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Autore: Eneri_Mess    20/03/2015    2 recensioni
Uomini e donne, reduci da un’epoca cesellata di leggenda, agiscono per sovvertire le sorti di un mondo ignaro e di sognatori, il cui unico scopo è quello di raggiungere il più famoso e ambito dei tesori, il One Piece.
Ma il nuovo Re dei Pirati, colui che conquisterà ancora una volta ricchezza, fama e potere, sarà solo uno.
« Non peccare di presunzione. Gli eredi sono quattro, i pretendenti molti. Non sarai tu a scegliere chi diventerà Re dei Pirati e come egli – o ella – deciderà il futuro di ciò che resta del mondo »
Dal Capitolo XX:
« Non vedo cosa dovrei ricordarmi di te, Portuguese. Non tratto coi pirati » sibilò in tono velenoso, avventato, ma non riusciva a domare un pulsante senso di ansia crescente.
Quel tipo sapeva il suo vero nome. Quello che lei tentava di insabbiare da anni, e che se fosse arrivato alle orecchie sbagliate avrebbe provocato troppi casini.
Ciononostante, il pensiero sparì, come vapore, dopo aver sentito la “spiegazione”.
« Mi avevi detto che bacio bene. Pensavo che questo fosse qualcosa di bello da ricordare » dichiarò offeso.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Heavenly Eve
(Gli Eredi)
 
 
 
- Capitolo XI -
[Reverie]
 
 
 
Red Line, Marijoa.
Sede del Reverie.
 
 
 
« È inammissibile che un regno del Governo Mondiale scelga per la propria bandiera un simbolo pirata! »
« Ci impegniamo tanto per arginare la minaccia costante di quei manigoldi che questo è un insulto! »
« Benché non ci siano leggi a vietarlo, la sua scelta, Dorton, è vergognosa e priva di buon senso »
Il martelletto di legno in mano a Chamomile, mediatrice delle riunioni nell’anfiteatro, batté così forte sul supporto sottostante che sembrò sul punto di incrinarlo.
« Vi invito a temperare toni e accuse! E vi esorto a rispettare i titoli appropriati. Si tratta di Re Dorton, Re Alim » asserì con voce ferma e stentorea la donna, sovrastando il brusio e riportando il silenzio. Silenzio che sfruttò a proprio vantaggio, passando al vaglio, col suo cipiglio rigoroso ed esigente, le centinaia di teste in quel momento rivolte verso di lei. Un asilo nido sarebbe stato più disciplinato. « Ricordo inoltre a voi tutti che il tema della discussione non verte sulle scelte dei vostri vessilli nazionali. Sulla brochure odierna troverete i punti su cui focalizzare la vostra attenzione »
Qualcuno ebbe da ridire sul tono poco appropriato con cui Chamomile osò rivolgersi loro, ma furono solo altri labili mormorii che si spensero quando la suddetta batté di nuovo col suo martelletto per riprendere la seduta.
Avevano cominciato da circa un’ora e il discorso era precipitato dopo poco. Bibi aveva fatto a malapena in tempo a seguire le varie voci da un capo all’altro dell’immensa sala che in un attimo i toni si erano surriscaldati e scagliati contro l’uomo-bisonte. Quando le prime accuse erano volate, si era trovata inconsciamente a stringere le dita sui braccioli della propria poltrona, la schiena irrigiditasi. La sua mente le aveva ripetuto di stare calma, che gli altri non avrebbero potuto comprendere le circostanze dietro la scelta del neonato regno di Sakura Kingdom, ma vedere Dorton confuso e impacciato di fronte a quelle improvvise offese l’aveva indignata. Non si era nemmeno accorta di essersi sporta così tanto da essere quasi sul punto di alzarsi. Nella sua mente era rimbombato un sonoro e categorico “Basta!”, ma il pensiero fu arrestato prima di diventare parola dalla mano ferma di suo padre sulla sua spalla. Con un gesto di diniego la invitò a riprendere il proprio posto. Per fortuna, un attimo intervenne Chamomile a chetare gli animi.
« Se ti lasci coinvolgere così da subito non sarai in grado di discernere i punti importanti in queste discussioni » la rimproverò Cobra in un sussurro pacato, tenendo l’attenzione fissa su chi aveva appena ripreso la parola. Nonostante sembrasse a suo agio seduto comodamente sullo scranno, la ragazza si accorse del suo nervosismo dalla sottile ruga in mezzo agli occhi.
Si calmò, risistemandosi meglio e riprendendo ad ascoltare, sebbene una punta di tensione rimanesse fissa nella posa rigida delle spalle.
« … l’intimidazione continua in cui viviamo non è debellabile dalle nostre sole forze singole. Ci sono paesi più ricchi che possono permettersi il lusso di eserciti pronti a respingere scorribande improvvise, mentre altri sono costretti a pagare tributi per non vedere le proprie città arse dalle fiamme. La mia proposta è quella di istituire un corpo di guardia neutro, con elementi valenti provenienti da tutte le nazioni del Governo Mondiale e insediare un gruppo di questa élite in ogni paese, pronti a intervenire in caso di bisogno »
Bibi attese di sentire qualche opinione partecipe ed entusiasta dell’idea appena ascoltata, trovandola brillante ed equa, ma tutto ciò che seguì fu un imbarazzante silenzio e sguardi carici di biasimo.
« Mandare uomini addestrati a proteggere qualche isola lontana e perdere così potenza militare? »
« E chi si accollerebbe le spese di questo fantomatico esercito? »
« Se un paese non è in grado di difendere i propri confini da solo può sempre chiedere aiuto alla Marina »
Per la principessa di Alabasta fu come se avessero sintonizzato una Lumaradio sulla stazione sbagliata e stesse ascoltando i discorsi del mercato. Lì, nella Sacra Terra di Marijoa, erano riuniti i regnanti di quasi ogni angolo del mondo, uniti sotto la stessa bandiera del Governo Mondiale, preposti nella sua mente a trovare soluzioni ai problemi lavorando insieme. Non le fu necessario ascoltare altro per rendersi conto che si era fatta un’opinione scontata e affrettata della realtà. Che quelli che aveva davanti probabilmente erano uomini trincerati dietro i propri interessi.
« Sakura Kingdom è un regno in rinascita, ma alle spalle conta una lunga tradizione sia medica che militare. I nostri interessi sono in sviluppo, come anche la popolazione, e potremmo fornire un supporto a questo progetto. Probabilmente all’inizio sarà un po’ esiguo… » le parole di Dorton riecheggiarono in risposta nell’anfiteatro dapprima con forza, per poi attenuare pian piano il rinnovato coraggio. Ma come osservò Bibi, l’uomo non si diede per vinto, rimanendo in piedi a fronteggiare l’ostinazione di quanti lo guardassero con superiorità e disinteresse. Chamomile, dal suo posto centrale nel semicerchio trasversale di sedute, faticò nel trattenere uno sbuffo. Alla ragazza coi capelli azzurri non sfuggì come, con il volto sorretto dalla mano, roteò gli occhi al soffitto. Capì che comportamenti del genere da parte di quella moltitudine di teste agghindate, definite così qualche sera prima dalla marine, non erano una novità.
« Re Elmo, la vostra è una buona proposta. Temo tuttavia che i tempi, tra consensi e realizzazione a livello mondiale, si dimostrerebbero lunghi ed estenuanti. Comprendo la vostra preoccupazione e la condivido, essendo la minaccia della pirateria del tutto imprevedibile nei nostri tratti di mare e trovandosi i nostri regni più vicini di altri. In quanto attuale Re di Alabasta, insieme a Re Dorton, vorrei offrirvi il mio appoggio »
Ci fu di nuovo silenzio, ma questa volta fu più reverenziale che discriminatorio. Bibi seguitò a osservare suo padre, i lineamenti del suo viso così seri come poche volte aveva visto e che dominarono la sala con pacata autorità. Tutti i consigli che le erano stati dati prima della partenza le sembravano riassunti perfettamente in quel breve discorso che aveva appena udito.
Quando nell’assemblea si levarono i primi bisbigli di coloro che iniziarono a valutare ciò che avevano appena ascoltato e ci furono i primi impacciati assensi, la principessa di Alabasta riuscì a sciogliere gli ultimi residui di tensione e a ritrovare un senso di positività. Sembrava davvero che le parole di suo padre – che le regalò un occhiolino complice – avessero riscosso gli animi, soprattutto di quelli più restii a parlare e prendere posizione.
Bibi aveva appena colto il pollice alzato e poco mascherato della mediatrice nei loro confronti, che arrivò l’ennesima stoccata malevola.
« Proprio voi, Re Cobra, appoggiate un’alleanza contro la pirateria quando sia Alabasta che Drum sono state aiutate da quest’ultimi? Non vorrà partecipare a questo progetto per sapere poi come agevolare certi individui? »
Un colpo di pistola probabilmente avrebbe raggelato meno l’ambiente.
Se l’attenzione era stata catalizzata verso i rappresentanti del regno della sabbia, un attimo dopo tutte le teste si voltarono dalla parte opposta, i dubbi che subito si insinuarono sui volti di molti.
Una ruga impercettibile vibrò sotto l’occhio sinistro dell’accusato, che mantenne la stessa espressione calma e diplomatica di poco prima, nonostante le nocche delle mani si tesero nello stringere i braccioli del seggio. Sua figlia si ritrovò impossibilitata a ribattere alcunché, osservata dall’accusatore dritta negli occhi. Si sforzò si sostenerne lo sguardo indagatore senza cedimenti.
Gli era stato ripetuto più volte che probabilmente quella situazione si sarebbe presentata e che l’unico modo in cui reagire sarebbe stato sopportare, ingoiare, e poi attenersi alle versioni ufficiali. Non sapeva nemmeno quanti sospiri sconsolati ci aveva speso su quell’argomento alla vigilia della partenza. Ma come era stata mossa critica alla nuova bandiera del popolo di Sakura Kingdom senza che i più sapessero il perché, la stessa cosa valeva per Alabasta e la sua salvezza.
« Moderate toni e accuse, Gran Cancelliere Rishi! » tuonò Chamomile a seguito dello schiocco secco del suo martelletto che invano richiamò i presenti dal cessare i commenti in sottofondo. « Sia Marina che Governo hanno già fatto luce sulle vicissitudini del Regno di Alabasta e dell’ex Regno di Drum, non c’è altro da aggiungere. E vi esorto di nuovo ad attenervi al tema della discussione »
« La mia domanda era più che in riga con ciò di cui stiamo dibattendo, Vice Ammiraglio » replicò l’uomo con animosità, alzandosi in piedi e puntando apertamente l’indice contro Cobra. « Come possiamo fidarci di un sovrano che non è stato in grado di reprimere una guerra civile senza l’aiuto dei pirati!? » continuò il Gran Cancelliere, guardandosi intorno per raccogliere consensi, alzando il tono e ignorando i nuovi colpi di martello. « E come fidarci di sua figlia che più voci affermano aver visto in compagnia e in rapporti amichevoli con Cappello di Paglia e la sua ciurma!? Lo stesso criminale e poco di buono che meriterebbe la pena di morte seduta stante per aver dichiarato guerra al Governo Mondiale distruggendo Enies Lobby! »
Fu troppo.
La principessa dai capelli azzurri si accorse di essere scattata in piedi solo quando la platea si tacitò di fronte a lei. Aveva sbattuto le mani sulla ringhiera che la separavano dal vuoto dell’anfiteatro sottostante, ricambiando fermamente l’occhiata fredda e torbida di Rishi con una sfumata di collera trattenuta.
Pell, in disparte con le altre guardie sul fondo dell’anfiteatro, assottigliò lo sguardo irrigidendosi.
« Bibi! » la richiamò suo padre in un bisbiglio, ma lei lo ascoltò appena.
« Gran Cancelliere si rimetta seduto! Anche lei, Bibi-hime, per favore » tentò Chamomile, vanamente.
Seguì un teso vuoto di parole in cui nessuno si arrischiò nemmeno a bisbigliare, tutti troppo morbosamente curiosi di sentire e osservare cosa sarebbe accaduto.
« Un uomo malvagio… un uomo malvagio ha ingannato e fatto soffrire il mio popolo, portandolo a credere che fosse lui il salvatore di una terra dove la pioggia è rara e preziosa come il più ambito dei tesori… » iniziò con voce tremante da quanto fosse rigida. « Crocodile della Flotta dei Sette ha macchinato per uccidere mio padre in mezzo alla rivolta da lui stesso creata. Cittadini innocenti, non sapendo più cosa fosse giusto e sbagliato, sono morti per difendere la propria libertà e hanno imbracciato le armi in una guerra inutile guidati dall’amore per il proprio paese … »
Le spalle della giovane si rilassarono, e lei si rimise dritta, il mento alto mentre occhieggiava il suo interlocutore senza battere ciglio.
« Mi sono infiltrata nell’organizzazione della Baroque Works al soldo di Crocodile per riuscire ad avere informazioni e smascherarlo. Sono rimasta sotto copertura per tutto il tempo e ho usato ogni mezzo a mia disposizione per riuscire a tornare ad Alabasta e debellare la minaccia che vi incombeva » il suo tono era fermo e tagliente, e represse la collera di quello che stava per dire serrando le dita tanto da conficcarsi le unghie nei palmi. « Ho fraternizzato col nemico, con cacciatori di taglie, contrabbandieri, mercenari e… pirati, con l’unico scopo di sopravvivere e riportare i piani di combutta ai danni della mia nazione »
L’intera platea pendeva dalle sue labbra. Chamomile si lasciò andare a un sospiro e un mezzo sorriso amaro. Si massaggiò la gamba amputata e si risistemò comoda sulla propria poltrona, osservando come quello scricciolo dagli occhi limpidi e sinceri tenesse a bada meglio di lei centinaia di presuntuosi re saggi e onesti.
« I criminali che voi, Gran Cancelliere Rishi, definite miei amici… sono tra coloro che ho ingannato al fine di tornare al mio paese natio. Sono stata fortunata quando la rivalità tra pirati ha preso il sopravvento e condotto Rufy Cappello di Paglia e i suoi uomini lontani dalla mia strada. È stato poi grazie all’intervento del Commodoro Smoker se la sordida dittatura istaurata da Crocodile è caduta » terminò con tono sempre più modulato e fermo, quasi assente, ma senza mai distogliere la concentrazione dal volto dell’uomo che per primo le aveva mosso accusa. Questi si era riseduto con le braccia conserte e la fronte corrucciata.
La tensione era tangibile e stagnante, ma fu sempre Bibi a spezzarla, più sicura di sé. Quel che temeva di dire, una menzogna, ormai era un’eco quasi morta nella grande sala gremita di curiosi.
« È stato un anno difficile e buio per Alabasta, ma ci stiamo riprendendo. I commerci onesti sono ricominciati, la ricostruzione di città abbandonate in seguito alla siccità e alla guerra sono avviate per il meglio e il nostro popolo riscopre ogni giorno la serenità della pace » continuò con rinnovato vigore, accennando un sorriso con un calore dato dalla realtà di quelle parole. « Vi prego di non considerare la proposta di Re Elmo » e nel nominarlo si volse con entusiasmo verso quest’ultimo, facendolo arrossire « e l’appoggio di due sovrani, come mio padre e Re Dorton, che hanno entrambi attraversato momenti difficili, con insinuazioni così maligne. Hanno rischiato la vita per proteggere ciò che hanno di più caro, il benessere del proprio popolo, e non intendono fermarsi di fronte a nuove difficoltà, ne sono certa »
Il termine del discorso fu accolto da una nuova luce negli occhi dei partecipanti. Iniziali cenni di beneplacito e sorrisi si diffusero rapidamente. Qualcuno stava anche per proporre un applauso, ma fu preceduto dal battito forte, vibrante e ironicamente cadenzato di due mani e da una risatina di scherno. La beffa e un cinico divertimento furono più che palesi sul volto di Donquixote Doflamingo, seduto a suo agio sullo scranno a lui designato, con le gambe accavallate e posate sulla balaustra senza compostezza.
Se per un attimo c’era stato dell’ardore nell’anfiteatro, questo si era trasformato in malcelato sdegno, ma del tutto innocuo. Nessuno sembrava volersi arrischiare anche solo a incrociare lo sguardo dell’uomo rosa-vestito. Nessuno a esclusione di Bibi, confusa e interdetta. Ma a rispondere con un tono coerente all’umore nella sala fu qualcun altro.
« Vuole aggiungere qualcosa, Re Donquixote? »
Chamomile stringeva il suo bastone magico del silenzio – come più tardi fu ribattezzato – in una presa che combaciava pienamente con la sua inflessione fredda e contrariata. Guardò il sovrano di Dressrosa con uno sguardo che sarebbe calzato a pennello a una maestra di scuola, e questi allargò ulteriormente il suo ghigno dissacratore.  
L’uomo non si sprecò nemmeno a rispondere, mantenendo l’irritante ghigno stampato in faccia e facendo un gesto vago, come stesse scacciando una mosca, per lasciar proseguire.
La marine colse l’occasione per sbattere brutalmente il martelletto sulla base in un colpo secco che vibrò alla stregua di un brivido lungo le schiene dei partecipanti, improvvisamente tutti agnellini ammansiti dalla tensione come si trovassero in un mattatoio.
« Dispongo venti minuti di pausa »
 
 
 
 
 
Nell’intermezzo della discussione Bibi non era riuscita del tutto a rilassarsi. Aveva cercato di non darlo a vedere, ma era sfibrata e sconfortata dalla piega che la riunione mattutina aveva preso. Non si era aspettata di doversi difendere così repentinamente e fornire quelle spiegazioni fittizie di fronte a tutti gli sguardi avidi di pettegolezzo. Anche nel tempo di intervallo deciso da Chamomile si era sentita gli occhi addosso, nonostante fosse stata circondata da suo padre, Igaram e Pell, pensierosi riguardo alla posizione che si era assunta.
Qualsiasi fosse stata la sua idea di partenza di Reverie, le sue aspettative e le sue speranze, quella breve oretta le aveva quasi fatte crollare tutte come il più idilliaco dei castelli di carte. Senza contare che lo sguardo – se di sguardo si poteva parlare, oltre gli occhiali da sole – di Donquixote Doflamingo l’aveva raggelata. Le era sembrato di tornare indietro nel tempo alle occhiate di superiorità di Crocodile, ma più cariche di irrisione e compatimento. Come se lei fosse stata una pulce particolarmente divertente con cui dilettarsi prima di essere schiacciata.
Non lo conosceva più delle chiacchiere che aveva sentito su di lui. Ma per esperienza aveva capito che un pirata membro della Flotta dei Sette poteva approfittare dei propri privilegi per calpestare i diritti e la vita altrui. Dressrosa forse era fiorente e attrattiva, ma a lei quel tipo sembrava tutto meno che un sovrano dignitoso.
« Bibi-hime, che ne dice di tornare nella sua stanza per oggi e risposarsi? »
« Grazie Igaram, sto bene, davvero. Mi dispiace di aver avuto quel colpo di testa, padre… » iniziò, ma si accorse che Cobra non le stava prestando attenzione.
Aveva il capo voltato e stava seguendo con gli occhi qualcuno nella folla assiepata nell’androne. Rincorrendo il suo interesse, Bibi si ritrovò a fissare Coralia.
Vestita più sobriamente di quando aveva fatto il suo ingresso a Marijoa, indossava un lungo abito verde scuro cangiante con le spalle scoperte; lunghe maniche aperte riprese sui polsi le lasciavano le braccia nude, ornate di bracciati di corallo. I capelli erano raccolti in una acconciatura meno elaborata, ma sempre impreziosita di perle. Quando camminava dimostrava la stessa sicurezza e alterigia della prima volta, ignorando pressoché chiunque, al contrario di sua figlia.
Neptunia era costantemente malferma sulle gambe, aiutata a muoversi da una donna-pesce al suo fianco. I capelli di giada le nascondevano in parte il viso, ma non abbastanza a celare un profondo imbarazzo. Le indiscrezioni nei suoi confronti erano continuamente espresse a voce troppo bassa per essere udita, ma sempre fin troppo palesi. Nonostante questo, la giovane seguiva imperterrita sua madre ovunque, cercando di mantenere alto il mento.
Quando Bibi si riebbe, accorta di essersi persa nel fissare – e un po’ anche ammirare – la regnante di SubAquaea, tornò con gli occhi su suo padre.
La sua espressione non era rapita e sognante come molti degli uomini presenti, totalmente persi per la bellezza di Coralia. All’opposto, la sua concentrazione era tanta, con la fronte aggrottata nel tentativo di ricordare qualcosa, che la figlia vi lesse un’ombra di malcelato nervosismo.
« … papà? » lo richiamò, sorpresa. Non l’aveva mai visto così per una donna.
Cobra si riscosse, imbattendosi in sei paia d’occhi a contemplarlo interrogativamente. Ma prima che potesse spiegarsi, il lacchè alla porta della sala delle riunioni avvertì che la pausa era finita.
 
 
 
 
 
« … potrebbe essere capace di affondare un’isola! »
« Perché voi della Marina lasciate così a piede libero del sangue marcio? »
« Dobbiamo aspettare che distrugga uno dei nostri regni perché interveniate!? »
I toni della discussione erano cambiati, in peggio. E questa volta a rimetterci fu la stessa Chamomile. Con il suo fedele martelletto in mano fermo a mezzaria, la sua espressione era aggrottata e incredula di fronte a quanti le stavano inveendo contro.
Qualcun altro stava per aggiungere altro per allargare la diatriba, quando la donna ritrovò la parola, oltre che rammentare di avere ancora il suo prezioso strumento per quei casi.
Lo schioccò provocò sbuffi contrariati, ma silenti.
« Vorrei precisare che non sono qui in veste di rappresentante della Marina » chiarì con ancora una nota sorpresa nella voce. « Qualsiasi quesito abbiate a riguardo, dovrete attendere il portavoce dalla Sede Centrale »
Il brusio di mormorii tornò ben presto ad avere corpo.
« Ha polverizzato una delle vostre basi, seppellendo vivi degli uomini! »
« Senza dimenticare che un anno fa ha rapito una delle principesse di Arba… »
L’attenzione si spostò automaticamente verso il seggio dell’isola nominata, dove un uomo sulla cinquantina, col fisico di un guerriero, sedeva in una posa che si sarebbe detta annoiata. Il capo reclinato appoggiato al dorso della grande mano callosa, Leonida Arbalest rispose agli sguardi con uno perforante.
La sua presenza sembrava troppa per il piccolo spazio della balconata. Anche i vestiti, che nonostante lo fasciassero elegantemente e alla perfezione, con camicia, cravatta e gilet intonati su sfumature color creta, non rendevano giustizia alla sua imponenza. I lunghi e foschi capelli ricadevano in onde sulle spalle, mentre la barba e i grossi baffi, che si confondevano in essa, rafforzavano ancora di più la sua aura di dominanza.
Un nuovo basso mormorio di insinuazioni si diffuse per l’ambiente. Palmi andarono a coprire labbra troppo poco benevoli nei commenti, finché un ringhio, come di un orso che minaccia gli intrusi sulla soglia del proprio territorio, non fece rabbrividire la maggior parte. Il re di Arba lanciò occhiate lampeggianti e la platea colse al volo l’antifona.  
« Intanto sembra che nessuno di voi marines abbia capito quanto pericoloso sia l’Erede! » riprese qualcuno, tornando a rivolgersi a Chamomile alla stregua di un capro espiatorio.
« In quattro anni non l’avete arrestato nonostante si tratti di un ragazzino! »
Le critiche continuarono a rimbalzare e il Vice Ammiraglio quasi consumò la base di legno per riportare l’ordine.
Più che una discussione atta a trovare delle soluzioni, ancora una volta dava l’idea di un’assemblea preda dei pensieri e delle opinioni soggettive dei partecipanti. La principessa di Alabasta seguitò ad ascoltare e raccogliere più informazioni tra le righe.
Non poteva dire di non conoscere il nome di Gol D. Bryan. Quando si era infiltrata a Whisky Peak come Miss Wednesday l’aveva sentito nominare da più cacciatori di taglie, temerari nonostante le dicerie che circolassero. Diversi erano stati quelli che l’avevano sfidato per accaparrarsi la taglia e un titolo altisonante per la sua cattura. Nonostante la spavalderia, erano tutti tornati al covo con la coda tra le gambe e molte ossa rotte.
Da quello che aveva capito, il nipote del Re dei Pirati aveva mangiato un Frutto del Diavolo legato alla terra e questo lo rendeva, a detta dei malcapitati, un avversario impari con cui battersi, capace di aprirti una fossa sotto i piedi semplicemente schioccando le dita.
« Piantatela di fare tutto questo baccano da pollaio »
Bibi cercò chi aveva parlato, zittendo burberamente la sala. Un’anziana donna rugosa era seduta in pizzo al proprio scranno, le mani segnate dagli anni appoggiate sull’estremità di un bastone. Il pomo era una scimmia intagliata che si copriva le orecchie con aria sghignazzante.
« Cianciate tanto sulle azioni di quel ragazzino e di suo nonno quando permettiamo al Governo di accordare fiducia a sette manigoldi »
La sala ebbe un attimo di tremito, in cui molti guardarono vacuamente o accigliati in direzione dell’anziana e qualcuno si arrischiò verso le sedute più alte, dove Donquixote Doflamingo se ne stava in silenzio ad ascoltare le chiacchiere. Ci fu un momento di gelida aspettativa in cui l’anziana e l’uomo si fissarono. Il risolino del fenicottero possibilmente si allargò ancora di più in un guizzo di divertita arroganza, mentre la vecchia sovrana sbuffava contrariata dal naso.
« Somma Saimiri » tentennò qualcuno più in basso, deglutendo nel prendere la parola e rendendosi conto che si stava mettendo in mezzo a una silenziosa tempesta di fulmini. « La Flotta dei Sette esiste come ausilio al Governo in momenti di- »
« Tutte sciocchezze, Principe Tarun. Perfino il Vice Ammiraglio Chamomile, anche se non rappresenta apertamente la Marina, potrà assicurarvi che la Flotta dei Sette è una stupida pagliacciata per tenere a bada un equilibrio precario di forze »
Bibi notò l’occhiata non proprio carina che la donna col caschetto rosso ciliegia rivolse all’anziana regnante di nome Saimiri. La responsabile del Reverie si massaggiò con pazienza una tempia, mentre con un gesto di diniego della mano rispondeva alle occhiate che le rivolsero. Doflamingo scoppiò a ridere, costringendo la marine a riprendere in mano il martelletto.
« Vi prego di limitarvi a interventi pertinenti » interloquì stancamente con umore calante. « E di tornare all’argomento della seduta, essendo prossima l’ora del pranzo » aggiunse.
Parole sprecate.
« Saimiri-sama… lei non ha mai fatto mistero della sua simpatia per Gold Roger o sbaglio? »
La vaga domanda che sapeva ancora una volta di accusa, pacata ma velenosa, arrivò dal Gran Cancelliere Rishi.
Come se la platea fosse stata un’unica gigantesca entità, trattenne il respiro, chi più chi meno con un palmo a coprirsi la bocca e due occhi strabuzzati. Perfino Coralia, che per la maggior parte del tempo aveva ignorato le chiacchiere, ora fissava l’anziana sovrana con sguardo indecifrabile.
Saimiri sorrise, quasi sul punto di ridere, e la principessa di Alabasta rimase sconcertata: per un attimo le sembrò di rivedere Rufy in quelle labbra incurvate a sfida.
« Gran Cancelliere Rishi, con tutto il rispetto, quasi nessuno di voi era presente all’epoca » e nel dirlo, l’arzilla donnina si sporse ancora di più in avanti, provocando una sorta di reverenziale terrore nelle file sottostanti che si appiattirono sulle proprie sedute. « Non parlo di vent’anni fa, anno più anno meno, quando Gol D. Roger divenne Re. Quando il suo nome diventò famoso per tutto il mondo in una sola notte, e la Marina e il Governo si spaventarono come conigli di quel potere che sembrava aver acquisito all’improvviso. Ancora mi chiedo che trucco abbiano architettato per riuscire a catturarlo » rise delle proprie parole, come se stesse raccontando una storiella divertente. Il resto della sala sembrava incapace di respirare. La stessa Chamomile aveva la fronte aggrottata, divisa tra il richiamare tutti all’ordine e finire di ascoltare.
« No, non parlo di pochi anni fa… parlo degli inizi di Roger, di quando era appena un novellino pieno di entusiasmo e voglia di scoprire. Non che fosse cambiato col tempo… ma la metà, se non più, di tutte le sciagurate azioni che oggi gli attribuite sono false »
Il tono era cambiato così repentinamente che qualcuno sobbalzò, come se l’accusa fosse mirata. Un lieve tremito aveva scosso il bastone dell’anziana, ma questa rilassò le spalle con un sospiro.
« Siete troppo giovani e siete cresciuti tutti con la favola della buonanotte dove Gol D. Roger è l’uomo nero. E come vedete lui così, non vi sprecate nemmeno a pensarla diversamente su quel ragazzo che ne è il nipote. Non ho idea di che cosa sia successo quattro anni fa nel North Blue perché di punto in bianco spuntasse un discendente del Re, ma per come vanno i tempi non mi stupirei che ci sia altro sotto il mucchio di lagne e sensazionalità dei giornali »
Lo sguardo della donna anziana vagò un po’ sulla folla di teste che si agitavano sotto di lei, bisbigliando tra loro e scuotendosi a diniego, mentre cercava qualcuno. Bibi la seguì nei movimenti senza preoccuparsi di essere scorta nel farlo, il discorso che ancora le rimbalzava dentro con un senso di gravità che la scosse nel profondo.
« Fate di nuovo troppo baccano » sentenziò ancora la vecchia, zittendo sovrani e dame. « Se la minaccia di questo Erede è tanto fatidica mi chiedo come mai sia ancora a zonzo, nonostante la Marina vanti uomini e metodi discutibili… » gorgogliò con un nuovo sorriso sornione che le piegò gli angoli della bocca rugosa. « Questo mi fa tornare in mente che anche all’epoca della cattura di Roger una situazione tanto preoccupante si risolse con un insolito colpo di fortuna »
La principessa di Alabasta si lasciò irretire da quelle parole, per poi accorgersi che l’anziana stava fissando una balconata in particolare. La sala cominciò a fermentare e muoverle contro le prime impacciate accuse di tradimento, a cui la vecchietta fece orecchie da mercante.
Saimiri e Coralia si stavano scambiando uno sguardo enigmatico.
La prima sorrideva ancora, ma più dolcemente, mentre la regina di SubAquaea la ricambiava con un’espressione fin troppo accigliata.
Nel tentare di zittire la platea ed evitare che volassero minacce e dichiarazioni di guerra, Chamomile si sgolò e spaccò definitivamente la base del martelletto a furia di colpirla.  
 
 
 
 
 
Il profumo dei fiori fu un toccasana per la mente stanca di Bibi.
Muovendosi a passo lento per godersi la passeggiata pomeridiana, la principessa si addentrò nel Garden Sky, uno dei tanti giardini che circondavano la sede del Reverie, riempiendosi i polmoni di aromi delicati e riposando le tempie doloranti con le tonalità pervinca dei fiori.
Era appena primo pomeriggio eppure si sentiva come se la mattinata fosse durata due giorni di fila. La seduta relativa alla questione pirateria si era conclusa in maniera burrascosa, tanto che Chamomile aveva decretato che la riunione successiva sarebbe iniziata solo nel pomeriggio inoltrato, se non addirittura il giorno seguente.
Il pranzo si era consumato in un silenzio pieno di borbottii e sbuffi, con una notevole abbondanza di vini pregiati e dolci nel tentativo di placare gli animi. La principessa di Alabasta aveva sbocconcellato il più possibile, ma non era riuscita a nascondere a se stessa un certo nervosismo, nonostante nessuno l’avesse più adocchiata. Anzi, l’attenzione di tutti era stata per Ada Saimiri, l’anziana sovrana di Monky Cove che aveva messo a disagio l’intera seduta esprimendo spassionatamente e poco diplomaticamente i propri pensieri.
Bibi si era sentita sconcertata. Lei faceva parte, anche se in maniera relativa, di quella generazione cresciuta nella convinzione che il Re dei Pirati fosse il “cattivo”. In realtà, né suo padre né Igaram si erano mai dilungati molto su quei racconti quand’era bambina, e per lei era stato un argomento marginale finché non aveva conosciuto Rufy, che desiderava più di ogni altra cosa quel titolo.
La visione che le aveva dato l’anziana donna aveva innescato non pochi dubbi, primi fra tutti quelli riguardati l’Erede e le sue azioni. Non era sicura di poter avallare come menzognera la notizia sul disastro della 74a divisione della Marina, ma, come aveva insinuato Saimiri, probabilmente quella dei giornali non era tutta la verità.
Era stato per quei pensieri senza stallo che alla fine del pasto la ragazza aveva optato per inoltrarsi nella quiete dei giardini e cercare un po’ di riposo. Aveva sottovalutato lo stress del summit, lo doveva ammettere, ma non aveva intenzione di arrendersi e rintanarsi in camera propria.
Continuando a camminare sul sentiero di pietra, avanzò nel basso labirinto di siepi curvilinee, tagliate sapientemente a spirali e curate nei mini dettagli, finché non iniziò a sentire lo scrociare tranquillo dell’acqua. Da dove si trovava, vide poco più avanti la silhouette marmorea di una fontana. Sedersi lì e godersi la pace del posto, lontana da voci brontolanti e occhi indagatori, era diventato il suo attuale obiettivo, così proseguì con passo appena più sollecito e un piccolo sorriso.
« Oh »
L’esclamazione le uscì spontanea, forse un po’ scortese, ma del tutto sorpresa.
Di fronte a lei, la giovane Neptunia diventò rossa in una frazione di secondo, tirandosi in piedi. O almeno, così avrebbe cercato di spiegarlo l’erede di Alabasta, se non fosse stato che la ragazza sfoggiava una cangiante coda da sirena color giada, striata di blu, al posto delle gambe.
Bibi rimase a fissarla, un poco scioccata, essendo la prima volta che si imbatteva in una simile creatura.
Dal canto suo, la figlia di Coralia sembrò sul punto di coprirsi gli occhi con le mani e nello stesso momento tirarsi indietro, cercando inconsciamente un posto dove nascondersi e morire di vergogna. Purtroppo per lei la rapida e repentina successione di gesti la portarono a perdere l’equilibrio contro il bordo della fontana, facendola finire coda all’aria in mezzo a una siepe di margherite blu. Bibi corse ad aiutarla, allarmata.
« Ti sei fatta male? » domandò mortificata, afferrandola per le spalle per farla sedere. Fece appena in tempo a rimanere colpita dalla purezza dei suoi occhi turchese, che questa seppellì definitivamente il viso tra le mani, i capelli arruffati da cui spuntavano diverse corolle rimaste impigliate.
Biascicò qualcosa a mitraglietta che la bella principessa interpretò come un « Mi dispiace mi dispiace, non dovevo farmi trovare nella fontana ». Dopo la stupore iniziale, Bibi sorrise, quasi divertita, ma ridandosi subito un contegno.
« Tutto ok? » domandò alla fine, aspettando di vedere di nuovo lo sguardo da cerbiatta fare capolino tra le dita, sotto le quali la carnagione era di un bel rosso peperone.
« Estella mi sgriderà se lo viene a sapere » mugugnò amareggiata, facendo scivolare i palmi sulle guance fino a congiungerli in grembo. Fissò assorta e affranta la sua coda che ancora gocciolava inarcata sul bordo di marmo della fonte.
Se possibile, Bibi sorrise ancora di più, intenerita dal tono della giovane.
« Tranquilla, non lo dirò a nessuno » promise, facendole l’occhiolino.
Neptunia arrossì.
Il quarto d’ora successivo lo passarono a rifare le presentazioni e a rassettare al meglio la giovane erede del Regno del Mare. Bibi si divertì a toglierle i fiori dai capelli, nonostante a suo dire le stessero bene. Neptunia seguitò a trovare interessanti i ciottoli lì attorno, le mani serrate sulle ginocchia, mentre la sua coda si asciugava e ritornava a dividersi in due gambe dall’aspetto pallido e fragile.
« Non sono abituata a camminare. Per me questa è la prima volta in mezzo agli esseri umani » ammise, guardando di sottecchi l’altra ragazza col timore di offenderla. Si sentiva ancora fuori posto, credendosi incapace di interagire senza sbagliare, come se ci fosse stato un codice di comportamento che lei non era in grado di cogliere.
« È per questo che sei venuta qui alla fontana? » realizzò Bibi senza pensarci, levandole l’ultima margheritina dalla chioma.
La sirenetta divenne quasi viola per il disagio, riprendendosi il viso tra le mani e cercando di farsi piccola piccola.  
« Scusa! Ho parlato troppo! »
« Mi manca il mare » confessò più calma, ma ancora bofonchiando tra le dita. « Mia madre ha deciso quasi all’ultimo di venire qui… fin da quando è regina si è sempre rifiutata, dicendo che era una perdita di tempo… quest’anno invece ha cambiato idea »
Bibi la guardò, non sapendo bene come interpretare il fiume di parole. Rimane in silenzio, aspettando di sentirla continuare.
« Non è che mi trovi male… ma tutti ci scrutano in continuazione… soprattutto fissano mia madre, anche se a lei non importa… ma poi guardano anche Estella o Saba e… sembrano così… » tentennò, sforzandosi di trovare il termine giusto, mordendosi un labbro e lanciando un’occhiata al viso dell’altra principessa. « … così infastiditi » asserì, pentendosi un attimo dopo come se avesse detto qualcosa di maleducato. « Perdonami, mi sto lamentando! Non è consono… » aggiunse in fretta, mortificata.
Bibi scosse energicamente la testa e i lunghi e morbidi capelli azzurri, acconciati sobriamente.
« Non ci pensare » sorrise, un po’ tristemente per le parole che aveva sentito. « Anch’io vedo per la prima volta delle sirene e degli uomini-pesce. Spero di non essere risultata scortese. Nel mio paese il clima è torrido, non penso potremmo mai avervi come ospiti » cercò di scherzare per stemperare l’atmosfera e strapparle un briciole di serenità.
Neptunia sorrise timidamente, e la principessa Nefertari ipotizzò che non dovesse avere più di quattordici o quindici anni.
« Questa mattina… » esordì la minore. « All’assemblea… ti ho ammirata… hai raccontato quello che è successo al tuo regno davanti a tutti… Non hai avuto paura? »
Non aspettandosi una domanda simile, Bibi la guardò sorpresa, per poi distogliere lo sguardo e soppesare la risposta.
« Sì. Ma è stato peggio quando pensavo di non riuscire a salvare il mio paese. A volte ho creduto anche che sarei morta » sussurrò, fissando il chiarore del cielo limpido e lasciando che lo scorrere costante dell’acqua la carezzasse col suo suono rilassante. « Però ho trovato degli amici… loro mi hanno aiutata, sono rimasti al mio fianco anche se non era la loro battaglia »
Il sospiro che accompagnò quelle parole le fece bene e scacciò via buona parte del malumore. Era sciocco fidarsi e rivelare certe cose a una totale sconosciuta, ma Neptunia sembrava troppo innocente per raccontarle una bugia.
La principessa di SubAquaea realizzò che fosse una confessione dopo qualche attimo in cui l’altra fu certa che stesse ripensando al suo discorso della mattinata, ricollegando i pezzi. Bibi esibì un’espressione complice.
« Ora siamo pari » ridacchiò leggera, riferendosi all’episodio della fontana. 
Qualsiasi tentennamento da parte di Neptunia si sciolse nella risata dolce che la colse, mostrando il suo pieno sorriso che mise finalmente il buon umore a Bibi.
Tutto sommato, pensò, quel Reverie aveva i suoi lati positivi.
 
 
 
 
 
« Ouji-sama, Ouji-sama » lamentò il basso uomo, le dita artigliate ai pochi capelli delle tempie che resistevano nonostante il proprietario scuotesse la testa da ormai una decina di minuti, ripetendo sempre la stessa litania. « È stata una pessima, pessima, pessima idea, venire qui… »
Il principe a cui l’ometto si stava rivolgendo continuò chino a fissare rapito il tavolo di fronte, una mano sotto il mento e lo sguardo serissimo oltre la frangia di capelli argentei. La decisione era difficile…
Profitterol, Diplomatica o Montblanc?
« Manca la Mimose… » constatò sovrappensiero il giovane, rimettendosi dritto e guardando un punto imprecisato davanti a sé.
« Koori-ouji! » pianse il suo consigliere, quasi prostrandosi a terra.
Il principe gli dedicò una breve espressione interrogativa, nonostante i suoi occhi di un azzurro trasparente rimasero impassibili.
« Aisu Kingdom verserà nel caos, l’economia crollerà, chiameranno un ammiraglio dal Quartier Generale della Marina per indagare… e lei pensa al dessert? » gemette il piccolo uomo, il volto inondato di lacrime e moccolo.
L’imperturbabilità dei lineamenti lisci e alabastrini del giovane rimase intatta come la più bella scultura di ghiaccio che si potesse realizzare. Fredda e immobile.
« No » disse dopo un po’, serio. « Hai ragione »
Il suo consigliere lo guardò smettendo di frignare e sbattendo un paio di volte le palpebre. Poi allargò le labbra in una sottospecie di sorriso tremolante.
« Sapevo che avrebbe ritrovato il senno, Ouji-sama… potremmo salpare domani mattina! Correrò subito a dare disposizione per la partenza! Discuterò con la Responsabile del Reverie affinché capisca la situazione e… »
Ma il principe si era voltato di nuovo, puntando un altro tavolo dell’immensa sala da pranzo.
« Ho voglia di una cioccolata calda » sospirò con un sorrisino soddisfatto, allontanandosi.
L’ometto crollò definitivamente a terra, mugugnando poco chiaramente qualcosa simile a disonore su di noi, sotto lo sguardo allibito degli altri commensali.
 
 
 
To be continued
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Significato dei termini:
- Lumaradio: non mi pare esista nel mondo di OP, però è intuibile cosa sia!
- Ouji-sama: dal giap. “illustre principe”.
- Koori: dal giap. “ghiaccio”.   
- Aisu: pronuncia giapponese di “ice”, ghiaccio.
 
 
 
 
 
 
 
Note al capitolo & dell’autrice:
Ne è passato di tempo! Tanti impegni, cose da fare… e confesso, difficoltà nello scrivere questo capitolo. È uno stacco totale dall’azione dei Mugiwara, e tentare di scrivere di politica be’… è “politica for dummies”, diciamo così.
Spero di non avervi annoiato, alcune parti non finivano più, però volevo dare spazio al Reverie, che tornerà anche più avanti per svelarci nuovi misteri…!   
NB: nel manga il Reverie sembra svolgersi con i membri seduti a lunghe tavolate. Ho cambiato in un anfiteatro per comodità ~ Non so perché ma avevo in mente le sedute a cui partecipava Padmé di Star Wars @.@
 
Come sempre i dovutissimi ringraziamenti a jillianlughnasad e Nic87 per le loro recensioni!    
 
 
 
Le tanto amate (?) note:
 
- Re Alim, Gran Cancelliere Rishi, Re Elmo, Principe Tarun…: insomma, un sacco di gente fittizia necessaria alla conversazione!  
 
- Donquixote Doflamingo: come potevo non mettere questo personaggio? Si trova così a suo agio a prendere in giro tutto e tutti che sembrava un peccato escluderlo! Anche se sono tentata di fargli arrivare in testa la gamba di legno di Chamomile per quello che sta combinando nel manga…! Comunque, a parte questo, anche lui tornerà prossimamente. Che dite, l’ho reso abbastanza come il Mingo che conosciamo? E il suo incontro/scontro con Bibi?   
 
- Bibi: non sono molto sicura quando scrivo di lei. Mi ricordo dei punti salienti, ma dovrei andare a rileggermi il manga. Spero che il discorso che ha fatto su Alabasta non sia risultato – oltre che logorroico – troppo campato in aria. Mi sono ricordata all’ultimo che la situazione, secondo la Marina, è stata salvata da Smoker (gli fischieranno le orecchie?).
Detto questo, in realtà il pezzo che mi è piaciuto di più scrivere, oltre quello con Neptunia, sono le quattro righe dei suoi ricordi a Whisky Peak… perché – mia mente malsana – creano una sorta di collegamento con i pensieri di Nico Robin nel Capitolo VI [Tracce]…! Tutte le strade portano a Bryan?
 
- Cobra: mi è piaciuto scrivere di lui! Ma la nota riguarda il suo interesse per Coralia. Voi che ne pensate?  
 
- Leonida Arbalest: padre di Gloryanne Arbalest (chi si ricorda chi è? :D) e Re di Arba… qui è solo accennato. Più avanti, non so ancora quando, parlerò meglio di lui, di Anne, e di tante altre cose legate a loro!
Non vi ricorda un grizzly?
 
- Ada Saimiri di Monky Cove: lei è una di quelle cose che accadono quando non sai che scrivere e improvvisamente il capitolo decide di fare da sé. Non era prevista (deve essere un vizio, visto che è successo lo stesso con Chamomile) eppure eccola qui… e non immaginate nemmeno che background abbia (in parte nemmeno io…!). Però ecco, senza volerlo ho aggiunto un tassello che in realtà mi mancava.
Il suo nome, Saimiri, è quello che designa una specie di scimmie. Monky è la storpiatura di “Monkey”, che insieme a Cove (baia) formano il nome dell’isola da cui proviene. Penso che però la soprannominerò “Monkey Island” in omaggio all’omonimo videogioco :D
È ancora prestissimo… ma tenete a mente che quando si riferisce a Roger, lo chiama Gol D. Roger, sottolineando quella D. malefica… kufufufufufu
 
- Coralia e Neptunia: breve cameo per la prima (avrà il suo palcoscenico più avanti), questa volta la scena se la prende la figlioletta impacciata e tenerissima. Ho avuto l’idea di farle stringere amicizia con Bibi fin da subito, e alla fine la loro scena, per quanto semplice, la trovo molto carina. Dovrà imparare presto un sacco di cose, perché il suo mondo potrebbe ribaltarsi da un momento all’altro…!
 
- Estella e Saba: chi si ricorda di questi due? ;) Un salto a ritroso fino al Prologo…!  
 
- Koori di Aisu Kingdom: una comicità degna dei migliori dei cliché… ma questa scena doveva essere semplice così com’è. Una sorta di anticipazione di eventi futuri. No, Koori non è scemo o primo di senso del dovere… è solo che… più avanti ve lo spiegherò ;)
 
 
 
 
 
Gli aggiornamenti continueranno irregolari, ma il prossimo capitolo sarà pura azione *W*
 
 
Bacioni!
Nene
 
   
 
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