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Autore: Zebraviola    16/03/2015    5 recensioni
Da revisionare
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 22

Capitolo 22


Dove siamo rimasti:
Dopo la decisione di ritirarsi da parte della McGranitt il preside, Severus Piton, si trova ad assumere una ormai trentenne Hermione Granger al suo posto.
L'intesa tra di loro si mostra da subito e dopo qualche tempo (poco) e qualche para mentale (tante) di Severus i due decidono di darsi una possibilità.
Nel frattempo Neville, insegnante di Erbologia si innamora, ricambiato, di Sarah, la bibliotecaria, che tuttavia ha iniziato a frequentare Oliver Baston, docente di Volo.
Ron si sta per sposare con Leslie, una babbana che si è scoperta essere una Lector Aurae, ovvero una persona capace di vedere l'aura delle persone.
Hermione, insieme a Sarah e al diario di una sua antenata, cercano di aiutare la ragazza a capire cosa rappresenti il mutamento avvenuto all'aura di Ginny, divenuta di un preoccupante color porpora.
Dopo una domenica trascorsa al mare nella casa Piton a Brighton la coppia torna ad Hogwarts con il cuore pesante: dal diario di Althea, l'antenata di Sarah, è emerso che l'aura sospetta parrebbe essere un'aura di morte.
Ma proprio mentre lo sconforto pareva aver preso possesso di Hermione ecco sbucare da una poltrona una persona inattesa.
-Forse io posso esservi d'aiuto.-



Quando a Jane e Herbert Lacey nacque una figlia più di settant'anni fa, nessuno della comunità magica poteva sapere che la piccola sarebbe stata unica nel suo genere.
Fu una gravidanza inaspettata, giunta quando Jane era ormai prossima alla fine dell'età fertile; per la coppia di maghi irlandesi Rachel fu sole dopo una settimana grigia. Jane capì fin dai primi anni che nella figlia ci fosse qualcosa di particolare; i primi scoppi di magia involontaria fecero la loro comparsa quando la piccola aveva appena sei mesi, non era quasi nemmeno venuta la mondo che già una moltitudine di bolle di sapone apparse dal nulla abbelliva la sua cameretta.
Ma fu quando iniziò a parlare che fu evidente la presenza di qualcosa di più di una precoce manifestazione dell'energia magica.
La prima volta accadde mentre la madre stava cercando di insegnarle i colori usando i pastelli.
-Avanti tesoro, dov'è la matita verde?-
La bimba non esitò nemmeno un secondo a prendere il mano il colore poggiato sulla coperta a scacchi rossi su cui stava giocando con la madre.
-Bravissima tesoro! E adesso mi trovi qualcos'altro di verde?-
A questo punto però la bambina prese ad indicare il padre che stava leggendo lì vicino.
-Ma no, non papà. Qualcosa di verde...-
-Velde!- si ostinò lei con il ditino puntato -Papà è velde!-
Suo padre era verde. Come faceva sua madre a dire che non fosse vero? Ma la povera Jane non poteva vederlo, lei non era una Lector.
Hogwarts segnò per la confusa bambina il punto di svolta. I primi mesi di ambientamento furono difficili per lei di natura timida e introversa. Durante una lezione di Storia della Magia però un nome le saltò agli occhi mentre leggeva una pagina: Lectoris Aurarum. Purtroppo nel libro non diceva nulla di preciso, solo un nome buttato lì così, ma sufficiente a istigare la sua curiosità. Cominciò a frequentare assiduamente la biblioteca, spulciando decine e decine di libri, bramosa di apprendere qualche notizia e cercando di scoprire di più su sé stessa. Presa com’era dalle sue ricerche non si rese subito conto che due occhi avevano iniziato a seguirla.
Fu verso aprile che il professore di Trasfigurazione la convocò nel suo studio.
Il professor Silente era un ottimo insegnante, sapeva come trattare gli studenti e aveva una bellissima e lucente aura basale dorata che irradiava tutta la Sala Grande durante i pasti.
Oltre a un’aura incredibile, di cui comunque non era a conoscenza, aveva un grande acume e aveva intuito che ci fosse qualcosa di più che semplice curiosità in quella piccola Corvonero dai capelli rossi.
-Benvenuta Rachel, entra e accomodati. Vuoi un Cioccocalderone? Sono squisiti.-
La timida e intimorita ragazza accettò accennando un sorriso.
-Come mai mi ha convocato professore? Ho sbagliato qualcosa durante l’ultima lezione? So che il mio incantesimo Vèrto non era perfetto ma…-
-Stia tranquilla signorina Lacey, non l’ho chiamata qui per questo. Mi è stato detto da Madama Bones che sono giorni che sta cercando informazioni su un argomento insolito.-
-Sì signore…- sussurrò la ragazza.
-Posso chiederle il motivo di questa ricerca?-
Rachel parve tentennare, insicura se parlare o meno. Si fidava del professor Silente, ma da quel poco che aveva letto dai libri i Lectoris non erano per niente visti bene dalla società e non voleva correre rischi.
-Signorina Lacey, Rachel, puoi fidarti di me. Non dirò a nessuno quello che mi dirai ne tanto meno ti farò del male, hai la mia parola.-
Rassicurata, la ragazza iniziò a raccontare della sua vita e del suo dono ad un curioso e sorpreso Albus Silente, che nella sua vita ne aveva viste tante ma non abbastanza a quanto pare.
Rachel Lacey, la prima Lector Aurae della storia ad essere anche una strega.
Nel corso degli anni l’uomo le era stato vicino, aiutandola a rinvenire scritti privati di persone con il suo stesso dono che riuscirono a farle capire l’enorme importanza e varietà delle differenti auree. E adesso era lei ad aiutare gli altri.
-Io posso aiutarti Hermione, so che ti servono risposte e io le ho.-
Hermione e Severus si sedettero sul divanetto di fronte alla donna con trepida attesa.
-Lei... com'è possibile?-
-Vedi Hermione, tu e Sarah non siete state così silenziose l'altro giorno in biblioteca e ho capito che state cercando notizie sui Lectoris Aurarum... bene, io le ho.-
-E come fa ad esserne in possesso, se mi è lecito chiedere?- si intromise Severus sospettoso.
-Bè preside, diciamo che sul curriculum che le ho presentato anni fa temo di aver omesso di essere io stessa una Lector.-
-Com'è possibile? Non esistono maghi con questo dono.- rispose pronto lui vagamente scioccato.
- Il professor Silente stesso si stupì di questo ma non venne meno alla possibilità di aiutarmi. Ai suoi sforzi di reperire informazioni per me devo oggi la mia conoscenza.- Hermione sentiva il cuore battere in gola; cercò la mano del suo compagno e la strinse con decisione, racimolando il coraggio per porre la domanda cruciale.
-E così... Ginny sta morendo? L'aura porpora rappresenta morte imminente?- domandò con un fil di voce.
Rachel Lacey sorrise saputamente.
-No signorina Granger. La signora Potter non sta morendo, è semplicemente incinta.- Shock. Incinta? Poteva essere tutto così semplice? Poteva essersi sbagliata così tanto Althea da associarlo alla morte?
Hermione ripensò a tutti gli episodi descritti nel diario. Iris, la donna processata per stregoneria.. potevano aspettare un bambino? Si era possibile. Ma c'era anche un piccolo appena nato, un maschio e sicuramente lui non era incinto. A meno che... -A meno che l'aura non sia della donna ma del bambino- concluse a mezza voce tra sé e sé.
-Esatto Hermione. L'aura porpora è l'aura del bimbo fin dallo stadio di feto e rimane porpora fino alle prime ore dopo il parto per poi assestarsi nel suo colore naturale. Sovrasta offuscandola quella della madre, si può perfino capire il sesso del nascituro dalla sfumatura. Nel caso della signora Potter penso proprio di poter affermare che si tratti di una bambina.-
Hermione non riusciva a smettere di sorridere. Percepiva la stretta ferrea del braccio con cui Severus l'aveva stretta ma le pareva tutto ovattato, continuava a pensare che la sua amica stava bene, non sarebbe morta, avrebbe avuto una bimba, una bellissima bambina.
Improvvisamente saltò in piedi abbracciando di slancio la donna.
-Grazie! Grazie! Non sa che peso mi ha tolto dal cuore! Domani al matrimonio sicuramente Leslie mi avrebbe chiesto novità e mi ero preparata a doverle comunicare il peggio. E invece... incinta! Oddio Harry diventerà papà!- rise tra le lacrime di gioia.
Leslie e Severus scoppiarono a ridere di fronte a quest'uscita piena di zelo della giovane.
-Hermione, Harry è già papà, ricordi? Di due discoli se non vado errando!-
-Sì ma... oh Sev! Questa sarà una bambina!-
-Non vedo differenza se per questo.- La giovane si ritrovò a sbuffare contrariata facendo nuovamente risuonare le risate dei due.
-Bene, Severus, Hermione, vi saluto. Se la ormai prossima novella signora Weasley avesse bisogno di aiuto la indirizzi pure da me; conosco bene il senso di smarrimento che deve star provando, ci sono passata anche io. Buon divertimento per domani e portate le mie congratulazioni agli sposi.- Leslie si alzò dal divano lisciandosi la vestaglia e si congedò.
Il preside, mentre prendeva nuovamente Hermione tra le braccia, ebbe quasi la certezza che la professoressa di babbanologia poco prima di entrare in camera gli avesse fatto l'occhiolino malizioso.
Severus, stai proprio invecchiando, si disse mentalmente mentre un'euforica Hermione lo trascinava in camera con una luce liberatoria negli occhi.
Leslie osservò i due baciarsi appassionatamente mentre chiudevano la porta della camera. Aveva osservato il loro rapporto passare dall'attrazione all'amore e adesso era felice di essere stata portatrice di quella gioiosa ultima notizia.
Ripensando a quanto appena accaduto non poté reprimere l'ennesimo sorriso.
Sarà una bambina splendida e molto fortunata, fu il suo pensiero prima di coricarsi.

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Non appena la porta si chiuse dietro di loro Severus spinse Hermione contro di essa, senza smettere per un secondo di baciarla.
Hermione era al settimo cielo; l'orribile tarlo che negli ultimi giorni aveva minato alla sua felicità finalmente era scomparso, soppiantato da una fame di appagamento ed euforia mai sentita fino a quel momento. Allacciò le braccia al torace di Severus aderendo al corpo dell'uomo quanto più possibile.
Non era mai stato così vorace e smanioso il sesso tra di loro, c'era sempre stato tempo per sorrisi complici e baci dolci nei loro rapporti.
Non questa volta. Non c'era spazio per sorrisi sulle loro labbra, troppo fuse tra di loro anche solo per respirare. Non c'erano carezze lievi date dalle loro mani bramose, impegnate a slacciare bottoni, graffiare e intrufolarsi sotto tessuti. Non ci fu nemmeno spazio per le amorevoli e complici prese in giro sul peso piuma della donna mentre Severus entrava ferocemente in lei, prendendola in braccio proprio contro quella porta.
Il desiderio era troppo bruciante per resistere a lungo, lo percepivano in ogni fibra dei loro corpi ma ad entrambi andava più che bene. In quello scoppio di passione riversarono tutti i baci trattenuti e le emozioni di quei giorni di preoccupazione.
Hermione fu la prima a cedere, gemendo rocamente nella bocca del compagno che non si era allontanata dalla sua nemmeno per un secondo.
Sentendo la donna ansimare e contrarsi attorno a lui Severus desistette e si liberò in lei con un verso gutturale.
Per qualche secondo i due rimasero in quella posizione, cercando di recuperare un po' di fiato. Prima che le forze lo abbandonassero depose Hermione sul letto per poi sdraiarsi al suo fianco e cingerla con il braccio. Lei gli depose un bacio leggero come l'aria sulle labbra e gli si accoccolò al fianco.
-Grazie Sev...-
-Dovrei essere io a ringraziarti. Non avevo mai immaginato che potesse essere così tra di noi.-
Lei sorrise contro il suo petto lasciandogli un bacio nel primo posto che trovò.
-È stato travolgente, un po' brutale ma non cambierei una virgola.-
-Dillo alla mia schiena...-
-Scemo... ok la prossima volta vedremo di arrivare al letto.-
Severus sorrise e la cinse maggiormente.
-Sai, ieri stavo pensando che è già passato un mese da quando abbiamo iniziato questa storia, più precisamente dalla sera in cui mi hai spedito a letto come una bambina di dieci anni.- si trovò a ridacchiare.
-Ehi mi sembrava di aver già chiarito quel malinteso!- la rimbeccò lui altrettanto ilare.
Hermione si sollevò sul petto di lui per guardarlo in viso, rimanendo estasiata e incantata a vederlo così divertito, e gli sorrise di rimando.
-Un mese che però mi sembra un tempo lunghissimo in questo momento.- continuò lei -Solo un mese ma mi sembra di stare con te da sempre, è assurdo. A volte mi chiedo se non stiamo correndo un po’ troppo.-
Severus se la strinse al petto più forte, quasi avesse paura che si potesse alzare da un momento all'altro e andarsene.
-Hai qualche ripensamento Hermione? Pensi che sia troppo poco tempo per decidere di vivere insieme nelle mie stanze? Magari ti ho spaventato oggi con la casa di Brighton?-
-Assolutamente no Severus, io ti amo e sono felicissima di condividere le mie giornate con te. Quello che mi fa rimanere allibita è proprio la mancanza di ripensamenti. Insomma stiamo insieme da un mese e ci conosciamo davvero da poco più di due mesi. Eppure ho la sensazione che la nostra storia vada avanti da mesi, da anni, come se avessimo passato tutte le fasi iniziali per arrivare ad una solidità e profondità irraggiungibile in così poco tempo.- un sospiro mentre tornava a guardarlo negli occhi.
-La verità è che sono terrorizzata dall'ipotesi che tu possa ripensarci, che tu possa pensare che non abbiamo aspettato le giuste tempistiche e darmi il bel servito.- finì in un sussurro.
L'uomo non sapeva come rispondere. Pensava di aver chiarito ormai qualsiasi dubbio e fugato ogni sospetto ma a quanto pare il cervello della donna tra le sue braccia lavorava anche troppo.
-Ancora non hai capito quanto tu sia importante per me vero?- si decise finalmente a risponderle posandole una mano sulla guancia -Cosa importa se stiamo insieme da un mese, da un anno o da dieci anni? Pensa che Merlino e sua moglie si sono conosciuti durante un banchetto e nel giro di una settimana si sono sposati, colpo di fulmine!- ridacchiarono entrambi divertiti -Quindi vedi da te che un mese è un lasso di tempo lunghissimo a confronto.-
Hermione sorrise al compagno, allungando il collo per posargli un soffice bacio sulle labbra e poi si risistemò tra le sue braccia.
-Sarà meglio dormire Hermione, domani sarà una giornata lunga.-
La donna sbadigliò.
-Hai ragione. Buona notte Severus.-
-Buona notte a te.-

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Neville si trovava nella serra due chino su un vaso di Alioto; era talmente concentrato nel suo lavoro che non si accorse di Oliver che aveva appena chiuso la porta dietro di sé.
-Mi ha lasciato.-
La frase unita al tono funereo fecero saltare il giovane professore di Erbologia.
-Oliver! Non farlo mai più, mi hai fatto prendere un colpo!-
L'amico si sedette su uno sgabello accanto a lui e prese a guardare le sue scarpe insistentemente.
-Scusa Neville. Mi ha lasciato... non posso ancora crederci.- sussurrò con voce rotta.
-Non me ne capacito... sapevo che c'era qualcosa, ma non ero pronto a questo. Per me era la donna della mia vita. Tu sei anche amico suo, ti ha detto qualcosa?-
Neville non sapeva proprio cosa rispondergli. Si sentiva combattuto dalla felicità di non avere più ostacoli davanti alla sua storia d'amore e dai sensi di colpa per quello che avevano fatto alle spalle di uno di quelli che era diventato un suo buon amico.
Buon amico che sicuramente non avrebbe più voluto aver nulla a che fare con lui una volta scoperto l'accaduto.
Cercò di convincersi che non era colpa di nessuno se era finita male, Oliver si era trovato in mezzo ad una cosa che bolliva in pentola già da un po', da molto prima che lui avesse delle mire sulla sua Sarah.
Ma tutte le scuse e le attenuanti del caso non potevano fargli dimenticare che nella realizzazione del loro amore ci era andato di mezzo lui.
Prese un bel respiro per placare il battito forsennato del suo cuore e il suo respiro irregolare.
-Mi dispiace Oliver. Mi avevi già detto che ti eri accorto di qualcosa di anomalo tra di voi, no? Forse sei solo stato più cieco della realtà.- E non sai nemmeno quanto -Forse non eravate destinati a stare insieme...-.
Oliver sospirò.
-Tu parli di cecità, ma in realtà io ho voluto non vedere. In fondo sono abbastanza sveglio da capire quando c'è un altro uomo di mezzo, non pensi?- chiese alzando lo sguardo verso il suo amico che era rimasto con la paletta a mezz'aria.
Neville, che aveva smesso di respirare alle parole “altro uomo”, sbattè due volte le palpebre cercando una soluzione (e sì, anche una possibile via di fuga).
Lo sa. Adesso mi uccide.
-Sì insomma sapevo che Matt era stato un amore importante ma non pensavo che potesse portare ancora il lutto.- specificò l'ex portiere.
-Matt?- Neville permise al suo cuore di tornare a battere e all'aria bruciante di invadergli prepotentemente i polmoni.
-Sì non era questo il nome del fidanzato? Me ne ha parlato solo una volta riferendosi a lui con il suo nome proprio ma penso sia giusto.- rispose l'uomo grattandosi una guancia agitato.-Comunque non si può competere con un morto, un eroe di guerra martire per la salvezza del nostro mondo per giunta. Me ne dovrò fare una ragione immagino.-
-Forse è meglio sì. Ma la vita è lunga Oliver, lei non è l'unica donna esistente e vedrai che troverai qualcun altro. Un detto babbano dice “Il mondo è pieno di pesci”, quindi se una scappa prepara l'amo per un'altra.- cercò di convincerlo Neville, tirando impercettibilmente un sospiro di sollievo per l'errore di valutazione commesso dal suo amico.
-Quanto vorrei che fosse così facile Neville...- sospirò lui con voce rotta -ci saranno tante donne ma il mio cuore vuole solo lei al momento.-
Anche il mio purtroppo.
-Vado nelle mie stanze dai, non voglio angustiare anche te con i miei problemi di cuore infranto. Porta i miei saluti a Ron, non me la sento proprio di venire domani.-
-Va bene Oliver ci penso io. Vai a riposare, buonanotte.-
Il più grande stava per uscire, ma proprio sulla porta si fermò e si voltò verso Neville che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-Grazie Neville per esserci sempre e ascoltarmi. Non so che farei senza la tua amicizia.-
Il ragazzo rispose con un timido sorriso che gli strinse il cuore in una morsa dolorosa.
Mi dispiace molto Oliver, mi odierai quando scoprirai quanto poco amico sono stato.
Neville impiegò più di mezz'ora per riprendersi da quello straziante colloquio. Quando aveva iniziato quella storia con Sarah non aveva pensato appieno alle conseguenze; pensava che ad Oliver lei piacesse e basta, non che ne fosse davvero innamorato fino a questo punto.
Ci mise molto più tempo del solito a riporre tutti gli strumenti e quando finalmente arrivò nella sala comune era ormai l'una e mezza di notte.
Prendendo ogni briciola di coraggio Grifondoro tra le mani andò a bussare alla porta di Sarah; non avrebbe voluto svegliarla ma aveva assolutamente bisogno di sapere che fosse reale e che lui non era la persona meschina che si sentiva.
Nemmeno arrivò al secondo tocco alla porta che l'oggetto dei suoi desideri aprì la porta.
-Lo sapevo che saresti venuto! Entra.-
Neville non se lo fece ripetere due volte e mise piede nella stanza con il capo chino.
-Mi spiace, ti ho svegliata?-
-Non riesco a dormire Nev. Mi sento malissimo per quello che ho fatto a Oliver, dici che sono una persona crudele?- chiese lei a un fil di voce stringendosi da sola con le braccia.
Ecco perchè l'amava. Erano così simili loro due, anche nei sensi di colpa. L'abbracciò di slancio stringendola forte al suo petto.
-No amore mio, non lo sei per niente. Il destino è solo stato beffardo con noi facendoci percorrere la strada più lunga. Tutti i veri amori sono tortuosi, noi non potevamo fare eccezione, no?-
Lei sorrise flebilmente sul suo petto stringendolo a sua volta. Sembrava così piccola e fragile in quel momento che Neville non seppe far altro che prenderla in braccio per poi posarla sul letto e abbracciarla stretta.
-Dovevi vedere il suo sguardo… Ho percepito l'esatto momento in cui gli ho frantumato ogni speranza di un futuro con me. È stato straziante.- Sussurrò lei trattenendo le lacrime.
Lui la strinse maggiormente accarezzandole i capelli morbidi.
Non sopportava vederla in quello stato… Tuttavia il malandrino tarlo del dubbio si stava insinuando in lui. Tutto quel dolore poteva essere mal interpretato; si stava forse pentendo della sua decisione? Magari l’accaduto le aveva aperto gli occhi su Oliver e poteva averle fatto cambiare idea circa i suoi sentimenti.
Sarah percepì l’allentamento della stretta, si girò per vederlo in faccia e notò il leggero tentennamento e lo smarrimento del suo sguardo tremolante.
-No Neville, non pensarlo nemmeno per sogno.- irruppe posandogli una mano sulla guancia in una dolce ma ferrea carezza.
Lui tuffò gli occhi nei suoi in cerca di certezze e quello che vi trovò gli infuse calore e pace.
-Scusami Sarah, sono solo un povero imbranato insicuro che teme di non meritarsi un lieto fine. Solo ora mi rendo conto di aver vissuto gli ultimi trent’anni solo per arrivare ad essere qui in questo momento. Supereremo i sensi di colpa e vivremo finalmente alla luce del sole il nostro amore. Dobbiamo solo aspettare…- le sorrise baciandole le labbra teneramente.
-Esatto, riusciremo ad avere la serenità che ci meritiamo. Aspettiamo solo che le acque con Oliver si calmino per uscire allo scoperto, ok?-
I due si sorrisero e dopo un ultimo bacio cercarono di farsi visitare da Morfeo.
Con l’ultimo sprazzo di lucidità prima di chiudere definitivamente gli occhi Neville sperò vivamente di potersi addormentare così per il resto della sua vita, con la schiena di Sarah stretta al suo petto si sentiva finalmente completo.

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Alla Tana tutto era pronto per le nozze in quella ancora tiepida serata di inizio ottobre. Ron stava dormendo nella sua vecchia stanza insieme a Charlie, arrivato giusto nel pomeriggio.
I coniugi Potter, dopo aver messo a letto la prole, si erano rintanati nella vecchia camera di Ginny, convertita anni prima in una matrimoniale per ospitarli durante le visite ai signori Weasley.
Harry era sdraiato sul letto rivolgendo uno sguardo preoccupato e accigliato alla porta del bagno dove si trovava la moglie. Era ormai qualche tempo che la donna non stava bene, alternando nausea a forti dolori articolari e alla schiena; tuttavia Ginny continuava a rifiutarsi di farsi visitare da un medico ed Harry stava meditando un espediente per trascinarcela con la forza.
Intanto nel piccolo bagno la donna si stava spazzolando sorridente i capelli. C'era un motivo se continuava a respingere le proposte del marito di far visita al San Mungo e finalmente quel pomeriggio ne aveva avuta la conferma: era incinta, di quasi due mesi per la precisione.
Posò la spazzola sullo specchio mettendosi di profilo e alzando la camicia da notte per rimirarsi il ventre ancora piatto, non smettendo un attimo di sorridere.
Certo, rispetto ai suoi figli questo esserino la stava facendo patire parecchio. Sia James che Abus non avevano provocato gravi problemi durante la gravidanza, anzi.
In compenso stanno ampiamente recuperando adesso che sono cresciuti, si ritrovò a pensare accarezzando la pancia.
Dai fagiolino cresci bene e, ti prego, sii una bimba, ho bisogno di un rinforzo femminile in questa gabbia di testosterone.
Quando uscì dal bagno raggiunse Harry sul letto che prontamente la prese tra le braccia.
-Ginny, ti prego, se non vuoi andare al San Mungo almeno vai in infermeria ad Hogwarts, mi stai facendo preoccupare.-
-Harry te l'ho già detto, devi stare tranquillo, non ho niente! Niente di male per lo meno.- rispose lei girandosi nel suo abbraccio per trovarsi faccia a faccia e posandogli un bacio sulle labbra sulle quali stava già fiorendo una risposta scettica.
-Io mi fido di te e del tuo giudizio ma, davvero tesoro, ormai è più di un mese che stai male, ho paura per te, perchè non vuoi farmi contento?- Harry le passò una mano nei morbidi capelli specchiandosi negli occhi azzurri di lei e i suoi occhi trasmettevano così tanta premura e apprensione che la donna non ce la fece a tenergli più nascosta la verità; avrebbe voluto organizzare una cenetta per loro due per dargli la notizia ma capì che quello era il momento perfetto, nella loro quotidianità e con il timore infantile ma adorabile di Harry di restare nuovamente solo.
Così gli prese le mani che ancora vagavano tra i suoi capelli e se le portò alle labbra posando un soffice bacio su ogni palmo per poi posarsele sul grembo, rivolgendogli un sorriso a trentadue denti.
Lo smarrimento di Harry perdurò solo per alcuni secondi prima che il significato di quel gesto gli irradiasse il cuore e qualche lacrima sorse nei suoi occhi mischiandosi al sorriso genuino sulle sue labbra.
-Oddio!- non riuscì ad articolare nessun altra parola dall'emozione e strinse Ginny facendola rotolare su di lui, continuando a ridere tra le lacrime e poi iniziare a tempestare il viso di lei di tanti baci veloci e teneri.
-Non ci credo! Mi hai fatto prendere uno spavento pazzesco te ne rendi conto? Quando...?-
-Dovrebbe nascere ai primi di maggio ha detto il medico. Scusami, non volevo certo farti preoccupare ma non volevo dir nulla finchè non ne fossi stata certa e oggi pomeriggio finalmente ho avuto la notizia.-
-Non sai che gioia mi stai dando Ginevra, davvero! Spero tanto sia una bambina, una bella bimba con i capelli rossi come i tuoi, la mia principessa!- Harry era già partito in sogni aperti e congetture, gli occhi che brillavano e lo sguardo perso.
-Ehi, pensavo di essere io la tua principessa!- lo rimbeccò lei amorevolmente tirandogli un pizzicotto sul fianco.
Harry sorrise malandrino riportando il suo sguardo sul viso della donna stretta a lui.
-No, tu sei la mia regina.- E la baciò. La baciò come ormai faceva da quattordici anni, da quando quella stupenda ragazza gli era corsa tra le braccia dopo una vittoria a Quidditch e davanti a tutta la casa Grifondoro lo aveva reclamato come suo.
E così sarebbe sempre stato.




Angolino di Zebraviola

Buongiorno e bentornati a tutti! Mi manca ancora da scrivere l'epilogo ma avendo pronto questo e il prossimo capitolo ho pensato che era inutile farvi aspettare ancora.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Ho addirittura cercato di infilarci una scena rossa, ma sapete che ne sono abbastanza incapace quindi ho fatto del mio meglio :P
Che dire... abbiamo scoperto finalmente che la nostra Ginny non sta morendo e che anzi, come molte di voi avevano già ipotizzato (e che ho cercato di depistare -inutilmente temo- facendo morire anche un maschietto appena nato xD), aspetta una bimba!!! Orsù mancava ancora Lily Luna all'appello no?
Neville-Sarah-Oliver hanno messo fine alla fase di stallo e speriamo che per loro le tribulazioni siano finite (povero il mio Nev, ci tengo molto alla sua felicità!).
Spero vi sia piaciuto anche il personaggio di Rachel Lacey; ne avevo parlato in uno di primi capitoli dove c'era stata la riunione del corpo insegnante: è la docente di babbanologia!
Niente dai, non voglio tediarvi oltre. Aspetto ANSIOSAMENTE le vostre recensioni, sperando di non aver perso la maggior parte di voi in questi ultimi due anni :(
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Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

   
 
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