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Autore: Alaehris    12/03/2015    0 recensioni
Gli Specialisti sono da sempre i protettori del genere umano, un'organizzazione d'Elité votata al mantenimento dell'equilibrio tra Umani e Creature della Notte. E ora sono in fermento per via di Vavila, il più temuto ed influente tra Sovrani della Notte, deciso a firmare un accordo di pace con Sila, il vampiro sovrano delle creature acquatiche, il regno più imponente fra quelli esistenti. E mentre Aquario, capitale della Terra del Mare, ed il mondo si preparano a tale evento, un'ombra malvagia risveglia le antiche leggende del nord, terra dimenticata degli Ultimecia...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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-Sieger!!- gridò, destandosi improvvisamente.
Ansava, aveva la fronte imperlata di sudore freddo, le tremavano le mani e si sentiva debole. Rimase immobile, seduta sul letto per un indeterminato arco di tempo, poi si alzò, dirigendosi verso il bagno e sciacquandosi la faccia.
Da quanto non sognava più la notte della sua iniziazione?
Era un cattivo presagio, lo sapeva, lo era sempre stato. Ma sorrise. Era passato così tanto tempo da quel fatto, e lei allora era così piccola. Ed ora eccola lì, ormai una donna al fiore dei suoi anni. Si guardò allo specchio, stranamente interessata alle differenze che vi erano da allora. Era la prima volta, dopo quattro anni, che riusciva a vedersi interamente, a vedere quello che era diventata.
Inclinò leggermente il capo, e i lunghi capelli castani oscillarono. Era contenta che fossero ricresciuti dopo il taglio corto e ribelle che le aveva inflitto Daniil. Poi lo sguardo cadde sul viso, ora privo di lentiggini, liscio e lucido, gli occhi castani, profondi e dal leggero taglio orientale, la bocca morbida, il collo sottile. E si sorprese: il suo seno, molto, anche troppo sviluppato, le faceva stringere la camicia da notte all’altezza dell’addome. E non ci aveva mai fatto caso..
Si era anche alzata di parecchi centimetri.
Ora sì che era davvero una vera donna!! Se solo Sieger avesse potuto vederla, vedere com’era cambiata, com’era cresciuta, la Sterminatrice che era diventata. Ora, quando tornava a Millennio, persino gli Specialisti le rivolgevano i loro ossequi. Sì, stava diventando la migliore: glielo aveva promesso, dopo quel giorno, niente più lacrime o paura, solo coraggio e sangue freddo.
-Lara?- la voce di Daniil, accompagnata da un leggero bussare, la distolse dai suoi pensieri.
-Dammi un momento e scendo- rispose lei, cominciando a cambiarsi.
In pochi minuti era sul pianerottolo, diretta all’uscita della locanda. Consegnò le chiavi della sua stanza in portineria, pagò il conto e uscì all’aria aperta.
Il sole doveva ancora sorgere, le strade erano deserte, un senso d’isolamento e solitudine attorniava tutto il paesaggio.
Lara scrutò l’orizzonte, poi abbassò lo sguardo in tempo per incrociare il sorriso di Daniil, il suo compagno di viaggio.
-Andiamo?- sorrise quello, indicandole la via.
Sospirando, annuì e i due si diressero verso l’uscita del paese. Procedettero per un sentiero sterrato, diretti verso la città di Aquario, la splendida capitale della regione marittima.
-Un paio di giorni di marcia e arriveremo a Deli, un piccolo paese dal quale potremo risalire il fiume, e poi altri tre giorni a piedi e arriveremo. Affittando un Demo potremmo impiegarci di meno, ma attireremmo di più l’attenzione. Da queste parti quei cosi costano un casino..- disse Daniil, mentre con le dita giocherellava con la sua borraccia -E comunque Alister sarà al punto d’incontro solo tra un paio di settimane, quindi abbiamo tutto il temo che ci occorre per il viaggio. Potremmo anche farlo a piedi!!- e rise.
Lara lo imitò, per poi fissare l’azzurro splendido del cielo. Certo, una volta ad Aquario avrebbero avuto un bel po’ di tempo libero, ma di sicuro non per divertirsi. Vavila, il sovrano dei vampiri della regione della steppa, sarebbe giunto per trattare con Sila, signore delle creature del mare. Un trattato che avrebbe finalmente segnato la fine dei diversi scontri che, da anni, devastavano le terre del verde e i suoi commerci con gli altri continenti. Il loro incarico, supponeva, doveva essere una semplice sorveglianza dell’operato dei due vampiri e del loro seguito.
-Almeno saremo fortunati..- affermò Daniil quando si fermarono per mangiare qualche boccone -Non ci sarà la luna piena, quindi niente lican..-.
Lara fece spallucce.
-Peccato. Sono la tua specialità giusto? Sieger era specializzato nella caccia al lupo no?-.
-Già..- rispose distrattamente Lara: quel nome le aveva riportato alla mente il suo sogno.
Dopo il pasto riprese la marcia, diminuendo notevolmente la distanza dalla loro meta. Solo quando il sole sparì completamente dall’orizzonte il duo decise di accamparsi. Non temevano le tenebre, ma era meglio riposare il più possibile durante quei giorni che li separavano dalla missione. Daniil cercò della legna ed accese un fuocherello leggero, quel poco che bastava a illuminare la zona.
Lara, dopo che il ragazzo annunciò che andava a dormire, si stese supina poco lontano dal compagno: a quanto pareva toccava a lei montare di guardia, ma non le dispiaceva. Di solito lei rimaneva sveglia durante i pleniluni, in modo da essere pronta ad un qualsiasi attacco, mentre quella notte in cielo splendeva una falce di luna calante, e quindi poteva rilassarsi e godersi la pace che regnava intorno a lei, sotto uno splendido cielo stellato. Per passare il tempo decise di cercare di individuare le diverse costellazioni, in modo da avere la mente occupata e non pensare a nulla.
Daniil grugnì.
La ragazza sorrise. Doveva essere a pezzi dopo il suo ultimo incarico. Era andato e venuto dalla Steppa diverse volte, con informazioni sempre più dettagliate su quanto riguardava il trattato tra Sila e Vavila. Sinceramente non lo capiva: lei odiava gli incarichi come la raccolta di informazioni; preferiva di gran lunga i combattimenti, l’azione della battaglia. Ormai usciva quasi ogni notte a caccia di creature, per la maggior parte lican e demoni-animali. Quella era la prima volta che aveva a che fare di persona con vampiri e, sinceramente, non capiva perché Dieter avesse affidato a lei quella missione. Daniil poteva ancora tornare utile ad Alister, con la sua capacità di raccogliere indizi, ma lei a cosa serviva? Non vi era nemmeno la scusa della luna piena.
Scosse la testa e si alzò. La sua intenzione iniziale era quella di rilassarsi e non pensare a nulla, invece si stava facendo venire in mente mille quesiti. Sbuffò, annoiata, e dopo aver constatato che Daniil dormiva come un sasso si alzò, allontanandosi dal campo, in modo da non recare fastidio al dormiente. Quando ebbe messo parecchi metri di distanza tra lei e il ragazzo si piazzò di fronte ad un albero e, indossati i guanti, cominciò ad allenarsi contro il tronco, lasciando profondi segni sulla corteccia.
 
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Guardò il liquido rosso che ondeggiava nel suo bicchiere, e inclinò leggermente il capo, sorridendo con perfidia.
-1879.. sai che adoro quell’annata vero?- disse con tono sensuale, quasi sussurrando le parole.
-E’ per questo che te l’ho servito..-.
La ragazza sorrise, sorseggiando la bevanda con fare da gran dama, mentre il suo compagno la osservava dall’altra parte del tavolo. La voglia di carezzarla, di avere quelle labbra rosse, color del sangue, di leccarle il seno, di averla sua s’impossessò di ogni suo pensiero, e sorrise, riducendo gli occhi a due fessure.
-E’ davvero un onore averla qui a certa, milady-.
-Grazie monsieur Johnson, anche per me è un onore essere al vostro cospetto..- rispose la ragazza, con una leggera espressione divertita dipinta sul volto.
-Oh.. dammi pure del tu cara..- la sua voce era sempre più affannata.
-Perdonatemi, ma non riesco a mancarvi di rispetto, sebbene sia una vostra richiesta..- rispose lei educatamente, scostandosi una ciocca di capelli rossi e accavallando sensualmente le gambe, in modo che dal lungo spacco si potesse intravedere perfettamente la gamba. Lo sentì muoversi leggermente, e sogghignò.
“Coraggio bastardo, vieni qui..”.
L’uomo, che poteva avere si e no una trentina d’anni, si alzò dal suo posto con la scusa di volerle versare personalmente il vino. E la ragazza sorrise, sistemandosi al meglio la scollatura del vestito. L’uomo si chinò su di lei, avido del suo corpo e, dopo avergli concesso di toccarla, gli saltò al collo, azzannandogli la vena che si intravedeva. Quello tentò di divincolarsi, ma fu tutto inutile: in pochi secondi fu a terra, morto dissanguato.
-Stupido idiota..- disse la ragazza pulendosi la bocca -Puah.. spiacente ma il miglior sangue sarà sempre quello dei ventunenni.. capito stronzo?- e prese a calci il cadavere ai suoi piedi.
In seguito si diresse in camera dell’uomo, precisamente alla sua scrivania: cercò nei cassetti, ma non trovò ciò che cercava.
“Dannazione..” si guardò intorno: sicuramente nella stanza doveva esserci qualche cassaforte. Johnson teneva i suoi documenti in casa, quindi erano per forza lì, da qualche parte. Concentrandosi, utilizzò la percezione aura, una caratteristica vampiresca che le permetteva di poter scovare eventuali forme di vita e non attraverso le pareti. E, come sospettava, trovò subito la cassaforte. Utilizzando le unghie lunghe ed affilate, riuscì a togliere di mezzo la porticina blindata, avendo diretto accesso ai documenti.
-Perfetto..- sorrise soddisfatta, prendendo il piccolo fascicolo blu e mettendolo al sicuro nella sua borsetta -Ora posso andare..-.
E, senza nemmeno un rumore, uscì dalla finestra e sparì nel buoi della notte.
 
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Daniil si svegliò al sorgere del sole. Le ultime braci del fuoco si stavano lentamente spegnendo, mentre una brezza tiepida gli carezzava il volto con dolcezza. Una leggera rugiada inumidiva il terreno intorno a lui, mentre il cielo blu profondo dava spazio a delle splendide sfumature rosate.
Si stiracchiò, mettendosi a sedere nel suo sacco a pelo. Lara, seduta poco lontano da lui, sembrava concentrata su un punto non bene definito del firmamento, che lentamente cedeva terreno all’azzurro del giorno.
-Buongiorno!!- esclamò il ragazzo, sorridendo.
-Ciao Daniil..-.
Le evidenti occhiaie della ragazza gli fecero intuire che non aveva dormito.
-Lara.. non serviva che restassi sveglia tutta notte tu..- le disse, alzandosi e cominciando a mettere via le sue cose. Lara lo imitò quasi immediatamente e, poco dopo, con un pezzo di pane ciascuno, erano nuovamente in viaggio.
-Per mezzogiorno dovremmo arrivare a Deli..- annunciò Daniil, controllando la cartina con la bussola.
-Hai avuto notizie da Alister?- domandò Lara dopo aver ingoiato l’ultimo boccone.
-No.. dopo il messaggio di ieri mattina non ho ricevuto nulla..- disse mettendo via la carta -Comunque credo che il suo Drake non sia molto lontano.. presto arriverà vedrai!!-.
La ragazza annuì, e i due continuarono la marcia in silenzio, sino a giungere in prossimità del paese.
Una volta lì Daniil prenotò i posti sul traghetto, poi annunciò che sarebbero partiti alle tre dal molo sei e, di conseguenza, sino ad allora avevano tempo libero.
-Io faccio un giro in armeria. Vieni con me?- domandò Daniil, ansioso di andare.
-No, preferisco fare un giro-.
-Ok!! Ci vediamo al molo!!- e corse via, lasciando la ragazza sola in mezzo ad una viuzza stracolma di persone.
Era giorno di mercato e le strade erano sovraffollate. Gente che spingeva pur di arrivare per prima alla merce migliore, bambini che giocavano in mezzo alla strada, animali randagi che venivano scacciati.. c’era troppa confusione per i suoi gusti. Ma non poteva fare altro che aspettare in qualche posto più tranquillo, e Lara non riuscì a pensare a qualcosa di meglio di una taverna: anche se affollata, era un ottimo posto per raccogliere informazioni e passare così il tempo.
Deciso ciò, si avviò in mezzo alla folla, facendosi largo a ‘con permesso’ e a gomitate. Alla prima bancarella chiese dove poteva trovare una locanda e, una volta che le fu detto, si diresse fuori dalla zona di mercato. Sospirando, proseguì per la strada che gli era stata indicata dal venditore, giungendo al luogo prestabilito. Entrò e, dopo aver preso posto, ordinò e cominciò a sfogliare un giornale trovato sul tavolo. Il titolo in prima pagina parlava di un assassinio, compiuto la notte prima, ad Arcadia, una delle quattro Repubbliche Indipendenti. Dalla descrizione fornita era intuibile fosse opera di un vampiro, data la presenza di due fori sul collo. Scosse la testa: non erano arrivati messaggi da parte degli Specialisti, quindi non doveva essere nulla di serio. E poi i vampiri erano raramente affidati a lei: come le aveva ricordato Daniil, la sua specializzazione era sui mannari.
Annoiata, cambiò articolo, ritrovando il trattato tra Vavila e Sila molto più interessante. Dalle poche dichiarazioni rilasciate alla stampa si capiva che l’incontro si sarebbe svolto con la massima sicurezza, in modo da evitare eventuali attacchi dai gruppi di Resistenza. Se non ricordava male, Daniil una volta faceva parte di questi gruppi, finché suo fratello non fu ucciso.
“Non sono fatti miei..” e abbassò lo sguardo sulle fotografie dei due uomini.
Vavila, sguardo fiero e pieno di sé, sembrava osservarti come se ti considerasse un essere completamente inferiore a lui, mentre Sila, sebbene non sembrasse migliore di lui, aveva un qualcosa di sospetto, diverso dall’arroganza che sembrava manifestare così esplicitamente Vavila.
Sorrise. Cosa diavolo le veniva in mente? Doveva avere una forte immaginazione.
Il giovane cameriere, un ragazzino sui dieci anni, le portò la sua ordinazione. Buttò il giornale su un altro tavolo, ringraziò e si mise a osservare i cubetti di giacchio all’interno della bevanda. Non aveva sete, ma sapeva che non poteva non ordinare.
Degli uomini la superarono, mentre chiacchieravano animatamente delle scommesse sulle corse dei Demo. Uno di loro sembrava aver perso una grossa cifra.
-Quello schifossissimo animale.. giuro che un giorno gli sparo..- si lamentava -E ora che la sente quella troia di mia moglie?-.
Sbuffò, già stanca di origliare certi stupidi discorsi. La sua attenzione venne attirata da un giovane uomo, poco più grande di lei, che entrò nel locale con una certa premura. Non lo vide in volto, in quanto era incappucciato, ma qualcosa nel suo modo di fare le sembrò famigliare. Rimase a fissarlo con attenzione, mentre quello disse qualcosa alla barista, che annuì e gli indicò la porta sul retro. Incuriosita, lo seguì con lo sguardo, sino a ché non sparì dietro ad un angolo. Rimase immobile un momento, immersa nei suoi pensieri, poi si alzò e si diresse al bancone.
-Mi scusi..- attirò l’attenzione della barista.
Quella le fece un cenno, per farle capire che la stava ascoltando.
-Cerco il bagno-.
-Vada sul retro. Prima porta a sinistra-.
Mormorando un grazie, prese la strada poco prima imboccata dallo strano individuo. Trovò immediatamente la toilette, che constatò essere vuota. Quindi quello non doveva andare al bagno.. Sentendo delle voci, la sua attenzione andò alla sua destra, dove vi era una scala che conduceva al piano superiore. Sempre più insospettita, salì in silenzio, senza fare il minimo rumore. Il pianerottolo era sorvegliato da un uomo di media stazza, molto alto, dal portamento fiero, il volto rude e un’espressione seria. Non sembrava armato. Non valeva la pena ucciderlo. Ma doveva trovare un modo per sbarazzarsi di lui. Si guardò intorno, in cerca di una soluzione, e il suo sguardo cadde nuovamente al piano inferiore, tra le casse del magazzino. Era lui!! La figura nera che si muoveva furtivamente tra le casse. Silenziosamente, così come era salita, scese le scale, dirigendosi verso la sagoma, estraendo da sotto il mantello una pistola. Quando gli fu alle spalle lo sentì farfugliare qualcosa, come se stesse brontolando e, quando sentì la sua voce, ebbe la certezza assoluta di conoscerlo. Sorridendo, gli andò alle spalle e, quando quello fece per andarsene, gli puntò l’arma alla nuca. Quello, colto alla sprovvista, si immobilizzò.
-C-Cosa vuoi? C-Chi sei?-.
-Sicuro di non saperlo?- domandò con un tono di voce misto tra il sensuale e il divertito.
La figura, evidentemente riconoscendola, si tolse il cappuccio e si voltò verso di lei. Un splendido paio di occhi azzurri fu incorniciato da una chioma rossa e ribelle.
-Lara!! Come va? Mi hai fatto prendere un colpo!!- sorrise, anche se una vena di preoccupazione non abbandonò il celeste dei suoi occhi.
La ragazza inclinò la testa.
-Il colpo volevo dartelo- gli puntò la pistola sotto il mento -Cosa ci fai qui?-.
-Lara, carissima, non ti sembra..-.
-Limitati a rispondere, o è la volta buona che ti ammazzo-.
-Io.. sono qui per un lavoro..- borbottò il ragazzo.
-Davvero? L’altra volta il tuo lavoro ha quasi fatto saltare la mia missione. Te lo ricordi spero..- l’indice premeva sempre di più sul grilletto a quel ricordo.
-A-Andiamo.. poi hai risolto no? N-Non mi sembra m-motivo per p-portare r-rancore nei miei confronti..- una goccia di sudore gli percorse la guancia -Giuro che non sono qui per intralciarti..-.
Lara lo guardò per un po’, poi abbassò l’arma. Quello, ancora bianco come un lenzuolo, si allontanò di qualche passo dalla ragazza, ansando.
-Mi hai quasi fatto venire un collasso..-.
-Ti consiglio di sparire da questo post..-.
-Che state facendo voi due nel magazzino? Questo luogo è vietato ai non addetti!!-.
Un addetto alla sorveglianza li intravide in lontananza e cominciò a dirigersi verso di loro.
-Cazzo..- il rosso cominciò a fuggire, seguito da Lara -Visto che combini? Mi fai scoprire!!-.
-Taci Aaron, o giuro che stavolta ti ammazzo sul serio- rispose acida la ragazza, scavalcando il muro di cinta del locale, ritrovandosi poi a fuggire in mezzo alla folla dalla quale prima era fuggita a gomitate.
-Beh, ci si vede..-.
Nemmeno ebbe il tempo di voltarsi che il ragazzo alle sue spalle era sparito.
“Dannazione..”.
Questa volta chiese informazioni per dirigersi al porto e, solo quando fu al molo, si tranquillizzò, sicura di aver seminato i suoi inseguitori. Lì chiese ad un vecchio marinaio indicazioni per il molo sei. Dopo che le ebbe ricevute, ringraziò e si diresse al punto di incontro. Sapeva di essere in largo anticipo, ma non aveva voglia di tornare in città. Si sedette accanto agli ormeggi, fissando il suo riflesso sull’acqua, deformato dalle onde, le quali sbattevano imperterrite con moto lento sul cemento. Sospirò, attendendo in silenzio l’arrivo delle quindici di quel pomeriggio soleggiato.
 
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Rilesse il documento, mentre la cartelletta blu era posata sul tavolo. Sorrise.
-Così hanno in mente un trattato di pace.. idioti, non lo rispetteranno mai. La diffidenza di Sila è esagerata, e la sete di potere di Vavila incolmabile. Questa è solo una buffonata che vogliono rifilare all’opinione pubblica- affermò, sorridendo beffardamente e passandosi una mano tra i capelli -Ma noi non possiamo permetterci di perdere tempo con queste idiozie. Dobbiamo fermare questa sceneggiata di poco gusto e dare spazio al vero spettacolo-.
-Giusto..- mormorò la ragazza alle sue spalle, abbracciandolo dal dietro e cominciando a baciarlo sul collo -Faremo vedere a tutti come si gioca..-.
-Il nostro è un gioco pericoloso..- affermò l’uomo, con una scintilla di follia che gli balenò nello sguardo, mentre con la mano libera andò a cercare i seni della donna -Un gioco dove non può vincere nessuno-.
La ragazza gli salì sopra a cavalcioni, cercando le sue labbra, sentendo il desiderio di spogliarsi farsi sempre più grande in lei. L’uomo sorrise, afferrandola e prendendola in braccio, portandola con sé nel letto. La posò delicatamente, per poi stendersi su di lei.
-La conferenza sarà fra circa un mese.. per allora avremo già sistemato tutto- le infilò la lingua in bocca, mentre lentamente la liberava dai vestiti, con una calma snervante e, nel contempo, eccitante -Dovrai semplicemente seguire le mie indicazioni-.
-Sì..- mormorò, spogliandolo dai vestiti, andando a giocare con i suoi genitali -Ci penserò io..-.
-Bene..- sussurrò quello, quando sentì la sua virilità stuzzicata dalla lingua della giovane.
Poi, come se si fosse stancato, la prese e la staccò da sé. Lei sorrise, sempre più divertita. Lui la squadrò dall’alto in basso, con un ghigno perfido stampato in volto, poi la penetrò a ritmo sempre più sostenuto, sino a farla gridare di piacere. Solo allora si fermò, guardandola fisso nei suoi splendidi occhi verdi.
-Ora ti spiego cosa dovrai fare..-.
  
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