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Autore: fu_humster    12/03/2015    0 recensioni
"E quindi, mi vuoi dire che tu sei una sirena?
Che vivi nell'oceano?
Che nuoti spensierata?
E' questo quello che sei, Cleo?"
Vi basti sapere che sono una sirena, una sirena oro.
Non vi spiegherò cosa significa, non è mio compito, non ora.
Vi state per immergere nella lettura del Libro Sacro, quindi lo scoprirete da voi. Io sono Cleo, e il mio compito è quello di recuperare la lacrima di cristallo.
Una volta che avrete iniziato a leggere non potrete tornare indietro. sappiate che potrebbe dipendere da voi, un giorno, il destino di Atlantide.
Ora, siete stati avvertiti e avete due possibilità: fare dietro front o immergervi nella lettura. Nella mia storia, nella storia di un errore, e nella storia di un mondo che sta per scomparire.
-Cleo dal profondo del mare.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

La signora Bailey mi accolse con un largo sorriso.

-Mio figlio va nella tua scuola, non so se lo conosci, si chiama Victor.

Riflettei inutilmente, quel nome mi era estraneo.

-Non saprei, non mi pare di averlo mai sentito.

-Ripassi pure domattina verso le 8.30, ci sono buone possibilità che lei venga assunta.

-La prego, mi dia del tu

-Solo se mi chiami Rose- rispose, aperta ormai nel terzo sorriso che mi rivolgeva.

-Va bene, Rose – dissi lievemente imbarazzata.

La mattina seguente mi svegliai, stranamente, di buon'ora e decisi di avviarmi verso la biblioteca. L'aria di mattina era lievemente più fresca del solito, notai. Probabilmente era dovuto al fatto che io di solito a quell'ora ero immersa nel sonno a sognare. Si, io ero una grande sognatrice, ad occhi chiusi che ad occhi aperti.

Se avessi potuto lontanamente immaginare quello che sarebbe successo nell'arco di quei pochi giorni, avrei smesso di sognare. Inseguendo i sogni si rischia di perdere di vista la strada che si sta percorrendo. Non essendo una persona tumblr o cose del genere, ho sentito queste parole sulla mia pelle. Credeteci nei sogni, ammirateli, sperateci. Non dateli per scontati perché la maggior parte delle volte ti trasportano in un vortice dal quale non è possibile uscire.

Ma tutto a suo tempo. Quella mattina mentre camminavo nell'aria sentii l'inconfondibile odore delle pagnotte appena sfornate di Bakery Street la mia pasticceria preferita. Entrai, facendo tintennare le campanelle sopra la porta. Non mi stupii quando, come spesso accade, trovai la mia amica Rachel seduta ad un tavolo a sbocconcellare un krafen gigantesco.

Io e Rachel ci conosciamo da 10 anni, e posso fieramente dire di conoscerla come le mie tasche. I suoi capelli biondo platino erano fermati in una treccia che le ricadeva sulla spalla e trovai che le stessero molto bene. I suoi occhi azzurro ghiaccio, però non erano fissi sul suo krafen e sul suo cappuccino ("con panna fino al bordo" mi avrebbe corretto lei). Le sue labbra fine erano ricoperte di crema pasticcera e stava fissando con quegli occhietti vivaci, un ragazzo alto e moro accanto alla cassa, quasi volesse mangiarsi anche lui. Avvicinandomi di soppiatto le feci venire un mezzo infarto quando la toccai sulla schiena.

-Hei, qual buon vento ti porta qui?

-Le ciambelline alla cannella, cos'altro?- risi di gusto. Le ciambelline alla cannella di Bakery Street, chiamate affettuosamente SP (Special Donut), erano la specialità della casa, e il loro odore si diffondeva per tutta Nervica una volta sfornate. Un'esplosione di gusto si diffondeva in tutta la bocca appena ne assaggiavi una, davvero deliziosa.

-Vado a prenderne due, e magari chiedo a quel ragazzo se si siede qui con noi?- dissi, colpendola leggermente col gomito. Lei arrossì leggermente, scrollando le spalle.

-E smettila di fare quella faccia.. Insomma, se insisti potresti anche chiederglielo.

-Non aspettavi altro, non è vero?

-Non aspettavo altro.

Mi avvicinai al bancone, più per le SP che per quel ragazzo che aveva provocato un'esplosione dentro Rachel.

-Salve Dorothy,- salutai la cassiera -io prendo due delle tue ciambelline alla cannella più buone!- dissi sorridendo. In pochi attimi mi ritrovai davanti agli occhi due Special Donuts straripanti di crema alla cannella.

Mi girai verso il ragazzo e notai che distolse lo sguardo da me, non abbastanza velocemente da non farmi capire che mi stava guardando.

-Ehi scusami,- dissi tirandogli leggermente la felpa -io e la mia amica Rachel siamo sedute su quel tavolo, ti va di aggiungerti?

Si girò, mostrando due occhi azzurri degni di quelli di Rachel. Aveva i capelli neri, con un ciuffo che muoveva di continuo. Mi stava già simpatico quel suo tic che lo rappresentava come una persona timida.

-Dici a me?- chiese.

-Si, a te. Ti va?

-O-ok, arrivo subito.

Mi sedetti accanto a Rachel, che mi attendeva con un sorriso da un'orecchia all'altra.

-Ce l'hai fatta?- chiese, speranzosa.

Di risposta indicai il ragazzo, che si stava sedendo di fronte a lei.

-Ciao!- disse lei.

-Ciao.- disse lui.

< Che noiaaa > pensai io.

I due rimasero a guardarsi come due ebeti per minuti interi, finché io decisi che per me era il momento di lasciarli soli.

-Io vado, ciao Rachel. Tu come ti chiami?- chiesi al nuovo arrivato.

-Sono Victor, piacere- rispose, senza distogliere lo sguardo da Rachel.

   
 
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