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Autore: pamina71    21/03/2015    5 recensioni
Ho utilizzato i 3 movimenti di ognuno dei 4 concerti de "Le quattro stagioni" per una "song-fic" in cui ad ogni movimento di ogni stagione associo una scena dall'autunno 1788 all'estate 1789.
L'associazione è data più dalle sonorità che dai titoli dei singoli movimenti, oltre che dalla stagione rappresentata dal concerto. Suggerisco di leggere ogni racconto ascoltandone il tema, magari nell'esecuzione del Giardino Armonico. Per ogni tempo avremo un "violino solista" diverso.
La base dei racconti è principalmente il Manga della Ikeda (traduzione francese) comprese le Storie gotiche e il Gaiden di André.
E' la mia prima fanfic, ed ammetto di essere partita con un progetto ambizioso, visto che la cronologia e i singoli tempi dei concerti mi concedono davvero pochi gradi di libertà.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lame e violini'
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Inverno in Fa Minore - Largo.

Solista: M.me Marguerite De La Borde Contessa Jarjayes

Passar al foco i dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento

La Contessa guardava stancamente fuori dalla vetrata, ascoltando il pacato rumore della pioggia invernale che batteva sul terreno gelato, come il leggero pizzicato di un violino. Dal piano nobile del palazzo non si udivano altri suoni, la servitù stava lavorando nelle cucine ed Oscar non sarebbe rientrata che dopo il tramonto. Aveva finalmente qualche ora di pace.

La Contessa sospirò impercettibilmente; era sfinita dal suo ruolo di Prima Dama di Compagnia di Sua Maestà. Sebbene dopo la nascita dei figli Maria Antonietta non passasse più le notti inseguendo un'illusoria felicità di balli, opere e feste, la vita di Corte era ugualmente logorante. La Contessa trovava particolarmente faticoso il continuo esercizio di autocontrollo che le era richiesto, il fatto di non poter mai mostrare apertamente i propri pensieri, le preoccupazioni, la disapprovazione.

Detestava il fatto di dover trascorrere ore a risolvere questioni infinitesime di abbigliamento o di etichetta, che a Corte sembravano raggiungere dimensioni spropositate, ascoltare le continue lagnanze delle Nobildonne per un passo non ceduto od un saluto che si era lasciato troppo attendere, mentre a casa propria le cose accadevano senza di lei.

 

Erano quasi due decenni che fungeva quasi da madre alla figlia dell'Imperatrice Maria Teresa, a discapito delle proprie figlie, soprattutto a discapito dell'ultima, che già prima faticava a comprendere e che ora sembrava le stesse definitivamente sfuggendo di mano.

Non era stata presente quando Hortense aveva perduto i figli uno ad uno, solo attraverso la loro fitta corrispondenza aveva potuto provare ad alleviarne il dolore, fino alla nascita benedetta della piccola Loulou, che ora stava crescendo viziata ed indisponente, protetta da una madre terrorizzata dall'idea di perderla.

Non era stata presente quando Josephine si disperava per il marito violento, libertino e depravato con il quale aveva vissuto un matrimonio di disperazione che ormai si era trasformato in una formale convivenza a distanza in due differenti proprietà.

Per non parlare di Constance, sposata a quel buffo inglese, che era tornata in Francia dopo quasi vent'anni, ma che comunque forse conosceva più delle due fredde e compassate figlie che quotidianamente incontrava nei corridoi della Reggia e con cui scambiava solo poche parole di convenienza, quasi fossero estranee.

 

Erano quasi due decenni che Marguerite, la stessa Marguerite che testardamente si era opposta all'educazione in convento, e le aveva cresciute ed istruite a palazzo1, si trovava nell'assurda situazione di non poterle vedere quanto desiderava, a causa dei propri impegni con la Regina.

 

Erano quasi due decenni che era costretta a rimanere lontano da palazzo per lunghi periodi, senza poter rientrare neanche quando Oscar era ferita o malata...come molti anni prima, quando aveva perso così tanto sangue da far temere per la sua vita, e come molte altre volte, come soltanto alcune settimane prima.

 

Poche settimane prima, quando Oscar e André erano tornati a casa insanguinati e feriti dopo essere stati aggrediti nel Faubourg Saint Antoine, e lei non l'aveva saputo che due giorni dopo, dal Conte di Fersen che l'aveva per caso incrociata entrando negli appartamenti di Sua Maestà e le aveva chiesto notizie della figlia...notizie che non aveva saputo dare, perché nessuno l'aveva informata dell'accaduto. Ed anche i dettagli le erano arrivati alle orecchie solo attraverso una domestica che frequentava un attendente, a casa nessuno le avevano voluto risparmiare i dettagli. Quasi impiccati! Li avevano quasi impiccati! Avevano seriamente rischiato la vita...un'altra volta!

 

Da anni il suo incubo ricorrente era vederseli riportare a casa cadaveri, e questa volta ci erano andati spaventosamente vicino. Ma chissà poi perché continuava a pensare al plurale...non sembrava riuscire ad immaginare Oscar senza la sua ombra, il suo amico, la sua ...metà?

Perché no, poi, in fondo...francamente non riusciva a vedere nulla di male in quella situazione, a differenza del marito. Il quale parlava a proposito e sproposito di regole e consuetudini, di rango e di convenienze; ma che, tuttavia, si era fatto beffe di ogni regola, di ogni consuetudine, di ogni situazione naturale convincendo, pagando e terrorizzando un povero cappellano spaurito sino a che questo non aveva accettato di battezzare una bimba con un nome maschile, e che si era fatto beffe di ogni criterio di rango e di convenienza quando si era trattato di soddisfare il proprio orgoglio infilando la bimba, ormai divenuta ragazzina, in una divisa da ufficiale.

E naturalmente, tutto il palazzo gli aveva dato corda, nessuno che avesse osato contrariare il Generale, per paura di punizioni e licenziamenti, tutto il palazzo si rivolgeva a lei chiamandola Conte, o Monsieur...tutto il palazzo tranne l'unica in grado di tenere testa al Generale, la vecchia governante (il vero capo della casa, con buona pace del Generale), che si ostinava a chiamarla Mademoiselle, o bambina mia. Oh, se avesse avuto più alleati, nella sua lotta silenziosa contro le idee del Generale!

 

Se avesse avuto più alleati forse non avrebbe avuto una figlia con il corpo cosparso di cicatrici come quello di un pirata. Se avesse avuto più alleati forse avrebbe avuto una figlia che le avrebbe parlato più spesso e più serenamente. Da quel che le pareva di ricordare l'unica vera conversazione l'avevano avuta pochi giorni dopo l'aggressione al Faubourg Saint Antoine. Ma Oscar non era andata a confidarle la sua preoccupazione per i pericoli che correva, come la Contessa si aspettava. Era andata da lei per farle capire che temeva maggiormente un matrimonio non voluto2. Forse sperando nella sua intercessione presso il Generale. La gabbia. Sua figlia temeva di vivere in gabbia.

 

Si chiese se non fosse Oscar ad avere ragione. Tutto sommato, godeva di una libertà invidiabile, per una donna, ed aveva diritti quasi inimmaginabili, pur pagandoli con una vita intensa di lavoro e sacrifici. Era severa, ligia al dovere e rigida. Ma non le pareva infelice.

Anzi, stranamente, dal giorno dell'aggressione le appariva persino più serena, addirittura più sorridente. Nel tempo libero sedeva tranquilla a leggere, oppure suonava, cercava André per stare in sua compagnia, le era quasi parso di vedere che lo abbracciasse. Una sera l'aveva vista nel salottino a piano terra seduta sul bracciolo della poltrona a guardare un libro da sopra la spalla di lui. Forse qualcosa tra loro si stava evolvendo? Forse sua figlia si stava innamorando?

 

Ebbene, non sarebbe certo stata lei ad impedirlo. Anzi. Aveva detto ad Oscar che a volte i genitori si comportano da idioti; questa volta non l'avrebbe fatto. Per una volta, avrebbe smesso di tacere ed accondiscendere. Se del caso, si sarebbe opposta al marito. Questa volta si sarebbe opposta davvero. E con tutte le sue forze.

 

 

1Cfr. Il gaiden I pirati turchi e la monaca, parte 1

2Scena presente nel manga, vol.2 dell'edizione francese.

   
 
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