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Autore: B e l l e    12/03/2015    5 recensioni
SPOILER 4x11 e 4B
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"Gli aveva detto addio tante volte, lo aveva perso a causa dell'oscurità, della debolezza e, addirittura, della morte. Lui era sempre tornato da lei. Lo aveva sempre ritrovato. Questa volta era stata lei a mandarlo via togliendogli ogni possibilità di tornare indietro, per salvaguardare una città dalle malefatte di una bestia. Sì, perché aveva chiuso gli occhi, aveva smesso di guardare in profondità, di cercare l'uomo dietro la bestia."
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"Il male che le parole di Belle gli avevano fatto era ancora fresco e il solo pensiero – "Non voglio perderti" – "Ormai mi hai già persa" – squarciava la sua anima già frammentata in pezzi ancora più piccoli e logori."
"Chi avrebbe potuto restituirgli la speranza?"
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Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Crudelia De Mon, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mind walls

 


Il cellulare di Belle stava squillando insistentemente da due minuti buoni, ma la ragazza sembrava non sentirlo. L'orologio batteva le quattro del mattino, la stanza era avvolta nell'oscurità e Belle era raggomitolata nel suo letto, completamente persa nel mondo dei sogni.
Belle, rispondi al telefono.
Belle.
Era la voce di suo marito, quella che le rimbombava nell'orecchio. Il tono basso, l'accento forte: era indubbiamente Rumplestiltskin.
Belle, rispondi. Più forte, più profonda.
La ragazza si tirò su di scatto, guardò il cellulare che stava ancora squillando e lo prese in mano. Nessun numero. Sconosciuto. Sentiva ancora quella voce così familiare nella testa. Doveva rispondere? Non voleva parlare con suo marito, non voleva sentire le sue bugie, le sue scuse.
Aveva superato il momento di debolezza, aveva buttato fuori il dolore, pianto tutte le lacrime che aveva in corpo. Come aveva detto Ruby, adesso stava meglio.
Non era più costretta a violentare la propria mente pur di non pensare a lui. Era passata all'accettazione: non l'avrebbe più rivisto, mai più. Aveva messo un muro tra di loro e lo aveva fatto volontariamente. Era meglio così. Probabilmente, non era l'uomo giusto per lei. Aveva provato in tutti i modi ed aveva fallito. Fine della storia.
Belle, aiutami.
La voce nella sua testa si era fatta quasi implorante, disperata. Il telefono continuava a squillare, come se la chiamata dovesse continuare all'infinito, finché lei non avesse schiacciato il bottone verde per accettarla o quello rosso per rifiutarla. Perché aveva l'impressione che il cellulare avrebbe ripreso a suonare un attimo dopo aver schiacciato il rosso? E poi, lei voleva davvero rifiutare la chiamata di suo marito, che adesso sentiva piangere nella propria testa?
Belle, ho bisogno di te, ti prego...
E il telefono squillava. E la voce continuava.
Belle fissava l'oscurità della sua stanza, stringendo quel marchingegno tecnologico che ormai aveva imparato a comprendere, a usare. Il cuore le batteva all'impazzata.
Si decise. Rispose.
"Ciao, cara. Ce ne hai messo di tempo. Deve essere notte fonda anche dalle tue parti, ti ho svegliata per caso?"
La voce dall'altra parte non era affatto quella di Rumplestiltskin, che però stava ancora rimbombando nella sua testa. La voce dall'altra parte apparteneva ad una donna.
Il cuore di Belle accelerò i battiti, se possibile, ancora di più. Non rispose, rimase a fissare un punto nel vuoto.
"Ehi, non dirmi che non mi riconosci... ci siamo già incontrate, molto tempo fa. Rincorresti come una bambina ingenua il mio cucciolo di dalmata... dritta nella trappola. Oh, e poi è arrivato il tuo Signore Oscuro a salvarti, barattandoti con un oggetto a cui teneva così tanto che non ha potuto far a meno di riprendersi. Probabilmente teneva più a quel guanto che a te, ma il piccoletto arrogante è abituato a prendersi tutto con la forza."
Belle, ti prego... aiutami.
Era una delle tre donne che l'avevano rapita, probabilmente Cruella. Cosa voleva da lei? Perché le stava ricordando il comportamento di suo marito? Perché non la lasciavano in pace? E, soprattutto, perché la voce di Rumplestiltskin continuava a rimbombarle in testa?
"Cosa volete da me?" ribatté, finalmente, la ragazza.
"Ogni cosa a suo tempo, piccola domestica." rispose Cruella, ironica. "Sai, ho trovato un cucciolo di Oscuro, in giro per la città, senza un briciolo di magia in corpo, incapace quasi di camminare senza sostegno, figuriamoci di far male a qualcuno" seguì una risata acuta. "Un omuncolo indifeso, disperato e implorante. Si è accasciato ai miei piedi, pregandomi di aiutarlo..." altra risata di scherno.
Belle scosse la testa. Rumple, il suo Rumple, non si sarebbe mai inginocchiato ai piedi di qualcuno. Non di sua volontà, perlomeno.
"Vi state inventando tutto, non è così? State solo cercando di spaventarmi. Beh, non ci riuscirete. Non credo ad una parola di quello che dite."
Ma non era così. Belle sentiva ancora la voce di Rumplestiltskin nella sua testa, più lieve, adesso. Come se perdesse forza ad ogni lamento. Come se fosse sempre più lontano, più debole. Come se gli stesse davvero accadendo qualcosa.
"Oh, mia cara. Sei sempre la piccola ingenua che ho incontrato la prima volta. Pensavo avessi visto di cosa siamo capaci. Ursula avrebbe dovuto strangolarti quando ne ha avuto l'occasione. Poco male, farà lo stesso con l'Oscuro. Anzi, no. Avrò io l'onore."
Belle... Belle...
"Non senti come mugola? Il tuo fidanzato, o marito... siete sposati adesso, giusto?"
"Non sento niente!" la interruppe la ragazza. La voce di Rumple era nella sua testa, al telefono sentiva solo quella di Cruella. Suo marito non era lì con lei, era solo uno scherzo della sua mente.
"Ma davvero? Rumple, urla più forte, la tua ragazza non ti sente. Oh, non ce la fa... gli manca il respiro, povero cucciolo..."
Belle era terrorizzata.
"Cosa volete da lui? Perché avete chiamato me? Se dite di averlo incontrato, vi avrà anche detto che ci siamo lasciati." la sua voce era ferma, ma i suoi occhi erano colmi di lacrime. Sì alzò dal letto e cominciò a misurare la stanza, nel buio della notte.
"Sì, ha piagnucolato qualcosa del genere. Ma, mi chiedo, sei davvero pronta a lasciarlo morire, senza provare neanche ad aiutarlo? Sei l'unica che può... vivresti con questo rimorso per sempre? L'hai ucciso una volta, esiliandolo da Storybrooke e dalla tua vita, vuoi davvero ucciderlo di nuovo? Ucciderlo per sempre?" la voce di Cruella non nascondeva il divertimento che provava a torturare Belle con quelle parole.
"L'Oscuro è immortale, dovresti saperlo." Belle si attaccò a quella frase come alla sua ultima speranza. Non poteva dipendere tutto da lei, come avrebbe potuto aiutarlo? Avrebbe dovuto abbattere quel muro che aveva costruito tra di loro e, dopo, ripetere quel processo così doloroso. Ce l'avrebbe fatta? Non poteva lasciarlo nelle grinfie di quelle streghe.
"L'Oscuro, in un mondo senza magia, è solo un codardo zoppo. Forse la sua anima vivrà fino alla fine dei tempi, ma se è intrappolata in un corpo senza vita, che senso ha?"
"E cosa dovrei fare, per salvarlo?" chiese Belle, con cautela. Come era possibile che Rumple fosse finito in trappola? Era in un mondo senza magia, ma era sempre un uomo intelligente. Non riusciva proprio ad immaginarselo indifeso e vulnerabile a tal punto da non riuscire a sfuggire a quelle donne che, un tempo, aveva manovrato come burattini.
"Oh, presto detto, cara.".
Belle, senza sapere come fosse successo, si ritrovò vestita di tutto punto, a pochi passi dal confine.
"Vieni a prenderlo. Ti sta aspettando, non riesce che a sussurrare il tuo nome."
Dopo quella frase, la chiamata si concluse. Belle provò invano a schiacciare pulsanti del cellulare, in modo da richiamare quel numero, gridando contro l'apparecchio, chiedendo spiegazioni, ma Cruella non c'era più, né la sua voce. Era da sola al confine. Sola, ma in compagnia della voce straziante di suo marito nella testa.
Se avesse superato il confine, non sarebbe più potuta tornare. Esattamente come Rumple.
Si guardò intorno, in cerca di una risposta, di un consiglio. Ma Storybrooke era buia e deserta. C'era solo lei, una voce nella sua testa e una linea rossa da varcare per sempre.
In un attimo, nella sua mente si fece chiaro il piano di Cruella: voleva ristabilire le proprietà; il baratto era fallito, dal momento che Rumple si era ripreso il guanto con la forza, dunque, anche lei voleva riprendersi la merce di scambio. Belle. Ma cosa se ne poteva fare di Belle? Era davvero il suo destino essere il prezzo di qualcosa? Essere scambiata per ricevere favori? Rumplestiltskin se la sarebbe dovuta cavare da solo.
Stava per tornare indietro, quando un urlo più forte, nella sua testa, la fece bloccare.
Sono al di là del confine, Belle. Devi solo superarlo. Aiutami, ti prego. Aiutami.
Il tono era straziante, sembrava che lo stessero torturando. Che lo stessero lentamente uccidendo.
Il suo Rumple. Non poteva abbandonarlo così, di nuovo, al suo destino. Non quando rischiava di morire.
La decisione era presa. Avrebbe varcato il confine. Qualcuno l'avrebbe aiutata a tornare indietro, qualcuno avrebbe sconfitto le streghe. Probabilmente, proprio Rumple stesso. Non aveva più fiducia nel suo lato buono, ma ne aveva eccome nella sua intelligenza. Avrebbe trovato un modo.
Accelerò il passo verso il confine. Un altro passo e lo avrebbe varcato. Chiuse gli occhi e scattò oltre la linea rossa, ma...
"AH" gridò. Aveva battuto la testa, forte, ma non sapeva contro cosa. Davanti a sé, solo strada, solo oscurità. Alzò una mano davanti a sé e provò di nuovo a varcare il confine. Niente. C'era una parete invisibile. Non poteva uscire. Provò a sbattere le mani contro il muro, ma niente. Non c'era modo di passare, non c'era modo di infrangerlo. Era intrappolata.
Belle... La voce di suo marito era un sussurro.
A...Addio, Belle. Silenzio. La voce era sparita. Era... morto?
Belle prese a battere calci e pugni contro quella parete invisibile, mentre le lacrime scorrevano a fiumi sulle sue guance.
"RUMPLE! RUMPLE!" gridava nell'oscurità. Ma Rumple non c'era più.

 

"Belle! Belle, svegliati. Belle, va tutto bene, svegliati!"
Belle si tirò su di scattò, la fronte grondante di sudore, le guance rigate dalle lacrime e un'espressione terrorizzata sul viso. Ruby, accanto a lei, la strinse contro di sé.
"Va tutto bene, Belle. Hai fatto un incubo." le sussurrò, accarezzandole la schiena.
Il respiro di Belle era affannato. "Non si può uscire. Il confine è bloccato. Cruella De Vil ha ucciso Rumple! Il mio Rumple... e non ho potuto fare niente" le lacrime continuavano a scendere, il terrore sul suo volto persisteva.
"Era solo un incubo, non è successo niente" la tranquillizzò, di nuovo, Ruby. "Chi è Cruella De Vil?" le chiese.
Belle non rispose, riprese fiato e si calmò, dopo un po'. Se era un sogno e non era successo niente, dovevano essere i sensi di colpa a tormentarla e a creare quelle fantasie. Avrebbe dovuto superare anche quelli, sapeva che aveva fatto la scelta giusta e doveva convincersene fino in fondo. Certo, sapere dove fosse suo marito e se fosse al sicuro, avrebbe aiutato, ma non era possibile.
Ruby la teneva ancora stretta. Guardò l'ora, era appena passata l'alba.
"Cosa ci fai qui, Ruby?" le chiese piano.
"Stavo andando a buttare la spazzatura, mentre la nonna apriva il locale e... ti ho sentita gridare. Passavo proprio davanti alla biblioteca. Urlavi il nome del signor Gold così forte... ho pensato che avessi bisogno di aiuto."
Belle la guardò negli occhi e vi lesse tanto affetto e tanta tristezza. Ruby le voleva bene, davvero.
"Grazie, io... non so come ringraziarti per essere sempre così carina con me."
Ruby le sorrise. "Resterò qui fino alla fine, non ti abbandonerò. Non è quello che fanno gli amici? La ferita è più grande di quanto pensassi: hai smesso di pensarci di giorno e, adesso, viene a tormentarti di notte. Sarà lunga e difficile, ma ti aiuterò a superarla. Te lo prometto."

 

Rumplestiltskin si rigirava nel letto da ore. Non dormiva, ma non era nemmeno sveglio. Era in uno stato di dormiveglia inquieto. Si sentiva nervoso, frustrato, e non sapeva bene perché. Ne aveva di motivi per provare sentimenti simili, ma si sentiva come... incapace di fare qualcosa. Non di camminare, non di usare la magia, non di tornare a Storybrooke. Forse anche di tornare in quella città maledetta, sì. C'era un muro che glielo impediva. Poteva passare, ma non entrare. La città era come nascosta dietro una parete invisibile. Un muro intoccabile, impenetrabile. Forse per quello era nervoso, ma la frustrazione dipendeva da altro.
Si girò di nuovo, sognava ed era sveglio. Un tormento. Un muro che lo teneva lontano da cosa? Dal suo lieto fine? Sì, ma non era quello. C'era qualcosa di più.
Nella sua testa, vedeva Storybrooke sfocata, come se la stesse guardando da un vetro appannato. E c'era qualcosa che non andava. C'era Belle. Vedeva Belle, ma non era felice.
Belle non era felice senza di lui e questo poteva solo fargli piacere, ma stava soffrendo più del dovuto, non per la sua assenza. Belle stava male e lui non poteva consolarla, non poteva abbracciarla. La guardava da dietro il muro, senza poter entrare. Belle aveva bisogno di lui e lui era incapace di aiutarla.
Spalancò gli occhi. Buio. La camera di Bae. La pioggia sulla finestra. Il dolore alla gamba.
Era sveglio. Era a New York. Niente più Storybrooke dietro il vetro, niente più Belle disperata.
Sospirò. Era rimasta solo la frustrazione, in quell'alba fredda di New York.
La speranza di tornare era durata poco. Era ancora convinto che Belle lo avrebbe trovato di nuovo, come tutte le altre volte, ma non riusciva a capire la soluzione. Come tornare? Come entrare? Nessuno lo voleva lì, nemmeno suo moglie... soprattutto sua moglie. Nessuno lo avrebbe aiutato. Non aveva amici, nessuno che lo stimasse. Cosa sperava, d'altronde? Aveva sempre usato tutti, trattato male e ingannato anche persone che avevano creduto in lui. Da solo non sarebbe andato da nessuna parte. Non senza magia.
Lieto fine. Chi desiderava il lieto fine quanto lui? I cattivi. Belle non avrebbe gradito, niente affatto, ma... come si dice? A mali estremi, estremi rimedi. E Rumplestiltskin non sapeva come risolvere la situazione, senza continuare per la via dell'oscurità.
Più oscuro, cara. Molto più oscuro.
Cosa aveva da perdere? Niente. Aveva perso il potere e il suo Vero Amore. Non aveva davvero più niente da perdere. Doveva cercare aiuto dalla parte che conosceva meglio, il lato oscuro.
Cruella. Ursula. Maleficent. Aveva già promesso loro il lieto fine e... le aveva tradite. Bravo, Rumple, proprio quello che ci voleva adesso. Si sgridò mentalmente. D'altronde, loro avevano cercato di fare del male a Belle. Non avrebbe mai potuto perdonarglielo.
Non era quello il momento di pensarci, però. Aveva bisogno del loro aiuto. Loro conoscevano Regina, conoscevano i Charmings. Doveva solo sperare che lo ascoltassero e... avrebbe avuto una speranza di rientrare a Storybrooke, con il loro aiuto. Doveva fare un tentativo, ma... come trovarle?
Maleficent si trovava a Storybrooke, morta o... quasi. Cruella... non lo sapeva, ma l'avrebbe cercata.
Dove trovare Ursula? Sembrava quella più malleabile.
Oh, sì... sapeva dove trovarla.
Un sorriso amaro si formò sulle sue labbra, mentre si alzava a fatica dal letto.
Era ora di smettere di piangersi addosso. Era ora di muovere i primi passi verso la vittoria.

 

 

 

Note dell'autrice: questo capitolo è stato un parto; la storia è più complicata di quanto mi aspettassi, quindi mi scuso se non è un granché. Ci troviamo ancora nelle sei settimane passate da quando Rumple è stato esiliato a quando va a cercare Ursula. Non ci sono molti sviluppi per la trama, ma ho puntato ancora una volta sull'introspezione: il sogno di Belle potrebbe servirmi in seguito. Cruella idem. Inoltre, non ci fanno vedere in OUAT i pensieri dei nostri Rumbelle e mi andava i sottolinearli, per come li vedo io.

Il titolo è un gioco di parole. Letteralmente 'Mind' significa mente e 'Walls' significa muri; però ho giocato sul significato che assumerebbe 'Mind the walls' (attenzione ai muri), in questo caso, i muri della mente, o i muri immaginari.
Capitolo scritto per il 2° turno del contest "Qui comandano i pacchetti" di DonnieTZ, al quale si è qualificato secondo.

Citazione da Once Upon a Time:

"Più oscuro, cara. Molto più oscuro." è la traduzione di "Darker, dearie. Much darker." perché in italiano dice "Sono più oscuro ancora. Molto più oscuro." e non mi piace.
(Rumplestiltskin a Lacey 2x19)

   
 
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