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Autore: McPaola    22/03/2015    3 recensioni
Jemma Oulette pensava che suicidarsi fosse la soluzione. Ma tutto ciò non fece che creare un problema ancora più grande.
Dopo essere stata salvata dal salto verso la morte, Jemma si ritrova nella casa della persona che l'ha salvata, Luke Hemmings. Ma lui non è ciò che sembra. Luke è qualcosa più di un semplice essere umano e Jemma è l'unica persona in grado di controllarlo.
La versione originale è presente su Wattpad ed è stata scritta da Kwrites, che mi ha dato il permesso di tradurla e pubblicarla. Suoi tutti i diritti.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 02





Cercai di mantenermi a debita distanza da lui, ma con scarsi risultati. I lacci sulle mie mani mi tenevano ferma. Raggomitolai le gambe e le sue mani caddero, così come il suo sorriso.

-"Sei tutto quello che ho, Jemma. Non lo farei se fossi in te" mi minacciò.

-"Lasciami andare" domandai cercando di evitare che la mia voce vacillasse. "Voglio andare a casa"

-"Jemma, non penso che tu capisca quello-"

-"Portami a casa!" urlai.

Luke era seduto sul bordo del letto, che in un attimo cominciò a scuotersi violentemente. I suoi occhi stavano diventando bianchi e il suo braccio destro si stava alzando, la sua mano aperta rivolta verso il letto.

-"Farai quello che ti dico!" gridò.

-"Luke!" piansi sopra il forte rumore. "Luke, smettila!"

-"Non puoi lasciarmi, Jemma!" urlava, ma la sua faccia sembrava indecisa. Delle lacrime stavano cominciando a scendere lungo il suo viso.

-"Non puoi tenermi qui" gli dissi.

-"Perché no? Stavi comunque cercando di ucciderti. Non puoi andartene"

Le luci cominciarono a tremolare, la porta cominciò ad aprirsi e a chiudersi, così come le ante dell'armadio e i cassetti. Il letto si muoveva sempre di più.

-"Luke per favore!" strillai, le lacrime scendevano lungo le mie guance e cadevano giù dal mio mento. "Luke mi stai spaventando! Ti prego basta! Luke!"

I suoi occhi cominciarono a sbiadire e il suo braccio lentamente si abbassò. Le luci rimasero fioche, la porta e i cassetti tornarono lentamente e cautamente al loro posto. Il letto smise di tremare.  Ero rimasta accovacciata contro la testiera del letto, cercando di usare le braccia come scudo.

-"Sono davvero dispiaciuto" sussurrò Luke, del tutto distrutto. Le sue guance erano bagnate da lacrime. Non sarei mai uscita da qui.

-"Non esserlo" fu tutto quello che gli dissi.

Stava per toccarmi la gamba, ma la spinsi via verso di me. Fece scivolare giù la mano "Vado a prenderti del cibo" decise.

Camminò verso la porta, ma si fermò. Si girò, i suoi occhi bianchi ancora una volta. Alzò la mano ed io sussultai. Le corde sui miei polsi si allentarono e li abbassai. Mi formicolavano a causa del sangue che ricominciò a scorrere. Quando guardai di nuovo la porta, la vidi chiusa e Luke era andato.

Decisi di stiracchiarmi le gambe. Mi alzai dal letto e mi guardai intorno nella piccola stanza. Non c'era molto da guardare in realtà. Aprii la cassettiera e vidi che era interamente riempita con le cose di Luke, finché non guardai la parte inferiore e notai che era vuota, eccetto per una foto. Ero io, seduta su una panchina fuori da scuola. Stavo guardando distrattamente verso chissà dove con un curioso sorriso sulla faccia. Non riuscii a richiamare alla memoria  cosa successe quando venne scattata, così la rimisi a posto e chiusi il cassetto.

Camminai verso la porta e misi la mano sul pomello. Lo girai, ma era chiusa a chiave. Ovviamente. Luke non voleva che me ne andassi, quindi perché mai l'avrebbe lasciata aperta? Sospirai e mi morsi il labbro superiore, camminando verso l'armadio. Aprii un'anta  e guardai dentro. Era buio, quindi non potevo vedere molto. Non c'era nemmeno una luce all'interno. Richiusi l'anta e tornai a sedermi sul letto.

Sembrò esser passata un'eternità quando Luke aprì la porta ed entrò. Aveva un cartone di pizza in mano. Si sedette di fronte a me sul letto, incrociando le gambe. Aprì il cartone e mi passò una fetta insieme ad un tovagliolo che aveva in tasca.

-"Grazie" borbottai, prendendogliela dalle mani e dandole un morso,

-"Scusa per prima" disse e le sue guance diventarono rossastre. 

Scrollai le spalle, ma non dissi niente. Era decisamente lontano dall'essere okay, ma non volevo dirglielo. Non volevo agitarlo più di quanto non avessi già fatto.

-"Ma hai visto quello che hai fatto?" mi chiese.

Scossi lentamente la testa, masticando il pezzetto di pizza meticolosamente prima di ingoiare. "Che ho fatto?"

-"Tu mi hai fatto smettere" mi fece notare. "Nessuno è mai stato in grado di farlo"

-"Nemmeno la tua famiglia ci è mai riuscita?" mi domandai.

-"Non capisco perché sia proprio tu, però" continuò. Immaginai che semplicemente non  avesse sentito la mia domanda. Ero stata abbastanza silenziosa quando gli avevo parlato dopo tutto. Ero terrorizzata dal fatto che potesse prendersela di nuovo con me. "Non ti avevo mai incontrata prima di quella notte. Perché proprio tu?"

Luke studiò la mia faccia, i suoi occhi azzurri mi attraevano. Non potevo guardare altrove, non importa quanto duramente ci provassi. Mi guardò dolcemente, l'angolo della sua bocca si stava curvando in un leggero sorriso. Riuscii finalmente a guardare da un'altra parte,  le mie labbra leggermente dischiuse. Mi stavo domandando la stessa cosa che si stava domandando lui. Perché ero io l'unica persona che era in grado di tenerlo sotto controllo?

-"Sai, potrei portarti fuori ogni tanto" rifletté guardando distrattamente dietro di me. "E' solo che non vorrei che scappassi"

Si stava comportando come se mi possedesse. Cos'aveva questo ragazzo che non andava? Sapevo solo il suo primo nome e che poteva, in qualche modo, fare cose strane. Qual era il suo scopo?

-"Tu non mi possiedi"  sputai fuori ma la mia voce era ancora molto bassa.

Annuì. "E' vero, ma comunque non te ne puoi andare"

Il mio scoppio di coraggio mi fece sentire ancora più ribelle. "Non puoi controllarmi"

-"Oh" disse con un sorriso furbo. I suoi occhi brillarono con monotonia mentre spostava cautamente la pizza sul pavimento. Alzò la mano verso di me e mi spinse verso il suo corpo, attraendomi a sé come se fossi legata da una corda invisibile. Ero seduta proprio davanti a lui tanto che le nostre ginocchia si toccavano. "Ma io posso"




Spazio Traduttrice

Prima di tutto ci terrei a scusarmi per il ritardo ma, come vi avevo già annunciato, ho avuto due settimane molto impegnate e quindi non ho avuto tempo per aggiornare.
Ad ogni modo oggi ci sono riuscita e d'ora in avanti dovrei essere puntuale, per cui ogni domenica sera dovrei pubblicare un nuovo capitolo.
Siamo ancora agli inizi, quindi per il momento non accade niente di eclatante, si scopre solo che tipo di relazione nasce fra Luke e Jemma. Presto però la storia prenderà una svolta decisamente diversa e arriveranno anche gli altri personaggi c:
Spero vivamente che il secondo capitolo sia di vostro gradimento e mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate (:
Vorrei comunque ringraziare tutte le belle personcine che recensiscono e quelle che hanno messo la storia fra le preferite/ricordate/seguite :3
Peace&love



Link della versione originale di Kwrites --->   http://www.wattpad.com/29588384-control-%C2%BB-l-h-prologue
   
 
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