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Autore: FrenzIsInfected    16/03/2015    3 recensioni
"Yuri si guardò intorno, rise fra sé e sé e disse: - Mosca, manda un telegramma al Papa: non vedo nessun Dio quassù. - ."
Ricostruzione(secondo la mia modesta fantasia) di quello che provò Yuri Gagarin andando nello spazio come primo uomo a compiere tale missione.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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Era tutto pronto.
Stava per passare alla storia.
Il primo uomo sullo spazio.
Yuri si sistemò nella posizione più comoda per lui nella Vostok.
Tutto avrebbe potuto immaginare, meno che proprio lui, quel figlio di contadini di Klusino, sarebbe rimasto negli annali dell’Unione Sovietica.
Aveva incominciato ad interessarsi ai velivoli verso la fine del liceo, ma aveva dovuto aspettare il 1955 per realizzare il suo sogno. Si iscrisse ad un aeroclub, e fece il suo primo volo con uno Yak-18. E fu proprio da lì, che partì la sua avventura aeronautica. Proprio quando, nel 1957, i russi stavano mettendo le basi per riuscire a mandare l’uomo nello spazio. Nel frattempo, all’accademia aeronautica sovietica, il giovane Yuri si stava distinguendo per la sua bravura, garantendosi la fiducia e la stima dei suoi superiori. Da lì, venne mandato a fare i provini per diventare il primo uomo sullo spazio. Riuscì a superarli e vincere il concorso.
Ed ora eccolo lì, con la tuta bianca, milioni di fili attaccati, il casco con la scritta CCCP, dentro quella navicella di 4.7 tonnellate.
 – Ci siamo, Kedr. E’ giunto il tuo momento! - .
La torre di controllo stava annunciando l’imminente decollo. Yuri si emozionò nel sentire il soprannome che si era affibbiato, ovvero Cedro.
– 15. 14. 13. 12. 11. 10. 9. 8. 7. 6. 5. 4. 3. 2. 1. 0. - .
Appena il conto alla rovescia cessò, i razzi si accesero.
Pojechali! – urlò Yuri dall’emozione. (trad. Andiamo!)
La Vostok prese velocità, e dopo qualche minuto di continui tremori, causati dal contatto della navicella con l’atmosfera, il cosmonauta si trovò nel grande blu.
- Tutto a posto, Kedr? - domandò la base spaziale.
Yuri si toccò addosso e constatò che era ancora vivo.
- Affermativo. Vivo e vegeto. - confermò Yuri.
- Guarda fuori dall'oblò. Com'è la Terra, vista dallo spazio? - .
Yuri guardò fuori. Per qualche secondo il respiro del cosmonauta si bloccò.

– Kedr, cosa vedi? Ti piace? – chiese Mosca.
Nessuno aveva mai visto la Terra dallo spazio, prima d’ora. Vide il blu dei mari dominare sulle terre emerse. Vide la Grande Madre Russia estendersi per tutta l’Asia. E vide Paesi, continenti, che aveva studiato solo nei libri di geografia.
– Mosca, ai miei occhi viene proposto uno spettacolo meraviglioso! – annunciò Yuri entusiasta. – La Terra è blu. La Terra è blu, Mosca. Che meraviglia. E’ incredibile. - .
Il russo continuò a guardare stupefatto quel globo, casa di 6 miliardi di esseri umani, come un bambino osserva estasiato qualcosa che non aveva mai visto prima. Non esistevano, e non esitono tuttora, parole per descrivere la gioia e lo stupore di quell’uomo. Per interminabili minuti, se ne stette in silenzio a guardare fuori dal finestrino della Vostok. Silenzio interrotto solo dalle conferme di vita richieste da Mosca. Dopo una quarantina di minuti, riuscì a vedere il continente americano.
– Quanto sono vicini a noi! – esclamò tra sé e sé Yuri. – Chissà come la prenderanno i cosmonauti a stelle e strisce. - .
Infatti, era in corso la Guerra fredda. Il mondo era diviso tra l’Occidente americano e l’Oriente sovietico.
Cercò di accantonare i problemi politici del mondo e continuò a guardare con quei occhi pieni di meraviglia la Terra.
Una volta giunto, mezz’ora dopo, di nuovo sopra il suolo russo, Mosca annunciò: - Goditi gli ultimi istanti sullo spazio, Kedr. Si ritorna a casa! - .
Yuri si guardò intorno, rise fra sé e sé e disse: - Mosca, manda un telegramma al Papa: non vedo nessun Dio quassù. - .
Mosca rise, insieme al cosmonauta. Passati quegli ultimi dieci minuti a godersi le ultime immagini della Terra, i retrorazzi della Vostok si accesero, e qualche minuto dopo atterrò a sud di Engels. Uscì dalla navicella, alzò le mani al cielo e sorrise.
Era lui il primo uomo nello spazio. Yuri Gagarin.
Si alzò, ed andò incontro a dei contadini che lo stavano raggiungendo. Presto sarebbe arrivato il momento di festeggiare la conquista spaziale.

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La storia è arrivata 13ma al contest "Storie già raccontate...per essere riascoltate!" di _wilia.
  
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