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Autore: BitterMadeleines    15/12/2008    7 recensioni
Mello pensava che quello sarebbe stato solo uno di quelli che definiva "scherzi innocenti". Non si sarebbe mai aspettato che compiere quella terribile azione lo avrebbe sprofondato in un incubo ad occhi aperti...
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Matt…”

Ore 20: 24 - 21 ottobre 2000

 

“Matt…”

E’ passato un tempo interminabile dall’ultima parola pronunciata da L.

Mello sembra essere tornato in condizioni stabili, dorme placidamente. Matt non ha fatto altro che stare al suo fianco, non lo ha abbandonato mentre il dottore cercava di calmarlo, ma quando lui si sveglia, non è lì. C’è solo quel ragazzo che ha detto di essere L e nessun altro.

I suoi occhi sono ancora semichiusi, liquidi, le pupille si spostano lentamente da un angolo all’altro della stanza in cerca del viso familiare di Matt. E invece niente. Solo quello strano tipo che lo scruta appollaiato su una sedia di fianco a lui sorseggiando placidamente una tazza di tea.

“Ben svegliato, Mello.” Dice con un’espressione che può definirsi un sorriso “Hai dormito bene? Sono passati due giorni da quando il dottore ti ha sedato…

“Ma cosa… Perché? Cosa mi è successo?”

“Hai avuto una crisi, lo shock per la caduta è stato troppo forte, e alla fine non sei riuscito a reggerlo. Il medico ha dovuto somministrarti dei calmanti. Comunque non preoccuparti, ora sei stabile, ti riprenderai presto.”

Mello è stufo di sentirsi ripetere sempre le stesse cose.Che lui sarebbe guarito, che lui ce l’avrebbe fatta… Perché questa volta è diverso.

 Nonostante tutto fa un ultimo estenuato tentativo. Scosta la coperta con il braccio che non è ingessato costatando così di essere in pigiama, e si concentra. L lo osserva curioso.

Nulla. Le sue gambe sottili rimangono immobili esattamente al loro posto. Ormai arreso del tutto, emette un accorato sospiro di dolore.

Perché soffrire inutilmente illudendosi? La verità è davanti ai suoi occhi.

“Cos’hai, Mello?” chiede L facendo palesemente finta di non capire.

“Se tu fossi davvero L mi lasceresti in pace, perché avresti capito che per me non c’è speranza… Non riesco a muovermi, è inutile! Devo essermi rotto qualcosa nella schiena!

“Abbiamo controllato, l’unica cosa rotta è il braccio che ora hai ingessato, per il resto sei rimasto miracolosamente illeso. Hai avuto una grande fortuna. Avresti potuto morire, anche se era proprio questo ciò che volevi a quanto pare. Peccato che tu non abbia preso in considerazione un fatto. Avresti potuto finire la tua vita sul colpo, ma anche terminarla dopo giorni di indicibili sofferenze, per emorragie interne o trauma cranico. Non ci hai pensato? Invece sei salvo e quasi del tutto integro.

“No, non è vero… Non ci credo… Non potrò muovermi mai più…

L alza le spalle e appoggia la tazza sul comodino. Si sporge in avanti sollevando delicatamente con la punta delle dita della mano sinistra una gamba, e scopre il polpaccio tirandogli su il pigiama fino al ginocchio. L’indice e il pollice dell’altra sua mano invece vagano lentamente sulla sua pelle, come se fossero alla ricerca di qualcosa in particolare.

“Se tu avessi la schiena rotta, i tuoi arti inferiori avrebbero completamente perso ogni sensibilità.”

La schiena del bambino è percorsa da un brivido freddo. Se solo avesse potuto, sarebbe scappato via all’istante.

“Che cosa vuoi fare?!

“Darti la prova che potresti muoverti, se solo ci mettessi un po’ di volontà.”

Decide di lasciar perdere le parole di L, il biondino. Scosta il viso voltandolo dal lato opposto per non vedere in faccia quella persona.

Aveva tanto sognato di vederlo. Di poter incontrare il suo mito in ben altre circostanze… E invece eccolo costretto in un lettino dell’infermeria, paralizzato e come se non bastasse con la voce gelida di quel ragazzo che si dice L a rimbombargli nelle orecchie… E’ fastidioso!

Stringe gli occhi gridando forte nel sentire una scossa di dolore percorrergli l’arto che poco prima il moro stava percorrendo con le bianche e ossute dita.

L smette all’istante di tastare la pelle del bambino mentre un leggero sorriso gli illumina nuovamente il viso.

“ Perdonami” azzarda rimettendosi comodamente appollaiato sulla sedia “ Non era mia intenzione farti stare ulteriormente male, ma non avevo altra scelta che stimolarti un nervo della gamba per provarti che la sensibilità c’è ancora

“ Male… detto!”

“ Me lo dicono in molti che esagero… Ma dopotutto non potrei essere il miglior detective del mondo se non facessi di tutto per dimostrarti che le mie teorie sono esatte, non pensi?”

Vorrebbe potersi mettere seduto e stringere forte quella gamba dolorante, Mello, ma la paralisi glielo impedisce rendendo ancora più doloroso il calvario. Fa per imprecare nuovamente contro quel ragazzo che sembra volergli solo rendere più difficile la vita, ma le parole vengono ancora una volta soffocate da un’ altro gemito di dolore, stavolta ancora più forte,  proveniente dall’altra gamba.

Ancora L.

“ Bene, sembra che anche questa gamba sia ancora sensibile, Mel…

“ Lasciami in pace! La finisci? Tu non sei L! Sei solo un sadico a cui piace vedermi soffrire… Se è l’inizio di una punizione per lo scherzo che ho fatto a Near… Beh, preferisco essere espulso piuttosto di succedere ad un pazzo!

Il grande detective si blocca di scatto come cadendo dalle nuvole.

“ Ma di cosa stai parlando, Mello? La questione è stata risolta, Matt ha confessato giusto poche ore fa e si sta preparando per andarsene… Non vedo cosa tu possa centrare con questa faccenda.

Il dolore sembra non esistere. L’espressione colma di dolore che fino a poco fa era dipinta sul chiaro viso del bambino tramuta di un misto tra stupore ed angoscia… Cosa ha detto L? Cosa centra Matt con tutto questo?

“ Non… Non capisco, Matt non…”

“ Guarda…” L si alza lentamente dirigendosi verso la finestra della camera volgendo lo sguardo all’enorme cancello in ferro battuto nel cortile della Wammy’s House “ Stà giusto uscendo adesso. Mi ha detto di dirti che gli dispiace non essere passato a salutarti ma che non voleva farti stare ancora più male, Mello. Non pensavo che fosse il tipo da fare scherzi tanto pericolo…

“ Non è vero! Matt non centra nulla! Sono stato io a fare lo scherzo a Near e non Matt! La colpa è mia e di nessun’ altro!”

Tenta di fare forza sulle braccia per alzarsi, Mello. Invano.

Le lacrime iniziano a solcargli imperterrite le gote arrossate morendo sulle labbra.

Mello non sforzart…”

“ Zitto! Stai… Zitto, tu!”

Non può più sentire quella voce. Non può più sentire quelle insulse frasi di circostanza. L’unica cosa che gli importa ora è Matt e nient’ altro.

“ Matt! Non… Non puoi andartene, Matt!”

Tenta il tutto per tutto, Mello.

Il dolore alla schiena è tremendo e le gambe risentono ancora dello stimolo provocato dall’altro ragazzo, che ora stà immobile ad osservare la scena vicino alla finestra.

Ma Mello non lascia perdere. Anche nel caso che la schiena fosse ancora sana, rischierebbe di rompersela veramente pur di fermare Matt.

Con un ultimo sforzo riesce a tirarsi seduto ed a muovere una delle gambe. Un “ crack” proveniente dal bacino rimasto immobile per 48 ore consecutive… E Mello, ansimante, tenta di muoversi verso il pavimento.

“ Matt! Mat…!” 

Cade a terra con un tonfo facendo allarmare leggermente L, che gli si avvicina per aiutarlo. Mello non bada nemmeno al fatto di essersi riuscito a muovere preso com’era dalla notizia. Piange ininterrottamente continuando ad invocare il nome dell’amico… Che nemmeno un minuto dopo sbatte forte la porta della stanza facendo capolino davanti ai due.

“ Mello! Cosa è successo?”

“ M… Matt…” non capisce, Mello. Matt doveva essersene appena andato… E invece era difronte a lui come se non sapesse nulla di ciò di cui aveva parlato il detective.

Lo abbraccia forte, il rosso, scostandolo da L. Mello continua a piangere e a chiamare l’amico non rendendosi ancora conto che la partenza di Matt era stata solamente una menzogna di L per spaventarlo ulteriormente e far si che si muovesse da solo.

“ Mello, cosa succede? Che ci fai a terra?”

“ Non andartene! È solo colpa mia se Near è stato male e non devi essere te a prenderti la colpa di tutto! Non voglio!”

“ Ma che…”

“ Scusa se ti ho mentito, Mello, ma questa era l’unica maniera che mi rimaneva per provarti che puoi muoverti.”

Solo adesso Mello inizia a calmarsi, riprendendo a respirare lentamente. Ma la sua attenzione si pone su un particolare… Come fa L a sapere dello scherzo?

Matt aiuta Mello a sdraiarsi sul letto mentre L riprende a parlare.

Near mi ha raccontato tutto. Ma non pensate male su di lui, non aveva intenzione di fare la spia, anche perché da quello che ho capito in seguito allo scherzo sono successe molte cose. Ed è da questo che ne è derivato il gesto azzardato compiuto da Mello alcuni giorni fa, giusto?

Matt volse lo sguardo al compagno che annuì silenziosamente senza guardare il detective negli occhi… Era stato Near a rivelare tutto, se lo sarebbe dovuto aspettare dopo quello che gli aveva combinato. Non riusciva a dagli torto.

“ Mi ha raccontato della giornata trascorsa in quella cassa, di quanto stesse male e volesse uscire. Poi, ha detto che la sera siete tornati per tirarlo fuori, che nonostante non riuscisse ne a muoversi e nemmeno a parlare per lo sforzo, riusciva a percepire la preoccupazione da parte vostra, in particolare quella di Mello. Mi ha detto che non lo hai mai trattato come nei giorni seguenti e che hai fatto di tutto per farti perdonare… Ma non ha voluto proseguire. Mi ha detto che quello che successe dopo è la causa del tuo gesto ma non si è sentito di parlarmi dellla cosa senza il tuo permesso.

Mello arrossisce un poco. Sì, dev’essere lui a raccontare cos’è successo in seguito, se ne rende perfettamente conto. Non deve vergognarsi. A L in persona sente che deve confessare tutto, ormai convinto del fatto che si trovi realmente davanti al suo idolo.

“Ero preoccupato per Near… Moltissimo. Così ho cercato di prendermi cura di lui, esattamente come ti ha detto. Racconta “Però poi in pochi giorni tutto è precipitato, e io mi sono ricordato di mia madre, di quando vivevo con lei… E poi… Di come è morta… Per colpa mia. Lei non mi ha mai voluto, perché mio padre era un uomo che le aveva fatto del male, e poi era rimasta incinta… Mi ripeteva ogni volta che ero la sua più grande disgrazia e che mi odiava… Poi sono venuto a sapere che il suicidio di mia madre ha implicato anche la morte della madre di Near… Io mi sono sentito malissimo… Non avrei dovuto nemmeno esistere…”

Si ferma un attimo. Raccoglie il respiro, perché sente che se non dovesse concentrarsi rischierebbe di mettersi di nuovo a piangere. Ha le lacrime facili, Mello, in questo stato.

L lo guarda curioso, con quei suoi occhi spalancati che tanto lo fanno assomigliare ad un gufo accoccolato su quella sedia, mentre si mangiucchia un dito.

“Interessante…” dice “I ricordi hanno scatenato in te dei sensi di colpa non indifferenti… Davvero molto, molto interessante… E io che portandoti qui in infermeria pensavo che centrasse la tua posizione in classifica dietro Near… Mi ero sbagliato all’inizio, lo ammetto, ma ora che so tutta la storia è tutto molto più chiaro. Si può dire che eri profondamente depresso. Peccato che a mio avviso, un tuo eventuale suicidio non avrebbe potuto risolvere di molto le cose, non ti pare?

Mello rimane in silenzio a rimuginare. Il suo sguardo su sposta dal suo stesso grembo allo strano viso di L, per poi passare a quello preoccupato di Matt e di nuovo verso il basso infine. Si sente un po’ a disagio a farsi psicanalizzare in quel modo dal detective. Oltretutto può sentire il suo biasimo verso quel gesto avventato e pericoloso, e la cosa di certo non lo aiuta a mettersi in buona luce con lui. Decide così di non rispondere, evitandosi delle brutte figure. Perché lui in realtà di motivazioni ne ha eccome, ma non se la sente di dar torto al grande L, il suo idolo.

“Ok, capisco…” riprende L “Forse sarebbe meglio se io e te parlassimo un po’ tête à tête. Matt… Potresti lasciarci un po’ da soli? Credo che Mello in questo modo possa raccontarmi le cose più liberamente.

Matt annuisce, malgrado non abbia alcuna voglia di lasciare l’amico. Dopo quello che è successo, non se la sente.

 Un silenzio imbarazzante cade nuovamente nella stanza. Mello si rintana sotto le coperte riuscendo adesso a muoversi, come a volersi creare una barriera che lo protegga da quello sguardo che lo scruta con insistenza come se fosse un interessante oggetto di studio per capire la psiche umana: non sopporta di essere visto in quel modo dopo quello che ha passato.

“ Ascolta Mello, ti sembrerò rompiscatole e fastidioso mentre ti parlo in questa strana posa che mi fa sembrare una civetta impicciona… Ma sappi che se in questo momento sono qui a parlare con te è perché vorrei che la faccenda non prendesse nuovamente una brutta piega…

Il biondino stavolta si gira verso di lui , senza però scostarsi le coperte di dosso.

“ Mi è già successo anni fa un caso simile… E purtroppo non è finito come il tuo caso… Lui era il migliore dell’istituto, prendeva voti altissimi e pensa… Era perfino più bravo di Near. Penso che tu l’abbia conosciuto, ma si tratta di parecchi anni fa ed eri qui da poco. Questo ragazzino però… Soffriva di una depressione acuta dovuta allo stress per essere appunto il migliore dell’istituto. Aveva timore di non esserne all’altezza e così… Un giorno decise di togliersi la vita. Neppure il suo migliore amico, Rue, riuscì a fermarlo

“Rue? Ma…”

“ Si esatto, si tratta di lui. Ma non è di B che ho intenzione di parlare oggi. Tu dovresti ritenerti fortunato, Mello. Matt ha fatto di tutto per salvarti la vita, ha pure rischiato di morire insieme a te. Fortunatamente poi sono arrivato io nel momento giusto e sono riuscito a pararti la caduta. Mi ha fatto veramente male scoprire che anche tu volevi toglierti la vita e…

Non finisce la frase. Viene interrotto dallo scricchiolio della maniglia della porta.

Fa capolino nella stanza una testolina bianca. Near.

Accortosi però della presenza del detective, quest’ultimo sussulta un istante facendo per ritirarsi in silenzio.

“ Aspetta!” Lo blocca la voce di L.

Near allora si ferma, alzando lo sguardo verso il moretto e poi verso Mello. Il biondino rivolge un gesto di assenso. Dunque può entrare, anche se dopotutto non se la sente in presenza dell’adulto.

“Accomodati pure, Near. Stavamo giusto parlando di ciò che è accaduto in questi giorni, penso sia giusto parlarne anche in tua presenza dato che sei stato personalmente coinvolto, no?”

Annuisce senza alzare lo sguardo. Ha paura che Mello se la prenda, sapendo che è stato lui a raccontare tutto ad L.

“ Ho parlato con il tuo compagno… Spero abbia capito che il suo gesto non sarebbe servito a nulla se non a rendere il tutto più drammatico di quanto già fosse, in ogni caso… Vorrei rivolgere un’opinione personale anche a te, riguardo il tuo comportamento assunto in questi giorni nei confronti di Mello, Near. Io… Io capisco perfettamente come ti sei sentito durante la reclusione in quella cassa, Near, nonostante non mi sia mai capitato per mia fortuna… Quello che realmente non concepisco è il modo in cui ti sei accanito contro Mello per vendicarti. Il fatto che tu, nonostante sapessi del suo pentimento e di quanto soffrisse per ciò che era accaduto in passato sia arrivato a volergli far pesare ancora di più la cosa. Da quello che ho sentito dire su di te, tu non ami metterti in mostra e non fai nulla per suscitare l’attenzione da parte dei tuoi compagni. Non hai mai attaccato briga con nessuno restandotene sempre in disparte… Eppure in questi giorni sei riuscito a tirare fuori la rabbia repressa accanendoti contro la persona a te più vicina, in questo caso Mello. In parte la potrei reputare una cosa positiva, ma avendo provocato tale danno mi dispiace dirlo ma questo tuo comportamento mi ha in parte deluso…

Continua ad avvolgersi la ciocca di capelli nell’ indice continuando a guardare verso il pavimento.

“ Tornando a te, Mello… Penso ormai che tu abbia capito l’inutilità e la follia  di un gesto come il tuo… A parte questo spero non si ripetano mai più azioni simili a quelle che hai compiuto nei confronti di Near. Con la vita non si scherza, Mello, ma penso che tu abbia imparato la lezione ormai…

Mello fa un cenno di assenso col capo.

L si alza dalla sua postazione volgendo lo sguardo ad entrambi. Tira su le coperte a Mello per coprirlo ammodo e dà una carezza sul capo a Near incamminandosi infine verso l’uscita.

“ Mi dispiace lasciarvi soli, ma adesso devo proprio scappare. Roger mi aspetta in ufficio, vuole sapere le tue condizioni, Mello. Ah, dimenticavo… Se in questi giorni vi siete chiesti il perché di tutta questa agitazione, sappiate che il mio compleanno cade durante la festa di Halloween, ragazzi. Spero di vedervi entrambi la sera, perciò… Near, vedi di non cacciarti nuovamente nei guai e Mello, stai a riposo per qualche giorno e vedrai che riprenderai a saltare e correre molto presto.

A presto, ragazzi.”

I due salutano in silenzio con un cenno della mano.

Sono da soli ora, in quella stanza dell’infermeria.

L’albino non accenna ad aprire bocca, quel silenzio lo infastidisce. Vorrebbe riuscire a chiedere scusa a Mello ancora una volta per l’accaduto ma le parole non gli escono di bocca.

Mello da parte sua non se la sente di iniziare a parlare per primo, è ancora un po’ scosso e non ha intenzione di rischiare ancora una volta di ferire il più piccolo con le sue frasi e le sue azioni.

Il silenzio regna sovrano per alcuni minuti. Minuti che paiono interminabili. Minuti di riflessione interiore per entrambi. Giungono infine alla stessa conclusione, forse la migliore per entrambi anche se leggermente drastica. Adesso è Mello che decide di aprire bocca per primo.

“ Ascolta Near… Mi dispiace per ciò che ti ho fatto, non volevo… Non volevo sbarazzarmi di te quando ti ho fatto quello scherzo e… Mi dispiace per le nostre madri e per ciò che hai subito a causa mia, ma ormai penso di averti chiesto scusa già diverse volte per tutto questo e… Non mi piace essere ripetitivo su queste cose, non è da me.”

Il tono si fa leggermente più duro, ma non cattivo.

“ Io penso che la cosa migliore da fare sia ricominciare… Capisci cosa voglio dire, Near?”

“ …si” Un leggero sussurro esce dalle sue labbra “ Si, capisco cosa vuoi dire. Io… io non sono mai riuscito ad esternare i miei sentimenti… e l’unica volta che ho provato a farcela non ho fatto altro che peggiorare una situazione già complicata. Mi spiace. È brutto da dire ma in effetti non ci sono molte soluzioni…”

“ Allora… Va bene per entrambi?”

“ Sì! È la soluzione migliore.”

“ Bene…”

Near si alza dalla sua postazione dirigendosi verso l’uscita.

Ormai la decisione è presa. Ognuno tornerà alla propria vita, ai propri doveri… Near tornerà ad essere il freddo e distaccato bambino prodigio primo nella classifica… Mello, il numero due, il suo eterno rivale.

Fuori piove, nel cielo grigio di Londra un fulmine cade vicino all’istituto producendo un forte rombo. La luce provocata dal lampo illumina la stanza facendo sobbalzare Near sull’uscio.

Il tremore del giovane è ben visibile.

Near…”

“ Si?”

“ Se stanotte non riesci a dormire… Vieni pure da me…

Un leggero sorriso si dipinge sul volto ancora pallido del biondino. Lo stesso che si scorge in quello perennemente neutrale di Near.

“ Grazie…”

 

 

 

Ragazze!!! è con grande piacere che vi annunciamo... LA FINE DI " Alone in the Dark"!!! ç___ç Che tristezza ç__ç Questa storia ci mancherà da impazzire, veramente... eh? Cosa sono quegli sguardi?... ahhh... scommettiamo che vi state chiedendo che fine abbia fatto Matt e come andrà al compleanno di L, eh? ^^ Niente paura^^ La storia è terminata, certo ^^ Ma lo special non lo toglie nessuno!!! Perciò vi invito ad attendere il prossimo capitolo speciale, ovvero: IL COMPLEANNO DI L!!!

 

Alla prossima!!!

Un kissone by Elly & Lolly!

 

Ringraziamenti speciali a:

 

patri_lawliet

 

kokuccha

 

reidina

 

L chan

 

_pEaCh_

 

DarkRose86

 

Black Lolita

 

MiyuNamikaze

 

__Aiko__

 

   
 
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