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Autore: Trisha_Elric    13/03/2015    1 recensioni
[Era solo lì, la speranza non lo aveva mai abbandonato fino in fondo ma quando si sentiva davvero solo non poteva non trattenere le lacrime al pensiero di aver perso la sua vera famiglia.
Rimase fermo ad aspettare che l'acqua si agitasse nuovamente, come faceva ogni volta che si trovava in quel posto; sperava che accadesse qualcosa come quel giorno di anni addietro quando per la prima volta dopo tanto tempo aveva sentito una presenza così simile a quella della sua cara amica.]

Dal capitolo 2 : [Era caldo, era confortevole, era una casa.
Una casa non sua.
Una casa temporanea che sperava di abbandonare quando sarebbe stato pronto.
Quando lo sarebbe stato?]
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora, Un po' tutti, Ventus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep, Più contesti
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Ventus se lo ricordava bene quel giorno: era seduto sulla sua solita palma a fissare il liquido cristallino e trasparente dell'acqua; non un'onda, non un filo di vento

TROVAVIA

 

 

 

 

Ventus se lo ricordava bene quel giorno: era seduto sulla sua solita palma a fissare il liquido cristallino e trasparente dell'acqua; non un'onda, non un filo di vento. Il cielo era fisso con il color arancio...poteva aspettare lì per ore e ore, ma il tempo non cambiava, il Sole non scendeva.

Era vero, quel posto era il meglio che potesse aspettarsi, ma era altrettanto convinto che quella stasi prima o poi lo avrebbe fatto impazzire.

Aveva preso un sassolino tra le mani, raccolto sulla spiaggia qualche minuto prima, e lo aveva fatto cadere in mare, vedendo il piccolo corpo caderci dentro senza un tonfo e senza alcuna reazione; ciò lo portò al nervoso. Si alzò di scattò  ed emise un grugnito esasperato, passandosi una mano tra i capelli.

 

Per quanto? Quanto tempo avrebbe dovuto aspettare prima che quella tortura finisse?

 

Decise di isolarsi per cercare di preservare la sua identità, non voleva sparire dentro il cuore di Sora.

 

Era caldo, era confortevole, era una casa.

Una casa non sua.

Una casa temporanea che sperava di abbandonare quando sarebbe stato pronto.

Quando lo sarebbe stato?

 

Si passò nuovamente una mano tra i capelli e socchiuse gli occhi, umidi di lacrime che cercava a stento di trattenere con la forza, portandosi poi una mano al petto stringendo il tessuto del suo vestito.

 

Riusciva a provare ancora il dolore dopotutto.

 

Chiuse gli occhi di colpo quando sentì una folata di vento sul viso tale da fargli finire la sabbia sugli occhi; imprecò a bassa voce stropicciandoseli con forza e poi li sgranò, lacrimanti.

Vento? Come era possibile?!

Cercò la fonte di questo fenomeno e la trovò  in un punto vicino alla riva. Non ci pensò due volte e scattò in piedi, rischiando di cadere dalla palma a cui era appoggiato, e con ampie falcate a grande velocità si avvicinò alla riva, osservando quella sagoma ricoperta da una luce che piano piano si affievoliva. Ventus rimase lì ad aspettare, il cuore trepidante a mille, gli occhi sgranati nel vedere poco a poco il viso di quella che sembrava una graziosa ragazzina dai capelli corti, rossi e scuri, il viso morbido e il corpo di una ragazza che aveva appena iniziato a maturare; i suoi occhi erano di un bel blu chiaro, luminosi e limpidi. Sembrava spaesata di ritrovarsi lì e quando notò il ragazzo rimase ferma a guardarla stranita ma sopratutto curiosa, come lui del resto.

Per Ven era curioso anche il fatto che con l'arrivo di lei il tempo sembrava improvvisamente ricominciato a scorrere: onde del mare, brezza leggera e fresca, cinguettio degli uccelli ed il calore del Sole sulla pelle..tutto sembrava vero.

Il biondo fece un passo verso di lei, emozionato e indeciso se riempirla di mille domande oppure di abbracciarla per la gioia. La ragazza gli sorrise e fece anche lei un passo verso di lui.

 

-Ciao, come ti chiami?-

-Eh? Oh, sono Ventus. Chiamami Ven.-

-Io sono Kairi, molto piacere Ven.- sorrise la rossa stringendo le mani davanti al petto.

-Si, so bene chi sei.- rispose il ragazzo, sorridendogli quasi con dolcezza. Dal canto suo, Kairi lo guardò confuso per poi guardarsi intorno, ancora più incerta.

-Ma..questa è la mia isola! Come è possibile? Fine ad un attimo fa qui vi era il caos...sembrava che tutto questo stesso per scomparire.- spiegò ella, osservando il volto tranquillo ma dolce del ragazzo.

-Bhe, si e no.- Ven le sorrise inclinando appena il capo.- E' un'imitazione, una proiezione della tua isola dove però tutto è immobile, fermo nel tempo da quando riesco a ricordare.-

-Fermo? Ma a me non sembra per nulla fermo questo posto...- mormorò Kairi osservando le onde che bagnavano la sabbia fine della riva.

-In effetti è vero...ma solo da quando tu sei arrivata qui. Nel momento stesso in cui sei arrivata l'isola è diventata viva. - Fece una breve pausa e poi la guardò negli occhi.  - Ti ringrazio, erano anni che desideravo qualcosa del genere.-

Kairi arrossì imbarazzata e si avvicinò a lui, scrutandolo bene in viso.

-Lo sai? Tu mi ricordi Sora...un mio caro amico!-

Ventus sorrise con ironia e si sedette sulla sabbia, assaporando quel momento magnifico, non sapendo quanto sarebbe durato.

-Dici davvero?-

-Si..non so dirti bene perchè.- mormorò la ragazza sedendosi a sua volta di fianco a lui.

-Kairi.- chiamò Ven dopo alcuni minuti di pausa, lo sguardo fisso sulle onde che si infrangevano sulla sabbia bianca. -Hai capito dove siamo?-

-Uhm? Mh..non benissimo, però sento una sensazione di benessere...-

Il biondo prese la sabbia tra le mani e la fece scivolare lentamente tra le dita, guardandone il movimento pigro.

-Siamo dentro il cuore di Sora.-

Kairi lo guardò inizialmente sorpresa per poi sorridere subito dopo toccandosi il petto con dita leggere.

-Ora capisco...- Sora trovava sempre un modo per proteggerla, anche inconsapevolmente.

Non parlarono per un bel po', non servivano le parole: Ventus conosceva bene la situazione esterna, la guardava attraverso il prescelto del Keyblade; aveva avvertito quella nube, quella scia di oscurità che lentamente si era insinuata fino a far scoppiare l'intera isola, facendola piombare nel buio.

Era così impotente in quei momenti, non potè far nulla per poterlo mettere in guardia.

Sora deve aver protetto istintivamente il cuore di Kairi facendolo rifugiare dentro di lui fino al momento in cui verrà liberato...proprio come Ventus.

Il ragazzo sorrise a quei pensieri, rimanendo in silenzio.

-E tu?-

-Mh?-

-Tu come sei arrivato qui? Da quanto tempo?-

-Oh.- Ven riflettè su quella domanda -Tu quanti anni hai?-

-Quattordici, proprio come Sora.-

il ragazzo sgranò appena gli occhi sorridendo poi amareggiato.

-Sono dieci anni che sono qui dentro...-

-Dieci?! Ma come è possibile! Come è accaduto?!-

-E' successa una cosa proprio come a te: Sora ha salvato il mio cuore ferito e mi ha tenuto dentro di lui fino ad ora.-

-Diedi anni...- mormorò Kairi interdetta e con il volto dispiaciuto. - Sono un'infinità di tempo...mi dispiace Ventus.-

-Eh? Ah, non preoccuparti! Sora mi ha salvato la vita, gli sono davvero grato per questo; quando vagavo nell'oscurità ho trovato lui che mi ha aperto il suo cuore e dato un posto sicuro..probabilmente lui non ha nessun ricordo di quel momento mentre io...beh, io non faccio che pensarci poichè è stata l'ultima cosa che ho vissuto.-

Kairi si guardò la punta dei piedi, assorta nei suoi pensieri; spostò appena lo sguardo verso i pantaloni di lui e notò un oggetto che brillava alla luce calda del Sole. Aveva una forma familiare...

-Cos'è quello?-

-Cosa?- chiese Ven, stupito.

-Quella cosa che hai in tasca.-

-Ah!- il biondo sorrise raggiante mettendo una mano nella tasca e sfilando il suo Trovavia di colore verde smeraldo, perfettamente intatto. -Me lo ha regalato la mia migliore amica. Ne fece tre uguali: uno a me, una a lei e uno al nostro amico. Il trio che non si sarebbe mai separato. Questo monile era il simbolo del nostro legame, per non dimenticarsi mai l'uno dell'altra.- mormorò quelle parole con un viso dolce, gli occhi socchiusi e brillanti. Aveva una voglia matta di poter riabbracciare la sua famiglia, sarebbe stato possibile?

-Trovavia..- ripetè Kairi sorridendo, sfiorando con le dita la superficie vitrea. Prese anch'ella un oggetto dalla tasca e glielo mostrò.

-Questo l'ho fatto io stessa. L'ho fatto con le conchiglie Thalassa, serviva per portarci fortuna nel nostro viaggio con la zattera..- mormorò la ragazza con una nota di malinconia nel realizzare che il loro viaggio non sarebbe più avvenuto.

-E' davvero simile al mio!- commentò il ragazzo osservandolo sorpreso per poi sorridere. -E' incompleto però! Che ne dici se lo finiamo insieme?-

-Certo!-sorrise la ragazza, radiosa.

 

Da quel giorno, per un tempo indefinibile Kairi rimase su quella spiaggia con Ventus rendendogli il soggiorno meno doloroso e sopratutto meno solitario; al biondo era mancato tantissimo quel contatto umano, ridere e giocare come un tempo. Avevano finito il portafortuna di Kairi con grande soddisfazione e fatto lunghe chiacchierate lungo la spiaggia o dentro la capanna, guardando sempre il tramonto e l'alba.

Un giorno però Ventus fu costretto ad allontanarsi, come succedeva spesso, da quell'isola per poter tornare attivo dentro il cuore di Sora; quando tornò nuovamente, non sapeva mai quanto davvero ci metteva, osservò il posto e capì all'istante. No un rumore, no un movimento. Solo silenzio.

Kairi non c'era più.

Era tornata fuori, nel suo mondo.

Lui era ancora lì dentro, in quello di Sora.

Ancora una volta solo.

 

-Potevi almeno avvisare...eh Kairi?- mormorò Ventus tra e , lo sguardo intriso da una profonda tristezza.

 

Da allora quanto tempo era passato?

 

 

 

-Angolo autore-

 

Ed eccomi nuovamente qui!

Cavolo ogni volta che scrivo di Ventus e lo immagino in quelle condizioni...provo un dolore atroce nel petto! Piccolo mio, ti darò il tuo lieto fine ;-; ( fissata on OUAT, si vede?)

Comunque spero che la ff sia di vostro gradimento

un saluto a tutti coloro che la leggeranno <3

un bacione!

 

Trisha_Elric

 

 

  
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