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Autore: Bebess    12/03/2015    3 recensioni
Sana e Heric si sono lasciati con una promessa: "Se prenderai la cintura nera sappi che anch'io vorrei parlarti."
Ma che fine avrà fatto questa frase? Heric sarà riuscito a prendere la cintura? E tutto quello che hanno passato, sarà rimasto solo un dolce ricordo?
Dedicata a Tiziano Ferro, il mio idolo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                       Cap. 19
 
 
 

Dopo qualche ora di macchina, finalmente io e Robby arrivammo a Tokyo. Rivedere le luci splendide di quella città, la mia città, mi provocava una gioia immensa. E anche se erano passati solamente due mesi, sembrava che fosse passata un’eternità. Non vedevo l’ora di vedere tutti, ma mia madre in particolare.
-Se ho tempo passo anche da Terence, Alissia e gli altri. Mi mancano troppo e mi mandano sempre messaggi.-
-Sana, avresti bisogno di un po’ di riposo. Sono più di 24 ore che sei sveglia, possibile che non hai un briciolo di sonno?-
-No Robby! Io sono una tempesta carica di energie!- Urlai facendo le mie solite scene.
-Va bene tempesta, ma ricordati che domani devi ricominciare a lavorare.-
-Mamma mia, sei un guastafeste!-
Dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina ed entrai in casa. C’era un silenzio tombale e la cosa mi pareva strana.
-Wow, che silenzio. Si vede che non ci sono io ehehe.-
-Signora Smith? Siamo arrivati!-
-Mammaaaa! Ma non c’è nessuno?- Fu al pronunciare delle ultime parole che sentii un gran fracasso dal piano di sopra. Mi voltai e vidi mia madre con la sua solita macchinina che urlava.
-Eccomiiiii!-
-Mammaaaaaaa!- Le corsi incontro e l’abbracciai forte. Soltanto in quell’istante capii che non c’era cosa più bella di stare con mia madre. Lei c’era sempre, nonostante tutto e tutti.
-Tesoro cara, quanto mi sei mancata!-
-Ma dov’eri? Ho sentito un gran botto provenire da sopra.- Dissi sciogliendomi dall’abbraccio.
-Mi stavo facendo un bagno caldo, ma ho sentito la tua voce e ci mancava poco perdessi un timpano. Non ero più abituata ai tuoi urli, Sana.-
-Rossanaaa!- Sentii il suono di una voce a me familiare alla mia destra: ma certo era la sig. Patricia!
-Signora Patricia!- Risposi con un sorriso e corsi a stringerla tra le braccia.
-Come stai cara?-
-Tutto bene grazie! Quanto mi manca il cibo preparato da lei! In effetti ho un certo languorino.- Dissi toccandomi lo stomaco.
-Nessuno mi saluta, nessuno mi considera. Non esisto proprio.- Parlò Robby piuttosto sconsolato, poveretto.
-Ciao Robby, non ti avevo proprio visto!- Rispose mia madre.
-Ecco, infatti.-
-Buonasera sig. Robby, sono felice di rivederla.-
-Menomale.-
 
-Allora cara, vieni nella mia stanza e raccontami qualcosa.- Intervenne mia madre.
-Sì mamma.-
La seguii e appena entrammo mi rivolse una domanda.
-Hai visto Heric?-
-Ehm… Ma perché così di botto? Non dovevo raccontarti io?-
-Sì, ma tanto è solo questo che mi interessa. Le altre cose sono noiose.-
-Sei sempre la solita!- Sorrisi. –Comunque sì, l’ho visto… proprio oggi.-
-Ma davvero? E com’è andata? Su, raccontami!-
-Beh… Normale, come sempre. Gli occhi sono guariti quindi presto tornerà di nuovo a fare Karate, ma non abbiamo parlato molto. Non sono stata tanto lì.-
-Perché? E’ successo qualcosa tesoro?-
-No… Anzi, una cosa si in effetti! Nakao è innamorato di lui.-
-Come? Nakao?-
-Eh sì, eheh.-
-Non ci posso credere! E lui lo ricambia?-
-Ma no mamma.-
-E quindi non è questo il problema.-
-Perché ci deve essere per forza un problema?-
-Che domande, perché lo avverto. Dal tuo sguardo, dal tuo modo di fare, da tutto. Ma tanto intuisco già cosa potrebbe essere successo.-
-E cosa sentiamo?-
-Lui si è comportato come sempre, strafottente e indifferente. A te questa cosa ha dato fastidio perché pensavi potesse essere cambiato nei tuoi confronti visto che era da tanto non vi vedevate, ma ciò non è accaduto. Sbaglio?-
-No mamma… A volte parli proprio al posto mio.- Abbassai lo sguardo. Lei mi capiva sempre, inutile.
-Ma c’è qualcos altro… vero Sana?-
-In effetti… Sì. All’inizio è andata proprio come hai detto tu, però poi dopo che mi ha confessato quella cosa di Nakao abbiamo cominciato a scherzare come facevamo un tempo. Ha iniziato a farmi il solletico e in quel momento ci siamo trovati con i volti vicini, stava per darmi un bacio ma è squillato il telefono. Era…- Piano piano mentre parlavo cominciarono a farmi male gli occhi. –Era una sua amica, si sarebbero visti dopo.- Lì non riuscii a trattenermi e piansi sul serio.
-Calmati, cara. Non è niente.- Disse mia madre avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla.
-Non è vero mamma, fa male. Ancora. Mi fa sempre soffrire. Io lo amo sul serio. Ecco, l’ho detto.-
-Io penso che ancora siete due bambini, o almeno da tali vi comportate. E oltre a questo, siete troppo orgogliosi e non volete rivelare i vostri sentimenti ma finchè uno dei due non lo fa rimarrete sempre in questa situazione. Sana, hai ragione ad essere delusa perché è suonato il telefono mentre vi stavate per baciare ma di certo non è colpa sua. Se ha chiamato quella sua amica cosa doveva fare, rifiutare? Tu in tutti questi anni non ti sei mai accorta che quel ragazzo moriva per te. Ti stava sempre dietro e tu lo chiamavi “amico”. E’ straziante. Capisco che eri piccola e che ora hai capito che anche tu provi qualcosa, ma pensa anche a quanto ti ha dovuto aspettare lui. Dal primo giorno che l’ho conosciuto e l’ho visto con te ho capito che ti voleva.-
-Uffa mamma, perché non mi dai mai ragione!-
-Adesso basta!- E dopo tale frase tirò fuori il martelletto e ovviamente mi colpì sul capo.
-Ahia!-
-Era da tanto che non lo usavo, mi mancava.- Disse con aria sarcastica.
-Mamma, io lo so che lui è sempre stato dietro a me ma me ne sono accorta da poco. Non è colpa mia!-
-Eh no, è un fatto caratteriale. Arrivi sempre dopo alle cose.-
-Comunque questo non lo giustifica a comportarsi così. Io sono andata a trovarlo, doveva apprezzarlo invece come al solito ha fatto lo sbruffone e non gli è cambiato assolutamente niente.-
-Tu dici? E allora come mai ha provato a baciarti?-
-Sì ma…-
-Cara, fai chiarezza in te e poi sii sincera con lui. Non importa se glielo dirai per telefono, ma digli quello che provi per lui. E’ l’unico rimedio. Ricorda: chi non rischia non vince. Non saprai mai come andrà a finire se non gli dici la verità.-
-D’accordo… Grazie mamma, tu mi capisci sempre.-
 
POV Heric.
 
-Cosa ti è preso?- Dissi mentre tolsi improvvisamente le labbra da quelle di Giusy.
-N-non lo so, scusa… Forse è stato il discorso, il fatto che mi sono messa a piangere… E’ che tu un po’ mi piaci, però non avevo il coraggio di dirtelo. E non ho provato neanche a fartelo capire perché avevo paura che qualcosa tra noi cambiasse. Non voglio che questo succeda.-
-Mi dispiace, ma io non sono innamorato di te…-
-Sì, lo immaginavo… Ti piace qualcun’altra, vero?-
-Sì…-
-Va bene. Capisco. Scusami, sono stata io... cosa pretendevo. Adesso è meglio che vada, si è fatto un po’ tardi. Grazie per la compagnia e per aver pagato. E dimenticati di quello che è successo, per piacere…-
-O-ok.-
- Ciao!-
Si alzò dalla sedia e se ne andò. Decisi di tornare in albergo e dormire, per tanto tempo. Quella era stata una di quelle giornate incasinate da morire.
 
POV Sana.
Dopo qualche ora di permanenza da mia madre, decisi di andare a trovare Terence. Mi mancava molto e insieme a lui anche gli altri del mio gruppo di amici. Ricordavo ancora tutte le cazzate che facevamo e tutti quei momenti di grande solidarietà l’uno per l’altro.
-Sana!- Urlò mia mamma dall’altro capo della casa.
-Dimmi mamma.- Risposi.
-C’è Charles al telefono.-
-Pronto?- Dissi prendendo in mano la cornetta del telefono.
<< Ciao Sana! Come stai? Scusa se ti ho chiamato senza avviso, ma volevo sapere se andava tutto bene… >>
-Oh sì, va alla grande! Qualche ora fa sono arrivata qui a casa mia a trovare mia madre. E tu, tutto apposto lì?-
<< Sì, tutto al solito. Me lo immaginavo che eri lì ed è per questo che ti ho chiamato. Sai, si sente un po’ la tua mancanza. Nessuno fa lo stupido qui oltre a te. >>
-Ahaha, dai Charles! Ci sei tu che molte volte sembri più scemo di me!- Dissi ridendo.
<< Sì, ma essere scemi da soli non ha senso. E’ più divertente farlo insieme a qualcun altro. >>
-Non ti preoccupare, tanto domani torno.-
 << Sai una cosa… Una persona che non ti immagini neanche lontanamente ha chiesto di te. Quanto mi sta sulle palle. >>
-Ma parli di Thomas per caso?-
<< Sì, proprio lui. Stamattina mi fa: “Ma la tua amica quando torna?” >>
-E te?-
-Io gli ho detto che tornavi domani, e lui si è messo a ridere. Che stupido.-
-Dai Charles, lascia fare. Comunque scusami ma adesso ti devo lasciare, vado a trovare Terence e gli altri. Ci vediamo domani, un bacio.-
<> Rispose e io riposi la cornetta.
Uscii dalla porta salutando tutti e mi incamminai verso casa di Terence con l’unica speranza che fosse in casa.
-Chi è?- Fu proprio la sua voce a rispondermi da dietro la porta.
-Heilà, sono Sana!- Dissi tutta allegra.
-Sana!- Vidi aprire l’uscio con il sorriso del mio amico. –Che bella sorpresa!- Mi riferì abbracciandomi. Era così dolce. –Che fai, non entri?- Riprese.
-Veramente volevo andare a fare una passeggiata, così poi andavamo anche da Alissia , George, Margaret...-
-Come vuoi, per me possiamo stare fuori.- Rispose mentre chiudeva la casa girando il mazzo di chiavi. –Ma… Non posso accompagnarti dagli altri. O almeno, non da Alissia.-
-Perché?-
-Te lo dico senza troppi giri di parole. Io e lei… ci siamo lasciati.-
-Che cosaa? Stai scherzando!-
-Purtroppo no.-
Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito: la coppia più unita, più smieloSSa e complice si era lasciata? Quante cose erano cambiate dall’ultima volta in cui ero stata lì…
-Terence, mi dispiace. Ma com’è successo? Eppure mi ricordo ancora che stavate sempre insieme, vi dicevate sempre paroline dolci tanto da farmi venire il diabete ogni volta ahah.- Parlai facendo finta di non notare la tristezza che si era impadronita negli occhi di lui.
-Scusami, ma per ora non voglio parlarne. Posso solo dirti che tutto quello che dici tu, cioè del fatto che stavamo tanto insieme appartiene solo al passato. Ormai eravamo diventati troppo diversi caratterialmente.-
-Ma la differenza di carattere si può lavorare, in qualche modo…-
-Sana, per favore. Parliamo d’altro.- Mi interruppe.
-Sì, scusa.-
-Allora, cosa mi racconti tu? In Italia come sono andate le cose?-
-Tutto apposto! Appena siamo arrivati io e Charles ci siamo sentiti un po’ strani perché ancora dovevamo ambientarci. Sono così diversi da noi, ma non diversi normale ma proprio diversi diversi! Sarà il fatto che noi proveniamo da paesi orientali e loro da occidentali, non so…-
-Certo, sicuramente è quello.- Rispose con un gran sorriso.
-Senti, ma Funny? Le ho mandato un messaggio ieri sera per sapere come stava e non mi ha risposto. Sai che fine ha fatto?-
-E’ partita per la Thailandia con i suoi genitori, in vacanza.-
-Ah, che bello! Anche se avevo voglia di vederla, sono felice per lei.-
-Che ore sono?- mi chiese.
-Mmmh… le quattro, come mai?-
-Le quattro? Ma è tardissimo!- disse alzandosi di scatto –Scusami Sana, me ne ero completamente dimenticato ma devo andare alla pasticceria perché domani mia madre fa il compleanno e volevo prenderle una torta. Fra un po’ chiudono, che scemo!-
-Ah, va bene Terence non ti preoccupare! Io vado da Alissia e falle gli auguri anche da parte mia a tua madre!-
-Non mancherò. Ma tu riparti stasera?-
-Sì, perché dopodomani riprendiamo a registrare e non vorrei arrivare stanca morta in Italia.-
-Certo, hai ragione. Grazie amica mia per la visita, manchi tanto a tutti.- Disse abbracciandomi all’improvviso.
-Oh Terence. Anche voi mi siete mancati tanto, amici come voi non ne esistono.-
-Ahah, dai ora non esagerare.- Ci staccammo.
-Allora a presto! Ciao e stammi bene.- Mi salutò con una mano ed un sorriso.
Abbandonai la porta e mi diressi verso casa della mia amica, quando il suono del mio telefono mi fece sobbalzare.
-Pronto?-
Sentii dall’altra parte soltanto un rumore strano tipo come se qualcuno stesse parlando male. Cercai di capire cosa succedeva mentre riprovavo a parlare.
-Heii? Ma chi è? C’è il numero nascosto, quindi lo so che è uno scherzo telefonico ma non fa ridere!- A quel punto sentii una voce maschile.
-Sana, sono tuo padre.-
 
  
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