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Autore: Lady Aileana    08/03/2015    0 recensioni
"Cosa vuoi che ti dica?"
" Dimmi solo che mi ami"
Lei lo guardò pensierosa.
"Tu mi ami?" rispose lei invece.
"Io non ti amo." disse lui e a quelle parole Hermione si sentì morire dentro.
"Non ci sono parole per quello che provo e una stupida frase come 'ti amo' non mi basta. Io voglio dimostrarlo con i fatti." aggiunse lui.
La ragazza trasse un sospiro di sollievo e accecata dalla gioia gli lanciò le braccia al collo.
"Oh, ma Draco tu lo hai già dimostrato." lo corresse lei. "Ti amo Draco Malfoy"
Lui la prese dalla vita, la trascinò vicino a sè e si abbandonarono a un bacio spassionato, proibito.
E tra un bacio e l'altro mormorò più volte all'orecchio di lei:
"Ti amo Hermione Granger. Sei la mia luce. La mia ancora di salvezza. Sei come la gravità, solo tu mi tieni ancorato a terra. Sei la mia unica ragione di vita."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Rimasi paralizzato a fissare la scena.

Speravo che il mio Patronus fosse abbastanza forte da respingere tutti quei Dissennatori, eppure mi sbagliavo, erano troppi. Ma non mi diedi per vinto e mantenni la posizione.

Postura rigida, spalle alte, piedi ben piantati a terra e le mani saldamente avvolte intorno alla bacchetta, brandita contro quell'orda di Dissennatori.

Cercando di mantenere la concentrazione stavo tentando di trovare un modo per conservare il mio Patronus, la cui energia vitale stava lentamente scemando. 

Una parte del mio subconscio ormai si era lasciata trasportare dalla disperazione:

"Inutile bacchetta! Per una volta che mi occorri seriamente mi abbandoni e mi lasci tra le mani una tua brutta copia che non ubbidisce a pieno ai miei ordini!" ringhia frustato.

In un altro anfratto della mia mente, invece, stavo architettando un modo per poter mettere in salvo Hermione. La sua fragile vita era tra le mie mani e dovevo salvaguardarla con tutti i mezzi a mia disposizione. 

Un'idea, l'unica, mi balzò in mente.

"Mi sarei sacrificato per lei." pensai disperato. "Avrei speso le mie ultime energie per creare un Patronus abbastanza potente da allontanarne alcuni, per poi gettarmi tra le grinfie di quelli rimasti, sperando che la mia anima dannata sia abbastanza soddisfacente per saziare il loro appetito."

Non avevo scelta, avevo preso la mia decisione. 

Lanciai un'occhiata fugace alla ragazza svenuta poco lontano, ammirandone i bei lineamenti per quanto fosse possibile catturarne in quei fragili attimi.

Mi tremavano le mani, non ero più in grado di reggere l'incantesimo di difesa, ormai il ghepardo stava battendo la ritirata zoppicando e miagolando come un gatto ferito.

Digrignai i denti e strinsi gli occhi.

Mi concentrai sul suo viso delicato, poi visualizzai il suo sguardo e pensai intensamente:

"TI HO SEMPRE AM..." ma non ebbi il tempo di terminare quel pensiero quando sentii qualcuno tossire dietro le mie spalle.

Mi voltai immediatamente e vidi una Hermione provata riprendersi lentamente. Si sollevò appoggiandosi sui gomiti e quando, finalmente, i suoi occhi si schiusero posandosi sul mio volto, un'ondata di calore si insinuò nel mio cuore, propagandosi ovunque nel mio corpo, raggiungendo le ossa e stimolando il cervello, fornendomi quell'energia che mi serviva per respingere i Dissennatori. 

Per quanto fosse assurdo, sorrisi. Sì, un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra fino a raggiungere gli angoli dei miei occhi illuminadoli di una nuova luce.

Non erano quei soliti ghigni che sfoderavo a chiunque, era diverso.

Era quel sorriso che avevo sempre celato sotto la mia maschera di ferro incorruttibile, conservandolo per la persona che sarebbe riuscita nell'impresa di liberarmi dal peso di quella schermatura. 

Mi sentivo VIVO. Hermione era viva, ed era tutto quello che contava adesso.

Saremo usciti da questa situazione in qualche modo, insieme.

La scorsi mentre si guardava intorno spaesata. In seguito alla presa di coscienza della situazione in cui si trovava le vidi infondersi negli occhi la paura. Ormai, il color ambra aveva lasciato posto al nero delle pupille dilatate dal terrore.

Gli occhi sbarrati, le mani che si tastavano i vestiti alla ricerca disperata della propria bacchetta.

Solo quando le sue dita affusolate si avvolsero intorno all'impugnatura della bacchetta una parte della sua iride rivendicò il suo posto, donandole un briciolo di sicurezza.

La sentii bisbigliare irrequieta l'incantesimo mentre agitava freneticamente la bacchetta in aria, ma l'unica cosa che riuscì ad ottenere fu una nube argentata che si dissolse quasi immediatamente. 

Abbandonai la concentrazione e mi lancia al suo fianco, sperando che il mio Patronus resistesse ancora.

La guardai come non avevo mai fatto prima, feci scorrere lo sguardo sul suo delicato viso, assaporandone i graziosi lineamenti.

- Hermione. - riuscii a dire in un flebile sussurro.

Lei non mi degnò di uno sguardo e questo mi ferii profondamente.

- Oh, Draco, non riesco a concentrarmi! Non sono mai stata abbastanza brava a creare il mio Patronus, quello usciva solo a Harry! - disse con le lacrime di sconforto che le rigavano il viso sporco di fuliggine.

- Il mio Patronus si è indebolito! Non resisterà ancora per molto! - dissi a denti stretti. 

Lei mi scoccò un'occhiataccia e rispose sarcasticamente:

- Grazie Malfoy! Se avevi intenzione di mettermi maggiormente sotto pressione sei riuscito appieno nell'intento! - 

" Malfoy." pensai ferito. "Eravamo ritornati a chiamarci così."

- Granger. - ma non appena quella parola uscì dalle mie labbra me ne pentii amaramente.

Hermione aveva già nascosto dietro uno sguardo imperturbabile quel velo di tristezza che si era celato sui suoi occhi quando si sentì chiamare in quel modo.

- Bisogna assolutamente che... - ma venni interrotto.

Avvertii una presenza incorporea brandirmi e scaraventarmi a terra, i suoi artigli sprofondare nella carne. 

Un freddo intenso si insinuò nelle mie vene e così prese sopravvento anche la paura. Un'ondata di gelo si propagò ovunque, facendomi rabbrividire violentemente. 

Stavo precipitando nel vuoto senza fine della mia mente; avvertivo il suono agonizzante di una donna in lontananza che pregava piangendo di essere risparmiata. 

Mi aggrappai a quella voce; non potevo stare inerme ad ascoltare le suppliche incessanti di mia madre.

PIù mi avvicinavo e più riuscivo ad afferrare appieno le sue parole. Stava scongiurando Voldemort di risparmiare il suo unico figlio nonostante il tradimento mentre veniva torturata dalla crudele bacchetta della sorella.

- Cissy, è inutile supplicare. - si rivolse Bellatrix sprezzante alla sorella in lacrime. - Siete entrambi accusati di alto tradimento nei confronti del Signore Oscuro. - cantilenò infine.

- Bella, sei mia sorella, come puoi... - ricominciando a implorare pietà.

Lo schiocco di uno schiaffo che raggiunse il viso di Narcissa si spinse fino alle mie orecchie.

La voce di Bellatrix si fece agghiacciante: - Tu non sei più mia sorella! Io non ho più sorelle, sono entrambe morte! -  esclamò scandendo con cura ogni singola parola, che, come tanti pugnali affilati, arrivarono a ferire il cuore di mia madre più e più volte.

- Bellatrix...- sussurrò lei in un soffio, in un ultimo tentativo disperato. 

Un altro schiaffo si impresse sul viso di mia madre.

- Zitta! Le tue labbra da traditrice del proprio sangue non sono degne di pronunciare il mio nome! Zitta! -  gli gridò contro isterica.

Non potevo continuare ad assistere a quella scena, dovevo liberarmi, ma ero imprigionato nel mio corpo, paralizzato. 

A fatica riuscii a fuggire da quello scenario orribile e iniziai a vagare nel buio della mia mente alla ricerca di un ricordo felice a cui aggrapparmi, ma sentivo quei pochi brandelli di felicità scivolare via.

Una voce giunse alle mie orecchie, un grido agonizzante che urlava il mio nome. Mi ci aggrappai con tutte le forze che avevo. 

Uno spiraglio di luce si fece strada in quell'oscurità senza confine e mi ci abbandonai.

***

- DRACO! DRACO! NO! - urlai a squarciagola, le lacrime che mi rigavano il viso e che mi oscuravano la vista. 

Tremavo violentemente, ma ero incapace di fare qualunque cosa, se non stare stare a guardare mentre quel Dissennatore gli strappava l'anima.

Ma Draco era ancora vivo. Lo potevo vedere dagli occhi che si muovevano freneticamente sotto le palpebre; stava combattendo come un valoroso guerriero la sua battaglia.

Non lo avrei abbandonato al suo crudele destino, finchè la vita non lo avrebbe lasciato io avrei combattuto per proteggerlo.

Riuscii a sollevarmi e mi alzai. Mi guardai intorno e individuai il suo Patronus. Stava per svanire e molti Dissennatori avevano abbattuto le sue ultime difese. Ormai un'orda di Dissennatori ci circondava bramosa. Avevo paura, ma non era il momento di soccombere.

Cercai di rilassarmi, per quanto fosse possibile in quella situazione critica. 

Scavai il più a fondo possibile nel mio subconscio, ma niente era abbastanza per poterci salvare. 

Poi un'immagine ancora indefinita si fece strada nei miei pensieri, ma non era esattamente un ricordo.

Mi cullai al quel pensiero felice: immaginai la vita dopo la guerra, un mondo dove non esisteva Voldemort, un mondo dove i miei figli non conoscessero l'odore della paura che li soccombe ogni singolo giorno della loro vita. 

Pensai a un futuro meraviglioso, irrealizzabile: una casa circondata dalla brughiera inglese, una famiglia con Draco Malfoy con due adorabili bambini che cavalcavano una scopa nei cieli azzurri, spensierati e felici. 

Le nostre famiglie riunite. Avevo ritrovato i miei genitori, li avevo riportati in Inghilterra e gli avevo riconsegnato i propri ricordi.

Tutte le nostre famiglie, quella Weasley, Malfoy e Potter che convivevano insieme con serenità, senza litigi e faide. Un mondo che non avesse pregiudizi nei nostri confronti.

Un Patronus si fece strada dalla punta della mia bacchetta e un sorriso sollevato nacque spontaneo sulle mie labbra.

Una dolce lontra si lanciò coraggiosamente sul Dissennatore che stava attaccando Draco scaraventandolo lontano, poi andò in soccorso del ghepardo ormai ridotto a una nube incorporea. 

Ma non era abbastanza forte per contrastarli da sola.

Così, due Dissennatori che erano riusciti a eludere le difese dei nostri  due Patronus si tuffarono su di me e un grido sgorgò spontaneo dalla mia gola. 

- DRACO! SVEGLIATI! TI PREGO! Draco... - 

***

Sentii nuovamente quella voce. La riconobbi: era quella di Hermione, stava supplicando il mio aiuto, non potevo abbandonarla. Mi feci forza e mi affrettai ad uscire da quel limbo. Continuai a seguire quel fascio di luce che mi condusse nuovamente alla realtà.

   
 
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