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Autore: _Riri_Sunflower_    17/03/2015    4 recensioni
La battaglia di Hogwarts portò distruzione, dolore e morte; molti maghi e streghe persero i propri cari.
Il 2 maggio 1998 moriva anche Fred Weasley, ucciso dal Mangiamorte Rookwood.
Dodici pensieri in occasioni differenti tra loro di dodici personaggi legati a uno dei gemelli Weasley.
NON SONO IN ORDINE CRONOLOGICO! PERICOLO LACRIME.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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A Hogwarts era già arrivato settembre: gli studenti dal secondo al settimo anno erano già arrivati con le carrozze al castello e stavano sistemando i loro bagagli nei dormitori. Avevo dato il bentornato agli alunni della mia casa ed ero quasi pronta per accogliere i giovani maghi e le giovani streghe che avrebbero cominciato quell’anno la loro avventura alla Scuola di Magia e Stregoneria. Aspettai che il gargoyle di pietra si spostasse per farmi passare per poter entrare nell’ufficio del Preside a prendere il Cappello Parlante.

Una nuova generazione di maghi avevano appena oltrepassato le enormi porte del castello prima di arrivare alla Sala Grande, dove i tavoli delle quattro Case aspettavano i loro nuovi compagni. Come mio dovere, avevo già sistemato il vecchio Cappello Parlante sullo sgabello sul quale si sarebbe seduto il ragazzo di turno prima di essere smistato. Ero seduta al tavolo degli insegnanti, la professoressa Sprite alla mia destra e Madama Chips dall’altro lato cercavano di allungare il collo per vedere le facce dei nuovi arrivati.

Il Preside fece il solito discorso di benvenuto, tutti che ascoltavano in silenzio. Emisi un sospiro silenzioso guardando la pergamena arrotolata davanti al mio piatto: quanti figli dei miei ex alunni avrei trovato quell’anno? Non avevo avuto il coraggio di controllare prima di quella sera.

«Adesso, la professoressa McGranitt, direttrice della casa dei Grifondoro, chiamerà ognuno di voi per far decidere al Cappello Parlante in quale Casa dovrete essere smistati.» Con queste parole capii che era arrivato il mio turno. Presi la lista dal tavolo e mi alzai, diretta allo sgabello che era stato sistemato quasi al centro del tavolo dei professori.
Da quella posizione vedevo chiaramente le espressioni sui volti di quei ragazzini: alcuni erano spaventati, altri curiosi, altri ancora impazienti di raggiungere i propri compagni. Srotolai la lista e lessi il primo nome; la ragazza si fece avanti e si sedette sullo sgabello, in attesa di essere assegnata ad una delle quattro Casate di Hogwarts, quella che sarebbe diventata la sua famiglia. Il Cappello gracchiò un «Tassorosso» e il tavolo di quella Casa iniziò ad applaudire per accogliere la loro nuova compagna.

La cosa andò avanti per un bel po’, finché non arrivai a un nome fin troppo familiare. Ormai rimanevano pochi ragazzi in attesa di essere smistati e, alzando lo sguardo, riuscii finalmente a vedere una familiare chioma rossa che spiccava tra le altre. Deglutii, sperando di aver letto male il nome, ma appena posai nuovamente gli occhi sulla pergamena ebbi la conferma del nome.

«Fred Weasley Junior.» Alle mie spalle i miei colleghi iniziarono a bisbigliare, consci anche loro del nome appena sentito pronunciare dalle mie labbra. Un ragazzo snello con gli occhi vispi si fece largo tra i pochi rimasti e salì quei pochi gradini per raggiungere il Cappello Parlante.

«Un Weasley? Questo nome l’ho già sentito… Bando alle ciance! Grifondoro!» Il Cappello fece la sua scelta e tutto il tavolo della mia Casa applaudì, accogliendo il nuovo arrivato. Completai lo smistamento degli ultimi maghi rimasti e tornai al mio posto, ancora sotto shock a causa del nome di quel ragazzo. Madama Chips al mio fianco si sporse un po’ verso di me: «Minerva, ha lo stesso nome di quel ragazzo…»
«Lo so. Ho avuto come l’impressione di essere tornata a tanti anni fa, quando i gemelli Weasley avevano appena fatto il loro ingresso a Hogwarts.» Tutti ricordavamo quei ragazzi, così pazzi, spiritosi e divertenti. Ricordavamo anche quella notte di maggio, in cui molti di noi persero la vita contro Voldemort, tra cui uno dei figli di Arthur e Molly Weasley.

Passammo la cena chiacchierando di ogni argomento possibile, anche se ogni tanto la mia mente tornava a quel ragazzo seduto al tavolo di fronte a me e al suo parente morto tra le braccia del fratello in questa stessa sala. Finimmo di cenare e accompagnai i nuovi giovani Grifondoro nel dormitorio, spiegando loro alcune cose importanti del castello o delle lezioni in generale.

Mentre salivamo le scale per raggiungere il quadro della Signora Grassa, sentii la voce di un ragazzo parlare ai suoi nuovi amici: «Fate presto a salire: alle scale piace cambiare!» Mi voltai per vedere chi fosse stato a pronunciare tale frase e vidi che il “colpevole” fu proprio Weasley. Mi fermai, lasciandomi superare dai ragazzi; appena il ragazzo mi fu accanto lo bloccai mettendogli una mano sul braccio.
«Come fai a sapere delle scale?» Era una domanda stupida, ne ero consapevole, ma forse in quel modo avrei potuto sapere di più su di lui. Alzò le spalle con un sorriso che ricordava tanto quello dei gemelli e mi rispose dicendo semplicemente «Me lo ha detto mio padre. Era alunno di questa scuola come mia madre.» e continuò a salire i gradini fino al ritratto. Feci un rapido ripasso di tutta la famiglia Weasley, di chi dei miei ex alunni poteva essere il padre di quel ragazzo. C’erano tre possibilità, però realizzai che non era quello il momento di pensarci.

Entrai nella Sala Comune e diedi le ultime indicazioni, Weasley sembrava già a conoscenza di ogni cosa. Che fosse il figlio di Ron? No, non gli assomigliava lontanamente. Non poteva essere figlio di Bill, sua moglie Fleur non aveva frequentato la Scuola di Hogwarts. L’unico che rimaneva era proprio il gemello del povero Fred, George.

«Weasley, posso farle una domanda?» La maggior parte dei suoi compagni si stavano già sistemando nelle proprie camere, io dovevo sapere molte cose sul suo conto.
«Sì, professoressa?» Nella sua voce di undicenne c’era qualcosa che mi ricordava quei ragazzi identici.
«Il tuo nome ha suscitato scalpore tra i professori di questa Scuola. Anche se è passato del tempo, tutti noi ricordiamo bene una terribile notte…»
«Professoressa McGranitt, posso solo immaginare quello che avete passato. Più di una volta mi è stato raccontato quello che accadde la notte in cui uno dei miei zii perse la vita. Ma la mia famiglia mi racconta anche degli scherzi che mio padre e suo fratello facevano proprio tra le mura di questo Castello, facendo arrabbiare e divertire lei. Se proprio devo essere sincero, sono fiero di avere questo nome.»

Quelle parole mi colpirono: mai mi sarei aspettata un discorso simile da un ragazzo di undici anni. Mi sedetti su una delle due poltrone vicino al caminetto, anche se il ragazzo avrebbe dovuto raggiungere i suoi compagni di stanza.
«Tuo padre è George, vero?» domandai, sebbene mi aveva già dato molte informazioni utili. Lui annuì, sorridendo proprio come facevano suo padre e il fratello. Segretamente, sperai che non fosse un caso disperato come loro, o sarebbe finito in punizione ogni volta che ne aveva l’occasione.

«Porti il nome di un mago che è morto combattendo per la libertà. Anche io ne sarei orgogliosa.» Il giovane Fred si portò una mano ai capelli, imbarazzato.
«Deve chiedermi altro, professoressa?»
«No, ma aspettati domande del genere da tutto il personale scolastico. Tuo padre e suo fratello hanno portato una ventata d’allegria in questa Casa. Vedremo se ne combini tante quante loro.» Mi alzai e uscii dalla Sala Comune, dando la possibilità al ragazzo di andare a dormire per affrontare il suo primo giorno di scuola l’indomani.

Appena il quadro della Signora Grassa si richiuse, mi appoggiai alla sua cornice, sospirando forte. Proprio mentre stavo per andarmene, la Signora Grassa decise di farmi alcune domande.
«Quel ragazzo con i capelli rossi, credo di averlo già visto.»
«È un Weasley. Ne sono passati tanti per queste scale.»
«È identico ai gemelli, non ti pare?»
«Non solo quello: ha anche lo stesso nome. Buonanotte, Signora Grassa.»

Tornai nella mia stanza, ancora sconvolta da ciò che avevo appreso dal giovane Fred Weasley. Mi sedetti sul letto e iniziai a pensare ai loro primi anni scolastici, le loro marachelle che, in modo inspiegabile, riuscivano sempre a strappare un sorriso a tutti. Con il ricordo di due miei alunni inseparabili, mi addormentai, pensando al dolore che aveva provato George quando vide il corpo senza vita del fratello, quando la morte li aveva separati dopo vent’anni passati insieme.
   
 
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