"Quando ti chiedi cos'è l'amore, immagina due mani ardenti che si incontrano, due sguardi perduti l'uno nell'altro, due cuori che tremano di fronte all'immensità di un sentimento,
e poche parole per rendere eterno un istante"
Alan Douar
e poche parole per rendere eterno un istante"
Alan Douar
Incontro
I corridoi poco illuminati del galeone risuonavano dei loro passi lesti. Koala seguiva la schiena coperta da lunghi capelli neri dell’uomo di fronte a lei.
Era stato insolito come quell’uomo si fosse presentato d’avanti alla sua casa, le avesse detto solamente “Sei disposta a cambiare il mondo?” e lei l’aveva seguito. Lei voleva cambiare il mondo.
Aveva cambiato la sua posizione, la sua mentalità di schiava a persona libera grazie a degli uomini-pesce e aveva sempre voluto ricambiare il favore, poiché non aveva mai perdonato la sua gente per aver brutalmente colpito il suo salvatore Fisher Tiger.
Quel giorno lei si era finalmente liberata dalle catene della schiavitù dei nobili mondiali per poi rendersi conto che la sua gente, la sua famiglia, era vittima di un’altra schiavitù : il razzismo.
Aveva taciuto la sua conoscenza del karate degli uomini-pesce ma non aveva mai smesso di allenarsi in segreto. E fu proprio mentre si allenava che quell’uomo dai lunghi capelli e con un tatuaggio sinistro sul volto la raggiunse “So chi sei” le disse “E ho visto quel che sai fare. Sei disposta a cambiare il mondo?”
E lei aveva accettato.
Aveva raggruppato le sue poche cose, salutato con ipocrita tristezza i suoi compaesani e lo aveva seguito su quel galeone.
“Dragon-kuun!”.
Un enorme omone con un volto tre volte più grande del suo corpo si piazzò d’avanti a loro.
L’enorme massa di ricci glicine su cui si posava una corona dorata attirò l’attenzione di Koala più del suo trucco.
“Scommetto che è lei la signorina del karate!” esclamò spalancando la bocca con il rossetto viola “La stai portando da Sabo-chan?”
“Se ti sente che lo chiami così ti uccide” mormorò l’uomo, poi si rivolse a Koala “Resta un attimo con Iva”
E la ragazza annuì.
Emporio Ivankov scrutava allegramente la ragazzina che non era per niente intimorita, ormai troppo abituata ad avere a che fare con gente bizzarra.
Dragon riapparve poco dopo, seguito da un ragazzo alto più o meno quanto lei e che indossava un cilindro blu con occhiali da aviatore.
“Koala” esclamò Dragon “Lui è Sabo e da oggi in avanti sarete compagni”
Sabo sollevò lo sguardo e rimase quasi folgorato dai grandi occhi scuri e dolci di lei. Nessun nome poteva mai essere così azzeccato per quegli occhi che ricordavano proprio la dolcezza di un koala.
Sabo allungò la mano e anche lei fece lo stesso.
Il tocco. La stretta. Gli sguardi che si incrociavano quando le loro dita combaciarono.
Sabo e Koala si sorrisero.
“Sabo” si presentò lui, con un breve inchino del capo.
“Koala” rispose lei addolcendo ancora di più il sorriso.
Mentre i due si scrutarono il tempo parve fermarsi. Si sorrisero a vicenda per un tempo a loro infinito.
I loro cuori tremavano per i loro sguardi che si perdevano uno in quello dell’altra.
In quel momento stava nascendo qualcosa di grande.
I corridoi poco illuminati del galeone risuonavano dei loro passi lesti. Koala seguiva la schiena coperta da lunghi capelli neri dell’uomo di fronte a lei.
Era stato insolito come quell’uomo si fosse presentato d’avanti alla sua casa, le avesse detto solamente “Sei disposta a cambiare il mondo?” e lei l’aveva seguito. Lei voleva cambiare il mondo.
Aveva cambiato la sua posizione, la sua mentalità di schiava a persona libera grazie a degli uomini-pesce e aveva sempre voluto ricambiare il favore, poiché non aveva mai perdonato la sua gente per aver brutalmente colpito il suo salvatore Fisher Tiger.
Quel giorno lei si era finalmente liberata dalle catene della schiavitù dei nobili mondiali per poi rendersi conto che la sua gente, la sua famiglia, era vittima di un’altra schiavitù : il razzismo.
Aveva taciuto la sua conoscenza del karate degli uomini-pesce ma non aveva mai smesso di allenarsi in segreto. E fu proprio mentre si allenava che quell’uomo dai lunghi capelli e con un tatuaggio sinistro sul volto la raggiunse “So chi sei” le disse “E ho visto quel che sai fare. Sei disposta a cambiare il mondo?”
E lei aveva accettato.
Aveva raggruppato le sue poche cose, salutato con ipocrita tristezza i suoi compaesani e lo aveva seguito su quel galeone.
“Dragon-kuun!”.
Un enorme omone con un volto tre volte più grande del suo corpo si piazzò d’avanti a loro.
L’enorme massa di ricci glicine su cui si posava una corona dorata attirò l’attenzione di Koala più del suo trucco.
“Scommetto che è lei la signorina del karate!” esclamò spalancando la bocca con il rossetto viola “La stai portando da Sabo-chan?”
“Se ti sente che lo chiami così ti uccide” mormorò l’uomo, poi si rivolse a Koala “Resta un attimo con Iva”
E la ragazza annuì.
Emporio Ivankov scrutava allegramente la ragazzina che non era per niente intimorita, ormai troppo abituata ad avere a che fare con gente bizzarra.
Dragon riapparve poco dopo, seguito da un ragazzo alto più o meno quanto lei e che indossava un cilindro blu con occhiali da aviatore.
“Koala” esclamò Dragon “Lui è Sabo e da oggi in avanti sarete compagni”
Sabo sollevò lo sguardo e rimase quasi folgorato dai grandi occhi scuri e dolci di lei. Nessun nome poteva mai essere così azzeccato per quegli occhi che ricordavano proprio la dolcezza di un koala.
Sabo allungò la mano e anche lei fece lo stesso.
Il tocco. La stretta. Gli sguardi che si incrociavano quando le loro dita combaciarono.
Sabo e Koala si sorrisero.
“Sabo” si presentò lui, con un breve inchino del capo.
“Koala” rispose lei addolcendo ancora di più il sorriso.
Mentre i due si scrutarono il tempo parve fermarsi. Si sorrisero a vicenda per un tempo a loro infinito.
I loro cuori tremavano per i loro sguardi che si perdevano uno in quello dell’altra.
In quel momento stava nascendo qualcosa di grande.