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Autore: fra_eater    18/03/2015    3 recensioni
Due fratelli. Due ragazze. Due amori.
Rufy e Sabo in momenti diversi dei loro amori che vivono rispettivamente con Nami e Koala.
Storia partecipante alla challenge SCEGLI IL PAIRING, SCEGLI L’IMMAGINE indetta da Nami93 sul forum di EFP
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Monkey, D., Rufy, Nami, Sabo | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.” 
 
Smile
 

Il sole caldo sul viso era un toccasana per i pirati di Cappello di Paglia  che non vedevano terra da giorni.
Il soffice manto erboso di quella sconosciuta isola primaverile accoglieva le loro membra stanche del tanto navigare. E proprio lei, la navigatrice, era quella che aveva gioito di più nell’avvistamento di terra da parte di Usopp, il cecchino.
Erano scesi tutti, esultanti. Quel posto incontaminato, in cui verdi prati e fiori colorati regnavano incontrastati poco lontani dalla spiaggia chiara, era un paradiso naturale, nessuno sembrava abitarci o, per lo meno, nessuno era nei pressi di quella parte dell’isola.
Nami aveva lasciato i suoi nakama per avventurarsi più dentro, alla ricerca di un luogo tranquillo e lontano dagli schiamazzi impossibili e insensati del capitano e degli altri.
“Dove vai, Nami-swan?” le aveva chiesto Sanji, sempre tanto premuroso, mentre offriva a Robin un cocktail di frutta.
“Faccio una passeggiata!” aveva risposto sorridendo e con un “Non preoccuparti” quando le avevano raccomandato di non allontanarsi troppo.
Si sedette a terra, stendendo un pannello colorato sul manto erboso, e passò una mano tra i fili d’erba distrattamente, scrutando pensosa il paesaggio rilassante di fronte a sé.
Ma la sua mente vagava nel tempo e nello spazio, giungendo a quell’isola ridente nell’East Blue, a quei volti allegri della sua infanzia, al profumo dei mandarini, al sorriso dolce e accattivante della sua adorata Bellemere.
Il vento si alzò, sollevandole piano i capelli, e lacrime forti affiorarono ai suoi occhi grandi.
Era una giornata come quella, il sole, il vento, tutto sembrava combaciare con il giorno in cui Bellemere era morta per dare a lei e a Nojiko la possibilità di vivere, perché non aveva voluto rinnegarle, perché le aveva considerate sue figlie anche se non avevano alcun legame di sangue.
Strinse le ginocchia al petto, divenendo preda dei tristi ricordi.
Improvvisamente sobbalzò, sentendo gelidi piccole unghie e una solleticante peluria sulla sua schiena.
Nami scattò in piedi, allontanandosi dal telo per vedere di che si trattasse e tirò un sospiro di sollievo nel vedere la faccia sorridente del suo stupido capitano con un coniglietto bianco scalciante stretto tra le mani.
La navigatrice si trattenne dal picchiarlo solo per non far del male al piccolo animaletto.
“Dove l’hai trovato?” chiese, accettandolo dalle sue mani e stringendolo delicatamente al petto.
Sentiva il cuore del piccoletto battere all’impazzata e gli accarezzava le lunghe orecchie per tranquillizzarlo.
“C’era una tana vicino alla nave” rispose Rufy “Guarda qui!” esclamò cacciando da dietro la schiena il suo amato cappello di paglia e mostrando quattro coniglietti identici al primo che fissavano i due umani intimoriti.
“Oh, che belli!” esclamò Nami, sorridendo allegra “Ma dovremmo lasciarli andare, non possiamo tenerli”
“Io li volevo mangiare!” disse Rufy, imbronciato.
Nami cominciò a picchiarlo “Come puoi voler mangiare delle creature così carine e innocenti?!?”
Per lo spavento, i piccoli coniglietti uscirono di corsa dal cappello.
“Hai visto?” esclamò Rufy “Li hai fatti scappare!”
Nami lo ignorò e mise a terra anche quello che aveva in braccio “Su, vai dai tuoi fratelli” lo incoraggiò.
Ma il coniglietto non si mosse, anzi, poco dopo ritornarono tutti indietro.
Nami sorrideva allegra, alle sue spalle, Rufy era altrettanto meravigliato.
“Come mai mi hai cercato?” chiese la ragazza dopo un po’, sempre con il sorriso.
Senza preavviso Rufy la prese per le spalle e la portò giù, costringendola a stendersi sul telo mentre i coniglietti saltellavano dentro e fuori dal cappello e si avvicinavano piano a loro.
“Ti avevo vista triste” rispose lui “E io ho promesso che non ti avrei mai fatto perdere il sorriso”
Prese un coniglietto e glielo mise sul capo, il piccolo animale scappò via per lasciare a Nami la visuale del volto di lui “Sei più bella quando sorridi!”
E Nami sorrise.
 E poi rise.
Rise talmente tanto che neanche lei sapeva perché, ma contagiò il suo capitano.
Rufy l’aveva nuovamente salvata, e questa volta non si trattava di pirati, questa volta l’aveva salvata da sé stessa.
 
Rufy la fissava sorridendo contagiato dalla risata cristallina di lei mentre sollevava uno dei piccoli animaletti pelosi in alto.
Aveva capito che qualcosa non andava. Il sorriso che aveva nello scendere dalla nave si era subito rabbuiato quando il vento le aveva scompigliato i corti capelli ramati.
Conosceva quello sguardo. Tristi ricordi facevano capolino nella sua mente.
Aveva lasciato Usopp e Chopper all’avventura quando aveva scorto lo zampettare di un coniglietto tra le fronde. L’aveva catturato e aveva scorto gli altri in una tana tra le rocce.
All’inizio aveva pensato di mangiarli, ma poi pensò che sarebbe stato meglio portarli da lei.
Ed aveva fatto bene.
Adorava quel sorriso.
 Ogni volta che lo vedeva, si innamorava nuovamente di lei.
                                                                     
                
 

 
  
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