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Autore: eliseCS    19/03/2015    1 recensioni
...L’unica cosa che proprio non sopportava era Grifondoro o, più precisamente Stefan Grifondoro.
Il che era naturale se la Casa in cui eri stata smistata era Serpeverde, e il tuo nome di battesimo era nientemeno che Celaena Astoria Serpeverde...
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E' la mia prima ff, siate clementi... ma non troppo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Mi assicurano che dopo i primi capitoli la storia migliora :) (dovevo ancora riscaldarmi...)
Grazie a tutti e buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I fondatori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi scuso in ginocchio per l'enorme ritardo con cui ho postato il capitolo.
Vuoi il tirocinio, vuoi gli esami che si avvicianano, vuoi Word che ha deciso di fare cilecca (perchè ovviamente sarebbe stato troppo bello riuscire a pubblicare tutta la storia senza che il computer mi desse qualche problema!) ho davvero accumulato un Ritardo con la R maiuscola.
e se devo essere sincera il capitolo non mi convince neanche così tanto...
Bando alle ciance, vi lascio alla lettura :)








EPILOGO
 
 
 
 
La primavera si era preannunciata tiepida e serena, le leggere brezze dispettose che scendevano dal cielo limpido e azzurro a giocare con le chiome degli alberi facendoli frusciare dolcemente.
Quel giorno di metà maggio non sarebbe stato da meno, anzi, aveva tutte le carte in regola per superare tutti i giorni passati e chissà, forse anche quelli futuri.
 
Celaena non aveva mai amato particolarmente vestirsi di bianco: la sua carnagione già molto chiara e i suoi capelli biondi sembravano schiarirsi e sbiadire ulteriormente quando accostati a quel colore.
Il vestito bianco che indossava quel giorno sembrava invece dare una luminosità tutta particolare ai suoi occhi frementi di felicità e al suo sorriso radioso.
Tutto era pronto, tutto era perfetto.
Mancava solo lei.
 
Il giardino interno del castello dei Grifondoro era stato addobbato a festa per l’occasione, e ormai tutti gli invitati si erano riuniti in attesa che la cerimonia avesse inizio, entusiasti e onorati di potervi assistere.
Perché quel giorno non si sarebbe celebrato il matrimonio di due persone qualsiasi, quel giorno si sarebbe sancita l’unione definitiva tra due delle famiglie più potenti e importanti dell’epoca.
Quel giorno Stefan Grifondoro e Celaena Serpeverde avrebbero pronunciato le loro promesse e sarebbero diventati marito e moglie.
 

***
DODICI ANNI DOPO…
***


Era stata una bella estate, calda e luminosa.
In quella giornata di fine agosto i raggi del sole splendevano su Godric’s Hollow illuminando la grande magione e penetrando all’interno dalle ampie finestre.
“Madre! Fred non mi vuole ridare la bacchetta!” un’esclamazione, accompagnata dal rumore di passi che salivano frettolosamente una rampa di scale, ruppe la quiete pomeridiana.
A quella una figura minuta entrò di corsa nel salotto del secondo piano dell’abitazione stringendo tra le mani un bastoncino di legno lungo e sottile, che non gli apparteneva.
Nove anni compiuti a fine luglio, capelli biondissimi e grandi occhi scuri; il bambino protestò con aria imbronciata: “Non è giusto! Ne voglio una anch’io!”
“Non puoi: sei troppo piccolo!” ribattè una ragazzina che era entrata subito dopo, cominciando a rincorrere il fratello intorno ai mobili della stanza.
Capelli lunghi castano-ramati e occhi verdi come smeraldi: avrebbe compiuto undici anni a novembre, e quell’anno avrebbe cominciato a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
“Su Frederich, da bravo. Restituisci la bacchetta a tua sorella. Tu avrai la tua tra un paio d’anni” intervenne una donna che fino a quel momento era rimasta seduta su una poltrona, appoggiando in parte il libro che stava leggendo e andando in contro ai figli.
“Ma io la voglio subito!” brontolò il bambino, Fred, andando a nascondersi dietro la madre.
“Due anni passano velocissimi tesoro, non ci pensare. E adesso restituisci la bacchetta ad Andromeda”
Controvoglia il bambino allungò la mano, e fulminea la sorella si riprese il magico oggetto, trionfante.
“Uffa…”
“Che ne dici se andiamo giù in cucina a vedere cosa stanno preparando gli elfi domestici per cena? Così se vuoi puoi chiedere se per dolce riescono a prepararti quella torta che ti piace tanto…”
“Sì!!”
La donna sorrise: per fortuna basava poco per distrarlo.
Lo prese per mano, e stavano giusto per lasciare la stanza quando un’improvvisa fiamma verde si accese nel camino attirando l’attenzione di tutti.
“Padre!”
I due bambini esultarono all’unisono catapultandosi verso il grande camino della sala dal quale stava uscendo un uomo scrollandosi la cenere di dosso.
“Oh, ecco qua i miei maghetti! Com’è andata oggi?” esclamò prendendo in braccio il più piccolo e accarezzando affettuosamente i capelli alla maggiore.
“Andromeda ha una bacchetta nuova!” spiattellò Fred indicando la sorella, togliendole la soddisfazione di raccontare lei stessa la novità.
“Zitto tu! Dovevo dirglielo io!” esclamò infatti lei tirandogli un pugno sul braccio –se pugno poteva essere considerato-
“Ehi!” protestò l’offeso divincolandosi dalla presa del padre e cominciando a rincorrere la sorella che aveva già iniziato a scappare.
Nel giro di pochi istanti i due erano già usciti dalla stanza riprendendo il gioco interrotto poco prima, lasciando soli i genitori.
 
 
I due si sorrisero approfittando di quell’attimo di pace offerto dall’assenza dei figli.
Lei chiuse gli occhi appoggiando la testa sulla spalla del marito godendosi l’abbraccio che seguì subito dopo.
“Come crescono in fretta…” sospirò ad un certo punto. “Andromeda comincia la scuola quest’anno, e tra due anni toccherà anche a Frederich…”
“Diventeranno due maghi fantastici, come i loro genitori” assicurò lui.
“E di sicuro anche modesti, proprio come il padre…” replicò lei facendolo sorridere.
Affacciandosi alla finestra potevano vedere i bambini che, in giardino, si stavano ancora rincorrendo ridendo allegri.
A Celaena sembrava di rivedere lei Scorpius prima che tutto avesse inizio, prima che le idee e l’odio di una singola persona riuscissero a rovinare il loro rapporto.
Si promise che non sarebbe successa la stessa cosa, qualsiasi cosa il futuro avrebbe riservato loro: suo padre non era più un problema, ed era da quella notte che non aveva più notizie di suo fratello.
Stefan le strinse una spalla come a rassicurarla, manco le avesse letto nel pensiero.
“Vedrai che non avranno problemi…”
“Ne sono sicura” convenne lei annuendo con il capo.
Non c’era motivo di preoccuparsi inutilmente, pensò mentre il suo sguardo si perdeva nel sole che lentamente cominciava il suo declino per lasciare il posto alla sera, accompagnato dalle voci ridenti di Andromeda e Frederich.
 
Andava tutto bene.









Ehm, ehm...     *si schiarisce la voce e richiama timidamente l'attenzione*
E così siamo davvero arrivati alla fine, mettere la crocetta su "completa" è stato davvero strano, soprattutto perchè quando ho iniziato a scirvere la storia non sapevo neanche se sarei riuscita a portarla a termine.
Spero che anche questo ultimo capitolo vi sia piaciuto, e ringrazio tutti coloro che hanno seguito Celaena: chi ha preferito, seguito, ricordato la storia, chi ha letto in silenzio e chi ha speso un po' del suo tempo per lasciare una recensione e dire cosa ne pensava.
Davvero grazie a tutti!

Potrebbe esserci un seguito, ma non esultate troppo perchè per il momento è solo un'idea così...
Attualmente ho infatti per la testa un altro paio di idee a cui ho deciso di dare la precedenza. A questo proposito... già qualche tempo fa avevo pubblicato una one-shot su Draco e Astoria, e pensavo che forse avrei potuto aggiungere un piccolo seguito: qualcuno sarebbe interessato?

Un ultimo grazie e un saluto a tutti voi!
A presto (spero)

Elise
   
 
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