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Autore: L S Blackrose    18/03/2015    3 recensioni
[breve storia collegata a 'Burn in my frozen heart like a dancing flame']
Nuovo contesto, stessi protagonisti.
In questa nuova visione di Chicago le fazioni sono in pace. Nessuna guerra minaccia la stabilità del sistema, nessuna fazione vuole prevaricare.
Zelda ha diciannove anni. Ha scelto di rimanere tra gli Eruditi, di continuare a vivere assieme a suo padre e ai suoi amorevoli fratelli maggiori.
E' ambiziosa, determinata. Convinta che nulla riuscirà a distogliere la sua attenzione dall'obiettivo che si è prefissata.
Ma non ha fatto i conti con Eric, l'arrogante Capofazione degli Intrepidi...
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Dal testo (Eric POV)
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Conosco la fama della famiglia Blackburn: padre e figli, tutti dottori di successo. Non sapevo dell'esistenza di una figlia.
Lei mi volta le spalle per sciacquarsi le mani. Alza le maniche del camice e si insapona gli avambracci fino ai gomiti con scrupolosità. - Quello che ho detto prima è vero. Non avrei mai accettato di medicarti se non fossi stata assolutamente certa di esserne in grado. Adesso sei sotto la mia responsabilità -.
Mi scocca un'occhiata furba e afferra un paio di forbici.
Ok, lo ammetto, ora ho paura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zeric - Flame of ice'
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Capitolo 3

 

- Don't let the sun go down on me -

 

 

 

 

The sun itself sees not till heaven clears

(W. Shakespeare)

 

 

(Un mese dopo)

 

 

Zelda

 

 

Appoggio i gomiti sul tavolo e osservo accigliata il mazzo di fiori collocato in un vaso di cristallo a poca distanza dal mio viso.
Gigli. Dei maledetti gigli dorati.

Faccio un lungo sospiro esasperato.
Prima le orchidee, poi le rose e adesso i gigli. Una cosa sola accomuna tutti i mazzi di fiori che mi sono stati recapitati al reparto da tre settimane a questa parte: i petali.

Tutti della stessa sfumatura dorata, color del sole.

Non è difficile intuire chi me li abbia donati.
Sento ancora la sua voce bisbigliarmi all'orecchio.

Mi hai veramente abbagliato, mio piccolo raggio di sole.

Quindi, dopo aver squadrato con disapprovazione i gigli per almeno cinque minuti, riservo loro la stessa sorte toccata ai mazzi che li hanno preceduti: li cestino senza alcuna pietà.

Un'infermiera che passa davanti alla mia scrivania proprio in quel momento mi fa l'occhiolino e sorride divertita. «Di nuovo l'ammiratore misterioso, Zelda?».
Annuisco con aria afflitta. Lei scoppia a ridere e mi fa un cenno di saluto prima di sparire dietro la doppia porta che conduce al reparto di chirurgia.

Ormai il mio corteggiatore segreto ed io siamo famosi. Nell'ospedale mi indicano tutti quando mi vedono passare: sono diventata una specie di celebrità.
E io odio stare al centro dell'attenzione.

Ho sentito i commenti più svariati: tutti cercano di risolvere il mistero e di svelare l'identità del mio ammiratore. L'unico vero indizio consiste nel biglietto scritto a mano infilato al centro di ogni composizione floreale.
Nessun nome, solo quattro parole vergate in una calligrafia sottile, verticale e appuntita.

Mio raggio di sole.

Ho rivelato questo piccolo particolare soltanto ai miei familiari, per prevenire altri pettegolezzi. Mio padre non si è scomposto più di tanto: ha solo ribadito che per qualsiasi problema posso contare su di lui.
Quanto vorrei che i miei fratelli avessero ereditato anche solo una milionesima parte della sua discrezione. Loro non mi hanno dato tregua un solo istante dalla prima comparsa dei fiori. I loro commenti sarcastici mi ronzano ancora nelle orecchie.

Ma chi è quel pazzo che spende soldi per te?”.

Clark non si smentisce mai.

Raggio di sole? Pure poetico, il tizio”.

L'ironia di Jarod è più pungente di una lama affilata.

D'ora in poi ti terrò sotto stretta sorveglianza. Potrebbe trattarsi di un maniaco”.

Alfred, paranoico per natura.

L'unico che si è astenuto dalle prese in giro è Damien. Ha guardato i fiori di sfuggita, limitandosi a sorridere con l'aria di chi la sa lunga.
La sua mancanza di reazione non mi ha sorpreso. Lui era con me quando sono uscita quasi in lacrime dalla stanza di Eric. Avrà collegato le due cose, è sempre stato il più intuitivo della famiglia. Fortunatamente, da ragazzo saggio qual è, ha tenuto i dettagli per sé.
Gliene sono grata.

Butto un'occhiata alle foglie dei gigli che sbucano dal sacco della spazzatura e mi copro il viso con le mani.
Una persecuzione. Ecco cos'è.

Gli avevo intimato di sparire per sempre dalla mia vita. Mi sembrava di essere stata chiara. E di certo non l'avevo fatto per farlo soffrire.

Era semplicemente la soluzione migliore per entrambi. Lui è un Capofazione, io una semplice studentessa … anche se avessi accettato di rimanere nella sua fazione, che ne sarebbe stato di me?

Io, tra gli Intrepidi? Ma stiamo scherzando?

D'accordo, da alcuni anni è stata approvata una legge che consente il trasferimento da una fazione all'altra senza problemi. Ma una volta presa la decisione, l'effetto è immediato e definitivo. Non si può tornare indietro.
Quella norma, approvata e sottoscritta da tutti i Capifazione della città, dà una seconda possibilità di Scelta. A sedici anni, si sa, nessuno ha le idee chiare su cosa vorrebbe diventare, su quale strada intraprendere.

Sollevo le sopracciglia di scatto.
Beh, in verità, io sì.

Volevo studiare, diplomarmi e, successivamente, laurearmi in medicina.
E lo voglio tutt'ora.
Con la stessa intensità con cui voglio Eric.

Mi sfugge un lamento. Le due cose sono inconciliabili.
Eric non prenderebbe nemmeno in considerazione l'idea di cambiare fazione. È un leader, non getterebbe mai al vento un incarico del genere, tutto quel potere. E poi, la residenza sotterranea degli Intrepidi, piena di pistole e coltelli, è il suo habitat naturale.

Quindi, in conclusione, quella che dovrebbe trasferirsi sarei io.
Io, che devo ancora terminare il primo anno di università. Certo, una volta conclusi gli studi potrei tranquillamente esercitare la mia professione in qualsiasi fazione...

Ma lui sarebbe disposto ad aspettarmi?

Mi sporgo in avanti e affondo la testa tra le braccia conserte. Mi sto perdendo in mille congetture, in mille fantasie che non si realizzeranno mai.
E' solo un'attrazione momentanea, mi ripeto. Punto e stop.

Non può trattarsi di amore vero, non ci conosciamo nemmeno, santo cielo! Non ho mai creduto ai colpi di fulmine, quindi non vedo proprio perché ora …

«Ciao, raggio di sole».

Vi prego, ditemi che ho solo immaginato quella voce terribilmente familiare.

Alzo il capo di pochi millimetri, per sbirciare cautamente tra le pieghe del camice.
No, nessun errore.

È proprio il mio persecutore, in carne e ossa. E muscoli. Tanti muscoli.

Eric torreggia su di me, un sorrisetto impertinente sul volto. I suoi occhi saettano da me al cestino di fianco al tavolo. Fa una smorfia e si massaggia la mascella, con aria meditabonda. «Mmm. Devo interpretarlo come un no?». Nel suo tono roco percepisco una vena di sarcasmo.

Mi metto dritta sulla sedia, ostentando indifferenza. «E di grazia, qual era la domanda?».

Eric sfoggia il suo celebre ghigno arrogante. Punta entrambi i palmi sul tavolo e avvicina pericolosamente il viso al mio.
Vorrei ritrarmi, ma sono paralizzata. Completamente in balia del suo sguardo d'acciaio.

«C'è una cosa che devi sapere di me: sono dannatamente testardo. Quando mi fisso su qualcosa, non c'è verso di farmi cambiare idea. Sono disposto a tutto pur di raggiungere i miei obiettivi, a usare qualsiasi mezzo per ottenere ciò che voglio». Il suo sorrisetto vacilla per un attimo. «Non sarà certo un rifiuto a farmi desistere».

Mi passo le dita tra i capelli e chiudo gli occhi per ritrovare un briciolo di lucidità. «Eric, te l'ho già detto. Quello che proviamo l'uno per l'altra è semplice attrazione fisica. Non facciamone una tragedia, cerchiamo di pensare razionalmente. Col tempo … ».

«Stronzate!» ringhia, facendomi sobbalzare. «Non ti azzardare a dire che passerà. E non osare nemmeno dirmi cosa dovrei o non dovrei provare per te!». Con due falcate ha fatto il giro della scrivania e si è piazzato di fronte a me. Mi prende il viso tra le mani, obbligandomi a guardarlo dritto negli occhi. «Non trattarmi come se fossi stupido. E fammi un favore: smettila di negare l'evidenza».
Chiudo le palpebre quando appoggia le labbra sulla mia fronte. «Ho riflettuto. Ci ho pensato e ripensato tutti i giorni, da quando ti ho vista l'ultima volta. E non è cambiato assolutamente nulla». Fa un sospiro secco. «Credevo di impazzire. Non facevo che chiedermi dove fossi, cosa stessi facendo, ma soprattutto con chi fossi». Si blocca e torna a fissarmi. «Anche questa notte non ho fatto altro che pensare a te».

Lo dice in tono burbero, suona come un'accusa. E mi fa sorridere. «Sai, se avessi pronunciato la stessa frase in modo diverso saresti potuto apparire quasi romantico» lo punzecchio, mentre faccio scivolare le mani sul suo torace.

Lui rimane spiazzato, forse non si aspettava che cedessi così in fretta. Probabilmente era convinto di dover insistere per ore, fino a portarmi a cedere per l'esasperazione.

Mi addolcisco all'istante: i muri che avevo eretto per tenerlo a distanza crollano uno dopo l'altro.
La sua sincerità è disarmante.

Eric accenna un sorriso. «Non ho intenzione di continuare così, un mese è stato più che sufficiente». Il suo sguardo si accende. «Ti voglio, va bene? Voglio vederti, voglio toccarti, voglio sentirti vicina. E se pensi che il mio scopo sia portarti a letto per poi scaricarti, sei una povera illusa. Non ti libererai tanto facilmente di me, Zelda Blackburn».

Il suo tono intimidatorio è quasi comico.
Non ha bisogno di convincermi perché mi tiene in pugno.

E' bastato un suo sguardo a rubarmi il cuore.

Intreccio le dita alle sue e gli lancio un'occhiata maliziosa da sotto le ciglia. «Cos'è, una minaccia?».

Eric ride piano tra sé. «No», soffia sulle mie labbra. «E' una promessa».













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Ecco qui l'ultimo capitolo della storia!!

Che ne pensate? Vi è piaciuto Eric in versione corteggiatore insistente? xD
Forse in futuro posterò un capitolo extra, con qualche episodio della loro vita insieme...ma è ancora da decidere ;)
Aspetto i vostri commenti ... miei piccoli raggi di sole.
Baci,
Lizz

p.s. il titolo del capitolo si rifà all'omonima canzone di George Michael ;)


 

 

 

 


 

   
 
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