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Autore: _Rainy_    15/03/2015    8 recensioni
Vi è mai capitato di pensare, leggendo una storia su EFP: "Ehi, ma questa l'ho già sentita..."?
Già, perchè molte fanfiction romantiche si somigliano o contengono comunque dei cliché.
Cliché che mi sono presa la briga di analizzare qui sotto forma di una fanfiction (amo le cose complicate, si!) che spero vi possa almeno strappare un sorriso.
*DAL PRIMO CAPITOLO*
"Mi giro di scatto, trovandomelo a pochi centimetri dal viso (tipico comportamento da stupratore seriale, ma ehi: we dont’ care).
- Ehm… Si. – Rispondo, sicuramente rossa in faccia. – Tu sei Noah, giusto?
- Si, tesoro. – Dice lui, avvicinandosi ancora.
[...]
- Quindi questa è la parte della storia dove tu ti comporti da maniaco e poi io mi innamoro di te in perfetta coerenza con la Sindrome di Stoccolma?
- Direi di si. – Lui scrolla le spalle, probabilmente chiedendosi quanto sia pazza da 1 a 10."
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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02. Dove si entra nel vivo della storia (o quasi)


Suona la sveglia. Again. Già.

No, sul serio?!

Dovrebbero fare una raccolta fondi, tipo “Donate €2 per le povere sveglie sfruttate agli inizi di metà delle storie romantiche sul celeberrimo sito di fanfiction EFP. Salvaguardia le sveglie anche tu.”

In ogni caso è comprensibile, dato che sono una studentessa normale (bah.), vado a scuola e la sveglia è l’unico modo per destarmi.

Quello che è successo ieri ancora mi lascia perplessa: Noah conosce davvero mio padre o sa semplicemente qualcosa del mio passato? Magari bluffava, ma sembrava molto sicuro di quello che diceva…

Sono già in ritardo, comunque, quindi mi lavo velocemente (in fondo hai già imparato come ci si lava al mattino nel capitolo uno) e mi infilo dei jeans attillati e un corto top rosso alla velocità della luce (vestiti normali ieri, vestiti da “poco di buono” – per non dire di peggio – oggi: sono di tipo A/B, no?) con abbinate scarpine aperte, d’altronde fa ancora caldo…

Scendo le scale quasi correndo e quasi inciampando nelle mie dolci scarpine: ma perché caspita le autrici devono vestire le loro protagoniste da battone già nel secondo capitolo?! Vogliono proprio farci inciampare nei nostri passi e darci un’aria ridicola, eh!

- Buongiorno tesoro e… Ma come accidenti ti sei vestita?! – Mi guarda allibita mia madre.

Ah già: lei non sa che siamo in una storiucola da quattro soldi e la mia divisa da “lavoro” è questa.

- Non ti preoccupare, mamma… - Rispondo, evasiva. – E’ per un’occasione particolare!
- Non mi interessa. – (Sento le campane suonare, sta a vedere che questa madre si comporta come una vera madre dovrebbe?) – Tu a scuola così non ci vai. Sembri una meretrice in salamoia!
- Ma…
- Niente “ma”, signorina Fuffy O’Fuffer! Che nome del cavolo tra l’altro: tuo padre doveva essere impazzito quanto l’ha scelto e io altrettanto quando pensavo fosse tenero… - Odio. Questo. Nome.
-
A proposito di papà… - Colgo la palla al balzo e anche il mio fratellino drizza le orecchie, curioso. - … Sai mica se conosceva un tale Noah?
- Uhm… - La mamma è pensierosa… - Noah come?
- Noah… Johnson?
- Oh no. – La mamma ha posato improvvisamente coltello e forchetta e mi guarda, stralunata. – Descrivimelo.

Annuisco, felice di poter descrivere a mia madre il ragazzo che in una decina di frasi mi ha già rubato il cuore e con il quale sicuramente farò tutte le cose che mia madre disapproverebbe nel corso dei prossimi cinque capitoli. Ovviamente la mia descrizione è dettagliata quanto quella che farebbe sua madre: d’altronde io sto per entrare nella fase di pazza-innamorata-stalker e ho sfruttato il database federale della CIA per ottenere tutte queste nozioni. Come abbia fatto, dite? Non è importante, d’altronde siamo in una storiucola di quarta categoria:
- Allora… Un metro e 83,7 , non particolarmente muscolo, agile e veloce, capelli marroni perennemente spettinati, 17 anni compiuti da 325 giorni, occhi blu, compleanno il 3 maggio, nato alle ore 11,34 tramite parto cesario, codice fiscale: NHOJHN0305LS45X2, carta di credito intestata al padre Cris Johnson, conto in banca nr. 5792 con sopra…
- Dio, Fuffy! Ma che è, siamo in una storia d’amore di quelle ridicole che si leggono su Internet dove la protagonista riesce a scoprire tutto rivelando il suo lato da hacker?! Non dirmi che ti sei informata su di lui!
- Ehm…
- Non posso credere di avere una figlia così… Comunque stai lontana da lui, okay? Lontana. Lon-ta-na. Mi hai capito? – Mi scuote per le spalle, serissima.

Annuisco e sento mio fratello prendermi in giro sussurrando frasi serie e mature tipo “Fuffy ha un fidanzaaato, Fuffy ha un fidanzaaaato, gnè gnè gnè!”

Le raccomandazioni di mia madre, comunque serviranno a ben poco, perché tutti sappiamo come finirà.

Esco di casa turbata da ciò che mi ha detto mia madre (ecco uno stato d’animo che vediamo spesso: turbata. Chissà cosa si intende davvero…) e quello che vedo mi lascia ancora più perplessa…

Vicino a casa mia, parcheggiata nel viale di una villetta che fino a ieri pensavo fosse disabitata, c’è una lucida macchina nera non troppo costosa e appoggiato mollemente sul cofano c’è Noah Johnson in persona. Cliché.

- Ciao. – Mi sorride.

Oh no.

- Siamo approdati direttamente alla fase stalkeraggio senza passare dal via? – Chiedo, scettica, nonostante abbia tutti gli ormoni in subbuglio al vedere anche solo l’ombra della sua unghia del piede.
- Non so di cosa tu stia parlando. – Ride e il mio cuore sale sulle montagne russe. – Hai bisogno di un passaggio a scuola?

Cliché. Okay, questi sono abusi di cliché perseguibili per legge, su!

Ci manca solo che si offra di accompagnarmi con una macchina lussuosa che in questo momento non vedo…

- Potremmo andare in bicicletta! – Sorride.

E appunto, come av… Aspetta, cosa?

Lo guardo, incredula: in bicicletta?! Ma dove l’ha pescata una cosa del genere?! Eppure sembra convinto…

- Ma si, scherzavo: ti accompagno in moto, forza. – Ah okay. Non posso innamorarmi di uno squattrinato: nossignore!

Mi siedo titubante dietro di lui, sussurrando che per quanto ne so potrebbe essere un killer seriale (tralasciamo il fatto che sappia anche quante volte va in bagno al mattino, magari…).
- Puoi scendere quando vuoi e fartela tutta a piedi. – Ghigna lui.

Ecco, soffermiamoci un secondo su questo: perché il ghigno deve sempre, e dico sempre, caratterizzare i protagonisti maschili? Per dare un’aria da bad boy strafottente più di quanto già non si capisca dall’intera storia?

- Non mi abbandoneresti mai, dico bene? – Sorrido civettuola. Già, ho dimenticato di dirvi che ormai mi sono trasformata nella maestra del flirt Fuffy.

Purtroppo questo mio improvviso cambiamento mi lascia spiazzata quanto lascia spiazzate le lettrici un minimo desiderose di coerenza, quindi…

<< Oddio, ma cosa sto facendo?! Seriamente… Sto addirittura flirtando con qualcuno che non conosco?! Ma cosa mi prende?! >>. Paranoie mentali 3…2…1… VIA! Ye.

Lui, però, sembra immune da questa minuscola provocazione (che comunque fa scattare tante di quelle pippe mentali che ci si potrebbero riempire dei capitoli… No, aspetta… E’ proprio quello che succede: capitoli e capitoli di aria fritta al sapore di “Oddio” e “Cosa sto facendo?!” e “Perché lui fa così?!”) e si limita a sorridere, facendomi intuire che il nostro caro ragazzo abbia una gamma limitata di espressioni facciali: ghigno, sorriso e altre che verranno svelate più avanti.

Arrivata a scuola scendo dalla moto di Noah, leggiadra e lo saluto distrattamente scostandomi i capelli dietro la testa con fare sprezzate da bitches, sono la queen.
Lui mi osserva, perplesso.

Julie mi assale immediatamente:
- Come caspita è possibile che tu, d’improvviso, venga a scuola con un tipo che non ti ha mai filata nella tua vita?! – Ah, saggia Julie.
- Si è trasferito vicino a me. Mi ha solo dato un passaggio. – Rispondo, perplessa.
- Ah-ha… - Lei ammicca, insinuando qualcosa che non comprendo (si, perché devo dare l’idea di ragazza timida e ingenua).

Andiamo in classe (rapporto con la mia migliore amica inesistente, per ora, ma in effetti lei avrà importanza solo dopo, nel più ovvio dei clichè) e dopo essermi accomodata e aver sorriso raggiante a Noah (insomma, perché non devo essere gentile con lui?), la preside entra seguita dal biondo modello di Abercrombie di ieri, sorridente.

Persino quella vecchia signora sembra sensibile al suo fascino.

- Ragazzi e ragazze, vi presento Simon Counter. Signorino… - E si rivolge a lui, incitandolo a dire qualcosa.

Oggi è venuto con una maglietta bianca attillata (che delinea degli addominali mica da poco e che sia io sia Julie abbiamo subito notato) e una felpa rossa firmata aperta, sopra dei jeans neri (e qui io mi chiedo sempre perché le autrici si soffermino con tale precisione sull’abbigliamento dei nostri boys, ma posso capirlo, dai…). Sorride a tutti, gentile:
- Ciao ragazzi. – Gli spuntano due meravigliose fossette sulle guance. – Sono… Ehm… Simon e farò lezione con voi da domani mattina. Sono molto felice di essere in questa classe. – E sorride ancora stile Mastro Lindo (in effetti ci somiglia se si esclude la pelata…).

La preside sorride ancora più raggiante e gli mette una mano su una spalla, invitandolo a sedersi.

Lui prende posto nel banco libero vicino a Julie, che mi strizza l’occhio.

Dopo le lezioni, durante le quali quei due hanno riso e scherzato come pochi mi vengono incontro, radiosi:
- Simon, questa è la mia migliore amica Fuffy. Fuffy, lui è Simon, ma già lo sai. – E scoppia a ridere con lui.
- Ehm… Ciao. – Gli sorrido timidamente.
- Fuffy? Che nome strano… Però carino, dai! Piacere! – E sorride a sua volta. – Se sei anche solo simpatica la metà di Julie ti adorerò!

Ditemi che quella che ho visto non era una strizzatina d’occhio flirtosa… In che direzione sta andando questa fanfiction?!

- Non ti preoccupare: è molto simpatica anche lei. – Penso che ormai Julie abbia i crampi alla mandibola a furia di sorridere.

Senza neanche accorgersene siamo entrati nella fase “Dialoghi scemi” presente in ogni fanfiction indegna di tale nome.

- Ah si? Bene, sono contento. – Risponde lui. Di male in peggio…
- Anche se io sono più simpatica! – Ride lei.
- Povera, dai!

Cerco di allontanarmi lentamente per non guastare l’evidente atmosfera da “sono-l’amica-insignificante-che-prova-a-conquistare-lo-strafigo-che-tanto-finirà-a-letto-con-la-mia-migliore-amica-e-tutti-lo-sappiamo” e anche per salvare le mie orecchie da questi dialoghi che più idioti non possono essere.

- Hai cercato di salvarti da quei due? – Mi sussurra la dolc… No! Volevo dire l’irritante voce di Noah all’orecchio.

Faccio un salto alto due metri (anche questa frase è ricorrente: ho capito che si vuole enfatizzare lo spavento, ma “faccio un salto alto due metri” sembra tanto una frasetta da storiella delle elementari…) e mi volto di scatto, trovandomelo – di nuovo – a pochi centimetri di distanza dal viso.

- Accidenti, Noah! Smettila di farmi prendere questi spaventi! – Sussurro, portandomi una mano al petto con fare teatrale: sono esibizionista, non ve l’ho mai detto?
- E’ divertente. – Ridacchia lui. (Eccoci: primo momento in cui lui si comporta come se mi conoscesse dall’alba dei tempi e io sono a metà tra il “ma chi ti conosce?!” e il “Aiuto, salvatemi!”)
- Non lo è per niente. – Infantilità al massimo.
- Dai, ti accompagno a casa… - Cambia discorso lui.
- Non è necessario, davvero.
- Avanti, Fuffy. Non voglio stuprarti al contrario di quanto tu e le lettrici di questa storia possiate sperare.

“Sperare”?! Ha detto “sperare”? Sa il fatto suo, quindi… E ha anche finto di non sapere che siamo in una storia romantica di infimo livello… Sono colpita.

- Oh… - Il mio orgoglio è ferito (causa del 99% delle cavolate che farò in questa storia: l’orgoglio ferito o una provocazione) dalle sue insinuazioni e lo guardo con aria sprezzante. – Va bene, ti concedo di darmi un passaggio.
- Sei ridicola quando fai la finta sofisticata… - Ride di nuovo.

Metto un finto broncio per dimostrare quanto sono matura e urlando un veloce saluto a Julie le dico che sto per andare a casa con Noah, ricevendo solo un’occhiata ammiccante di risposta.

Non posso però sentire cosa Simon e la mia migliore amica si dicono subito dopo…


- (stacco, ye!)
JULIE POV (solo io odio queste scritte? Dai! E’ ovvio che si cambia punto di vista, non c’è bisogno che me lo scrivi…)


- Allora… Lei era la tua migliore amica Fuffy?

Annuisco.

Mamma mia quanto sei bello, Simon (rendiamo la superficialità delle amiche delle protagonisti; nda)! Vorrei sposarti e fare tanti bambini con te!

- E’ carina, no? – Sorride lui.

Prego?

Devo avere una faccia stralunata, perché lui subito aggiunge:
- Stai bene?

Oh, che dolce.
- Come hai detto, scusa? – Chiedo, sorridendo.
- Ho detto che la tua amica Fuffy è carina, non trovi?
- Ah… Si. Già. – Sono una stronza se invidio Fuffy per queste attenzioni? Forse…
- In ogni caso devo andare a casa, ciao, Julie! – Si china a darmi due bacetti sulle guance e mi sento trasportare in paradiso, in un mare di zucchero filato e unicorni rosa.
- Ciao… - Ma è già lontano, tallonato da diverse ragazze che mi scrutano, rabbiose.

Ah, quanto amo essere invidiata. Però Simon mi ha messo in agitazione: perché tutti questi apprezzamenti verso Fuffy? Le voglio un mondo di bene, ovvio, però…

(Dite che sto esagerando con la figura dalla migliore amica che improvvisamente diventa sciocca, stronza e leggermente falsa?; nda)


-
FUFFY POV (grazie, davvero…)


La moto corre a folle velocità.

Circondo la vita di Noah con le braccia e attraverso la maglietta leggera sento i muscoli scolpiti.

Perché questo ragazzo ha così la capacità di mettermi in imbarazzo senza fare nulla? Al solo toccarlo qualcosa dentro di me si mette in moto… (Il fatto che tu lo conosca da un giorno non è importante, ma vah! Viva la coerenza.)

Arriviamo davanti a casa mia in un batter d’occhio e scendo agilmente dalla moto.

Sento lo sguardo di Noah addosso.

Anche lui scende. (E qui ci sono gli episodi su cui si reggono interi capitoli…)

- Fuffy… - Sussurra.

Mi giro lentamente, percependo la sua presenza subito dietro di me.

E’ a un braccio di distanza e non fa che avvicinarsi.

Sento le sue braccia che mi circondano la vita (ma vi conoscete da un sol… TACI! – by Lettrice-che-si-accontenta-di-poco) e scruto all’interno dei suoi occhi blu (ecco, mi spiegate cosa cazzo – ops – *cavolo vuol dire?!) leggendovi desiderio (anche nelle fanfiction non rosse/arancioni).

Cosa vuole da me?

- Noah…
- Shh… - Mi zittisce posandomi un dito sulle labbra.

Profuma di menta e dopobarba (anche la storia del profumo c’è sempre…).

- Ci conosciamo da un giorno… - Oh! Sana obiezione!
- Io so chi sei da molto più tempo, anche se non ti conoscevo di persona. E’ stato il destino a mettermi vicino a te.

Ah. Cazzo.
Mi allontano.

- Noah, perché conoscevi mio padre? Perché tu sai chi sono?

Non faccio in tempo a finire la frase che è vicinissimo al mio volto e mi fissa, desideroso di qualcosa di oscuro. Poi si allontana improvvisamente e se ne va misteriosamente com’è entrato nella mia vita.

 

E qui finirebbe il capitolo. Prima di lasciarvi vorrei solo porre una questione… Lui ha parlato per la prima volta con lei ieri, no? Lui sa qualcosa su suo padre, ma non su di lei, no? E ora ha quasi cercato di fare chissà cosa con lei. La mia domanda è: perché? La risposta è che queste ficcy sono sempre inevitabilmente e in modo assolutamente evidente permeate di… COERENZA!

 


- CIAMBELLANGOLO -
Eccoci qui con un nuovo, stupidissimo, capitolo.
Ringrazio le cinque personcine molto tenere che hanno recensito il primo capitolo e che mi hanno dato la determinazione di andare avanti con questo ridicolo progetto c:
Grazie davvero :3
Per tutti i gentilissimi lettori che sono arrivati fin qui dico che… Questa ficcy verrà aggiornata nei weekend (si spera). Non durante la settimana e non so se uscirà un capitolo a settimana, ma vi posso anticipare che non durerà tantissimo e sarà, appunto, una storia finesettimanale (?).
Vi ringrazio per aver letto il capitolo e rinnovo tutti i disclaimer fatti nel capitolo 1.
Baci,
_Rainy_
PS: vi lascio il link al mio blog, nel caso vogliate dargli uno sguardo > http://raggywords.blogspot.it

   
 
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