LA NOTTE
PIU’ BELLA NEL MONDO L’HO VISSUTA CON TE
Una volta che la
porta si chiuse, Amy realizzò di
trovarsi sola con Sheldon e iniziò ad avere paura, talmente
tanta da tremare.
Lo
guardò, potendo notare che il suo corpo non si
era mosso di un millimetro da quando era uscita dal bagno conciata in
quel
modo. Un’altra donna sarebbe soddisfatta di se stessa per
aver mandato in tilt
un uomo. Ma lei era diversa e ,soprattutto, Sheldon
lo era ancora di più.
<< Sheldon…ecco…
è tutta colpa di Penny! E’ stata lei che mi ha
costretta a vestirmi così, non
ne avevo alcuna intenzione, credimi. Io adesso vado a dormire su quel
divano,
tu, se vuoi, continua a fare quello che stavi facendo…
>> disse, cercando
di giustificarsi in qualunque modo.
Fu allora che il
fisico teorico ritornò in sé. Vide
la PSP a terra chiedendosi quando le fosse sfuggita tra le mani,
riportando lo
sguardo su sua moglie che si stava allontanando sempre di
più da lui.
<<
No, aspetta >> disse, mentre posava
la console sul comodino, facendola fermare.
<<
Ti va di sederti vicino a me per un po’?
>>
La neurobiologa
sgranò gli occhi per lo stupore.
Davvero le avevo chiesto una cosa del genere o era tutto frutto della
sua
immaginazione? Per
sicurezza si diede un
pizzicotto sul braccio. No, non stava sognando. Vedeva ancora Sheldon
che la
fissava con la mano appoggiata sul lato sinistro del letto, come per
invitarla
a venire.
<<
D… dici davvero ? >>
<<
Si Amy, te lo sto chiedendo veramente, ti
prego non farmelo ripetere una seconda volta >>
Fu allora che la
ragazza capì che non deve essere
stato affatto facile domandarglielo, così si
avvicinò, ancora scossa, al letto,
sedendosi al bordo di esso e coprendosi le gambe con il lenzuolo. Era talmente nervosa che
iniziò a torturarlo
con le mani.
Rimasero in
silenzio per diversi minuti, fin troppi.
<<
Amy ? >>
Sentendosi
chiamare, le venne naturale alzare
lo sguardo, che fino a
quel momento era tutto concentrato sul telo
di stoffa.
<< Sai, in
questi ultimi mesi stavo
pensando a noi e a come il nostro rapporto abbia superato diversi
livelli nel
corso degli anni. Non posso negare che hai avuto un grandissimo impatto
su di
me e senza che me ne accorgessi ho fatto in modo che mi alterassi la
personalità trasformandomi in una persona più
affettuosa e di larghe vedute
>>
<<
Perdonami,
non volevo >>
mormorò Amy, con un
filo di tristezza nella voce.
Sheldon
alzò gli occhi al cielo.
<<
Non volevo
affatto rimproverarti >>
Amy rimase
davvero sorpresa. Di solito ci prendeva
gusto a richiamare le persone.
<<
Non mi dispiacciono i tuoi abbracci,
baciarti e dirti che ti amo, quindi…>>
Fece un respiro
profondo.
<<
… in conclusione, voglio dire che…
ehm… sono
pronto a far salire ulteriormente la nostra relazione di un livello e
voglio
che accada stanotte, sempre se ti sta bene anche a te >>
disse, la voce
appena udibile.
La ragazza
improvvisamente si bloccò. Aveva capito
benissimo a cosa si riferisse, ma prima di farsi stupide illusioni, decise di
chiedere conferma. Con
Sheldon, era meglio non sbagliare.
<<
Stai per caso affermando che ti senti
preparato ad entrare… ehm… in intimità
con me, anche fisicamente? >> disse
Amy, la sua voce un miscuglio di paura e speranza.
Il fisico
teorico annuì.
La ragazza,
tuttavia, si accorse che era molto
agitato, così lo rassicurò.
<<
Sheldon, solo perché siamo sposati ed è la
prima notte di nozze, non significa che dobbiamo per forza giacere
insieme, lo
sai, vero? >>
<<
Amy, pensi che abbia preso questa decisione
solo poche ore fa? E’ da quando che ti ho chiesto di sposarmi
che lo voglio
fare però, mi sembrava più giusto aspettare
>> rispose, deciso, Sheldon.
La neurobiologa
sgranò gli occhi, incredula, mentre
nella sua mente iniziarono a formularsi diverse domande.
Perché
negli ultimi mesi non aveva mai tirato in
ballo l’argomento e soprattutto, come aveva fatto a non
accorgersi di niente?
Credeva che dopo
tanti anni avesse imparato a conoscerlo
abbastanza bene. Realizzò, invece, che ci sarà
sempre una parte di lui che non
scoprirà mai.
Più
il tempo scorreva, più non sapeva come
comportarsi.
Poi
pensò a cosa le aveva detto solo pochi minuti
prima.
Non
mi dispiacciono i tuoi abbracci.
Lo
abbracciò con tutto l’amore di cui era capace e
sentì gradualmente le braccia di Sheldon circondarle il
corpo. Sentì gli occhi
inumidirsi ma cercò in tutti i modi di non piangere
completamente.
<<
Devo prendere questo tuo gesto come un si ?
>> chiese il fisico teorico.
La ragazza
annuì, mentre aveva ancora il
viso appoggiato sul suo petto.
<<
Beh,
allora…se vuoi… ehm… puoi
spogliarmi, ti
do il permesso >> mormorò.
Amy sorrise ed
eseguì gli ordini. Lentamente gli
sfilò la parte di sopra del pigiama scoprendo il suo corpo
così perfettamente
muscoloso, tanto da rimanerne incantata. Si domandò come
fosse possibile per
uno come lui, che passava le sue giornate tra lavoro e videogiochi. Si,
forse
era grazie all’impegno che ci metteva quando giocava con la
Nintendo Wii. Se
questi erano i risultati, d’ora in poi non se ne sarebbe
più lamentata.
Gli
appoggiò una mano sul torace potendo sentire il
cuore battere incessantemente.
Solo ora
realizzò che anche lui, alla fine, aveva le
sue insicurezze e le sue paure, come tutti gli esseri umani e quando
mostrava
questo suo lato nascosto lo amava ancora di più.
Sheldon
posò una mano sulla sua guancia, così calda
e morbida, costringendo Amy ad alzare lo sguardo. Con l’altra
libera, le tolse
gli occhiali, appoggiandoli sul comodino vicino alla PSP.
Si
avvicinò pian
piano sempre di più a lei, per immergersi completamente nei
suoi occhi verdi, alle
loro labbra mancavano pochi millimetri per unirsi, ormai.
Il tempo
sembrava essersi fermato improvvisamente
per entrambi, forse, però, più
per Amy.
<< Lo sai che il
bacio alla francese in
realtà era nato come “bacio alla
fiorentina” che i soldati inglesi avevano
imparato a conoscere durante la Prima Guerra Mondiale in Francia? Sembrerebbe che
sempre loro abbiano confuso l’aggettivo
“fiorentino” con
quello “francese” e quindi abbiano coniato il
termine “ French Kiss”>>
sussurrò
Sheldon.
Amy scosse la testa.
La sua mente aveva smesso di ascoltarlo dopo bacio alla
francese, troppo occupata a contemplare i suoi occhi azzurri, troppo
occupata a
pensare se, oltre a strani aneddoti, conoscesse soprattutto la pratica
di quel
tipo di bacio.
<< Beh,
adesso lo sai >> sussurrò, sorridendo appena, appoggiando finalmente le
labbra sulle sue
,ricoprendola, lentamente, di tanti piccoli baci, regalandole piccoli
brividi
lungo la schiena.
Intuì che
non le dispiaceva, così schiuse un po’ le labbra,
accarezzandole
il labbro inferiore con il suo superiore.
La lingua
iniziò a cercare disperatamente la sua.
Una volta incontrata,
stranamente non sapeva cosa fare, ma fu l’istinto ad
aiutarlo.
Lo aveva sempre
odiato e ogni giorno cercava di reprimerlo continuamente ma
puntualmente, ogni volta che c’era di mezzo Amy, riemergeva
in superfice.
Realizzò,
così, che l’unico modo per renderla felice in quel
momento, fosse
quello di farsi guidare completamente da esso.
E anche dal libro sul
sesso che i ragazzi gli avevano regalato qualche anno
prima nonostante non lo abbia terminato, poiché solo le
prime pagine gli
avevano procurato incubi allucinanti.
Delicatamente, la
fece stendere sul letto, mettendosi sopra di lei, mentre
continuava ancora a baciarla.
Se ne
staccò appena, giusto per riprendere fiato, posando la
fronte alla
sua.
<< Le
tue labbra sanno del brownie che abbiamo preso prima, hanno lo
stesso identico sapore di quando ti ho baciato sul treno la sera di San
Valentino >> bisbigliò.
<< Lo
so. I brownie mi fanno ricordare sempre quel giorno, per questo
li ho fatti inserire nel menù >> disse Amy,
mentre cercava ancora di
riprendersi dal quel bacio favoloso. Si, decisamente era straordinario
anche
nella pratica.
<< Ti
piace proprio manipolarmi, in modo da farmi dire cose che non
pronuncerei mai e poi mai, di’ la verità
>>
La ragazza
annuì, divertita.
<< Lo
sai che adesso dovrei farti una bella ramanzina? >>
<<
Procedi pure. Ti ascolto >>
E ancora una volta,
per colpa di sua moglie, Sheldon non sapeva cosa dire.
La sua sola visione riusciva a mandarlo in confusione impedendogli di
mettere
insieme frasi che abbiano un senso logico.
La sua mente geniale
ormai era sopraffatta soltanto da strani pensieri, che
per lui risultavano così bizzarri tanto da vergognarsene.
Addio rimprovero,
pensò.
Ma di sicuro glielo
avrebbe fatto in un altro momento, di questo ne era
certo.
Così
finì col baciarla appena sulle labbra, sentendole sorridere
per non
aver ricevuto alcuna predica, per poi darle tanti piccoli baci sulla
guancia e
sul collo mentre con le dita le sfiorava dolcemente la coscia, per poi
salire lungo
tutto il suo corpo.
La neurobiologa
chiuse gli occhi per godersi appieno quel momento, che per
lei risultava così impossibile, tanto che credeva che stesse
sognando tutto.
Più
Sheldon continuava a baciarla e toccarla, più Amy sentiva il
respiro
farsi irregolare e il ritmo cardiaco accelerare.
Avvertì
tutto il suo corpo andare in fiamme, e la sensazione era
così forte
da non permetterle di ragionare con lucidità.
No, non stava
sognando. Tutto quello che stava provando era vero.
Prese la mano di
Sheldon, non seppe neanche come, e gliela appoggiò sul
petto.
Il fisico teorico
rimase sorpreso da quel gesto e la guardò con occhi
interrogativi.
<<
Adesso tocca a te svestirmi >> sussurrò, con
quel poco di
fiato che le rimaneva.
<< O… ok
>>
La sua mano,
tuttavia, non azzardava a muoversi. I suoi occhi andavano alla
ricerca di qualche cerniera, bottone o laccio, senza ottenere alcun
risultato.
Amy lo guardava
divertita, era così impacciato, così…
Sheldon!
<< Vuoi
che ti dia un indizio, Signor quoziente di intelligenza di
187 ? >>
<<
Ecco, appunto, proprio perché il mio intelletto è
superiore alla
norma, non ho bisogno di alcun indizio, però se proprio ci
tieni a dirmelo…
>>
Amy, per tutta
risposta, inserì un dito sotto il bordo del tessuto della
camicia da notte, facendolo tendere.
<<
E’ elastico>>
<< Lo
sapevo benissimo >> rispose con ovvietà.
No, non lo sapevi
affatto, pensò la neurobiologa, ridendo tra sé e
sé.
Sheldon
,così, ripeté il gesto di Amy e lentamente le
sfilò la camicia da
notte, facendola scendere lungo tutto il corpo, provocando alla ragazza
piccoli
fremiti.
Il fisico teorico
poté finalmente ammirarla in tutto il suo splendore e ne
rimase ipnotizzato.
Tutto ,intorno a lui,
in quel momento, sembrava non proprio normale. Si
sentiva più forte e più debole allo stesso tempo,
eccitato e allo stesso tempo
terrorizzato. Non sapeva più cosa provava.
Si, si sentiva
proprio come Peter Parker quando guardava Mary Jane. Adesso
finalmente capiva il vero significato di quelle parole.
<<
Sheldon, se non te la senti, non ti devi preoccupare, ci saranno
sempre altre occasioni, non… non dobbiamo farlo soltanto
perché la convenzione
sociale lo impone … >> balbettò la
neurobiologa, vedendolo non muovere un
muscolo, insicura di sé.
Sentendo quelle
parole, Sheldon ritornò in sé.
<< Amy,
se non volevo arrivare al compimento del coito, non avrei
neanche cominciato. Tu staresti riposando sul divano mentre io avrei
continuato
a giocare con la PSP, dopodiché mi sarei addormentato,
invece stranamente non
ho affatto sonno e siamo entrambi nudi nello stesso letto. E
poi… >>
Gradualmente,
eliminò quella poca distanza che li separava, premendo il
corpo contro il suo.
<<
… sai perfettamente che odio rimanere le cose a
metà e che tutto,
per me, deve avere
una conclusione
>>
Il cuore di Amy
iniziò nuovamente ad accelerare e sentì il
respiro farsi
sempre più irregolare. Averlo così vicino,
inoltre, non la aiutava di certo a
calmarsi.
Avvertì le
dita di Sheldon che scendevano delicatamente lungo le braccia
fino a raggiungere le sue mani. Si intrecciarono in un gesto saldo ma
allo
stesso tempo protettivo.
<< Da
quanto in qua mi prendi per mano di tua spontanea volontà?
>> disse la neurobiologa, sorpresa e incuriosita allo
stesso tempo.
<< Da
quel che ho sentito dire, la donna, durante un amplesso, ha la
cattiva abitudine di conficcare le unghie nella pelle dell’
uomo, mentre prova
piacere. Non mi va
di ritrovarmi pieno
di graffi sul corpo, quindi ti
autorizzo
a stritolarmi le mani >>
Amy, sentendo quelle
parole, non sapeva se trovarle romantiche o ridicole.
Ma forse lo erano tutte e due.
<< Sei
davvero sicuro che riuscirai a farmi provare piacere? >>
disse, maliziosamente, riacquistando improvvisamente tutta la sua
sicurezza.
Il fisico teorico,
per tutta risposta, posò le labbra sulle sue, donandole
un unico ma deciso bacio, avvicinandosi, dopodiché al suo orecchio.
<< Si
ricordi, Dottoressa Fowler, che ha qui davanti il Dottor
Sheldon Lee Cooper, strabiliante genio con un quoziente intellettivo di
187.
Non si deve mai e poi mai azzardare a sottovalutare le sue
capacità. >>
sussurrò, sorridendo appena, con un tono decisamente da
falso rimprovero.
Finalmente i loro
corpi si unirono, in un modo così perfetto, tanto da
meravigliare sia Sheldon che Amy.
Iniziarono a muoversi
insieme, trovando un ritmo comune, e più crescevano e
ardevano il desiderio e la passione dello strano, ma vero amore, dei
due
scienziati, nei loro animi, più i movimenti dei loro corpi
diventavano decisi e
sicuri, mentre le loro mani, ancora intrecciate, non si azzardavano a
lasciarsi.
La neurobiologa
sentì improvvisamente tutti i suoi pensieri e le sue paure
degli ultimi mesi scivolare via e si sentiva così leggera
tanto che credeva di
stare sulle nuove.
Chiuse
gli occhi per godersi la
sensazione dei muscoli duri di suo marito a contatto con la sua morbida
pelle .
Poteva sentire il suo odore di talco attraversarle le narici,
mandandola ancora
più in confusione, il suo respiro che cresceva sempre di
più e il suo cuore che
batteva ininterrottamente senza sosta.
<< Tu
sei la chiave della mia felicità >>
sussurrò, debolmente
Sheldon, improvvisamente, guardandola intensamente nei suoi occhi verdi.
La ragazza non sapeva
se quella frase fosse di qualche film di supereroi o
se provenissero dalla sua mente. Optò per la prima scelta.
Ma non le importava,
perché in quel preciso momento, capì che Sheldon
l’amava profondamente, così
tanto da essere pronto a compiere quel gesto così intimo
che, prima di
incontrarla, non era minimamente presente nei suoi piani futuri.
Poteva non essere
perfetta, ma di sicuro, in
quell’istante, si sentiva la donna più felice e
realizzata del mondo. E lo
sarebbe sempre stata.
**********
Quando i loro corpi
decisero finalmente di separarsi, i due sposi si
abbandonarono sul letto, sfiniti da tutta
quell’attività fisica, a cui i due
non erano affatto abituati.
<<
E’ stato bello >> disse Amy, senza fiato.
<< Bene
>> rispose Sheldon, facendo un respiro profondo,
cercando di smettere di respirare con affanno.
Restarono in silenzio
per diversi minuti, in sottofondo si potevano sentire
solo i loro respiri che diventavano poco a poco sempre meno pronunciati.
<< Amy
? >>
Sentendosi chiamare,
la ragazza si distese su un fianco per guardare meglio
suo marito, così bello e così perfetto, i suoi
occhi così profondi che,
nonostante tutto quello che era successo, conservavano ancora purezza e
spontaneità.
<<
Stavo pensando al giorno in cui ci siamo incontrati…
>>
disse la neurobiologa, avvicinandosi un po’ a lui.
<<
… dicendoti che preferivo evitare accuratamente qualsiasi
forma di
contatto, coito compreso… >>
<<
Invece guardaci, adesso siamo addirittura sposati e siamo di nuovo
a letto insieme! >> la interruppe Sheldon.
Di nuovo a letto
insieme. Amy, sentendo quella frase, non poté far altro
che sorridere.
Perché si,
per Sheldon, essere a letto insieme significava semplicemente
stare entrambi seduti su di esso. Si ricordò quando accadde
e si ricordò anche
che, nel frattempo, stavano terminando una partita a Dungeons & Dragons facendo interagire
i loro personaggi
come se fossero una coppia in intimità, a causa di Penny e
degli altri che
iniziarono a darle corda.
La loro primissima
prima volta, pensò.
Istintivamente lo
abbracciò e il fisico teorico non poté far altro
che
stringerla ancora di più a sé.
Semplicemente come
tutto era iniziato.