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Autore: pensa_e_potrai    13/03/2015    1 recensioni
Questa storia è il seguito di "Marchiati a vita" Dopo la Guerra Hermione si troverà a fare i conti con uno strano sentimento, con quella sensazione familiare ma che non riesce a collegare con nulla, con nessun ricordo. Ma piano piano, dopo numerosi incontri lontano da tutti e domande dalle risposte sempre più ambigue e scollegate, Hermione inizierà a rimettere insieme i pezzi, e capirà il perché di quello che solo Draco le fa provare.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Pensavo fosse odio...'
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Draco's pov

Sedevo come tutte le sere sul tavolo di legno in fondo alla biblioteca, la lampada spenta, la bacchetta leggermente illuminata. Solo. Hermione non si vede. Quel pomeriggio mi era sembrata diversa, molto più sicura di sé e decisa. Non nascondo di aver sorriso dentro quando mi aveva detto che era intenzionata a lasciare Weasley, era da molto che speravo lo avrebbe fatto. Ok, lo posso ammettere almeno a me stesso, sono geloso. Sono geloso perché lui non ha fatto niente di ciò che io ho fatto per lei, loro non hanno passato ciò che abbiamo passato noi.
Rigiro la bacchetta tra le mani e ripenso a quello che successe circa un anno fa.
Alla missione di convincere Hermione, alla protezione che invece le ho dato, all'attacco, al momento in cui le ho fatto dimenticare tutto. O almeno credo.
No. Deve aver dimenticato tutto.
Tiro su la manica sinistra della divisa e fisso il Marchio, ora sbiadito. Avrebbe potuto averlo anche lei...
Ma non era successo, l'incantesimo era stato abbastanza potente da cancellare anche quell'ultima traccia.
Ma non posso negare, almeno a me stesso, di non esserne totalmente sicuro.
Da giorni, quando tentavo di chiudere gli occhi, l'immagine sfocata di Hermione che mi urla di essere stato un codardo mi tortura.
La vedo nitida, poi sbiadita, che si allontana, gridandomii che le ho nascosto tutto, che sono un bugiardo.
Ogni notte mi sveglio con in testa quella visione, ed il timore che lei possa ricordare si fa sentire.

Uno scricchiolio sul pavimento. Nascondo la bacchetta e scruto la stanza al buio cercando la sagoma di qualcuno.

"Lumos."

Un sussurro lieve, e una luce tenue si accese. Sorrido.

"Allora sei venuta."

Una piccola risata accennata.

"Avevi dubbi?"

"Mmh no."

Hermione si siede davanti a me e sfodera il suo sorriso a trentadue denti.

"Allora? Lo hai fatto?" Chiedo con una punta di impazienza, essendo sicuro che sapesse a cosa mi riferivo.

"Sì." Risponde semplicemente, senza giri di parole.

"Beh... wow." Balbetto incredulo, ma intanto sorrido.

"Senza parole?" Ride lei.

"Non me lo aspettavo."

"Invece è così."

"Sono felice." Inavvertitamente le sfioro la mano.

"Davvero?" Prende la mia e la stringe.

"Sì, davvero." Mi avvicino a lei. "Perché ora sei soltanto mia."

Si avvicina lei e mi bacia sicura. Talmente vicini che riesco a sentire il suo battito accelerato.
Ma qualcosa ci distrae. Passi.

"Cos'è stato?" Chiediamo all'unisono.

Non c'è dubbio, sono dei passi. Chi può mai essere a quest'ora? Spegniamo in fretta le bacchette e ci nascondiamo dietro allo scaffale.
I passi si avvicinano. Hermione tira fuori la bacchetta e la dirige verso un punto distante.

"Wingardium Leviosa."

Solleva un volume da uno scaffale, e con un gesto lo fa cadere rumorosamente a terra. L'intruso si allontana e va verso il rumore.

"Andiamo via." Sussurra fra i denti, tirandomi per la manica.
Usciamo cercando di non fare rumore. Continuiamo a camminare fino a che non siamo sicuri di essere abbastanza distanti, allora accendiamo le bacchette.

"C'è mancato un pelo." Dice nervosamente.

"Ma chi era?" Mi chiedo io, incredulo dei fatto che qualcuno potesse avere l'idea di farsi una passeggiata un biblioteca di notte fonda.

"Non lo so..."

Qualche istante di silenzio.

"Che facciamo ora? Torniamo nei dormitori?" Dice nuovamente lei.

"Io avrei un'idea migliore."

Detto questo le faccio cenno di seguirmi. Percorriamo vari corridoi e scalinate, fino ad arrivare alla Torre di Astronomia. Il cielo è limpido e stellato, la vista è splendida.

"È davvero un'idea migliore." Confessa con un sorriso.
Si mette a sedere, ed io faccio lo stesso, cingendole il corpo con le braccia.

"Sai... sto bene così." Sussurra beata, come fosse in quello stato tra il sonno e la veglia.

"Anche io."

"Guarda, una stella cadente." Dice entusiasta indicando una scia luminosa nel cielo.

"Allora esprimi un desiderio."

Riflette qualche istante.

"Desidero che un giorno non dovremo più nasconderci."

Rimango in silenzio. Sarebbe bello, potersi vedere anche alla luce del sole, non dover far finta di litigare davanti agli altri. Essere noi stessi davanti a tutti.

"E il tuo qual'è?" Interrompe i miei pensieri, sbadigliando.

"Nessuno, sto bene così."

Ma dentro di me desidero che Hermione non ricorderà mai di quello che è successo un anno fa.

Sento il suo respiro leggero.
Si è addormentata tra le mie braccia. Si dice che quando ci si addormenta tra le braccia di qualcuno, quella persona fa parte della tua vita. Non mi ero mai sentito così con nessuno, prima che arrivasse lei.

   
 
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