Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: se solose    15/03/2015    7 recensioni
Piccola mia parentesi nata subito dopo la 3x05 SPOILER PER CHI SEGUE LA PROGRAMMAZIONE ITALIANA.
Spero che vi piaccia, soprattutto se siete degli Olicity come me!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La guardo inerme su questo letto d'ospedale, attaccata ad una flebo che quasi mi causa mal di cuore.
Anche se i medici hanno detto che è fuori pericolo a me sembra cosi fragile, qui stesa, come se un respiro troppo profondo potesse divorarle il petto.
La sua mano ferma è così morbida ma mi rendo conto che non è come prima, che nulla è  come prima e non lo sarà mai più. È successo. È successo tutto quello che mi ero ripromesso che non avrei mai permesso che accadesse e sono stato un vero idiota. Non sono invincibile come credevo e questa ne è la prova schiacciante; non ho potuto evitare che le venisse fatto del male. Ho fatto a modo suo, ho fatto a modo di tutti, ho fatto come diceva quella parte egoista di me; ho voluto amarla, darle tutto quello che potevo perché se lo merita per la donna stupenda che è.
Stringo la sua mano tra le mie, la bacio dolcemente, poggiando appena le labbra screpolate sulle sue nocche.
Riposando lo sguardo su di lei la trovo con gli occhi aperti, confusa mugugna qualcosa ed io le accarezzo la fonte. La stringo sotto il mio palmo a testare se sia vera, reale, viva. Gli occhi pungicano per le lacrime che si stanno formando e senza interessarmene lascio che mi cadano giù senza impedimenti tanto da finire sulla sua pelle pallida.
"Oliver " sussurra a fatica ed io le bacio di nuovo la mano, in risposta.
"Sono qui, amore". Quella parola con cui non ho mai avuto il coraggio di chiamarla, darle un nome avrebbe reso tutto così reale e avrebbe potuto portare alla distruzione di quella che, senza rendermene conto, era la felicità. Ma si è frantumata ugualmente, nonostante quel muro invisibile che mi ero ostinato a mantenere, ne sto raccogliendo ora i pezzi. A che è servito?
Muove le dita sulla mia gota bagnata ed è la sensazione più piacevole che abbia provato nelle ultime 12 ore. Migliore di qualsiasi orgasmo mai avuto.
"Vado a chiamare un medico" le sussurro rimanendo incatenato ai suoi occhi di nuovo vivi.

"Quale tra questi due?" Le chiedo sventolando davanti il petto due Dvd diversi.
"Oliver...ti prego, non ne posso più di vedere film!" Mi supplica lasciando ricadere le braccia tra le lenzuola ben ripiegate.
"Il medico é stato chiaro, riposo e niente sforzi per una settimana"
"...e sono due giorni che non mi fai praticamente alzare dal letto, non ce la faccio più a rimanere qua a guardare film"
"Questa è la mia versione di 'niente sforzi'" la rimbecco. È così testarda che devo controllarla praticamente tutto il giorno.
"Andiamo a fare una passeggiata!" Dice provando a strisciarsi  fuori dal nido che le ho creato ma fortunatamente il dolore dei punti è intervenuto prima di me lasciandole una smorfia di dissenso sul volto.
"Dunque?" Chiedo divertito.
"Forse non è la giornata ideale - dice fingendo di guardare fuori dalla finestra - forse pioverà. Vediamo Kill Bill?" Sorrido. 
Preso il telecomando mi posiziono accanto a lei, in silenzio. La sua testa si accascia sul mio petto e una fitta mi attraversa il corpo. Un senso di colpa incontenibile mi spinge a spostarmi fuori dalla sua traiettoria ma lei sembra non accorgersene e ne sono grato perché non saprei come spiegarlo.

*** POV FELICITY ***

Mi accorgo del tempo passato solo dai titoli di coda sullo schermo della TV. Ho passato le ultime due ore a torturarmi su quanto Oliver sia strano da quando sono uscita dall'ospedale. Non si avvicina a me se non quando ogni distanza è accuratamente calcolata ed io non possa in alcun modo superare questo Heverest invisibile che ci separa; è straziante.
"Vuoi qualcosa? Una tisana, magari?" Mi chiede e scuoto la testa.
"Oliver - mi fermo per intrecciare le mie dita alle sue, ma in risposta sento solo i suoi muscoli irrigidirsi - è tutto okey?".
Mi guarda come se non sapesse cosa volessi dire.
"Si"
"Intendo, tra noi due", butto fuori l'aria pesantemente, come se stessi togliendo dei mattoni che mi premevano contro i polmoni.
"...certo, perché non dovrebbe?" Mi chiede ma i non detti sono così tanti da aver preso consistenza intorno a noi nella stanza. Mi sposto piano per cercare i suoi occhi blu.
"Sei così distante, sempre attento a...toccarmi"
"Felicity - mette una mano sulla mia guancia con fare affettuoso - ti hanno sparato".
"Per questo Oliver te lo sto chiedendo. Non può non aver avuto conseguenze questo...questo!" Indico la mia ferita da sopra la maglietta.
"Non capisco a cosa ti riferisci" mente, lo capisco.
"Oliver, mi hanno sparato. Poteva andare davvero peggio di così e lo so che non va bene, so che non può essere indifferente per te perciò, parlamene per favore", mi aggrappo alla sua mano ancora sul mio viso ma, al mio tocco, la rifila via allontanandosi da me.
"Non posso".
"Che vuoi dire?"
"Che non posso parlarne con te", si alza nervoso.
"Cosa? Perché?"
"Perché altrimenti non posso rimandare quel momento per cui non sono ancora pronto".
Sconvolta dalle sue parole cerco di scendere dal letto, ricacciando il dolore dei punti, per stare alla sua altezza.
"Che stai cercando di dirmi?" La mia calma sta svanendo per lasciare posto alla paura. 
"Non è il momento giusto per parlarne, devi startene tranquilla adesso", mi prende una mano cercando di farmi tornare a letto ma io mi rifiuto.
"Fermo! Fermo! Mi avresti lasciata prima o dopo che il medico mi avesse tolto definitivamente i punti?" Gli urlo nervosa.
"Felicity per favore..."
"Quando,Oliver?"
"Dopo. Volevo solo accertarmi che stessi bene - confessa, messo alle strette - Credevi davvero che non sarebbe cambiato nulla dopo tutto questo?"
"Io...credevo che queste paranoie non sarebbero più state un impedimento per noi - ingoio saliva mista di lacrime - non più, almeno".
"Sbagliavi", distoglie lo sguardo coprendosi gli occhi con le mani.
"A quanto pare".
"Sai - torna a guardarmi con occhi rossi, carichi di dispiacere - cosa ho provato fino a che non hai aperto gli occhi? Fino a quando non mi hai chiamato dopo l'intervento? Hai, hai la minima idea di cosa abbia provato mentre respiravi appena tra le mie braccia? Quando ero coperto del tuo sangue? Lo sai?" Mi butta addosso tutta la rabbia che aveva represso cercando di nasconderla dietro quel suo fare così attento e non posso davvero prendermela con lui perché non ho la minima idea di come sia stato e questo, fa ancora più male.
"Lasciarmi non è la soluzione, Oliver".
"No, non lo è ma questo è l'unico modo che ho per tenerti al sicuro. Sono stati i miei errori passati a portarci a questo punto, non posso rischiare di perderti ancora".
"Mi perderderesti comunque".
"Ma saresti viva. Mi importa solo questo al momento".
Mi avvicino a lui allungando le braccia verso il suo viso ma la faccia mi tradisce. I punti tirano. Mi siedo al bordo del letto portando lui a fare lo stesso.
"Non farlo. Non rinunciare a noi per questo", gli sussurro sulle labbra prima di baciarlo. Le nostre labbra, bagnate di sale, si toccano con un muto desiderio.
"Non conosco altri modi", sussurra ancora quelle due parole magiche per l'ultima volta, accompagnate da un leggero bacio sulla fronte, prima di andare verso la porta.
"Felicity, non voglio che tu ti avvicini più al covo. Spero di essere stato chiaro". 
Persa nelle mie lacrime sento solo la porta che si chiude, poi il silenzio si fa nero.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: se solose