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Autore: Lady Aileana    15/03/2015    0 recensioni
"Cosa vuoi che ti dica?"
" Dimmi solo che mi ami"
Lei lo guardò pensierosa.
"Tu mi ami?" rispose lei invece.
"Io non ti amo." disse lui e a quelle parole Hermione si sentì morire dentro.
"Non ci sono parole per quello che provo e una stupida frase come 'ti amo' non mi basta. Io voglio dimostrarlo con i fatti." aggiunse lui.
La ragazza trasse un sospiro di sollievo e accecata dalla gioia gli lanciò le braccia al collo.
"Oh, ma Draco tu lo hai già dimostrato." lo corresse lei. "Ti amo Draco Malfoy"
Lui la prese dalla vita, la trascinò vicino a sè e si abbandonarono a un bacio spassionato, proibito.
E tra un bacio e l'altro mormorò più volte all'orecchio di lei:
"Ti amo Hermione Granger. Sei la mia luce. La mia ancora di salvezza. Sei come la gravità, solo tu mi tieni ancorato a terra. Sei la mia unica ragione di vita."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sobbalzai ansimando. Spalancai gli occhi e quel che vidi mi accapponò la pelle. 

Hermione stava per soccombere a due Dissennatori.

L'istinto prese il sopravvento e corsi in suo aiuto. Afferrai la bacchetta caduta a terra e la puntai contro quelle due mostruose creature. 

- Hermione! Evoca il tuo Patronus! - le gridai.  

Lei si girò e mi scoccò un'occhiata furiosa, annebbiata, però, dal terrore.

- Come se non ci avessi già pensato! - urlo in rimando, indicando un punto oltre le mie spalle.

Seguii la traiettoria indicata e scorsi una nube argentata che assumeva la forma poco definita di una lontra combattere valorosamente. La vidi sferrare l’ennesimo attacco, ma questa volta le fu fatale. Una di quelle mostruose creature si scagliò su di lei, riducendola a una debole nube argentata, che irradiava un flebile bagliore argenteo appena sufficiente a infastidire i Dissennatori.

Mi concentrai e richiamai il mio Patronus: - Expecto Patronum! - dalla punta della bacchetta scaturirono numerosi fili argentati che la avvolsero in un intrico di energia pura.

Lentamente quel flusso di energia si convertii creando un ghepardo riposato e guarito dalle ferite, pronto a difendere il proprio padrone.
Hermione era inciampata ed era caduta bruscamente a terra e i Dissennatori ne approfittarono per aggredirla. Immediatamente il mio ghepardo balzò addosso ai due aggressori, salvandola.

Prontamente Hermione sollevò la bacchetta e rievocò il suo Patronus mentre il mio si era già scagliato su un gruppo consistente di Dissennatori che ci stava raggiungendo.

Un'esplosione di luce argentea mi accecò. Mi voltai e mi stupii nel costatare che da quella nube si formò una tenera lontra che coraggiosamente si lanciò in aiuto del mio Patronus.

Insieme riuscirono a sbaragliare quell'esercito di Dissennatori, proteggendoci dal crudele destino che ci spettava.

- Hermione. - la chiamai.

Lei si voltò, mi rivolse un'occhiata sprezzante e abbandonò la piccola radura addentrandosi con passo svelto nella Foresta Proibita.

Mi affrettai a seguirla, ma continuava a sfuggirmi. La chiamai a gran voce più volte, ma Hermione continuava imperterrita ad ignorarmi. Finalmente riuscii a raggiungerla e le avvolsi una mano intorno al polso, bloccandola. 

- Presa. - dissi sorridendo.

Ma quel sorriso mi morii in gola non appena Hermione mi rivolse un’occhiata agghiacciante.

- Malfoy lasciami andare. - mi ordinò perentoria.

Sbigottito feci quello che mi aveva detto e la mollai. Mi tuffai nel liquido ambrato dei suoi occhi alla ricerca di una risposta, ma non ne trovai nessuna, almeno finché lei non parlò.

- Devo tornare... - iniziò a spiegare, ma venne interrotta dal frastuono di un'esplosione.

Un grido agghiacciante perforò l’aria, disturbando la inquietante tranquillità che aleggiava nel buio della Foresta Proibita.

Entrambi ci voltammo nella direzione da cui credevamo avesse origine quel trambusto, ma le atrocità di quella guerra erano celate dietro un’oscurità che i nostri occhi non riuscivano a contrastare.

La luna piena, alta in cielo, emetteva un flebile bagliore, illuminando scarsamente la volta celeste, ma permettendoci di levare lo sguardo all’orizzonte, da cui si intravedevano le imponenti mura del castello, straziate dalla battaglia in corso.

- Credo che quel putiferio abbia parlato per me. - mi riferì accigliata. - Devo tornare al castello. Resterò fedele ai miei principi; combatterò finchè ci sarà ancora qualcuno pronto a contrastare le forze oscure. Non tradirò i miei amici. -

E queste semplici parole si conficcarono nel mio cuore, come schegge di una bomba appena esplosa, penetrando in profondità, ferendomi irreparabilmente.

"Tradito. Che colpo basso Granger." pensai profondamente offeso. 

Mi allontanai da lei di qualche passo, finchè  le mie mani non incontrarono la superficie irregolare di un albero. Mi ci appoggiai e poi, sentendo le gambe cedere sotto il peso del mio corpo, iniziai ad accasciarmi a terra. La schiena scivolava lungo il dorso della ruvida corteccia, ma il dolore della pelle scorticata non era sufficiente per reprimere quella sofferenza che si era impossessata di me.

Non potevo cancellare quel dolore, ma potevo trasformarlo in qualcosa d’altro, così una rabbia furiosa esplose, travolgendomi in pieno. Un pugno si scaraventò contro il tronco di un albero, permettendomi di liberare una parte di quella rabbia irrefrenabile.

"Sarebbe questo il ringraziamento che ottengo dopo tutti i sacrifici che ho fatto per questa stupida causa?!” ringhiai adirato. “Ho tradito la mia famiglia,il Signore Oscuro. Ho rinunciato a tutto per lei. Per salvarla! E lei mi rinfaccia il mio tradimento?!”

- Non ti fidi? - borbottai mestamente, lo sguardo puntato a terra.

Lei non rispose e aleggiò tra di noi un silenzio inquietante, che decisi di rompere non appena incontrai il suo sguardo.

- Probabile. – mormorai malinconicamente, rispondendo al suo posto.    

Un altro pugno si scaraventò sul tronco dello stesso albero. Schegge della corteccia mi finirono tra i capelli, ma le ignorai, come feci per le ferite che si erano aperte lungo le nocche della mano.

Il frusciare di passi che si avvicinavano con cautela catturarono la mia attenzione, così alzai nuovamente gli occhi da terra. Hermione si era abbandonata contro il tronco di un albero di fronte al mio e lentamente scivolò lungo il suo dorso, fermandosi solo quando raggiunse le sue radici. Strinse le ginocchia al petto e le avvolse in uno stretto abbraccio. Nascose il viso tra le gambe, per poi alzare nuovamente la testa e porre il mento sulle ginocchia. Gli occhi astuti di lince di lei che studiavano i miei.

- Come potrei? - chiese lei in un bisbiglio appena udibile.

Mi alzai di scatto e sferrai l'ennesimo colpo. Una crepa si formò al centro del tronco, iniziando a propagarsi lungo la sua superficie. Appoggia la testa e socchiusi gli occhi. Un ghigno amareggiato si spinse fino agli angoli della mia bocca.

- Come potresti. – ripetei mestamente.

La sentii sospirare sonoramente e allora mi voltai. Gli occhi argentei, arsi da fiamme danzanti, la fissavano.  

Lei si alzò a sua volta e mi rispose con determinazione.

- Sì, come potrei. Hai sentito bene. - confermò lei. - Draco siamo nel bel mezzo di una guerra. Esistono due fronti per cui combattere, e tu non appartieni a nessuno dei due. – la sua voce iniziò ad abbassarsi di qualche ottava, facendosi più malinconica. – Ho visto maghi tradire le persone a loro più care per realizzare quello che loro ritenevano un bene più grande. E, nonostante tutto quello che è accaduto, tu hai continuato a celarti dietro sotto diverse maschere. Come faccio a sapere quale mi hai mostrato? – domandò lei sconsolata con lo sguardo annebbiato dalle lacrime. – Dopotutto, mentirmi…ingannarmi…non sarebbe stata così difficile… - ma la voce le morì in gola, non consentendole di continuare.

- Maledizione Granger! –ringhiai. – Cosa devo fare per dimostrarti la mia lealtà? Non sono lo stesso ragazzo che hai conosciuto due anni fa! Sono cambiato…e questo solo grazie a te…- arretrai di qualche passo, allontanandomi, per poi riprendere a parlare, sommessamente. – Chi credi che abbia mandato un messaggio ad Alberforth, avvertendolo del vostro arrivo a Hogsmeade? Eh? E chi credi che abbia convinto Alberforth a schierarsi dalla parte dell’Ordine della Fenice? La scoperta di quel nuovo passaggio segreto che collega Hogwarts al suo locale, Alberforth che decide di aiutare i ragazzi…pensi davvero che sia una semplice casualità? – strinsi gli occhi e li strofinai energicamente. – Hermione non puoi continuare a credere alle favole! Sei cresciuta ed è arrivato il momento che di svegliarsi, spalancare gli occhi e affrontare la realtà che ti si presenta davanti, per quanto assurda possa essere. Quindi, mi dispiace deluderti, ma devo darti una notizia che forse non ti farà piacere: è stata tutta opera mia. – sospirai sonoramente e proseguì a parlare amareggiato: - Tu non sai tutti i sacrifici che ho fatto per mantenere la promessa che ti ho fatto, per aiutare Potter come mi avevi chiesto, per proteggerti quando tu eri lontana. -

Mi avvicinai lentamente, fermandomi solo quando mi trovai di fronte a lei. Eravamo talmente vicini che quasi i nostri visi si toccavano. Incrociai il suo sguardo e mi persi in quei occhi ambrati che avevo tanto desiderato rivedere in tutti quei mesi di lontananza. Addolcì il tono di voce e cominciai a raccontarle la verità.

- Conosco solo quattro Legillimens abbastanza abili da riuscire a erigere barriere mentali sufficienti per contrastare i poteri del Signore Oscuro: Silente, Piton, io e mia madre. Per questo Silente si fidava di me, o almeno, abbastanza da affidarmi un compito, che si è rivelato essere molto delicato. Dovevo agire in incognito, per mantenere la segretezza del mio adoperato. Non potevo permettermi di destare alcun sospetto, altrimenti ne avrei pagate le conseguenze. Era un segreto che bisognava custodire accuratamente affinché il piano si realizzasse, e potevamo fidarci solo delle menti dei Legillimes più abili, tra cui, purtroppo, non rientravi. – le rivelai, terminando con un sospiro di sollievo, liberatorio.

Finalmente avevo potuto confessarle la verità. D’ora in avanti non sarebbero più esistiti segreti nascosti o bugie. Mi sentivo libero, alleggerito da quel pesante fardello che trasportavo sulle spalle ormai da anni.

Feci per sollevare una mano per accarezzarle il viso. Lei non si scostò e questo mi rincuorò. Feci scorrere la mano sulle sue guance, poi sulle sue labbra. Un ciuffo era sfuggito alla sua capigliatura. Lo afferrai e lo rigirai tra le dita, finchè non decisi di sistemarglielo dietro l’orecchio, con un gesto delicato.

- Credevi davvero che sarei stato in grado di farti del male? Di ingannarti? –

Hermione scosse il capo in un movimento appena percettibile. Teneva la testa china, incapace di sostenere il mio sguardo. Le presi il mento tra le dita e lo sollevai, finchè i nostri volti non si ritrovarono a pochi centimetri di distanza. Due occhi annegati nella confusione mi stavano fissando.

Si liberò dalla mia presa e si allontanò da me continuando a scuotere la testa. Le lacrime trattenute coraggiosamente ormai erano sgorgate, bagnandole il viso.

- Hai ancora paura di me? – mormorai in domanda. La voce spezzata da un nodo in gola che non mi permetteva di parlare.

- Oh, Draco… - iniziò a balbettare tra un singhiozzo e l’altro. – Io…Io…Io non ho paura di te. Io ho paura per i miei amici. Devo tornare da loro…-

- Perché? Non ce bisogno che tu faccia ritorno a Hogwarts. – le proposi disperatamente. Una scintilla di speranza si accese all’idea di quella possibilità. – La mia famiglia è al sicuro; nessuno scoprirà mai il mio tradimento. – dissi. L’emozione cresceva mentre quel pensiero si radicava nella mia mente. - Sono venuto a sapere che anche la tua famiglia è al sicuro. Non hai più nessuno che ti trattiene. Fuggiamo insieme da questo mondo straziato dal dolore e costruiamoci un futuro altrove. -

I suoi occhi erano straziati dalla sofferenza. L’indecisione la stava spezzando.

- È vero, i miei genitori sono in salvo, ma la mia famiglia è ancora in pericolo. Loro sono in quel castello a combattere per la vita e la morte. Non sono una vigliacca e non riuscirò mai ad abbandonarli a un destino così crudele. -

La sua attenzione si spostò oltre le mie spalle. 

Una nuvola di fumo si levava dalle alte mura del castello, oscurando il cielo stellato. Il rumore della battaglia straziava quel silenzio innaturale. Tutti gli abitanti della Foresta si erano soffermati ad assistere a quell’orrore.

I suoi occhi ambrati studiavano attentamente il mio volto, alla ricerca disperata di un segno della mia comprensione. Sperava che accettassi che compisse quella missione suicida, ma era inutile. Avrei fatto qualunque cosa per impedire che ritornasse nuovamente in mezzo a quel putiferio a rischiare la vita.

- Quello che ti sto dicendo ti sembrerà assurdo, dopotutto, non c’è nessuna garanzia che mi assicuri che sopravvivano. Qualcuno morirà, è inevitabile. Ma per la mia coscienza sarebbe troppo pesante da reggere il pensiero che, se fossi intervenenuta,  forse, avrei potuto evitarlo. -

Sarebbe stato un massacro e lei sarebbe rimasta uccisa inutilmente. Non potevo perderla. Era impensabile.

Così, tentai di persuaderla a cambiare idea, in un ultimo tentativo disperato. Mi avvicinai, le presi il volto tra le mani e la fissai intensamente. L’argento e l’ambra si erano fusi nuovamente in uno sguardo senza tempo.

- Hermione sii ragionevole. – la supplicai. – Sarebbe un suicidio…io non posso proteggerti lì…non posso permetterti di tornare…Non ti ho mai chiesto nulla, ma adesso mi ritrovo a pregarti di esaudire i miei desideri egoistici. Fallo per me, per noi… Prendi la decisione più sensata e scegli me… -
Lei scosse il capo, le lacrime che le sgorgavano dagli occhi come un fiume in piena.

Poi sollevò la testa e  vidi una scintilla di speranza accendersi in lei, riuscendo a sopraffare quel velo di tristezza che non lasciava mai il suo volto.

- Seguimi al castello. Scegli finalmente un fronte per cui combattere e schierati dalla nostra parte. Potremmo  uscire vittoriosi da questa guerra. Potremmo andare a vivere in campagna e costruirci un futuro insieme, senza rinunciare alle nostre famiglie. Nessuno potrà impedircelo e vivremo una vita felice e serena, senza rinunciare a nulla… - ma io la interruppi e smontai le sue fantasie.

Sbuffai innervosito e mi spostai sotto l’ombra di un maestoso pino. Strinsi le mani in dei pugni e li poggiai sul tronco dell’albero. Socchiusi gli occhi e digrignai i denti.

“Perché non voleva capire? Perché insisteva?”

- Granger, tu non capisci…-  dissi con un mormorio amareggiato. – Noi non avremo mai un futuro sereno insieme. Nessuno smetterà di avere pregiudizi nei miei confronti e in quelli della mia famiglia. Il ruolo che ho assunto in questa guerra non sarà mai visto di buon occhio e molti continueranno a dubitare della mia lealtà. Vivrei emarginato dalla comunità, considerato un reietto e tu saresti condannata a una vita infelice… -

La sentii singhiozzare e allora mi voltai a guardarla. Il flebile chiarore lunare era appena sufficiente a illuminare il suo viso straziato dal dolore. Scostò lo sguardo, cercando di evitare il mio e posò la sua attenzione sulle fiamme che si erigevano alte sulle mura del castello.

La sua faccia era stravolta da un’espressione di dolore, che cercava inutilmente di nascondere.

Poi, una maschera di indifferenza si dipinse sul suo volto e mi scoccò un’occhiata di disprezzo.

-  Se non credi in un futuro insieme, allora non abbiano più nulla di cui discutere… - disse tagliente. – In quel castello, ripeto, ci sono le persone a me più care. Persone che tengono veramente a me e che non mi abbandonerebbero mai nel caso del bisogno. Harry e Ron hanno bisogno del mio aiuto e non li deluderò… -

Lasciò la frase in sospeso e si allontanò con passo deciso, addentrandosi da sola nella fitta boscaglia della Foresta Proibita, abbandonandomi ai miei lugubri pensieri.

“Weasley, ma certo.” ringhiai. “Qualcosa è sbocciato tra quei due, era inevitabile. Tutti quei mesi trascorsi lontani, lei che credeva che fossi solo un lurido traditore. Chi, se non Weasley, poteva risanare le ferite del suo cuore spezzato?”

Dal centro del mio petto ebbe origine un’ondata di calore che si infuse ovunque, prendendo possesso del mio corpo. Una rabbia furiosa mai provata prima mi stava sopraffando. L’unica cosa che vedevano i miei occhi erano fiamme ardenti scoppiettare allegramente; oramai la gelosia mi aveva accecato la vista, ma la lucidità non mi aveva ancora abbandonato e nella mia mente si fece strada un pensiero capace di contrastare quel cruccio.

“Non l’avrei lasciata andare ad affrontare da sola quella guerra. Dove andava lei, andavo anche io. La seguirei anche in capo al mondo. Dovevo proteggerla. Avrei combattuto la sua stupida battaglia, se era il prezzo da pagare per poterla portare in salvo.” pensai con determinazione. “Hermione non poteva rendere vani tutti i sacrifici che avevo fatto per mantenerla in vita. Ormai avevo già rischiato tutto per lei e se era necessario schierarmi contro il Signore Oscuro e lottare contro i Mangiamorte per proteggerla lo avrei fatto; niente mi faceva più paura, se non il rischio di poterla perdere. Non mi importava degli conseguenze delle mie azioni, l’importante è che lei rimanesse viva, non mi importava più il costo del prezzo da pagare per farlo. ”

Sbuffai sonoramente. Sfoderai la bacchetta e mi affrettai a seguirla. E così, anche io venni inghiottito dall’oscurità della Foresta Proibita.
 
 
 
#SPAZIOAUTRICE

Buondì a tutti (o buonasera. dipende dall'orario in cui leggerete questo post).

Sarò breve, perchè non voglio annoiarvi troppo.


Allora cosa ne pensate del nuovo capitolo? E della storia in generale?
Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni. Sono aperta a qualunque consiglio, commento o critica.
Aspetto con trepidazione le vostre recensioni!  

Lady Aileana

 
   
 
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