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Autore: _Lillian_    12/03/2015    9 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Chapter 11
 
 
POV EDWARD
 

Venendo qui in casa Swan, speravo che il mio animo tormentato a contatto con i ricordi più felici, almeno in parte, potesse trovare riparo. Riparo da tutte quelle domande senza alcuna risposta, riparo da quei dubbi indissolubili e da quell’immensa sofferenza. Ma evidentemente il destino, aveva deciso di non essere dalla mia parte neanche quella volta.
O forse si…
“MAMMA!” urlò Lilian Black spalancando gli occhi cioccolato e portandosi entrambe le mani a stringersi i capelli. Era forse una cantante? Quell’urlo ebbe quasi la potenza di spaccarmi i timpani.
“Oh perfetto! Adesso ripassiamo il grado di parentela? Quando si tratta di sgattaiolare via di casa come profughi e prendermi per il naso invece cosa sono?” chiese una voce femminile alle mie spalle piuttosto adirata.
Quella voce per quanto melodiosa, per quanto diversa, per quanto più acuta, non poteva essermi più familiare di così.
Mi voltai inevitabilmente e fu come una boccata d’aria fresca dopo mille anni di buio…
Una donna, una vampira bellissima, trucidava con i suoi splendidi occhi color ambra i dodici ragazzi ora alle mie spalle.
I boccoli scuri color mogano le ricadevano morbidi sulle spalle esili, la pelle lattea riluceva alla luce della luna che ora penetrava dalla porta spalancata, le labbra carnose e rosse leggermente sproporzionate, il petto, nonostante non ne avesse bisogno data la sua natura, si alzava e abbassava comunque a ritmo del suo respiro.
Non era possibile… non- non poteva essere!
“Bella…” la richiamai quasi pregando, quasi implorandola,  quasi spaventato che potesse essere ancora una volta frutto della mia fervida immaginazione. E in cuor mio sapevo che quella vampira non si sarebbe girata, lei non era la mia Bella, le somigliava si certo, ma non era lei.
È solo un altro clone Edward, nulla di più. solo un altro clone, proprio come tutti gli altri.
Ma contro ogni pronostico, ogni speranza e contro ogni illusione, la vampira si voltò.
“Edward, Alice. Da quanto tempo” disse freddamente la donna scaraventandomi in un vortice d’emozioni indescrivibili persino per un vampiro.
Poteva uno come me cadere in stato di shock?
“Non può essere… tu- tu sei Isabella Swan?” chiese mia sorella con voce impercettibile.
“E tu sei Alice Cullen, l’appello lo ricordiamo, fantastico no?” rispose acidamente Isabella.
“Ma come è possibile?” chiesi più a me che alla creatura che aveva completamente e nuovamente catturato tutto me stesso.
Bella spostò lo sguardo da Alice a me marcando sul suo splendido viso un ghigno.
“Esistono i vampiri, i licantropi, e anche gli ibridi. Perché mai non posso esistere anche io?” mi chiese sorniona gelandomi con lo sguardo.
Perché mi guardi così Bella? Ti ho ferita a tal punto da farmi odiare ciecamente da te?
Me lo merito lo so e se fosse così ne avresti tutte le ragioni, ma Dio! Fa così male!
“Oh patetico! Ma andiamo! Da decenni facciamo di tutto per non incontrare un passato da dimenticare, giriamo in lungo e in largo il mondo riuscendo nell’intento e invece ora, grazie a voi, mandria di babbuini selvaggi, siamo tutti felicemente nella stessa stanza! Scoppiò di felicità!” intervenne l’uomo che prima i ragazzi avevano chiamato Robert, avvicinandosi ad Isabella e guardandola scocciato. Di tutta risposta la mia Bella alzò gli occhi al cielo e lo spinse più in là sorridendo.
Perché sembravano così in confidenza? Chi è lui per te Bella? Perché sei una vampira?
“Mi ha paragonata davvero ad una scimmia pelosa?!” sbottò Lilian Black rivolgendosi al ragazzo più vicino a lei.
“Lilian! Ti prego non è il momento!” rispose Jacob Black beccandosi un occhiata truce dalla ragazza. Che fosse davvero una sua discendente? L’aveva ripresa allo stesso modo in cui un padre fa con i propri figli, come Carlisle fa con noi…
Un momento! Prima Lilian aveva urlato mamma e l’unica donna che le aveva risposto e che fosse presente oltre ad Alice era…
COSA?!
Guardai la ragazza per poi spostare lo sguardo su Isabella. Le somiglianze…mamma… poteva davvero essere vero o tutto frutto di incredibili coincidenze?
“Sto aspettando una spiegazione” esordì Isabella richiamando l’attenzione dei ragazzi su di sé.
“Magari anche prima di domani mattina, la notte trasmettono dei film davvero interessati” ghignò nuovamente Robert beccandosi una gomitata nelle costole da Bella.
“Tranquilla, resti la mia preferita!” disse l’uomo facendomi infuriare come una belva. Ma la cosa che più lasciò il segno fu il sorrisino che mi rivolse. Glòi avrei volentieri spaccato la faccia!
Chi cazzo era quell’uomo per Isabella!?
“Ehm… noi eravamo andati a caccia. Si a caccia. Ma poi stanchi, abbiamo visto questa bella casa abbandonata e ci siam detti ‘perché non entrare e raccontare una terrificante storia horror per passare il tempo e spaventare le ragazze?’. Solo che in un secondo momento ci siamo resi conto che fosse la tua da umana Isabella e allora pensavamo di fare un giro di perlustrazione solo per vedere dove vivevi prima, non avevamo la minima intenzione di trovare degli indizi per scoprire un tuo legame passato né avevamo progettato tutto sin da quando alcuni di noi stamattina avevano incontrato dei vampiri a scuola. Lo giuro!” disse un ragazzo beccandosi più di uno scappellotto dai compagni.
“Cameron perché ti immoli in qualcosa che non sai fare?!” chiese indispettito Anthony alzando gli occhi al cielo. Con quel gesto ai miei occhi parve più… ‘umano’.
Bella inarcò le sopracciglia in un espressione del tutto scettica per poi incrociare le braccia sotto il seno e sbuffare.
“Bugia numero uno! Dovevate andare a caccia dal lato opposto a questo. Bugia numero due! Sapevate benissimo come fosse esternamente la casa ed è impossibile che una banda di mezzi vampiri dai sensi acuti e dalla memoria sviluppata si renda conto solo in un secondo momento del luogo in cui si trovi. Bugia numero tre! Avevate intenzione eccome di trovare gli indizi. Bugia numero quattro! La storia horror avrebbe spaventato più voi ragazzi che le ragazze. Domanda numero due! Da quando mi nascondete le cose?! ” chiese Isabella avvicinandosi, con l’indice accusatorio all’insù, sempre più ai dodici che invece dal canto loro, salivano un gradino alla volta a ritroso verso il piano superiore.
“Mammina tu che sei così dolce e comprensiva potrai ben capire che non tutti i mezzi- vampiri sono come li descrivi. Insomma prendi Cameron, né è l’esempio lampante!” disse la ragazza dai boccoli mogano-ramati ora non più fra le braccia di Black.
“Esatto” rimarcò Cameron.
“Aspetta, mi stai forse offendendo Renesmee?!” continuò il ragazzo indispettito.
“Certo che no Cam, ti sto facendo un complimento!” disse la ragazza colpevole.
“Oh… allora grazie!” rispose sorridente Cameron. Mi sorsero seri dubbi sul quoziente intellettivo di quel ragazzo.
“Ehi gente pensate se nella battaglia conclusiva la nostra vita fosse nelle mani di Cameron!” rise Robert beccandosi un occhiata stralunata da parte di tutti gli altri. Che cosa aveva da ridere in una situazione del genere!?
Ma chi erano tutti loro? Perché mentre il cuore di Isabella non batte più quello degli altri si?
Mezzi vampiri? Esistevano davvero delle creature ibride?
I miei occhi, come calamitati da una forza sovrannaturale, si riposarono nuovamente su Isabella e stavolta incontrai subito i suoi. Glaciali.
Feci per fare un passo verso di lei, volevo abbracciarla, volevo risentire la sua consistenza sul mio corpo, ma evidentemente non era della mia stessa opinione.
Con uno scatto si spostò il più lontano possibile da me, per quanto la casa potesse permetterlo, arrivando dinanzi ai ragazzi della prima fila, che spaventati caddero all’indietro trascinando con sé anche tutti gli altri eccetto che per Deliah, la quale impalata sul quarto gradino, non pareva volersi muovere.
“Va bene che non siamo creature perfette ma che cavolo un po’ di equilibrio non è mica chiedere tanto ad un mezzo vampiro!” sbottò sdegnata la ragazzina dai capelli rossi scrollandosi di dosso un riccio dagli occhi blu e Lilian.
“Dio che botta alla schiena, se non mi viene il colpo della strega adesso non mi verrà più!” si lamentò la bionda che poco prima aveva trucidato mia sorella con le parole.
“Tranquilla Daisy, le streghe non prendono il loro stesso colpo” rise un ragazzo.
“Daniel, per quanto sia sprecato rovinare un viso come il tuo, stai attento alle tue battute idiote o giuro che il tuo intestino tenue sarà presto all’interno dei tuoi bulbi oculari!”
“Non oseresti!” rispose il ragazzo di nome Daniel portandosi teatralmente una mano al petto.
“Scommettiamo!?” sputò la giovane avvicinandosi pericolosamente alla sua vittima che invece spalancando gli occhi e alzandosi velocemente andò a cercare riparo dietro le esili spalle di Deliah che di tutta risposta gli sorrise dolcemente.
“Potresti rinfrescarmi la memoria Bells? Sommandoli tutti insieme, arrivano ad avere dieci anni a testa?” chiese Jacob Black alla mia Isabella che rise nel modo più dolce che io avessi mai sentito. Un’orchestra di arpe non avrebbe retto il confronto.
“Se la metti così allora sei un pedofilo dalla prima punta dei capelli fino alla punta dei piedi con scarpe comprese Jacob Black!” sbottò quella che ormai ero più che sicuro si chiamasse Renesmee.
“E dato che per te sono una bambina tanto piccola, non credo ti dispiacerà per il nostro anniversario portarmi al luna park invece che su di un isola sperduta nell’oceano pacifico. Non è vero tesoro?” continuò la ragazza sostenendo apertamente la relazione affettiva che la legava a quel Black.
“Ora si che ti è andata male Jay B.” rise quello che per forza di cose doveva essere il gemello di Daniel.
“Renesmee ti prego non dire certe cose davanti a tutti!” borbottò Anthony scioccato.
“Come se tu non le sapessi già fratellone”.
“Potevo immaginare che non fosse così prima di ora!” rimbeccò suo… fratello?
Renesmee Black, sorella di Lilian e Deliah Black e sorella anche di Anthony Black aveva una relazione con Jacob Black? Quello che ipoteticamente era suo padre?! Ma che diamine!
“Edward io non ci sto capendo più nulla” disse mentalmente Alice facendomi distogliere l’attenzione da quel largo giro di parentele dove sbucavano fratelli e sorelle ovunque dove alcuni di loro erano fidanzati con i propri genitori.
Le lancia uno sguardo carico di significato, di un solo significato in realtà: Spiacente Alice, non ci sto capendo niente neanche io!
“Bella per favore, mi spieghi cosa sta succedendo? Chi sono tutte queste persone? Perché tu sei una vampira? Cosa ti è successo da quando noi siamo andati via?” disse Alice tutto d’un fiato facendomi sobbalzare.
“E perché credi che io debba darti le risposte che mi chiedi?" rispose placidamente il mio angelo.
“O meglio, perché mai dovresti utilizzare termini come ‘andati via’ quando invece siete scappati come dei conigli?” continuò incenerendo Alice.
“Perché io…”.
“Tu cosa Alice?!”.
“Isabella Marie Swan, stammi bene a sentire! Non c’è stato un singolo giorno in cui io non abbia pensato a te! Un singolo secondo in cui tu non mi sia mancata e un singolo istante in cui io non mi sia sentita una stupida per essermi comportata così con colei che più di tutti consideravo una sorella! Non ci sono scusanti ma l’ho fatto per amore! Ho visto con questi occhi, per davvero, in che serio pericolo ti saresti potuta cacciare se Jasper non si fosse fermato in tempo, o meglio, se noi non lo avessimo fermato in tempo! Ho visto la paura negli occhi di Esme, la consapevolezza di uno schiacciante ‘ve lo avevo detto’  in quelli di Rosalie, la preoccupazione in quelli di Emmett e di Carlisle e la disperazione pura in quelli di Edward! E mi sono sentita egoista… Dio quanto mi sono sentita egoista! Volevo tenerti a tutti i costi legata ad un mondo per te pericoloso!” urlò Alice con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
“Già volevi tenere lontana dai pericoli la povera umana!” sbottò di tutta risposta Bella avvicinandosi pericolosamente a mia sorella e conseguentemente a me.
Il suo dolce e ora più amplificato profumo mi colpì più forte di mille pugni nello stomaco.
“VOLEVO TENERE LONTANA DAL PERICOLO MIA SORELLA!” gridò Alice facendo sobbalzare i presenti che sbigottiti guardavano la scena con occhi fuori dalle orbite.
“È così sbagliato pensare di voler tenere al sicuro a tutti i costi una persona che per te vale quanto la tua vita Bella?!”.
Viso contro viso, ad una spanna di distanza l’una dall’altra, occhi negli occhi e respiri affannati, Alice e Bella si sfidavano con lo sguardo estraniandosi da tutti noi se non dal mondo intero.
“Era così sbagliato per te pensare che ci fosse un’altra soluzione!? Era così sbagliato desiderare che Jasper mi mordesse per poter essere finalmente come voi?! Avete deciso tutto da soli e lo avete fatto per la MIA VITA! Chi mai vi ha dato questo diritto!” urlò Bella spintonando Alice all’indietro.
Quel gesto lasciò senza parole me e ferì mia sorella sino all’inverosimile. Bella aveva spinto Alice…la stessa ragazza che per mia sorella avrebbe dato tutto ora la guardava assassina!
“Bella…”.
“Credi che la vostra fuga abbia aggiustato le cose Alice?!” urlò arrabbiata la vampira.
“GUARDAMI CULLEN! SONO COME TE SEI CONTENTO!” disse stavolta riferendosi a me.
“Isabella io non avrei mai potuto sapere cosa sarebbe successo dopo la nostra partenza”.
“LA VOSTRA FUGA!” mi corresse agguerritamente.
“Non lo so tutt’ora cosa ti è successo Bella, ma se c’è qualcuno con cui è lecito che tu te la prenda, quello sono io!” dissi amareggiato.
“Puoi giurarci Edward Cullen!”.
“Rovescia pure su di me tutto l’odio che hai accumulato, picchiami, uccidimi! Ma non prendertela con Alice o con la mia famiglia. Loro non c’entrano, li ho costretti io!” tentai non so nemmeno io di far cosa. Ma se solo ci fosse stato un modo per cancellare la sofferenza sul viso di mia sorella e fare in modo che tornassero amiche, io l’avrei trovato. Costi quel che costi.
“Un vampiro che ne ha costretti altri sei? Inverosimile come cosa Cullen!” rispose la mia unica ragione di vita velenosa.
“Lo hanno fatto per amor mio, lo hanno fatto per il mio bene e per il tuo. Forse ora non lo capisci ma quando hai qualcuno da accudire, da proteggere e da tenere sempre al sicuro le priorità cambiano Bella. Io avevo te, e la mia felicità rispetto alla tua è sempre passata in secondo piano!”.
Mi aspettavo di tutto, urla, strepiti, pugni e persino indifferenza ma la risata che mi diede in risposta, quella proprio no.
“Io so cosa vuol dire tutto questo Edward! So cosa significa avere qualcuno da accudire, da proteggere e da rendere felice. So anche cosa significa vivere solo per la vita di qualcun altro. Da umana vivevo per la tua!”.
“Bells è proprio questo il punto! Tu eri umana e io un vampiro! Quello da cui io dovevo proteggerti ero proprio io! Tu così pura volevi prenderti cura di un abominio!”.
“Sai che le hai appena dato dell’abominio vero?” mi chiese Daniel interrompendo lo scambio di sguardi tra me e Bella.
“Taci Daniel non è il momento! Questo è anche meglio di un film!” disse Robert mandandomi in tilt. Che cazzo aveva da fare battute?! Se Isabella mi odiava già a tal punto la morte di quel suo amico per mano mia non avrebbe cambiato tanto no?
“Io so cosa vuol dire tutto questo e so anche cosa significa per loro tutto questo!” disse Isabella ignorando Robert e indicando i ragazzi immobili sulle scale.
“Co-cosa c’entrano loro Bella?” chiesi quasi sicuro che alcune delle mie domande avrebbero presto trovato risposta.
“Non ti sei domandato perché mai alcuni di loro ti somigliano? ‘Ci’ somigliano Edward?!
Guarda Anthony, oppure guarda Deliah Alice!  Si come te Alice!” rispose Bella prima che Alice potesse dar voce ai suoi pensieri.
“Io non…”.
“Tu non cosa Edward? Non capisci? Beh allora guarda Lilian, mi somiglia vero? E anche Renesmée vero? Che strano non trovi?”.
“Oh mio Dio…” sussurrò Alice al mio fianco spostando lo sguardo sui ragazzi presi in causa. E lo feci anche io.
Anthony mi guardava con odio e astio, si era posizionato dinanzi alle sorelle a mo’ di difesa. Perché mai credeva che io avessi mai potuto far loro del male?
Lilian spostava lo sguardo color cioccolato da me a Bella per poi sviare di tanto in tanto verso il ragazzo riccio dietro di lei.
Deliah teneva il viso basso e ben nascosto dalla cascata di onde ramate. Una mano saldamente poggiata sul braccio del fratello dinanzi a lei.
Renesmee stringeva spasmodicamente il corrimano guardando mia sorella, sembrava essere un fascio di nervi.
Mi somigliavano, somigliavano a me, somigliavano a Bella ma perché?
“Davvero non ci arrivi Edward Cullen? Vediamo se posso darti una mano.
Se c’è una sola cosa che mi rende in debito con te è quella di aver esaudito il desiderio d’amore nel giorno del mio ormai lontano diciottesimo compleanno. Se non l’avessi fatto io non avrei avuto loro”.
Desiderio d’amore…diciottesimo compleanno… non avrei avuto loro…loro…
Le parole di Bella vorticavano impazzite nella mia testa. Una dopo l’altra a ripetizione. Si correvano, si accavallavano, si scontravano e il loro boato era per me consapevolezza.
La consapevolezza di un qualcosa che avrei sempre ritenuto impossibile.
“Qual è il loro cognome?” chiesi mesto ad Isabella, ma sfortunatamente le parole mi morirono in gola.
“Cullen!” sbottò Anthony avvicinandosi a me minacciosamente.
“Già! Cullen! In teoria sono tuo figlio. In pratica morirei per evitare che questo fosse vero! E se credi che dopo questa rivelazione potrai avvicinarti a nostra madre o alle mie sorelle hai sbagliato di grosso! Fallo e te ne pentirai, ti staccherò la testa con le mie stesse mani e questa non è altro che una promessa!” disse poi correndo via da quella casa e da me.
“Anthony!” urlò Bella correndogli dietro non prima di avermi lanciato un occhiata di…scuse?
Ero paralizzato, non riuscivo a muovere un muscolo né riuscivo a dare forma coerente ai miei pensieri. Ero padre… avevo quattro figli…avevo quattro figli e li avevo lasciati tutti al loro destino.  Come poteva non essere giustificata la sete di vendetta che Anthony aveva nei miei confronti?
‘Edward…le altre tre…’
Solo quando Alice mi richiamò all’attenzione mi accorsi che nella stanza c’erano molte meno persone di quante invece ce ne fossero pochi minuti prima. Quel Robert era scomparso insieme a Jacob Black e a buona parte dei ragazzi. Ma loro tre c’erano… e i loro occhi erano puntati su di me.
Renesmee scoteva impercettibilmente la testa a mo’ di diniego e mi scrutava con occhi impauriti.
Lilian invece mi sfidava apertamente con quei suoi occhi simili se non uguali a quelli della madre.
Ma lo sguardo che fece più male fu quello triste di Deliah…era delusa…da me.
“Per quanto possa contare io sono Alice Cullen, in teoria vostra zia. E se posso permettermi vorrei dirvi che siete bellissime ragazze, davvero bellissime” sorrise loro dolcemente Alice.
“Noi non possiamo sapere cosa sia successo prima della nostra nascita, come è ovvio che sia, potremmo venirne a conoscenza ora e senza il minimo sforzo, ma preferiamo non farlo. Quando mamma sarà pronta, quando tutti sarete pronti, magari verrete a raccontarcelo. So anche che mamma è stra-incazzata con te, ma ho visto prima come la guardavi e come lei guardava te. Se da un lato voleva strozzarti dall’altro moriva dalla voglia di abbracciarti e io so che non ce l’avrà con te ancora per molto Alice. Detto ciò sei bellissima anche tu e vado matta per le tue scarpe! Dove le hai comprate?” disse Lilian partendo con un discorso del tutto serio per poi ricadere su un particolare che fece brillare gli occhi di mia sorella. E ovviamente non stavo parlando solo del grado d’incazzatura di Bella che presto sarebbe svanito nei suoi confronti.
“Lilian ti prego! Abbi pietà di noi!” supplicò Renesmee scendendo piano le scale e trascinandosi letteralmente una più che contrariata sorella con lei.
“Noi andiamo. Buonanotte!” disse prima di scomparire dietro la porta principale.
I miei occhi si fissarono in quelli verdi dell’ultima ragazza rimasta.
“Deliah io…” provai a chiamarle per dirle non sapevo neanche cosa, ma fu strano come ,sulle mie labbra, il suono del suo nome fosse stato dolce.
“Non c’è né bisogno… davvero” disse tristemente spezzandomi il cuore.
Sembrava così piccola!
“Io non so trovare le parole per scusarmi con te, con tua madre e con i tuoi fratelli”.
“Anthony non è cattivo e non penso ti odi davvero. Vorrebbe prenderti a pugni si, questo sicuramente. Ma non ti odia. Buonanotte…” disse per poi abbandonare la casa.
“Edward sei padre!” sussurrò Alice più a se stessa che a me.
Sono padre.
Buio.
 
Angolo Autriceeee
Salveeee e ta daaaaaaaaan ahahahahhaahha
Non dico altro u.u
Come potrete immaginare la vera storia inizia da qui. Alla prossima cari u.u ♥
 
   
 
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