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Autore: Tilo    14/12/2008    1 recensioni
<< Sei proprio un ragazzino. >> mormorò lei, fra i denti.
<< Un ragazzino arrogante, stupido e infantile! >> sibilò poi, piano, i grandi occhi verdi ridotti in piccole fessure, le mani serrate a pugno.
Ed eccoli nuovamente lì, a litigare: ormai era diventata un' abitudine.
. FloraxKevin .
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: i wanna hold your hand.
Genere: Romantico, generale.
Rating: Verde.
Personaggi: Flora Skerville e Kevin Lewis.
Chi sono: Flora e Kevin sono due studenti di Hogwarts, rispettivamente della casa di Grifondoro e Serpeverde. Sono stati inventati in uno dei tanti Gdr della saga di Harry Potter.
Disclaimer: Tutto l'ambiente ( Hogwarts, ecc. ) è della Rowling, la storia e il personaggio di Flora sono miei n_n.
Note: Flora è una studentessa del secondo anno della casa di Grifondoro, brillante e diligente, anche se un pò impulsiva e permalosa. Per questo motivo sopporta difficilmente il Serpeverde, Kevin, ragazzo arrogante e viziato, che si diverte ad infastidirla. Si sono conosciuti per caso, scontrandosi per la prima volta in Sala Grande. Da quella volta in poi si vedono molto spesso, il più delle volte volendolo, anche se nessuno dei due lo ammetterà mai.





i wanna hold your hand
[ Fine. ]




Chissà per quale assurdo motivo la Grifondoro più bassa di Hogwarts era seduta su uno dei tanti spalti che si affacciavano sul Campo di Quidditch, al freddo per giunta.
Indossava solo la divisa rosso – oro, compreso il lungo mantello nero, e al collo era avvolta una grigia sciarpa di lana.
Nonostante questo, stava letteralmente morendo di freddo: i denti le battevano incondizionatamente, senza fermarsi.
<< Ehi, nana! Vuoi morire congelata? >>
Ed ecco qui la voce della verità, ovviamente.
Il Serpeverde si era avvicinato silenzioso alla Grifondoro – per questo non lo aveva sentito arrivare – sedendosi proprio affianco a lei. Il volto girato verso la ragazza con un’ espressione totalmente divertita.
<< Cos’è, mi segui ora? >> proferì acida la rossa, senza degnarlo di un solo sguardo. Rimase immobile, gli occhi fissi davanti a lei, nel nulla, e le mani in tasca.
<< Non vorrei deluderti, Nanetta, ma questo è il Campo di Quidditch. Sai, vero, cos’è un Campo di Quidditch? >> esclamò per tutta risposta il Serpeverde, aggrottando leggermente la fronte. Poi riprese, continuando a fissarla.
<< Ma evidentemente non lo sai, sennò non avresti >>
<< So cos’è un Campo di Quidditch! >> lo interruppe urlando la strega, irritata, e lievemente rossa in viso.
Non lo sopportava quando si comportava così.
Lui, d’altro canto, si stava divertendo un mondo, come se qualcuno gli avesse appena regalato un nuovo giocattolo. Un bambino, appunto.
<< Per tua fortuna oggi non ho voglia di litigare. >> disse tranquillo il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli corvini.
Si alzò di scatto, ergendosi in tutta la sua altezza. Era strano, guardarlo. Era alto più di un metro e ottanta ma aveva un corpo esile, rachitico quasi.
La rossa sospirò rassegnata, mentre l’osservava. Solo dopo si accorse che il Serpeverde teneva tra le mani un vecchio manico di scopa, quasi distrutto. Chissà a chi lo aveva fregato.
Il moro le fece un cenno con la mancina, salutandola, per educazione.
<< Signorina. >> mormorò lui imitando un inchino, indi scavalcò la scopa con un movimento aggraziato e si dileguò in pochi secondi, libero nell’aria.
<< MA DOVE >> esclamò ad alta voce la Grifondoro solo poco dopo, ma era ormai troppo tardi.
Il ragazzo volava già alto nel cielo, tenendosi stretto a quel vecchio manico di legno con movimenti eleganti, degni di un Serpeverde. Si muoveva rapido, scansando in fretta qualunque ostacolo gli si parava davanti: fece una specie di zig – zag tra i tre anelli, superò tutti gli spalti, passandole anche vicino, fino a scendere in picchiata verso l’erba verde.
La ragazza a questo punto si alzò di scatto, sporgendo la testa rossa verso il basso, come per rassicurarsi che non gli fosse successo nulla, ma proprio in quell’istante la grande figura del Serpeverde le si parò dinanzi, sovrastandola, ancora seduto sulla scopa.
<< Veloce eh? >> disse lui soffocando un risata e mostrandole il suo solito sorriso sghembo.
Lei d’altro canto si limitò ad emettere un lungo e sonoro sospiro.
<< Sei. proprio. stupido. >> commentò infine, scandendo bene ogni parola.
Il moro per tutta risposta scoppiò a ridere rumorosamente, le mani che si tenevano la pancia, vacillando un pò sulla scopa.
<< Attento!!! >> proferì ad alta voce la ragazza, sporgendosi di più e tentando di afferrarlo, evitando così una brutta fine – per lui, ovviamente.
Il Serpeverde smise di ridere, più per sorpresa che per altro. La guardò stupito preoccuparsi per lui e infine un sorriso malizioso gli comparve sul viso. Afferrò bene con le mani il manico di legno e si sporse verso la Grifondoro, che poco prima si era già avvicinata a lui.
Rimasero quindi così: i loro volti vicini – solo pochi centimetri li separavano -, a fissarsi l’uno negli occhi dell’altro.
<< Cos’è, ti preoccupi per me ora? >> disse infine il moro, scimmiottando quasi la ragazza. Sorrise divertito.
<< No, mio caro. Semplicemente non voglio assistere alla tua morte prematura. >> sibilò lei, alzando un sopracciglio e continuando a fissarlo. Un sorriso ironico le schiuse le rosee labbra.
<< Molto divertente, Nanetta. Molto divertente. >> mormorò pacato il ragazzo in risposta, continuando a fissare le iridi smeraldine della rossa, e osservando ogni suo piccolo movimento.
D’un tratto il Serpeverde si mosse, avvicinandosi sempre di più al candido viso d’ella. Indi le soffiò leggermente sul naso, sorridendo beatamente.
La strega non si mosse di un millimetro ma strizzò appena agli occhi al gesto insolito del ragazzo, rimanendo comunque basita.
Tenne gli occhi chiusi per qualche minuto e quando li riaprì si ritrovò il moro davanti, ma questa volta in piedi accanto a lei, la scopa tra le gambe.
<< Su dai, nana. Salta su! >> proferì ei sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi, e facendo poi un cenno con la testa dietro di lui.
Lei esitò in un primo momento, arricciando percettibilmente il naso.
<< Hai paura, Nanetta? >> le domandò, inarcando un sopracciglio.
<< Ma figurati! >> sbottò infine la ragazza, rivolgendo al Serpeverde una piccola smorfia. Si diresse quindi verso di lui e scavalcò un pò goffa quel vecchio manico di legno.
Il ragazzo sorrise divertito tra sè e poi, con un movimento elegante, si alzò da terra, librandosi nell’aria: in pochi secondi erano già a dieci metri sopra gli spalti.
<< Tieniti forte e non guardare giù! >> esclamò pronto il moro.
La rossa gli obbedì senza esitazione, stringendosi forte contro di lui. Le sue braccia minute lo cingevano completamente.
<< Se mi fai cadere ti spedisco dritto al San Mungo, ricordalo. >> gli sussurrò all’orecchio lei.
Lui scoppiò in una sonora risata, facendo così preoccupare più del dovuto la ragazza. Non si scompose, però. Rimase con le mani ben salde al manico, alzandosi ancora più in alto nel cielo.
Il Serpeverde si muoveva veloce: il vento freddo di prima si era trasformato in vere e proprie lame di ghiaccio che sembravano trapassare la pelle candida e scoperta di entrambi.
Ma non era il vento, o il freddo, che preoccupava seriamente la Grifondoro. Era più che altro l’altezza, si.
Ormai il Campo di Quidditch si era trasformato in una microscopica macchiolina verde e la strega non riusciva ad intravedere più nulla.
Chiuse gli occhi di scatto, stringendosi ancora più forte a lui.
Aveva paura di fargli male, di mozzargli il respiro con quella sua presa ferrea...ma il moro non disse niente e invece continuò imperterrito il suo giro turistico, senza dire o fare nulla che potesse far crederle che era ormai tutto finito.
Nessuno dei due aprì bocca per il resto del viaggio, presi com’erano dai loro pensieri.
Solo quando la rossa sentì le sue piante dei piedi toccare qualcosa di duro, concreto, si decise finalmente ad aprire gli occhi, emettendo così un grande respiro.
Ma quello che le si parò davanti fu completamente diverso da quello che aveva immaginato lei stessa: sì, perchè si ritrovò di nuovo faccia a faccia con lui, come era successo precedentemente.
Il viso del ragazzo era contratto in una strana smorfia, come se stesse pensando ad una cosa molto importante. Le labbra carnose dischiuse, la mancina tra i capelli.
<< A cosa pensi? >> proferì lei in un sussurro e una densa nuvoletta bianca le uscì dalla bocca.
Subito però il Serpeverde portò l’indice destro davanti alle labbra d’ella, mormorando un sordo ‘sssshh’.
Pochi minuti dopo lui interruppe quel religioso silenzio.
<< Chissà come reagiresti se >>
<< Riguardo a cosa? >> lo interruppe lei, quasi ansiosa.
Il ragazzo sorrise a quella domanda, notando l’ansia che circondava il candido viso d’ella. Poi spostò la mano destra dalle sue labbra ai suoi rossi e morbidi capelli, cominciando a giocicchiarci un pò.
Si avvicinò ancor di più – questa volta li separavano solo due o tre centimetri. Smise di sorridere e portò la mancina sulla guancia leggermente rossa della Grifondoro, sfiorandola con le dita.
Inclinò appena appena la testa, continuando a guardarla negli occhi.
E poi, beh, la distanza che li separava non esisteva ormai più.
Le labbra del moro si erano posate leggermente su quelle rosee della ragazza, muovendosi poi dolcemente su quest’ultime, senza accennare a fermarsi.
Il Serpeverde si staccò solo dopo pochi minuti, gli occhi fissi su di lei, le mani sui suoi capelli rossi.
<< Mmh. Riguardo a questo. >> disse infine divertito, alzando le spalle e soffocando una risata.
La rossa per tutta risposta alzò gli occhi al cielo, per poi riportarli su quelli del ragazzo. Dischiuse le labbra in un breve sospiro, accennando poi anche lei un sorriso divertito.
<< Te lo dico solo se mi fai fare un altro giro. >> proferì lei, accennando alla scopa lì accanto.
Il moro scoppiò in una fragorosa risata, prendendola poi per mano.
<< Ai tuoi ordini, Nanetta. >>


  
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