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Autore: Frallosa    14/03/2015    1 recensioni
Avete mai pensato a dei James e Lily Babbani? Quale sarebbe stata la storia delle loro vite?
dalla storia:
“Lily? Lily, cosa ci fai qui?” la domanda sorge spontanea dalle mie labbra. Lei non risponde, fa qualche passo indietro e si precipita giù per le scale su per le quali si è arrampicata pochi minuti fa.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Una fastidiosa vocina nella mia testa continua a ripetermi che sto facendo un errore madornale a pubblicare questa storia, e che probabilmente tra dieci minuti me ne sarò già pentita, ma in qualche modo devo pur superare la noia di un Sabato sera senza pizza!
L'idea di questa storia si era impossessata della mia mente già qualche anno fa, ma per un motivo o per l'altro, ho sempre rimandato una sua effettiva stesura. Qualche settimana fa mi sono finalmente decisa a riprenderla in mano e ho buttato giù i primi capitoli.
Se a qualcuno di voi il titolo della storia è parso familiare è perché è tratto da un film che da piccola adoravo guardare, 'Se cucini ti sposo', appunto. Sappiate però che le uniche cose che hanno in comune questa storia e il film sono l'idea di fondo (che in realtà in questo capitolo ignorerete) e il lavoro del protagonista maschile, ovvero James. Il resto è tutta farina del mio sacco.
Oh, e come accennavo nell'introduzione, in questa storia non esiste la Magia.
Credo di aver detto grossomodo tutto, e benché sappia che nessuno perderà il Sabato sera a leggerlo, vi posto il prologo:
buona lettura!

 









 
Erano passati diciassette lunghi anni, eppure Lily ricordava ancora tutto ciò che era successo in quei giorni con disarmante chiarezza.
Forse perché erano stati i giorni della sua vita in cui erano successe più cose.
Le cose più belle e anche quelle più brutte.
 


 
Tutto era impresso nella sua memoria come nel suo cuore, marchiato a fuoco.
Una traccia che non sarebbe più andata via, una ferita tanto profonda che né il passare degli anni, né l’affetto di Edgar avevano potuto risanare.
Ricordava i pianti senza fine, lei che si era sempre ritenuta una donna forte.
Ricordava le lacrime scorrere dagli stessi occhi che fino a poche ore prima erano stati raggianti.

 

 
Qualche sera prima che tutto andasse a rotoli, James si era proposto.
Erano insieme da otto anni e insieme ne avevano passate proprio di tutti i colori.
Si erano odiati così tanto da imparare ad amarsi e avevano provato cosa significasse star separati.
Non faceva per loro.
I due mesi che James aveva trascorso a Parigi erano stati i più lunghi che Lily potesse ricordare.
Due mesi senza sue notizie, perché si erano detti che dovevano passare un po’ di tempo separati.
E poi era tornato, avevano riallacciato i fili della loro relazione e colmato gli spazi che li avevano tenuti separati durante quelle settimane in un modo tanto naturale che parevano non essersi mai allontanati.
Erano partiti in quarta, avevano fatto più progetti in quelle poche settimane che nei precedenti otto anni.
Una casa più spaziosa dell’appartamento di Lily, da arredare insieme così che fosse davvero tutta ‘loro’, un figlio, una famiglia tutta loro.
Un matrimonio, che Lily aveva scoperto con sua stessa sorpresa di desiderare.
Si erano sentiti pronti a costruire qualcosa di solido, ad ufficializzare quello che in cuor loro già sapevano di essere: una famiglia.


Era stata una serata meravigliosa, una delle più belle che Lily potesse ricordare.
Tutto era stato perfetto, ma, allo stesso tempo, cucito su di loro.
Niente sembrava poter andar storto.
James aveva persino svegliato Sirius a notte fonda-da quando lavorava come meccanico, Sirius aveva in parte smesso di far le ore piccole. In parte perché, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio-per urlargli al telefono che Lily aveva accettato e che poteva ufficiosamente iniziare a chiamarla ‘Signora Potter’, come se Sirius non lo facesse già da tempi immemori.
Il suo migliore amico l’aveva mandato a quel paese a causa della tarda ora, ma la mattina successiva si era presentato di buon’ora alla porta dell’appartamento di Lily, che temporaneamente i due piccioncini condividevano, con la colazione, e aveva festeggiato con loro la grande notizia.
Subito dopo erano stati avvertiti anche Remus e Marlene, che erano in viaggio di nozze in Svezia.

 
Tre giorni erano passati tra l’allegria e i festeggiamenti, e poi la rovina aveva bussato alla loro porta, accompagnata da un Sirius dall’espressione tetra.
Lily aveva aperto loro, ad un Sirius devastato, che aveva fissato lo sguardo nei suoi occhi e le aveva sussurrato un ‘mi dispiace’, e a questa ragazza minuta, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che teneva il capo per lo più chino.

“Sirius cosa… chi è questa ragazza?” Lily non capiva, non sapeva che tutto stava per cambiare.

“C’è James?” aveva chiesto Sirius con un filo di voce.

“Sta dormendo. È il suo giorno libero, Sir, conosci i suoi orari quasi meglio di me.”
Poi si era rivolta alla ragazza, che aveva distolto lo sguardo come scottata non appena i loro occhi si erano incontrati.
“Mi chiamo Lily… e tu sei?”

La ragazza non aveva risposto, e Sirius aveva detto per lei: “Alexis. Si chiama Alexis. Potresti chiamare James?”

Lily aveva annuito stranita da un comportamento tanto insolito da parte di Sirius, e si era diretta verso la loro camera da letto, la cui porta era la prima del corridoio che si affacciava sul salottino dov’erano gli ospiti.

“Buongiorno amore!” l’allegria di James era palpabile sin dal primo mattino. Ancora senza maglia, si era avvicinato a lei, e, stringendole i fianchi, l’aveva baciata.

“Il letto senza te era piuttosto freddo… perché non c’eri?” aveva poi domandato baciandole il collo.

“James, non è il momento… abbiamo ospiti!”

James aveva voltato lo sguardo e visto Sirius. “Sir, amico, cos’è quella faccia da funerale?” poi i suoi occhi si erano posati sulla figura rannicchiata al suo fianco e il fiato gli era mancato.

“A-Alexis?”

“La conosci?” La domanda era sorta spontanea dalle labbra di Lily.

“Lei… io… Parigi. Lei è… cosa diamine ci fai qui?”
Erano poche le occasioni in cui James restava senza parole. Quella volta era evidentemente una di quelle.

James aveva spostato lo sguardo su Sirius, in cerca di una spiegazione, e l’espressione che quest’ultimo gli aveva rivolto doveva avergli chiarito la gravità della situazione, perché si era appoggiato al divano e ci si era seduto lentamente, quasi come se le gambe avessero a poco a poco smesso di sostenerlo.

“Insomma, posso capire cosa avete tutti quanti? E perché una sconosciuta è seduta sul divano di casa mia?” Lily aveva cominciato ad irritarsi.
Odiava essere l’unica a non sapere.
Dopotutto, trovare soluzioni era il suo lavoro, perché non le esponevano la questione così che lei potesse porvi rimedio?

Il silenzio aveva regnato ancora per qualche minuto, poi la ragazza, Alexis, aveva fatto un respiro profondo e aveva detto, con un filo di voce:

“Sono incinta James.”

La vista di Lily si era annebbiata. Per un momento, un lungo momento, tutto, dentro e fuori di lei, le era sembrato immobile.
Poi la staticità si era spezzata, e le era tornata la sensibilità.
Non le era servito vedere James tenersi il viso con le mani, né la preoccupazione di Sirius per capire che il figlio che aspettava la ragazza fosse del suo futuro marito.

“Uscite.” Pronunciare quella sola parola le era sembrato difficilissimo.

“Lily, io…” James si era alzato e aveva fatto un passo verso di lei, ma lei non gli aveva permesso di avvicinarsi oltre.

“USCITE HO DETTO! FUORI DA CASA MIA, TUTTI.”

James si era bloccato, ma non aveva distolto lo sguardo dal suo viso.
La ragazza, tremante quasi, si era avviata fuori dalla porta.

“James, andiamo ora. Ne riparliamo in un altro momento.” Sirius, da sempre il meno pacato tra tutti loro, in quell’unica occasione cercava di utilizzare tutto il suo buon senso.

Ed erano usciti, tutti e tre.
Sirius aveva quasi dovuto trascinare James, che non staccava gli occhi da Lily.

Solo quando si era accertata che fossero fuori da casa sua, Lily si era permessa di crollare.
Lacrime silenziose ma copiose avevano cominciato a scendere, singhiozzi muti la scuotevano mentre, al di là della porta, James si accaniva furiosamente contro il legno scuro e il suo cuore si sbriciolava come pasta frolla.

 
 






 
  
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