entrammo insieme nella classe. Partirono le solite risatine isteriche delle ragazze degli ultimi banchi, qualche presa in giro dagli stessi ragazzi che bullizzavano Hope. Lei era a volto basso, io guardavo e squadravo chiunque la sfiorasse anche solo con lo sguardo. Le voglio bene io a Hope. Non come Jeremy.
Ah, non vi ho detto chi è Jeremy. Per ora non fa parte di questo piccolo flashback, ma vi basti sapere che è uno dei ragazzi più fighi e falsi della scuola. Ha tentato più volte di portarsi a letto Hope, ma non ce l'ha mai fatta. Tipico ragazzo bello quanto ottuso. A Hope lui piaceva all'inizio, quando ancora non aveva capito che razza di ragazzo era.
Tornando a noi...
ci sedemmo ai nostri vecchi banchi dell'anno prima. Il prof quasi non si accorse della presenza di Hope. Nessuno faceva caso a lei, forse solo quando veniva picchiata, per deriderla.
- Hope!- quasi urlò il professore appena si accorse di lei.
Lei neanche alzò lo sguardo.
-dove eri finita?-
-era in bagno prof.- intervenni io.
-che faceva, si tagliava sognando il paradiso?- urla Jake, un coattello di borgata.
Parte una risata generale. Non potevo sopportarlo. Era colpa mia. Non dovevo parlare.
Hope alzò a malapena lo sguardo, scattò in piedi, saltò addosso a Jake, tirandogli un pugno sulla mascella. Non l'avevo mai vista così arrabbiata. Ma purtroppo lei non ha la forza di Jake, che subitò la “scaraventò” a terra tenendola per i capelli. Non voleva ammetterlo, ma ora la mascella gli faceva male.
Il prof accorse per separarli, poi prese Hope per la collottola della felpa nera e la portò fuori dall'aula.
In classe piombò il silenzio. Perfino Carl, colui che viene a scuola solo per finire l'obbligo scolastico e che passa le ore di lezione a dormire, si era svegliato.
Tutti accorsero attorno a Jake.
-io l'ammazzo a quella troietta! Non durerà neanche un giorno, me la paga davvero stavolta- urla lui.
-ah, perché di solito tu non le fai niente eh? Hope ha tutti i diritti di spaccarti quel muso da cane per come la tratti!-
è Jeremy. La sta difendendo. Proprio così.
-ma che cosa vuoi tu?-
-che lasci in pace Hope, o poi te la vedi con me, per davvero però.-
Jake sta per alzarsi, ma ecco che rientra il professore. Hope non c'è. Cala il silenzio.
-dov'è Hope?- chiedo.
-l'ho mandata a casa, Susanne.-
-devo andare-
-tu resti qui- mi impone il prof.
“lei o me?” penso. “salvo lei da un imminente suicidio, o salvo me da una delle tante sospensioni?”
palesemente lei.
Mi alzo e corro fuori. Provano a fermarmi ma io corro.
La vedo. Velocizzo la corsa.
La predo di sorpresa dietro la schiena e l'abbraccio.
Lei mi piange sulla spalla, macchiandomi la maglia di mascara, ma non mi importa.
-mi spieghi che ti è preso?-
-lui.. lui.. mi ha toccata.-
-Jake? no...-
-si, io mi sono divincolata, allora lui mi ha dato svariati calci in pancia. Ha offeso mia madre. Sono scappata, ma quando l'ho rivisto in classe, non ce l'ho fatta-
piange sempre più forte.
-ei, basta, ci sono io ora. Andiamo a casa-
ci dirigiamo verso casa mia, lei ancora in lacrime, io che la sostengo.
Le voglio davvero bene.