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Autore: Sophiefla    18/03/2015    1 recensioni
Siamo noi i narratori della nostra vita. Dopo la morte di mia madre capii che avrei dovuto iniziare a scrivere la mia storia da sola, fino a quel momento era stata lei a farlo per me. Ma mai avrei pensato che avrei iniziate realmente a vivere solo in quel pomeriggio di pioggia, quando incontrai lui.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HARRY’S POV:

 

Scendo i gradini delle scale della metro, per oggi di taxi ne ho avuto abbastanza. Non riesco a togliermi dalla testa quella ragazza, mai incontrato una persona così testarda e irritante in vita mia.

Certo, dannatamente attraente, ma pur sempre irritante.

Una volta uscito dalla metropolitana mi accendo una sigaretta e mi incammino verso il mio appartamento. Continuo a pensare alla ragazza, mi sfugge un sorriso al ricordo di come ho trovato divertente il modo in cui si è arrabbiata, non so per quale motivo mi è rimasta impressa. Di solito le persone si comportano come se fossero intimidite dai miei atteggiamenti e dal mio modo di fare, lei invece non si è fatta molti problemi nel mandarmi a quel paese.

Entro nell’appartamento e mi tolgo il cappotto.

“Amico, sono a casa!” grido, senza ricevere alcuna risposta.

Il mio coinquilino deve essere uscito. Sono davvero esausto, questa giornata è stata decisamente troppo lunga. Mi spoglio e mi sdraio sul letto, domani devo andare a lavorare presto e ho tutta l’intenzione di recuperare qualche ora di sonno. Lentamente i miei occhi si fanno pesanti e stranamente il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi sono i meravigliosi occhi azzurri della ragazza del taxi.

 

 

JOY’S POV:

 

Mio fratello Lewis è impegnato a preparare la cena, dopo essermi sistemata nella mia stanza scendo le scale e lo raggiungo in cucina. è girato di spalle mentre taglia delle verdure canticchiando una canzone e muovendo i fianchi in maniera ridicola a ritmo della musica, Dio in questo momento mi ricorda terribilmente mia madre. 

Sorrido e lo abbraccio da dietro, lui sussulta e poi si gira ricambiando l’abbraccio.

“Oh, piccola sono così felice di averti finalmente qui con me” dice stringendomi.

“Anche io, mi sei mancato così tanto” dico con la faccia appoggiata sul suo petto.

Lewis mi alza il mento con le dita per far si che lo guardi.

“Vedrai, ce la spasseremo insieme!” dice facendomi l’occhiolino, mi da un bacio sulla fronte e si rimette a cucinare.

“Comunque, devi raccontarmi come mai c’era quel tipo che ti urlava per strada” dice ridacchiando. “Che hai combinato?” chiede.

Sorrido, mi siedo sul bancone della cucina affianco a lui e prendo una delle carote che sta tagliando, iniziando a mangiarla.

“Guarda lasciamo perdere, era solo un idiota che ha tentato di rubarmi il taxi, pensa che siamo rimasti a discutere e a gridarci contro nel taxi per un buon quarto d’ora” dico ricordando l’accaduto.

“Hmm, com’era lui?” chiede mio fratello.

“In che senso?”  gli domando alzando un sopracciglio.

Lewis versa le verdure in una pentola e si gira verso di me.

“Nel senso com’era d’aspetto! Almeno era sexy?” chiede con uno sguardo malizioso.

Scoppio a ridere e gli do una sberla scherzosa sul braccio.
“Sei sempre il solito” sentenzio continuando a ridere.

“Si si, evita la domanda! Quindi era attraente eh?” dice insistente.

“Era solo tremendamente irritante” mento.

Devo ammettere che era davvero un bel ragazzo, all’inizio la sua bellezza mi ha colpito, ma non appena ha aperto la bocca ero troppo arrabbiata per pensare ad altro che al suo pessimo carattere.

Lewis mi vede persa nei miei pensieri e si avvicina appoggiando le sue mani sulle mie ginocchia.

“Non me la bevo signorina, sei arrossita!” dice ridendo.

Spalanco la bocca alla sua affermazione.

“Non è vero!” mi difendo.

mio fratello scoppia a ridere e si gira verso di me.

“Meglio così comunque, sei decisamente troppo piccola per avere una storia con un ragazzo” dice indicandomi con il dito.

“Ma Lew, ho diciannove anni!” dico ridendo.

“Si beh, ne potremmo riparlare quando ne compierai venticinque o ventisei” dice mettendo la cena in tavola.

“Sei pessimo” dico sorridendo, mentre scuoto la testa.

 

 

Vengo svegliata dal trillo assordante della sveglia di mio fratello, il rumore proviene dalla sua stanza. Nascondo la testa sotto il cuscino ed emetto un verso di lamento, odio svegliarmi presto il mattino.

Sento la porta della mia stanza aprirsi e poco dopo qualcuno si siede sul mio letto, o meglio dire… qualcuno salta sul mio letto.

“Buongiorno pulce, sorgi e splendi! Ho una sorpresa per te” dice con il suo solito tono mattiniero. Ma come fa? io la mattina sono trattabile quanto un orso grizzly. Emetto un altro lamento, poi sento il meraviglioso aroma di caffè che è l’unica cosa che potrebbe convincermi ad alzarmi.

Riemergo da sotto il cuscino e Lewis mi passa la tazza con la bevanda calda, sorridendomi.

“Sei sempre la solita” dice tirandomi dietro l’orecchio una ciocca di capelli disordinati.

“Hmm” gli rispondo, questo è il massimo di comunicazione che sono in grado di fornire a quest’ora.

Mentre finisco il caffè Lewis si sdraia sul mio letto e poco dopo anche io con lui, mi tira in un abbraccio appoggiando il mento sulla mia testa, stringo le braccia attorno alla sua vita.

“Sono fiero di te per esserti trasferita qui nonostante tutto quello che è successo. Sò che hai vissuto la perdita della mamma in una maniera diversa, voi avevate un legame tutto vostro facevate tutto insieme, hai passato davvero un brutto periodo, come noi. Ma tu con la tua sensibilità ne hai risentito più di tutti” dice accarezzandomi i capelli, sento gli occhi inumidirsi.

“Sò che a volte ti trattiamo come una bambina,ma sei la piccola di casa e cerchiamo di proteggerti, vogliamo solo il meglio per te” Lewis passa il pollice sul mio viso, per asciugarmi le lacrime che sono sfuggite al mio controllo.

Non so come farei senza di lui, è sempre stato è sempre sarà il mio protettore, con lui mi sento al sicuro. In qualsiasi posto io sia, se c’è lui allora mi sento a casa, lui è la mia casa.

“Ti voglio bene Lew” dico stringendolo ancora di più.

Lo sento rilasciare un sospiro. “Anche io piccola, tanto”.

Mi tira su con lui ed entrambi ci mettiamo seduti.
“Adesso basta piangere, ho una sorpresa per te! Mi amerai ancora di più” dice con entusiasmo.

“Spara!” gli sorrido emozionata.

“Allora… tu non inizi l’università prima di qualche settimana giusto?”

Annuisco curiosa.

“E se ti dicessi che il tuo fratellone ti ha trovato uno stage retribuito come apprendista fotografa e designer in una delle case di moda più famose di Londra?” 

Mi lascio sfuggire un urlo.

“TU, COSA!?” 

Lewis scoppia a ridere. “Verrai al lavoro con me pulce, ti occuperai di fotografare i nuovi modelli per i book di prova della stagione Autunno/Inverno di quest anno!” mi sorride.

Un altro urlo esce dalla mia bocca.

“OH MIO DIO, DIMMI CHE NON SCHERZI” dico scandendo ogni singola parola.

“Piccola, io non scherzo mai sulla moda” mi guarda serio.

“OH DIO. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!” dico travolgendolo in un altro abbraccio.

“Figurati, per cosi poco! Però dovrai lavorare sodo, ed è solo un piccolo impiego in questo campo devi partire dal basso per arrivare in cima e farti un nome” dice ricambiando l’abbraccio.

Metto la mano sul cuore “Giuro, sarò la tua schiava” 

Lewis ride scompigliandomi i capelli.
“Si, ti piacerebbe! Sarai la schiava di Dominique non la mia, quella donna non scherza è un mostro” dice.

Mi sdraio sul letto senza riuscire a smettere di sorridere.

“Suona perfetto”

 

 

Entriamo nell’enorme edificio fatto per la maggior parte di vetro, mio fratello mostra un pass alla guardia e insieme prendiamo l’ascensore.

Appena raggiungiamo il nostro piano le porte si aprono e tutto quello che riesco a vedere è un grosso caos, gente che corre dappertutto con macchine fotografiche, schizzi, tessuti e persino con dei manichini sotto braccio. Un sorriso si forma sulle mie labbra, amo questo caos.

Lewis mi guida in un’ala del piano più tranquilla.

“Questo è il reparto casting, qui facciamo le foto di presentazione ai modelli che lavorano per la nostra marca e visioniamo i provini dei nuovi arrivati” mi spiega velocemente mentre passiamo affianco ad una stanza con la parete di vetro, dove una ventina di ragazzi estremamente belli sono seduti nella sala d’attesa.

Entriamo in una stanza allestita con un telo bianco per le foto e diversi riflettori per creare la giusta luce, sul lato della stanza su un tavolino ci sono diversi macchine fotografiche e zoom.

Sono in paradiso.

Sorrido emozionata a Lewis, che mi mostra la tabella di procedura che useremo per la mattinata.

“Segna con una x tutti i nuovi modelli e fai un pallino affianco a quelli che già lavorano per noi, dopo gli fai un pò di foto a profilo completo e qualcuna senza maglietta per la prova costume. Ora aspettami qui, faccio entrare il primo ragazzo, lui è uno dei modelli che lavora con noi già da tempo, uno dei più promettenti a parere mio” dice facendomi l’occhiolino. Scuoto la testa sorridendo rassegnata, mentre Lewis esce dalla stanza.

Mi avvicino alla macchina fotografica e inizio ad assemblare l’obbiettivo che ritengo più adatto alle foto per il primo piano.

Sento la porta aprirsi per poi richiudersi poco dopo, mi giro per vedere il primo modello della mattinata.

Per poco non mi cade l’obbiettivo dalle mani quando riconosco quegli occhi.

“Guarda chi si rivede” dice lui, mostrando le sue fossette in un sorriso compiaciuto.

Merda. Il ragazzo del taxi.

  
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