Cap 5

Mi sedetti su una pietra sospirando e posando a terra un gruppo di rami bruciacchiati. Ormai erano ore che faticavo cercando di risistemare il bosco, mentre Nico, Juniper e Percy (diceva di aver in comune con Grover una cosa chiamata legame empatico) cercavano il satiro.

…

Non mi sono dimenticata di dirvi chi è Grover, vero?

Ebbene, Grover è un satiro, mezzo uomo e mezzo capra, grande amico di Percy e ragazzo di Juniper. Come fanno un satiro e una driade a stare insieme? Non lo so.

La cosa che mi faceva incazzare, però, è che stavo perdendo tempo. Cosa ci facevo lì? Avrei dovuto essere in giro per New York, la mia città natale, a cercar informazioni.

Avevi tentato di sgattaiolar lentamente fuori dal Campo, ma Rachel mi aveva subito rispedita nel bosco. E, mentre le driadi ringraziavano per il mio aiuto, gli altri semidei già mi guardavano di sottecchi e ridacchiavano.

Avevo già fatto brutta figura.

Ripresi i legnetti e andai verso l'arena, dove avevano preparato un piccolo falò di fuoco greco- che non si spegne nemmeno buttandoci sopra l'Oceano- in cui bruciare i resti. Li buttai dentro distrattamente e mi voltai per andare a prenderne altri, quando distrattamente udii come un latrato trattenuto di un cane. Mi voltai verso gli alberi, e non feci in tempo ad emetter suono che un enorme rottweiler mi si catapultò addosso. Un secondo dopo avevo il viso completamente impregnato di bava, mentre cercavo di togliermi quel cane di dosso.

Una risata a metà tra il sadico e il divertito sferzò l'aria, e l'enorme cosa che avevo sopra di me si fermò, per poi balzare accanto del ragazzo a cui apparteneva la risata.

Mi rimisi seduta pulendomi la faccia con la manica, e notai Nico che accarezzava beatamente il rottweiler. Ora, per “enorme” non intendo quel tipo di cane che è grande quanto te, no. Intendo che era alto almeno 2 metri e più.

«E' un segugio infernale» spiegò Nico.

«Un che?» chiesi molto intelligentemente, togliendomi l'ultima goccia di bava dalla faccia.

Il corvino alzò gli occhi al cielo, mormorando un “Padre aiutami tu”

«Un segugio infernale. Sono creature degli Inferi- come puoi intuire- e Mrs. O'Leary è l'unica addomesticata»

Restai per un attimo stranita, ma poi guardai meglio la rottweiler. In fondo, era tenera.

«Posso..?» chiesi, e Nico mi fece un cenno di consenso. Mi alzai piano, mi avvicinai cautamente e appoggiai la mano sul muso di Mrs. O'Leary. Lei abbaiò contenta.

Probabilmente si era avvicinata a me perché stando vicino a Nico i miei vestiti avevano assorbito il suo odore.

Ormai era sera inoltrata, e dopo una bella doccia i semidei si erano tutti ritrovati in mensa per cenare. Il morale era basso, ma alcuni figli di Ermes e Apollo cercavano comunque di rallegrale l'atmosfera. Diedi uno sguardo al tavolo di Poseidone, ove Percy era seduto, gli occhi preoccupati, dato che ancora non c'era traccia di Grover.

Mi sedetti impacciata al tavolo più grande dove sedevano Chirone e Rachel, guadagnandomi varie occhiate dagli altri mezzosangue.

Sul mio piatto magico apparve del sushi (già il Giappone mi mancava) e, imbarazzata, feci la mia offerta agli dei.

Stetti impalata per qualche secondo senza sapere che fare, per poi buttare un pezzo di sushi nel fuoco, dedicando quell'offerta ad Artemide. Se davvero fossi stata sua figlia, avrei tanto voluto saperlo.

Mi risedetti al mio posto, notando che Nico non si era fatto vedere. Forse era ancora nel bosco.

Iniziai a mangiare, guardandomi intorno, e una figura al tavolo di Apollo mi incantò. Era alto, snello ma muscoloso. Aveva capelli biondi sul riccio e intensi occhi azzurro cielo, il viso abbronzato spruzzato di lentiggini.

Scrollai leggermente Rachel per attirare la sua attenzione.

«Come si chiama?»

«Chi?» fece la rossa confusa, a bocca piena.

Indicai il ragazzo. Lei ingoiò e fece un sorrisetto.

«Carino, vero?» chiese con un ghigno, e il mio viso si scurì.

«Comunque, è Will Solace. » rispose con un sorriso.

Rimasi ancora un po' imbambolata a fissarlo, quando un intensa luce si sprigionò dal fuoco e chiusi di scatto le palpebre.

Quando le riaprii, davanti al fuoco c'era una donna abbastanza bassa e minuta, dai lunghi capelli color topo e profondo occhi castani.

Chirone si inchinò, mentre molti altri semidei rimasero straniti. «Divina Estia. Come mai ci lieta della sua presenza?»

Estia sorrise al tono gentile del centauro. «Ho notizie dall'Olimpo»

Ed eccomi qui con questo nuovo capitolo! Questa volta son riuscita ad aggiornare in settimana. Sono soddisfatta di questo capitolo, anche se è solo un capitolo di passaggio. Il prossimo capitolo sarà decisamente più movimentato, e spero vi piacerà.

Tranquilli, Grover si troverà presto.

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio chi segue la storia, chi l'ha messa tra le ricordate e tra le preferite e chi la segue in silenzio.

Spero che mi farete felice mandando qualche recensione!

Alla prossima beibis~

Runa.