”
“Ah capito…mah.” Disse mandando giù un altro cucchiaino di gelato alla vaniglia.
“Mmmh sempre più buono.”
“Ti piace così tanto il gelato?”
“Eccome, io ne vado matta.”
“Mi fa piacere.” Disse sorridendo, e facendo diventare di nuovo rossa la fidanzata.
“Da su sbrighiamoci che ti porto da un’altra parte.” Disse Naruto mangiando la sua porzione più velocemente.
“Ehm, non mangiare il gelato così velocemente altrimenti…”
“AHIAAAA CHE MAL DI TESTAAAA.”
“Come non detto.”

“Mi porti al cinema? A vedere cosa?”
“QUESTO.”

DIGIMON
IL FILM.

“Spero che tu stia scherzando.” Disse visibilmente scioccata.
“Chiedilo ai biglietti.”
“No, non stai scherzando.” Disse arrendendosi all’evidenza, e facendosi trascinare dentro la Sala.

“VAI KABUTERIMON.” Ordinò Izzy
“MAXI-SAETTA.”
Ma il colpo non andò a segno, e Infermon si scagliò contro di lui.
“ACCIDENTI, KABUTERIMON STA PER ESSERE COLPITO. GREYMON ATTACCA.” Disse Tai.
“MEGA-METEORA.”

“E VAI COSI’ DISTRUGGILO.”
“Naruto calmati.”

“INFERMON DIGIEVOLVEEEE…DIABOROMON…”

“EH NO CAZZO NON VALE.” Urlò di nuovo rovesciando la coca-cola e i pop-corn.
“Naruto ti prego calmati.”
“COME FACCIO A STARE CALMO? QUEL BASTARDO E’ DIGIEVOLUTO A LIVELLO MEGA, GREYMON DEVE ASSOLUTAMENTE DIVENTARE WARGREYMON ALTRIMENTI…”
“Fallo per me.” Disse sottovoce, guardando il ragazzo con occhi da cerbiatto.
“Ah v-va bene. Se me lo chiedi così.” Disse rosso in volto, rimettendosi seduto.

“GREYMON SUPERDIGIEVOLVEEEE…METALGREY…UUUURGH.”

“E ASPETTA NO? PERCHE’ LO ATTACCHI? CHE CAZZO TI COSTA?”
“VOI DUE FUORI.”

“Mi dispiace Hinata. Alla fine siamo stati cacciati.”
“Pfff ah ah ah ah ah.”
“Eh?”
Naruto si aspettava una scarica di pugni dalla sua fidanzata, e invece quello che giunse fu una melodica risata.
Vederla così felice gli provocava uno strano effetto.
Il suo cuore era come burro al sole.
“Non cambierai mai, è per questo che ti amo.” Disse dandogli un bacio affettuoso.
“Anch’io ti amo.”
Rimasero di fronte al cinema a farsi le coccole e a baciarsi fino al tramonto, che passarono ovviamente sul Ponte Milvio.
Ma non erano andati lì per guardare il fiume.
CLACK
“Ecco fatto. Che ne dici ti piace?” Disse indicando il lucchetto che lui stesso aveva messo.
“E’ bellissimo.”
Si rialzò in piedi e si poggiò con il busto sul muretto guardando intensamente la chiave di quel lucchetto.
“Ehi Hinata.”
“Mh?”
“La buttiamo insieme?” Chiese girandosi verso di lei.
“E me lo chiedi? Certo che si.”
E fu così che i due si presero per mano, e al grido infantile di ‘uno due, tre’ lanciarono insieme la chiave in acqua. Per poi concludere la giornata con un altro bacio.
Quello fu l’inizio di un amore che non si sarebbe mai infranto.

A distanza di 6 anni, erano di nuovo lì.
Un po’ più alti, maturi e seri, ma erano sempre loro.
Naruto e Hinata.
Il loro amore era rimasto come quello di una volta.
Erano fatti l’uno per l’altra.
E sembrava che niente e nessuno si sarebbe messo in mezzo a loro.
“Mi sono divertita da morire. Ti ringrazio.”
“…”
“Domani per premio ti preparo gli spaghetti alla norcina che ti piacciono tanto. Che ne dici?”
“…”
Ma qualcosa non quadrava.
Naruto era insolitamente triste.
E Hinata non capiva perché.
Continuava a fissare il Tevere con sguardo assente.
“Ehi.”
“Ah.”
“Che hai? Stai bene?”
“S-Si si certo, sto benissimo.” Disse ridendo per pochi secondi, perché oltre in quel momento non poteva andare.
“E’ successo qualcosa?”
Si portò l’orologio davanti agli occhi, dopodiché ritornò a guardare Hinata, ancora più giù di morale di prima.
“Naruto.”
“Hinata ascoltami. Quello che sto per dirti è la pura verità. Non interrompermi, cercherò di essere breve.”
“…”
“Il tuo sogno, quello dove io venivo ucciso, e dove tu partivi per il Nepal per cercare di riportarmi in vita…”
“Ah quello. Non ti devi preoccupare, di sicuro il giorno prima avevo mangiato trop…”
“Hinata.”
“Ah s-scusa.”
“In pratica ciò che hai sognato…era la pura verità.”
“!”
“Io il 23 novembre sono davvero morto per mano di quei criminali.”
Tutto ciò era assurdo.
Come poteva essere morto?
Lui era davanti a lei.
Lo vedeva con i suoi occhi.
“E tu il giorno dopo hai davvero conosciuto Sasuke e Sakura, sei partita insieme a loro e a tuo cugino Neji con l’aereo della polizia per il Cairo, ma sei naufragata sull’isola di Ponza, dove hai fatto conoscenza di Shikamaru e Kiba. Dopo qualche giorno di sosta, a bordo di una caravella portoghese fac-simile sei ritornata sulle sponde di Torvaianica. Lì hai fatto tappa prima all’ospedale per curare Kiba, che si era rotto un braccio durante la traversata, e poi in aeroporto, dove sei arrivata in Nepal, e hai conosciuto Choji, Ten Ten e Matsuri. Lì hai cominciato la scalata all’Everest e adesso sei all’incirca a 3000 metri dalla vetta.”
Lui sapeva tutto.
Eppure Hinata non le aveva mai raccontato il suo sogno.
E anche se lo avesse fatto, non sarebbe riuscita ad essere così precisa e dettagliata.
“N-Non è possibile. Q-Questo è il Ponte Milvio, questo è il Tevere. QUESTA E’ ROMA.” Urlò disperata la ragazza, alzando le braccia per indicare il paesaggio.
“Tutto questo…è un’illusione.”
Dopo aver pronunciato quella parola, lo spazio circostante si sgretolò e in un attimo tutto divenne bianco.
La felicità di Hinata sparì completamente, lasciando spazio all’incredulità e ancora una volta, alla tristezza.
“C-Che significa?”
Passarono interminabili secondi di silenzio.
“Che i sogni non sempre si avverano.”

SCUSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
SCUSATEMIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
vi chiedo scusa per l'enorme ritardo.
un mese e mezzo, me profondamente dispiaciuto.
per questo vi porto un capitolo ricco di novità.
ebbene adesso siete a conoscenza anche del passato di Naruto e Hinata.
il prossimo capitolo sarà:

16° Capitolo-...Ma accade il miracolo

quale sarà il miracolo?
lo scopriremo presto (si spera)
comunque ringrazio YUMIBABYPUNK, KIRACHAN95, DREEM E BABYDANY94 per le recensioni, grazie mille.
la fic sta per arrivare alla fine.
mancano ormai solo 2 capitoli + l'epilogo.
ç.ç comincio già ora a piangere ç.ç
mi raccomando fatemi sapere come vi sembra ;^) see ya
  
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