Capitolo settimo
-I problemi non vengono mai soli-
[...] "Lui è la persona che ti aiuterà fratellino"
Sasuke inarcò un sopracciglio,
"Non può neanche entrare"
"Senti sono stufo di aspettare, con permesso!" un forte
botto, poi la porta si spalancò e sbatté sul volto dell'Uchiha più piccolo che
si trovava proprio sulla sua traiettoria.
Quando gli occhi scuri smisero di lacrimare dal dolore Sasuke
riuscì a distinguere un viso circondato da folti capelli color del sole e un
sorriso imbarazzato,
"Oh cavolo, non credevo che fossi proprio dietro alla porta.
Comunque piacere sono Naruto!" quindi gli porse la mano.
Un'unica domanda nella testa del moro che rimase immobile.
Come aveva fatto ad entrare?[...]
Il biondo si schiarì la voce per attirare la sua attenzione.
"La porta era chiusa" disse seccamente Sasuke, con lo
sguardo ostile.
Naruto scrollò le spalle con non curanza, ritirò la mano e si
voltò verso il portone.
Prese la maniglia e la mosse verso il basso e verso l'alto.
"Non sembra si sia rotta"
"Quello non è importante" l'Uchiha si alzò in piedi e si
rese conto di essere leggermente più alto del ragazzo, che si era letteralmente
catapultato in casa sua.
"Vattene" Naruto non lo degnò neanche di attenzione,
"Che dici me lo offri un caffè? Ho fatto le corse per
arrivare qui e un po' di accoglienza è il minimo"
"Quale parte di vattene non è chiara?"
"Mi hanno detto che hai bisogno di una mano"
"Non so chi sia la tua fonte, ma ho tutto sotto controllo e,
per tua informazione, odio gli estranei"
Soprattutto quelli con occhi così blu, innaturali...
"Non è un informazione rilevante" con non curanza
richiuse la porta dell'entrata, impedendo al moro di poter vedere il mondo
esterno.
La prima volta dopo molto tempo.
"Io credo di si, non fare finta di non capire dobe! Io sto
bene da solo" afferrò la maniglia e fece per aprirla ma non ce la fece
Di nuovo.
Naruto gli appoggiò la mano sul braccio, primo contatto umano dopo
quanto?
Giorni... Mesi...Anni?
"Te hai bisogno di me" disse semplicemente,
"Dagli retta fratellino" lo spettro apparve nel
soggiorno in un secondo, raffreddando l'aria. La presenza incombeva.
Lieve come il sospiro del vento.
Sasuke provò a mordersi le labbra per non rispondere, poteva
sembrare un pazzo.
Poi il biondo lo stupì, parlando per primo,
"Itachi tuo fratello è intrattabile" quindi si diresse
in cucina,
"Io ti avevo avvertito"
"Si ma non mi avevi detto che era un teme patentato"
Il giovane Uchiha non aveva parole, quel ragazzo stava conversando
con un fantasma...
Suo fratello...
Come se niente fosse?
Poi collegò l'ultima frase,
"Ehi dobe! Come ti permetti? Sei in casa mia porta
rispetto" i tre si ritrovarono quindi nella stessa stanza.
Naruto aveva un vero e proprio sorriso d'ebete sul volto.
L'irritazione cresceva nel moro.
"Continuare a sorridere ti fa sembrare ancora più idiota"
Namikaze sospirò, sarebbe stato più difficile del previsto.
Quando aveva accettato di dare una mano a quel ragazzo credeva che
sarebbe bastata qualche parola.
Quanto si sbagliava.
"Io sono qui per aiutarti a risolvere un problema, non mi
serve sembrare intelligente"
"Curioso che sia stato proprio il mio problema a condurti
qui" un sorriso magnetico, sprezzante.
Sasuke si fece vicino.
Ancora e ancora.
Finchè non raggiunse la distanza di un respiro.
"Se avessi bisogno di una mano tu saresti l'ultimo a cui la
chiederei" gli avrebbe chiesto sicuramente dell'altro se l'avesse
incontrato in un'altra situazione.
Naruto scosse la testa, cercando di trovare qualcosa nel suo campo
visivo che non fosse il nero pece dei suoi occhi.
"Dovrai farti bastare me" si alzò, in imbarazzo.
Itachi continuava ad osservarli.
Magari sarebbe stato divertente.
"Non provarci neanche Itachi o ti spedisco nel posto che ti
spetterebbe" lo minacciò Naruto, il più grande sogghignò per nulla
intimorito.
"Non avevo in mente nulla"
"La tua aura è cambiata improvvisamente... In peggio"
"Forse qualche innocuo scherzetto"
Il biondo fece un gesto secco con la mano ed Itachi venne sbattuto
contro un muro, lo trapassò e finì nell'altra stanza.
Entrambi gli Uchiha restarono sbalorditi.
Il fantasma raggiunse nuovamente la cucina.
"Non credo di aver capito chi sei" Sasuke prese la
parola, osservava con più attenzione il coetaneo,
"Naruto Namikaze, titolare di un agenzia di
investigazioni" gli porse un biglietto da visita,
"Particolare come agenzia"
"Il paranormale è compito mio, i miei dipendenti non sanno
nulla"
"Chi sei veramente?" chiese Itachi.
La domanda venne ignorata, Namikaze si diresse verso l'uscita.
Aprì la porta, quindi lanciò uno sguardo penetrante prima al
ragazzo poi al fantasma,
"Posso aiutare entrambi, basta una chiamata. Fatti sentire
quando ti sarai chiarito le idee, teme"
"Dobe"
Il biondo lo lasciò da solo, sicuro che avrebbe ricevuto a breve
una chiamata.
In macchina si diresse verso l'agenzia, pensando allo sguardo del
moro. Era così opaco all'inizio, appena l'aveva visto non aveva potuto
impedirsi di compatirlo. Poi tra battute e domande una scintilla lo aveva
rianimato.
Il cellulare gli vibrò dalla tasca.
Senza staccare gli occhi dalla strada, lo appoggiò sul cruscotto
ed azionò il vivavoce.
"Pronto?"
Naruto la copertura di Ino sta per saltare, dobbiamo richiamarla
in sede! la voce di Kiba era allarmata, molto,
"L'hai sentita?"
Si pochi minuti fa
"Dille di abbandonare l'incarico"
Non la lasciano da sola un secondo
"Va bene allora vediamoci tra dieci minuti alla Oto's
science, le offriremo un diversivo"
Chiuse la chiamata e sospirò.
Quella giornata non gli dava tregua... Prima Sasori, poi il
discorso a Kiba, il fantasma, quel teme cocciuto e infine Ino.
E ovviamente era imbottigliato nel traffico.
Lo sguardo fisso, mille pensieri in testa.
Forse avrebbe dovuto ringraziare tutti per gli impegni che gli
offrivano... Gli impedivano di pensare al lutto.
Non gli permettevano di piangere il suo dolore. Meglio così non
poteva permetterselo.
La collana ebbe un bagliore rossastro.
Sento delle presenze Naruto
Zimu nelle vicinanze?
Temo di si, fai attenzione
Prima penso ad Ino
La protezione del Passaggio è più importante
E' una mia compagna non la lascerò indietro
Così com'era apparsa, la presenza del demone svanì. Sicuramente
non l'avrebbe capito, nonostante la costante presenza di umani nella sua
esistenza non poteva provare i loro stessi sentimenti... Le loro priorità.
L'altruismo era tabù per lui, il dovere prima di tutto.
Ovviamente doveva aggiungersi un'altra complicazione.
Fortunatamente le macchine ripresero a scorrere.
Un lieve senso di colpa si impadronì di lui, sperò che quelle
oscure presenze non facessero vittime nel frattempo.
Parcheggiò e, scorrendo tra la gente che affollava il marciapiede,
raggiunse la maestosa entrata dell' Oto's science. Intravide Kiba, aveva ancora
lo sguardo un po' frastornato per le notizie, ma sapeva di poter contare su di
lui.
Naruto gli fece il simbolo due con le mani.
Il piano veniva messo in atto.
L'atrio era come un universo cristallizzato, le vetrate permettevano
alla luce di filtrare e le sculture ghiacciate brillavano.
Raggiunse la reception.
"Mi scusi signorina vorrei incontrare Orochimaru" la
ragazza lo degnò giusto di un'occhiata, quindi alzò la cornetta del telefono,
"Ha un appuntamento?"
"No, ma sono sicuro che si aspetta una mia visita"
"Aspetti qualche istante" nel frattempo Kiba si avvicinò
alle scale di emergenza, gli addetti alla sicurezza si accorsero di lui.
Fecero per avvicinarsi, Naruto li vide e con un gesto della mano
fece prendere fuoco ad una pianta.
Le guardie accorsero.
Kiba era libero di agire.
"Chi devo annunciare?"
Naruto gli porse un biglietto da visita,
"Gli dica che è meglio risolvere civilmente la cosa" la
dipendente ebbe un sobbalzo quando si rese conto di essere di fronte ad un investigatore.
Rivelò la notizia alla cornetta, quindi gli porse un badge.
"Utilizzi l'ascensore centrale. L'aspetta al decimo
piano"
"Bene la ringrazio. Un'ultima cosa, devo parlare anche con la
signorina Ino Yamaha sembra ci sia qualche problema. Può dirmi dove si trova
ora?"
"Certamente" cercò il segnale magnetico dei tesserini
nel programma di localizzazione.
"Lei è all'ottavo piano"
"Grazie mille, arrivederla" il piccolo incendio fu
domato e le guardie tornarono ai loro posti.
Kiba era passato inosservato.
Entrò nell'ascensore e grazie al badge lo mise in moto,
incominciando a salire al decimo piano.
Nel frattempo prese il cellulare ed inviò un messaggio al compagno.
- 8 -
Il piano aveva avuto inizio, lui avrebbe mantenuto su di sè
l'attenzione di tutti... Nel frattempo Kiba avrebbe pensato ad Ino.
Certo, ma cosa poteva raccontare al capo della compagnia?
Il classico suono dell'ascensore gli fece capire di aver raggiunto
il piano. Le porte scorsero lentamente, lasciandogli il tempo di vedere una
parte per volta il viso di un ragazzo che doveva avere qualche anno in più di
lui.
I capelli argentati erano tenuti legati in una coda bassa, quelli
sfuggiti ricadevano scomposti sulla fronte.
Gli occhi scuri erano adornati da occhiali tondi. Un tipico
scienziato.
"Salve, mi hanno avvisato del suo arrivo." il biondo gli
strinse la mano e gli offrì un ampio sorriso,
"L'accompagno nell'ufficio del direttore"
"Grazie" si avviarono lungo il corridoio.
Un silenzio assoluto, non un sussurro non un sospiro. Come se la
morte aleggiasse in tutto l'edificio.
Non gli sfuggivano le continue occhiate che gli lanciava lo
scienziato, certo poteva giustificarlo. Ino era riuscita a scoprire molte cose
e nessuna era a loro vantaggio.
Chi ha la coscienza sporca teme più degli altri, lo spirito sempre
in subbuglio.
Raggiunsero la stanza del direttore.
Il ragazzo bussò ed attese di ricevere il permesso di entrare,
intanto il cellulare gli vibrò nella tasca.
Probabilmente era Kiba.
"Avanti"
Era il momento del grande incontro.
La porta venne aperta e lo sguardo del detective venne
immediatamente catturato da iridi serpentine.
L'opale di quegli occhi era accecante, quasi disumano...
"Te devi essere il detective Namikaze"
"Mi chiami Naruto"
"Dammi pure del tu e chiamami Orochimaru" si strinsero
reciprocamente la mano.
Il capo della compagnia gli rivolse un sorriso aperto, gli copriva
quasi tutto il volto ed aveva qualcosa di molto inquietante.
I lunghi capelli scuri erano attaccati alla nuca come una cascata
di pece.
Non pensava che sarebbe stato in grado di rimanere in una stanza
solo con lui... Era comico che dopo aver affrontato essere paranormali venisse
messo in soggezione in tal modo da un semplice uomo.
" Vai pure Kabuto, da qui ci penso io"
Perfetto! Proprio la situazione che temeva di più.
"Potrei sapere il motivo della tua visita Naruto?" non
gli piaceva come aveva pronunciato il suo nome, per nulla.
A quel punto arrivava la parte difficile del piano, tenere
concentrata su di sè tutta l'attenzione... Ino doveva sparire.
Ecco qui l'aggiornamento!! Porca miseria da quant'è che sono sparita? Questa volta non c'è giustificazione che tenga, scusatemi tantissimo!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ;) Qualche idea su chi sia Orochimaru e quale sia lo scopo dell'organizzazione? Inoltre sembra ci siano molti problemi all'orizzonte...
A presto.