Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _Lillian_    20/03/2015    9 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 12

POV BELLA

Tremavo. Mentre correvo per raggiungere mio figlio, tremavo.
Non potevo credere che fosse accaduto davvero, né potevo pensare di essere riuscita con tanta freddezza a dire quelle cose, a spingere Alice e a guardarlo negli occhi. Quegli occhi che non erano cambiati di una virgola, ma che allo stesso tempo incrociando i miei, aveva ribaltato un mondo. Il mio, di nuovo.
Mi sentivo confusa, spaesata, arrabbiata, triste e in un angolino del mio cuore felice. Si felice perché lui era vivo, stava bene, nulla gli era successo ed era a pochi passi da me. Era una felicità malsana la mia, dopo tutto quello che aveva fatto di certo non la meritava, ma in me stessa potevo permettermi di esserlo no?
Rivederlo era stato come un fulmine a ciel sereno, come la pioggia dopo una torrida estate, come un arcobaleno dopo decenni in cui ero stata colpita da una personale tempesta.
Poi non appena mi ero resa conto della situazione in  cui mi ritrovavo era subentrato il panico. Nella stessa stanza, sotto lo stesso tetto, io, lui e loro. Madre, padre e figli per la prima volta.
Unico problema: lui non sapeva chi fossero loro, loro non sapevano che il padre fosse lui.
Perfetto no?
No.
Non avevo intenzione di dirgli niente, non potevo farlo così d’improvviso ma poi tutto era precipitato. Alice mi aveva urlato quelle cose, io ne avevo urlate altre, le facce dei ragazzi  spaesate ma sempre più consapevoli e lui che aveva detto quelle cose sul prendersi cura di altri proprio come aveva voluto fare con me tempo addietro. E semplicemente io non avevo ragionato più.
Tutto, avevo detto tutto.
E mai come in quel momento mi sarei voluta tagliare le corde vocali a mani nude per poi tritarle con i denti.
Avevo visto Edward divenire una statua, Alice sbarrare gli occhi, le mie bambine indietreggiare spaventate, Anthony avanzare infuriato e la situazione sfuggirmi di mano impazzita.
Come una furia Anthony si era scagliato su Edward dando vita ad uno dei miei peggiori incubi. Sapevo che se solo Edward avesse detto qualcosa di sbagliato suo figlio non avrebbe badato tanto alle buone maniere o meglio, alla paternità!
Gli occhi di Edward erano saettati da lui a me in cerca d’aiuto e io in quel momento quanto avrei voluto dargliene Dio solo lo sa. 
Una tenerezza assurda nei suoi confronti mi aveva attanagliato lo stomaco, ma l’amore per mio figlio aveva scavalcato quel sentimento e proprio per questo ora mi ritrovavo a rincorrere, nel bel mezzo della notte, un mezzo vampiro incazzato nero.
La velocità l’aveva ereditata dal padre, strano a dirsi ma sentivo la milza in gola.
“Anthony ti prego fermati!” urlai a pieni polmoni (morti) vedendo finalmente la figura avanti a me di molti metri, arrestarsi.
Eravamo vicini ad un profondo burrone, ah ecco perché si era fermato per l’amor del cielo!
Lo vidi sedersi al limite del precipizio con le gambe a penzoloni e avvicinandomi cautamente a lui, feci lo stesso. Cercai in tutti i modi di mettere a tacere la mamma chioccia che era in me, la quale, vedendo uno dei suoi cuccioli seduto al limite di un burrone, urlava a gran voce di prenderlo in braccio e spostarlo da lì. 
Non è il momento mamma- chioccia! Taci!
“Perché proprio ora mamma? Stavamo bene, non avevamo bisogno di lui!” sputò velenoso mio figlio sradicando una parte di roccia e facendo salire la mia preoccupazione alle stelle, se fossimo caduti io non mi sarei fatta niente ma lui?
“Anthony…” provai a dire senza sapere davvero cosa.
“Perché diavolo doveva comparire adesso? Perché devo somigliargli così tanto!?” disse prendendosi la testa tra le mani.
Il cuore mi si strinse.
Posi la mia mano sul suo cuore e l’altra ad accarezzargli i capelli ramati.
“Anthony, tesoro mio, prima o poi sarebbe successo comunque. Quanto pensi che avremmo potuto posticipare ancora questo inevitabile incontro? Ogni cosa segue un proprio corso temporale ed evidentemente il vostro momento era arrivato al capolinea. Chi siamo noi per dire che un momento sia migliore di un altro?” chiesi retorica accarezzando la sua guancia arrossata dal freddo.
“Perché proprio ora?” ripetè come una nenia senza ascoltarmi davvero.
“E perché non ora? Se fosse accaduto tra cento anni sono sicura che la domanda sarebbe stata sempre la stessa e lo sai anche tu. Anthony ascoltami, io non ho mai parlato tanto di lui con voi e di questo solo ora ne capisco la gravità. Voi avete conosciuto solo ciò che di brutto ha fatto, ma non sapete nulla di quello che di bello è stato capace di fare. Somigliargli è la cosa più bella che potesse capitarti ed è una delle cose che di te mi rende più fiera” sussurrai alzando gli occhi al cielo ancora nero.
“Ma cosa…”
“Edward è molto più di ciò che tu pensi di sapere sul suo conto. È vero per lui ho sofferto come per nessun altro, ed è altrettanto vero che per il suo abbandono ho pensato spesso che la mia vita non meritasse di essere vissuta. Ma Edward non è mai stato solo questo. Lui per me è stato sorrisi sinceri, è stato braccia protettive, è stato porto sicuro in cui rifugiarmi, è stato gioia, felicità e amore. È stato sogni, adolescenza, crescita. È stato un mondo nuovo in cui gettarmi a capofitto nonostante tutto, ed oltre ad essere stato vita per me, lo è stato anche per voi. Non sareste qui senza di lui ed è inutile che io stia qui a spiegarti il perché” risi spingendolo giocosamente con la spalla. Sorrise anche lui, e il mio mondo tornò ad illuminarsi. La ragazza che avrebbe rubato il cuore del mio Anthony sarebbe stata la più fortunata del mondo. E non lo pensavo semplicemente perché ero la madre. 
Anthony era una boccata d’aria pulita.
“Tu somigli a lui non solo per l’aspetto fisico, ma anche per come sei dentro” dissi accarezzandogli il petto laddove era nascosto quel cuore scalpitante.
“Sei la parte migliore di lui Anthony” dissi sicura che quelle sette parole furono le più chiare, le più complete e le più giuste in quel momento.
Non disse nulla, semplicemente mi abbracciò. Si aggrappò a me con tutte le sue forze e io fui felice di essere la sua ancora. 
Il mio Anthony non mostrava mai nulla, non voleva farlo né poteva secondo lui. Si era sempre sentito in dovere di essere l’uomo di casa lasciando scorrere la sua fanciullezza, non vivendola davvero. Si era sempre preso cura di me e delle sue sorelle nel modo più dolce e umano possibile. 
Amavo il mio uomo. Lo amavo sopra ogni cosa.
“Mamma?” mi richiamò a bassa voce.
“Si?”.
“Sarà anche quello che hai detto tu, ma se si avvicina lo scanno comunque!” sentenziò sorridendomi e gettandosi improvvisamente nel vuoto.
Il mio cuore saltò in gola e gli occhi mi uscirono fuori dalle orbite.
“O MIO DIO ANTHONY!”
La sua risata riecheggiò fino alle mie orecchie.
Risi, sapevo che il peggio era passato ma sapevo anche che il buio per anni raccolto nel suo cuore nei confronti di quella figura era solo stato scalfito. 
Niente di più.

POV JACOB

Maledetto succhia sangue a tradimento! Proprio ora doveva venire a rompermi le uova nel paniere quella specie di botolo ringhioso con i canini affilati!
Razza di Succhiasangue, Stucco-man, trilli dei miei stivali!
Giuro che se Bella, la mia Renesméè o qualcun altro di questa famiglia avesse sofferto per la loro teatrale e romanzata ricomparsa, lo avrei scuoiato vivo dando una mano ad Anthony e un falò in giardino.
Nella mia testa la scena di suo figlio che gli staccava la testa, oltre ad essere esilarante mi riempiva d’orgoglio! Mi sarei fatto delle sane risate se davvero l’avesse fatto! Ooh si che me le sarei fatte!
“Io non posso crederci! Era lì, davanti ai miei occhi! DIO!” disse il mio piccolo uragano entrando come una forsennata in casa e sbattendo la porta. 
Fortunatamente quella notte si erano dileguati tutti una volta capita la situazione, ottima mossa gente, davvero ottima!
“Ehm Tesoro…” provai a dire cercando di farle capire che ci fossi anche io e magari evitare una di quelle sue urla spacca- timpano.
“Ad una scalinata di distanza c’era mio padre ed io come uno stoccafisso dico ‘buonanotte’ grande mossa Ness, davvero una mossa grandiosa!” sbottò sbattendo un bicchiere di vetro sul piano cucina.
Inutile dire che fine fece.
“Nessie…” ritentai cautamente.
“Mi è passata anche la sete! Accidentaccio a lui! Accidentaccio a me! Vaffanculo a tutti!”
“RENESMEE CARLIE!” urlai esasperato non riuscendo in alcun modo ad ottenere la sua attenzione.
“E tu da dove salti fuori?!” chiese stralunata facendomi sospirare. La mia pazza, dolce, svampita Nessie.
“Potevi dirmelo!” continuò facendomi alzare gli occhi al cielo.
“Sono qui da quando sei entrata amore, solo che eri troppo occupata a strillare per accorgertene” dissi osservando la sua testolina piegarsi di lato, poi diceva che il cane ero io! Beh, effettivamente lo ero ma… 
Vabbè capito no?
“Jacob?” chiese mesta appoggiandosi con entrambe le mani al ripiano cottura dietro di lei.
“Si?”.
“Sono nel panico! Insomma lo hai visto? Li hai visti? Hai visto come ci ha guardati? Hai visto come ha guardato la mamma? Hai visto come mamma ha guardato lui? Hai visto come mamma ha spinto Alice? Hai visto come Alice ha urlato alla mamma? E hai visto come poi la mamma gliene ha dette quattro? E poi hai visto che faccia da stoccafissi hanno assunto alla notizia bomba? E…”
“NESS!” urlai nuovamente per bloccare quel fiume in piena di parole sempre meno comprensibili. Quella mezza vampira mi faceva ammattire quando iniziava a fare così.
“Amore per non vedere tutte queste cose avrebbero dovuto cavarmi gli occhi! Respira ed ispira piccola, sei diventata viola” le sussurrai avvicinandomi e prendendola in braccio di peso per poterla spostare dai cocci di vetro sparsi sul pavimento.  
Una volta assicuratomi che fosse abbastanza lontana dal pericolo tagli, la misi giù e presi tra le mie, entrambe le sue piccole.
I suoi occhi cioccolato si piantarono nei miei in un misto di smarrimento, paura, eccitazione e rabbia.
“Jake… io non riesco a capire. Ho dovuto metabolizzare e accettare tante cose nella mia vita. La mia natura, la parte ancora sconosciuta di me, la morte… ma allora perché non riesco a capacitarmi di aver ritrovato mio padre?” mi chiese stringendo forte la presa su di me.
“Perché certe cose non si accettano solo con la testa Ness, non tutte e non di certo questa. Tu con questa hai accettato di uccidere” dissi portando un indice ad accarezzarle la tempia.
“Ma con il cuore piangi ogni volta che lo fai” continuai spostando la mano all’altezza del suo cuore. Lo sentii palpitare velocemente e fui sicuro non fosse solo per la sua natura. Quel suono ormai lo avrei riconosciuto tra mille. 
Era la musica della mia vita, era la mia vita.
Spostò la sua mano sulla mia e l’accarezzò.
“Quando saprò che anche il mio cuore lo avrà accettato?” chiese appoggiandosi completamente a me. Prontamente le mie braccia, come mosse da riflesso incondizionato, si strinsero intorno alla sua figura.
“Non c’è un vero modo per saperlo piccola mia… i sentimenti sono irrazionali, pazzi e molto spesso incoerenti. Credo tuttavia che prima o poi arriverai a provare per quell’uomo un unico e solo sentimento. Che sia amore o che sia odio, capirai chi lui sia per te e che ruolo vuoi che abbia nella tua vita”.
“Non posso semplicemente far finta che lui non esista come ho fatto finora?” singhiozzò appoggiando le labbra bollenti sul mio collo.
“E saresti felice?” chiesi sorridendole.
Si scostò da me quel tanto per far incrociare i nostri occhi.
“Da quando sei così saggio mio lupo?” chiese sorniona facendo comparire su quel dolce volto di porcellana, il sorriso che tanto adoravo.
“Quando si tratta di te devo per forza esserlo mia bella cacciatrice” risposi avvicinando le mie labbra alle sue, sfiorandole.
“Love you my heart” sussurrò prima di poggiare completamente le sue labbra sulle mie in uno di quei baci senza fine. 

POV NICHOLAS 

Era ufficiale, Lilian Cullen aveva deciso che la mia morte dovesse avvenire al più presto!
Con i nervi a fior di pelle e la tensione palpabile intorno a me, stavo girando, ormai da un’ora abbondante, Forks in lungo e in largo per trovarla. Nella mia testa continuavo a rivoltare come un calzino lo scambio di battute avute con Nessie poco prima in cerca di un qualsiasi tipo d’indizio.

In un tacito accordo avevamo deciso di abbandonare casa Swan per permettere alla famiglia Cullen di vivere quell’assurda situazione in santa pace. Molti di noi, se non praticamente tutti, quella notte non sarebbero tornati a casa per permettere poi ad Isabella di parlare con i figli, con la giusta privacy che un argomento come quello meritava. Ma io non potevo allontanarmi prima di aver visto Lilian star bene e rientrare in casa. Non ci riuscivo. Così mi appollaiai su di una panchina posta a metà strada tra la villa Steele e la villa Cullen aspettando la comparsa di un viso conosciuto. 
E almeno in quell’intento ci riuscii.
“Ehi Ness! È tutto ok?” chiesi vedendo la mia amica tornare a casa come una furia.
“Sono una deficiente! ‘Buonanotte’ capisci? La mia testa ha partorito semplicemente uno stupido ‘buonanotte’!” urlò stizzita facendomi preoccupare per la sua sanità mentale.
“Ness, dov’è Lilian” chiesi trovando subito molto strana la sua assenza.
“Voleva stare da sola, si è allontanata già da un bel po’ da noi” rispose facendo spallucce.
 
La chiamavano sfiga!
E pioveva anche!
Avevo setacciato boschi, giardini, strade, parchi ma niente. La preoccupazione che si fosse persa mi stava attanagliando lentamente lo stomaco e la paura che le potesse esser successo qualcosa stava invece penetrando nelle mie vene a velocità sempre più costante.
Dove sei Lilian?
Non doveva separarsi dalle sorelle maledizione! Non quando era così emotivamente instabile e non in una città nuova! Tutti sapevano quanto Lily non fosse un asso nell’orientamento, persino lei!
E allora perché Lily?! Non potevi semplicemente venire da me come hai sempre fatto?
Da me… 
Ma certo! Perché sono così limitato a volte!?
Come un pazzo corsi verso casa mia, come previsto non c’era nessuno, o meglio qualcuno c’era e fortunatamente era l’unica persona che in quel momento avrei voluto ci fosse. 
Corsi su per la rampa di scale a velocità vampira, per poi spalancare la porta della mia stanza.
Il mio cuore si alleggerì di cento tonnellate.
Rannicchiata sul mio letto, con un cuscino stretto spasmodicamente al petto e il viso in esso sprofondato, se ne stava Lily.
Improvvisamente, tutte le parole poco prima studiate per farle una di quelle ramanzine storiche, svanirono come il vento.
“Lilian” sospirai finalmente felice di vederla sana, salva e soprattutto al sicuro.
Alzò il viso piantando i suoi occhioni cioccolato nei miei.
“Mi chiedevo quando saresti arrivato…scusa se sono bagnata e sul tuo letto, ma tu non c’eri e io…io avevo bisogno di te… qui il tuo profumo è così forte e…” sussurrò con la voce più triste che avessi mai sentito provenire da lei.
Il mio cuore si contrasse.
“Sei qui…” disse nuovamente con voce spezzata dal pianto. Riuscii a vedere perfettamente il momento in cui i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Sono qui Sissi” dissi avvicinandomi a lei e inginocchiandomi al lato del letto poggiandole una mano sulla gamba.
“Nick!” .
Nello stesso istante in cui pronunciò il mio nome, venni avvolto da quelle piccole braccia che si strinsero spasmodicamente intorno al mio collo. Nonostante la posizione non fosse delle migliori, con lei sul letto ed io sul pavimento, presi a cullarla e a sussurrarle parole di conforto.
“Cosa c’è di sbagliato in me Nicholas?” chiese singhiozzando ancora più forte di prima.
“Mi dispiace Sissi, hai posto la domanda all’uomo sbagliato” dissi scostandola leggermente da me in modo da potermi sedere al suo fianco e osservare quei suoi bellissimi occhi confusi.
“Non potrò mai sapere cosa in te sia sbagliato Lilian Cullen, Perché io di sbagliato in te, non  ho mai trovato nulla” continuai spostandole dietro l’orecchio, una ciocca bagnata forse da lacrime forse dalla pioggia.
La sua mano, inaspettatamente, si posò sulla mia guancia destra e l’accarezzò dolcemente.
“Perché Nick?” chiese senza che io capissi davvero a cosa si stesse riferendo.
“Perché ora fa così male se poco fa ho parlato tranquillamente con Alice, come se fosse stata una di noi da sempre?” continuò chiarendo ogni mio dubbio. Poggiai la mia mano sulla sua scostandola dalla mia guancia e baciandola.
“Perché tu sei così Lilian, tu sei come il mare, apparentemente piatto all’esterno ma nascondi un tesoro al tuo interno” dissi più che sicuro di aver scelto la giusta metafora. Lilian era un concentrato di energie e vitalità. Sapeva affrontare di petto situazioni e persone senza mai sbilanciarsi con le emozioni. Ma poi, quando era da sola, dava sfogo a tutte quelle emozioni che altrimenti l’avrebbero surclassata.
“Nick io non voglio che la mia famiglia soffra…non voglio vedere mia madre star male, né voglio vedere la rabbia di Anthony o la delusione e la tristezza in Deliah. Non sopporto lo smarrimento di Nessie né il tormento negli occhi di quell’uomo” disse abbassando gli occhi e prendendosi la testa fra le mani.
“Lilian, hai appena detto che non vuoi vedere la tua famiglia soffrire e tra i nomi, forse inconsapevolmente, è comparso anche quello di tuo padre. Per quanto tu non lo voglia ammettere, per quando Anthony sia arrabbiato, Deliah delusa e Nessie smarrita, quell’uomo fa parte della vostra vita, ne ha sempre fatto parte. Solo che prima non era così concreto come lo è ora” dissi accarezzandole la testolina piena di boccoli d’ebano.
“E io cosa dovrei fare” chiese riportando i suoi occhi nei miei.
“Insomma a scuola domani, lui ci sarà! Ci saremo tutti!” continuò allarmata.
“Tu devi essere Lilian, semplicemente la mia Lilian” dissi facendola arrossire. Adoravo come quel colore andasse a tingere la pelle nivea delle sue guance e facesse splendere di una luce diversa i suoi occhi. 
In teoria di Lilian adoravo tutto sin dal primo giorno in cui i miei occhi si erano posati su di lei. Da quel lontano giorno a Reikiavik non poterono più farne a meno.
“Chi è Lilian in realtà Nick?” mi chiese avvicinandosi impercettibilmente.
“Lilian è la donna più pazza che abbia mai conosciuto, Lilian è energia, vitalità e gioia. Lilian è la donna per la quale sono pronto a subire ventiquattro ore di shopping, per la quale non dormo e grazie alla quale sono cambiato. Lilian è la mia Sissi” dissi scoprendomi completamente.
Amavo Lilian da sempre, ma di dirglielo non ne avevo mai avuto il coraggio. Non era la prima volta che le dicevo cose del genere, ma un vero ti amo, non era mai venuto fuori dalle mie labbra e la situazione ritornava come sempre ad un punto di stagno ogni volta. Il mio cuore però, quelle due paroline le urlava a gran voce e avrei tanto voluto che lei potesse sentirle con la stessa facilità con la quale le udivo io.
Alzò entrambe le mani poggiandole sulle mie guance e le carezzò dolcemente. Al contatto rabbrividii, non solo per quanto fossero fredde.
I nostri occhi s’incatenarono e la distanza tra noi diveniva sempre di meno. Sentivo chiaramente il profumo di vaniglia solleticarmi il naso e mi ritrovai presto a bramarne di più.
“Sissi…” soffia sulle sue labbra preda di tante emozioni tra loro contrastanti.
“Resta con me Nicholas, non lasciarmi da sola… non stanotte” sussurrò poggiando il suo nasino al mio.
Sentivo chiaramente i nostri cuori impazzire.
“Non lo farò mai Lilian, mai” sentenziai baciandole la fronte e accogliendola tra le mie braccia. 
Quella notte fu una delle più belle della mia vita. Steso al suo fianco, guardai la mia unica ragione di vita dormire serenamente stretta al mio petto per tutto il tempo.
“Ti amo Sissi” le sussurrai all’orecchio baciandoglielo dolcemente subito dopo.

POV KEIN

“Siete degli sciagurati!” disse nuovamente Robert facendomi alzare gli occhi al cielo.
“Ma cosa vi è saltato in mente?! Se i vostri di dietro fossero davvero andati a caccia a quest’ora tutto questo non sarebbe successo razza di bestiacce insolenti!” continuò mandando quasi saette con gli occhi chiari.
Era da più di due ore che andava avanti quella tiritera. Robert stavolta aveva proprio deciso di spolmonarsi per bene.
“Sarebbe successo comunque. Non stanotte, forse domani o il giorno dopo, ma sarebbe successo” disse una voce da me fin troppo conosciuta.
Alle nostre spalle comparve Deliah bagnata fradicia. I lunghi capelli appiccicati alle guance arrossate per la bassa temperatura, gli occhi lucidi, e il petto che più velocemente del solito si alzava ed abbassava a ritmo del suo respiro. I vestiti le si erano appicciati addosso quasi a divenire una seconda pelle e in un'altra occasione questa scena avrebbe sicuramente stuzzicato la mia fantasia.
Ma non ora, non quando vedevo chiaramente i segni di sofferenza sul suo viso.
Una sensazione di panico mi avvolse. Eravamo in un bosco nelle vicinanze di casa, e vedere la sua figura minuta, sotto l’acqua insistente e avvolta dal buio che dietro di lei regnava sovrano, mi metteva in agitazione.
Robert non rispose, sapeva che la giovane Cullen avesse ragione, sapeva che non era neanche il caso di farlo.
“Come stai piccola bestiolina?” chiese l’uomo mostrando preoccupazione nel suo singolare modo.
“Domani starò meglio Robert” rispose Dely fissando un punto indefinito dinanzi a lei.
“E dopodomani sarà ancora meglio piccola” disse l’uomo accarezzandole la testa.
Ok chi è quell’uomo e dov’è Robert?
“Non ci credo! Sei davvero capace di essere umano?!” borbottò Aria venendo trafitta con lo sguardo dal cacciatore.
“Solo con chi ne ha un impellente bisogno Aria. Domani vi aspetta una punizione esemplare!”.
Si alzò uno sbuffò generale da cui me ne tirai fuori.
La mia attenzione era concentrata su di lei.  
Si stringeva le braccia intorno come a volersi proteggere da chissà cosa e la testa penzolava verso il basso.
Mi avvicinai lentamente e sfilandomi la giacca di pelle, gliela misi sulle spalle. Non era tanto ma almeno poteva sentirti un po’ più al riparo.
“Grazie Kein” sussurrò talmente piano da far sembrare quasi irreali quelle due paroline.
“Stai bene?” chiesi a bassa voce poggiandole una mano sui capelli.
“No…” rispose alzando finalmente la testa. Dai suoi bellissimi occhi verdi, tante piccole gocce, si mischiarono con la pioggia.
“Non piangere” dissi nel modo più dolce che potesse esistere.
“Torniamo a casa”.
Fu l’unica cosa che disse sino all’indomani. Non potei fare nulla, nessuno poté, non quella notte.

POV LILIAN

Aprii di scatto gli occhi svegliata di soprassalto da quella maledetta sveglia e quel suo incessante e rumoroso suono.
Sbuffai.
Poi come un flash, le immagini della notte precedente ritornarono e fu panico.
Mi voltai lentamente verso destra e il mio naso sfiorò quello di Nicholas avendo come effetto immediato, la colorazione delle mie guance da rosa carne a rosso pomodoro.
Oh Santa Chanel! Avevo davvero chiesto a Nick di dormire con me?!
Ma cosa mi era passato per la testa?! Dovevo essere ammattita.
Portai una mano all’orecchio destro, facendo attenzione a non svegliarlo.
Avevo fatto un sogno quella notte, uno strano sogno da cui pur tuttavia non avrei mai voluto sottrarmi.
Mi aveva sussurrato ti amo nel modo più dolce che io avessi mai potuto desiderare, e sembrava così vivido e reale da far male quasi.
Sbuffai nuovamente.
Magari fosse successo davvero!
“Mmm… Sissi la smetti di fare la locomotiva e torni a dormire?” mugugnò Nick al mio fianco stringendosi di più a me per mettersi comodo. 
Bordeaux .
Il suo naso ora sfiorava il mio collo e il suo respiro lo solleticava facendomi venire i brividi.
Oh Santo Armani aiutami tu!
“Nicholas dobbiamo andare a scuola” sussurrai cercando in tutti i modi di girare il volto dalla parte opposta alla sua.
Che figura di merda! 
“Altri cinque minuti giuro” borbottò in risposta con la voce ultra impastata dal sonno.
Sorrisi, sembrava un bambino.
Ma io ero Lilian e si sa Lilian non sa stare al proprio posto.
Con uno scatto feci volar via le coperte e mi alzai facendo cadere Nick sul pavimento per l’irruenza dei miei movimenti.
“Cavolo Lilian!” sbottò massaggiandosi una guancia.
“Scusami splendore ma è ora di sbrigarsi. CHIUNQUE SIA IN QUESTA CASA SI SVEGLI!” gridai poi cercando di sdrammatizzare sul nomignolo appena affibbiatogli.
Di corsa uscii da casa Gordon, non prima di aver aperto le tende di tutti e tirato via le calde coperte dai loro letti.
Così feci anche in casa Steele dove le proteste furono meno gentili e successivamente entrai in casa Cullen.
Forza Lilian Cullen, vai a fronteggiare tuo padre!
Angolo Autirce *_*
Salve a tutti e buongiorno! Spero che la vostra giornata scolastica sia andata bene così la lavorativa nel caso qualcuno di voi fosse più grande 
Ecco qua il dodicesimo capitolo con un po’ di ritardo. Come avrete potuto notare sono state elencate un po’ le reazioni dei quattro figli di Edward e Bella e sono state spiegate anche alcune delle loro relazioni con gli altri. Ovviamente in modo molto ma molto approssimativamente. Credo il prossimo capitolo arrivi a breve e non fra una settimana. È già in fase di scrittura. Anzi se le recensioni aumentano da 7 a 9 entro domani è probabile che pubblichi anche domani. Ce la facciamo ragazzi??
Penso di si, voi siete i migliori!
Alla prossima Lilian <3
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Lillian_